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Autore: Betrayed    10/06/2010    4 recensioni
Un pugno lo colpì alla pancia, pur avendo la corazza si piegò in due. Non ebbe il tempo di reagire che un calcio lo colpì in faccia. Di nuovo un pugno, ma questa volta la bloccò. -Un po' prevedibibile, non credi?-ghignò. Ho cambiato il titolo perchè quello di prima non m'ispirava granchè...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Envy, Greed, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alchimista d'Argento'
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capitolo 27 Capitolo 27
*Riemerge dal suo antro oscuro e profondo*
*Vede una folla infinita con forconi e torce*
*Si nasconde*
CHIEDO UMILMENTE SCUSA A TUTTI!!!!!!!!!! *si prostra fino al terreno*
Posso dire a mia discolpa solo una cosa: mancano solo 3 capitoli alla fine della storia.
Tre capitoli e l’avventura con Megumi finirà. Tre capitoli e finirò la mia prima fan fiction.
Tre capitoli e….
Si beh insomma, avete capito!!
Sono stata impassibilmente impegnata in questi ultimi giorni di scuola, sommersa da idee e da compiti .-. (ho la camera piena di foglietti svolazzanti con one-shot senza senso e brutte copie di temi svolti in classe)
Ma ora è finita! Basta scuola!!! Basta compiti per casa e, soprattutto, BASTA LATINO!!!!!!!!!!!!!!!! Quest’estate la dedico al riposo e alle mie storie (:
E adesso, dopo mesi che non aggiorno (ho perso il conto dell’ultima volta che ho toccato le mie storie) ecco il 27esimo capitolo!!!
 
 
Megumi si girò inquieta, tirando a sé il lenzuolo e bloccandosi incontrando un impedimento proprio al centro del letto.
-Mmmmhh…- mugugnò appena socchiudendo un occhio.
La sagoma familiare di Greed le si presentò davanti, un po’ sfocata e tremolante.
La ragazza gli si avvicinò, rendendosi conto solo in quel momento che l’homunculus non indossava alcun indumento, proprio come lei.
Percorse con le dita il petto marmoreo e muscoloso di Greed, salendo fino alla clavicola per poi spostarsi sul collo e sui pettorali, dove la mano di lui avvolse la sua, stupendola.
-Sei… Sei sveglio?- chiese.
-Si.- sussurrò l’homunculus appena sopra il suo orecchio.
Megumi sollevò il viso incontrando quei due specchi ametista nei quali si perdeva. Avrebbe potuto continuare a fissarlo per ore, se non avesse avuto qualcosa di ancora più interessante come le sue labbra, che in quel momento premevano dolci sulle sue.
Assecondando i suoi movimenti lo lasciò sollevarsi appena sopra di lei, poggiando le mani ai lati del suo viso.
La luce della luna che proveniva dalla finestra illuminava i suoi muscoli delle braccia, proiettandovi ombre allungate e delineandoli perfettamente.
L’homunculus si chinò, baciandole il collo dolcemente con le labbra fredde che a contatto con la pelle esposta e debole le provocavano brividi che le arrivavano fino dentro le ossa. Scese lento, lungo la clavicola, sul petto, mentre le accarezzava l’avambraccio creando intrecci invisibili di fili sulla pelle bianca.
La sua bocca si spostò sul seno della ragazza, avvolgendo un capezzolo turgido e torturandolo con la lingua.
Megumi soffocò dei gemiti di piacere.
Le dita di Greed, nel frattempo, percorrevano ogni centimetro della sua pelle, carezzandola, incendiandola ed eccitandola allo stesso tempo.
I loro bacini si scontrarono con impetuosità, mossi dal desiderio represso, e Greed entrò in lei con una spinta decisa, alla quale se ne accompagnarono altre, sempre più veloci, mentre le loro labbra si cercavano e le loro voci si intrecciavano in sussurri labili che invocavano il nome dell’altro.
I loro muscoli erano tesi e la schiena di Megumi si inarcava appena, assecondando ogni movimento dell’homunculus, amplificando il loro piacere che saliva come un’onda, infrangendosi sugli scogli e ritirandosi, solo per tornare più forte, travolgendoli con la sua intensità.
Alla fine entrambi vennero con un gemito, anch’esso soffocato. Esausti si appoggiarono l’una all’altro mentre si stringevano in un dolce abbraccio.
-Mi dispiace.- mormorò l’homunculus.
La ragazza lo guardò interrogativa.
Domani devo ripartire presto.- ammise con un sospiro. Un’ombra di delusione si dipinse negli occhi blu dell’alchimista, ma sparì velocemente.
Greed la strinse più forte e lei affondò il viso sul suo petto inspirando forte il suo profumo.
-Per quanto starai via?- soffiò Megumi senza sollevare il viso.
-Probabilmente sarò di ritorno per la sera. Cercherò di fare presto.-
Il cuore della ragazza sobbalzò ancora nel notare la dolcezza nelle parole dell’homunculus e si sentì sollevata, a tal punto che si addormentò quasi subito, mentre Greed la accarezzava sfiorandole appena la schiena nuda.
 
 
* * * 

Il giorno dopo Megumi si svegliò di colpo e non avvertendo la presenza di Greed accanto a sé, si irrigidì improvvisamente e il suo cuore si bloccò.

Poi ricordò il discorso fatto quella notte e si tranquillizzò.
Scese dal letto e indossò un paio di pantaloni neri e una canottiera, scostò il ciuffo di capelli neri che le cadeva disordinato sugli occhi e scese per fare colazione, udendo il rumore di stoviglie che cozzavano tra loro.
-Buongiorno.- mormorò rivolta alla sorella e a Edward, che stavano seduti l’uno accanto all’altro, di fronte a Jacqueline e Alphonse.
-Ciao Winry!- esclamò rivolta alla bionda che stava ai fornelli.
-Come mai così di buon umore stamattina?- chiese Edward.
-Diciamo che…- arrossì un poco - Ho dormito bene.- sorrise mentre si sedeva.
Fecero colazione ridendo e scherzando e anche Katia si unì a loro, sentendosi finalmente parte di qualcosa.
Non una famiglia, ma qualcosa di simile.
Era stata sola per troppo tempo e ora tutte quelle sensazioni che provava le portavano alla mente ricordi vecchi che non sapeva nemmeno di avere.
Ricordava il viso dolce di sua madre, incorniciato dai riccioli neri e la faccia stupita di Megumi quando quella fatidica sera era precipitata giù, nelle acque torbide del piccolo torrente, salvandosi solo per miracolo. 
E ora era lì con lei, certo, la loro madre era morta, ma ora non era più sola, non doveva più dipendere da un'homunculus, ne eseguire gli ordini di qualcuno per procurarsi da vivere.
-Dobbiamo partire domani mattina, ordini del colonnello Mustang.- li avvisò Edward, senza lasciar trasparire alcuna emozione.
Gli occhi di Winry si riempirono di tristezza ma lei la respinse con forza per non rovinare quello che a quanto pareva, sarebbe stato il loro ultimo giorno insieme.
-Katia, vuoi rimanere qui o vieni con noi? E' una scelta tua.- disse il biondo rivolgendosi alla ragazzina.
Lei d'altrocanto passò in rassegna il viso di tutti i presenti, e dopo qualche secondo di silenzio rispose.
-Resto. Scusa Megumi... Ma qui ho una casa per adesso, e poi, mi piacciono gli automail.- disse rivolgendo un sorriso a Winry, la quale ricambiò.
-Va bene Kate..- mormorò usando il suo soprannome.- Fai pure, ti verremo a trovare, e poi qui sarai al sicuro.- disse sorridendo Megumi, nascondendo quella piccola ferita che si era creata.

La sera arrivò presto, calando buia sulla casa gialla.
Avevano da poco cenato, assistendo alla dimostrazione di Katia che stava imparando a costruire gli auto mail da Winry, la quale era entusiasta di insegnarle i trucchi del mestiere.
Megumi filò in camera appena la lancetta dell'orologio segnò le nove, con la scusa di andare a dormire per alzarsi presto l'indomani, e così fecero anche Edward, Alphonse e Jacqueline.
La ragazza si sedette sul davanzale, con le gambe a penzoloni dentro la stanza, dava le spalle all'esterno e osservava la propria ombra muoversi proiettata sul pavimento.
All'improvviso due mani le si posarono sulle spalle.
-Ti sono mancato? - chiese Greed sussurrandole all'orecchio.
-Per nulla.- rispose lei facendogli la linguaccia come una bambina.
-Beh allora posso anche andarmene.-
-No! Stavo scherzando, stupido.- disse girandosi e prendendogli il viso tra le mani.
 Proprio quando le loro labbra stavano per congiungersi qualcosa di peloso le sfiorò la gamba.
Megumi abbassò il viso guardando il cane che scodinzolava felice.
-Den! Che ci fai qui?-
Continuava a fissarla in silenzio, ma appena lei si scostò un po' per accarezzarlo, l'animale notò Greed, appollaiato sulla finestra e cominciò a latrare.
La casa sembrò prendere vita e Edward entrò nella camera spalancando la porta.
Megumi si immobilizzò.
-Io vado all'esterno! Così non scappa!- urlò Jacqueline dal corridoio.
-Cosa le hai fatto, cosa vuoi da lei??- chiese Edward trasmutando il suo automail.
-Nulla.- rispose Greed calmo.
-Bugiardo!!- e si lanciò su di lui.
Megumi unì prontamente le mani e poggiandole a terra creò un muro che divise i due.
-Megumi non interferire, non lascerò che ti succeda qualcosa.-
-Non è come pensi!-
Edward distrusse il muro con un colpo e la lotta ebbe inizio. Greed si lanciò all'indietro, fuori dalla finestra, atterrando sul prato, seguito a ruota da Edward e bloccato alle spalle da Jacqueline.
Era in trappola. Con un'abile mossa la ragazza lo bloccò, impedendogli ognii movimento, e Edward, dopo aver battuto le mani le poggiò sul petto dell'homunculus, scomponendo per qualche secondo la sua corazza, Greed cominciò ad agitarsi e riuscì a scrollarsi di dosso Jacqueline, che finì sbalzata a terra qualche metro più in la.
Megumi si lanciò giù dalla finestra, correndo a perdifiato verso i due.
Edward preparò la lama dell'automail e si lanciò sull'homunculus.
Non seppe perchè lo fece, ma appena fu abbastanza vicina istintivamente Megumi si interpose tra i due, tenendo le braccia spalancate.
Troppo tardi per far si che Edward si fermasse.
La lama le perforò lo stomaco e si ritrasse velocemente. La ragazza spalancò la bocca sputando uno strano liquido nero e urlando. Fu un grido di dolore, strozzato in gole, roco e graffiante.
Un fiotto di sangue denso e vischioso fuoriuscì dalla ferita allo stomaco, rosso e troppo solido per sembrare umano, bagnò il terreno, cristallizzandosi in tante pietre rosse.
Edward guardava la scena esterrefatto, terrificato e inorridito.
Greed afferrò Megumi appena in tempo, prima che cadesse.
La prese in braccio.
-Che ti hanno fatto?- mormorò sfiorandogli la ferita.
Megumi rabbrividì e un fiotto di sangue più scuro del precedente, quasi nero, le rigò il mento, colandole sul collo.
Greed si voltò e scappò via, con la ragazza tra le braccia, lasciando Edward e Jacqueline esterrefatti sul prato.
Il biondo cadde in ginocchio, le lacrime gli rigavano le guance.
Prese a pungi il terreno, con rabbia. Con odio, verso se stesso.
Perchè non si era fermato?
Il suo urlo squarciò il silenzio, fu un grido straziante, pieno di dolore, pentimento e paura.


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Eccomi qui di nuovo. Stavolta ho cercato di impegnarmi per fare un capitolo più lungo anche perchè altrimenti non ne mancherebbero più solo tre, ma dovrei allungare ancora di più la storia.
Invece ci sarà l'epilogo, ma quello non lo conto come capitolo. Bensì come conclusione.
Sto già lavorando agli altri tre capitoli, quindi mi dilungherò molto meno nel pubblicarli anche perchè senza tutti quei compiti ho molti meno impegni :) Spero che vi sia piaciuto questo capitolo.


E ora le vostre recensioni.

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Kiri Dellenger : sono felice che ti piaccia l'impegno che ci metto per scrivere di quei due (: e scusa se non ho recensito regolarmente la tua storia, il fatto è che per me era davvero un momento no, troppo piena di impegni per riuscire a recensire... scusa davvero.. spero comunque che il capitolo ti sia piaciuto ...

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 Maya Deleon_Energy Alchemist : felice anche tu del ritorno di Greed? Bene! Comunque anche a me piace molto la sorella di Megumi, ma penso che abbia sofferto abbastanza quindi negli ultimi tre capitoli la metterò un po' da parte, verrà solo nominata. Poi nell'epilogo avrà la parte principale, spero di averti incuriosita...

Bene, qui ho finito!!  Alla prossima!!

                                                                         
   
 
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