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Autore: Melmon    11/06/2010    4 recensioni
A un sasso più grosso mi concedo solo tre secondi in più di respiro, premo con forza sulla ferita, il flusso del sangue è rallentato, ora che sono arrivata al ruscello la luce è aumentata ma non sapere è meglio, se vedo il mio fianco sporco del mio stesso sangue svengo qui! Se proprio devo svenire voglio farlo tra le tue braccia porca miseria!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice e Dean.'
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Grazie per la recensione Robigna88, spero che ti piaccia anche questo capitolo!

2. Ricordare per lottare.

Sento il sangue scorrere lento, non c’è abbastanza luce per stabilire quando sia grave, tiro fuori dalla borsa una fiaschetta che contiene alcool, né verso abbondantemente su una maglia che ho in borsa e l’utilizzo come garza, per il momento dovrà bastare. Il contatto con la ferità mi fa totalmente impazzire e in due sorsi svuoto la fiaschetta.

Non posso far a meno di rivivere quella serata: i tuoi occhi del solito verde brillante, il tuo anello che picchiettava scandendo un ritmo tutto suo sul collo della bottiglia di birra, il tuo sorriso che stranamente quella sera e solo mio ...
Solo ora mi rendo conto di tutti i segnali che avevi mandato, che eri strano da prima, molto prima che me n’accorgersi, ho cercato di dare la colpa all’alcool, all’esserti sempre a fianco, al proibito e invece non fu cosi.
L’unica birra che avevi bevuto fu quella vero?
Sapevi che non avrei mai sopportato l’idea che solo ubriaco ci avessi provato con me, se quella notte non ci fossimo fermati volevi che io sapessi che era stata frutto della ragione, di qualcosa che realmente ci legava. La sensazione delle tue labbra mi colpisce, m’invade e in un secondo vorrei che tu fossi qui per morire baciandoti, sono stata scema, se non mi fossi lasciata prendere dalla paura ora avrei qualcosa di più di uno stupido bacio da ricordare.
Mi stai cercando?
Bene farò di tutto per essere trovata.
In un gioco poco divertente e molto doloroso passo da un albero, ad un cespuglio, ad un sasso, a tutto ciò che può aiutarmi, sorreggermi e condurmi verso di te.
Cerco di pensare a te, lotto per te, mi rialzo per te, ormai il fianco non è l’unica parte del corpo dolorante e sanguinante. Ma che m’importa? Tra poco sarai qui, tra poco le tue mani si occuperanno con la solita dolcezza inaspettata delle mie ferite.
A un sasso più grosso mi concedo solo tre secondi in più di respiro, premo con forza sulla ferita, il flusso del sangue è rallentato, ora che sono arrivata al ruscello la luce è aumentata ma non sapere è meglio, se vedo il mio fianco sporco del mio stesso sangue svengo qui! Se proprio devo svenire voglio farlo tra le tue braccia porca miseria!
Mi appoggiandomi ad un ceppo e mi lascio scivolare lentamente fino al terreno, non sono molto lontano dal fiume cosi con un po’ di sforzo posso immergere la mano nell’acqua e lasciarla scorrere le dita in essa. Il fresco dell’acqua è piacevole, la mano ritorna ad un colore più naturale, prima era sporcata del mio sangue.
Dolore, ancora dolore e tu non sei ancora qui, Dean arriva presto, non so quando ancora posso resistere prima di perdere conoscenza.
Osservo ancora le stelle, la luna illumina il mio cammino.
Voglio vedere i tuoi occhi brillare ancora per me, solo per me, dopo uno, due, tre e perché no quattro baci, voglio sentire ancora il tuo sapore sulle mie labbra, voglio sentire la tua voce con quel tono misto tra il preoccupato e l’arrabbiato, voglio scoprire la sensazione delle tue mani su di me per motivi diversi da curare ferite, voglio vederti dolce e rilassato sotto le mie premure, voglio coccolarti e lasciarmi coccolare per scoprire quel lato di Dean dolcissimo e tenero che sono sicura esiste, voglio essere tua per il resto della mia vita che sia per pochi minuti o per secoli, voglio svegliarmi al tuo fianco, voglio vederti sorridere e poi tornare ad essere il mio mascalzone.
Fisso ancora le stelle quando il dolore lanciando al fianco ritorna a farsi sentire dopo il brusco movimento che mi ha riportato in piedi. La tracolla ancora al mio fianco detta il ritmo dei miei passi sulla coscia, cerco di non pensare anche perché ormai il dolore sta vincendo sulle mie forze annebbiandomi del tutto il cervello, forse arrivare alla macchina è un’impresa troppo elevata per le mie attuali condizioni, forse venirti incontro è uno sbaglio, un altro motivo che ti porterà a sbraitarmi contro per ore, ora qui in una radura lievemente illuminata dalla luna poi trovarmi con più facilità, ma il ritmo della tua amatissima musica mi dice che non devo disperare.
– Piccola tra un po’ sono da te, sono affianco alla tua auto ...
– Non parcheggiare sei ancora troppo lontano …
– Ok, guidami tu.
– Non puoi guidare e parlare allo stesso tempo Dean rischi un incidente.
– Tu rischi di più.
– E poi chi soccorrerà il soccorritore?
– Ah! Sicuro di essere ferita, sei la solita strafottente Alice.
– I litri del mio sangue dispersi tra la boscaglia direbbero cosi.
– Vuoi dire che ti sei mossa?
– Mi sto muovendo Dean e tu stai ancora guidando e parlando al cellulare contemporaneamente
– Sei in viva voce, spera che tu sia davvero grave altrimenti la situazione te la peggiore io …
– Dean … corri …
– Alice?? - nessuna risposta – Alice? …-ancora nulla - ... Alice ti prego rispondi!
– Vedi il fiume?
– Si, per fortuna sei ...
– A destra troverai una bella ragazza mezza dissanguata: sono io.
Il cellulare mi cade dalle mani, ora so che questi sono i miei ultimi passi, li compio con meno sforzo, ora m’importa restare in piedi e distinguere nel buio la tua figura.
Dei fari, rumore di sportelli e poi ombre che si muovono, finalmente la tua voce, finalmente braccia a sorreggermi, non sei solo, non capisco con chi altro tu sia ma l’importante ora è essere soccorsa, che sia tu a farlo rende la cosa solo più piacevole. Mi sento sollevare, mentre qualcuno prevede a premere con forza sulla ferita, apro gli occhi e distinguo il tuo profilo, il tuo volto, corri verso la tua piccola con me tra le braccia con poco sforzo rispetto a quello che mai avrei immaginato porto un braccio intorno al tuo collo e ti poggio la testa sulle spalle, sento la tua presa aumentare e il tuo cuore batte forte mentre il mio rallenta, l’adrenalina che fino a poco fa era in circolo sta lentamente diminuendo il suo effetto energetico, mi abbandono tra le tue braccia, sono al sicuro, lottare in tua compagnia è sempre stato più facile che lottare da sola.
Sento distintamente la tua voce, non riesco a capire cosa tu dica, delle voci si accavallano, il tuo tono è deciso anche se non può passare inosservato la nota di paura.
Sento il battere del tuo cuore, sento il tuo petto alzarsi e abbassarsi, sento il rimbombare della tua voce ed ora non ho più paura, ora mi resta solo guarire e trovare il coraggio per dirti quello che provo. Beh se non riesco a guarire posso sempre rubarti un bacio appassionato e la consapevolezza che in una maniera o nell’altra resterei per sempre tua.
  
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