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Autore: ArcoeFreccia    13/06/2010    5 recensioni
Una storia scritta a quattro mani, un capitolo e un personaggio a testa, in cui si racconterà come Kanon proverà ad aiutare Milo a ritrovare la via perduta e i due dovranno vedersela con una banda di teppisti manovrati da un vecchio pretendente al titolo di sacro guerriero d'oro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

Chiarimenti


Questo capitolo è stato scritto da Sagitta72


Seguo Milo fino alla porta e gli urlo dietro che spero che quando raggiungerà Melina, questa gliele dia di santa ragione, stavolta ha esagerato veramente. Prima di parlare a volte e’ meglio connetterlo il cervello, si eviterebbero tanti fastidi e soprattutto offese gratuite. Quando mi giro per tornare dentro, mi trovo Aristea che mi guarda ancora con gli occhi umidi, carichi di quella commozione che si e’ impadronita di lei alla vista di Milo ed io non posso fare a meno di sentirmi nuovamente infastidito. Vorrei addirittura che se ne andasse via ... quasi quasi la invito ad uscire, ma non posso nemmeno permettermi di farlo, in fondo non sono a casa mia e se dovesse arrivare il vecchio almeno rivedrebbe sua nipote dopo tanto tempo … ora devo pure farmi i problemi su come comportarmi ... ma si, che rimanga pure, io vado a prendermi qualcosa da bere. Le passo accanto senza dirle nulla e vedo con la coda dell’occhio che lei osserva le mie mosse; mi lascia passare e si gira per vedere dove sto andando. Dalla cucina le chiedo freddamente se anche lei vuole qualcosa e alla sua risposta negativa, mi limito a soddisfare solo il mio desiderio di sete. La vedo che gira per il negozio in cerca di qualcosa che subito trova: la foto che tanto ha sconvolto sia me che Milo! Dopo averla fissata per un po’, sospira e girandosi verso di me:

  • Certo che qui e’ tutta un’altra persona..

  • Già ...

  • Vorrei tanto sapere che le e’ successo

  • Bisognerà torturarla per farla parlare

  • Come scusa? – guardandomi sconvolta

  • si … sotto tortura parlano tutti … conosco molti metodi, sai?

  • Ma che dici?

  • Niente di insensato … ci sono ancora paesi che ne fanno uso... – e piano piano mi avvicino a lei che stranamente rimane immobile, chissà’ perché avrei pensato che si sarebbe allontana

  • Perché mi tratti così?

  • Così come.?

  • Come se stessi cercando di mettermi paura

  • Non ne hai?

  • No ..

  • Strano, mi era sembrato il contrario qualche ora fa …

  • Ce l’hai con me vero?

  • Perché dovrei?

  • Puoi per favore semplicemente dire si o no?

  • Ah ma riesci anche ad importi ogni tanto

  • Ho capito, tu pensi che io sia soggiogata dai miei amici …

  • Ma non erano fratelli per te?

  • E’ come se lo fossero, ma non li chiamo tali, non lo sono …

  • Ma per tuo padre sono i figli mancanti

  • Ho capito che forse e’ meglio che me ne vada … riesco a decifrare dal tuo tono che sei abbastanza arrabbiato da non volermi fra i piedi … sai sarò forse ingenua, ma non stupida … - una volta giunta sulla porta rimane a fissarmi per un istante e poi abbassando lo sguardo e con voce bassa che fatico quasi ad udire – io volevo che mi aiutassi a capire realmente le cose….

  • E come vuoi che ti aiuti se non ti fidi di me … - le vado incontro e le alzo il volto con l’indice per farmi guardare- e poi che cos’é che vuoi capire?

  • Vorrei che mi accompagnassi per il paese e mi facessi parlare con le persone che hanno avuto problemi con loro …

  • E perché non lo chiedo a Milo?

  • Vorrei che venissi tu … -

  • Che onore … - alzo un sopracciglio e le lascio il viso

  • Smettila per favore di prendermi in giro … se non vuoi venire non importa, andrò da sola … anche se speravo nel tuo aiuto.

  • Non ti fidi di me però vorresti che ti aiutassi … ahahah… non credi che ti stai contraddicendo?

  • Non ho mai detto che non mi fido di te

  • Non a parole …

  • Ero solo un po’ confusa prima

  • Toglimi solo una curiosità – e incrociando le braccia al petto la sfido con lo sguardo – che hai detto a tuo padre per venire qui?

  • Nulla … non c’era in casa … dopo che mi hanno accompagnato se ne sono andati subito e ho riflettuto su tutto quello che era accaduto, così ho approfittato del fatto che non ci fosse per uscire di nuovo

  • Mhmmm

  • Però non posso perdere troppo tempo Kanon … ti prego, possiamo andare?

  • E va bene … giusto perché non mi va che giri da sola … non si sa mai.

  • Bravo ragazzo – mi volto e vedo che a parlare e’ il vecchio

  • Nonno!!

  • Aristea … angelo mio , finalmente ti rivedo dopo tanto .. – e stringe a se l’adorata nipote

  • Hai ragione scusami, non sono più’ passata ma sai ho tante cose da fare e poi papà ultimamente ha molte pretese ...

  • Mia cara … cerca di dipendere meno da lui … ma dimmi dove state andando?

Aristea a questo punto si sente in dovere di spiegare al nonno la visita al negozio, le racconta l’incontro avvenuto tra me e quei ragazzi e la ragione che l’ha spinta a voler cercare delle spiegazioni in merito, soprattutto dopo aver visto lo stato in cui ha trovato Milo. E certo altrimenti mica si sarebbe posta tante domane! Dopo esserci congedati dal vecchio, ci incamminiamo per il paese silenziosamente; ho accettato di accompagnarla a fare la detective, ma con ben poco entusiasmo, tanto non crederebbe nemmeno se li vedesse all’opera. E poi oggi e’ stata una giornata davvero pesante, Milo che, nonostante il trattamento subito, continua a fare il menefreghista, quei tre a cui avrei voluto ridare una bella lezione, ma purtroppo con lei presente non ho potuto che trattenere la mia ira, tutta la sua impazienza di vedere Milo, l’abbraccio, i piagnistei, non le sopporto tutte queste smancerie. Facciamo velocemente quello che la signorina desidera e poi l’accompagno a casa, per oggi ne ho davvero abbastanza. Mentre camminiamo lungo le vie del paese noto come le persone si fermino ad osservarci al nostro passaggio,naturalmente nei miei confronti, non conoscendomi, lanciano occhiate curiose, ma quando guardano lei sorridono debolmente salutandola e si scuriscono in volto. E a tutto ciò lei non fa caso, e’ talmente convinta dell’innocenza che regna a casa sua che non si accorge di come le gente resti molto distaccata, nonostante le rivolgano il saluto e la parola. Mentre la guardo scuoto la testa e le dico:

  • Ma non ti accorgi di nulla?

  • Dovrei?

  • Si …

  • Veramente non riesco ancora a notare nulla di strano …

  • Nemmeno nelle persone che incontri?

  • no … mi sta sfuggendo qualcosa?

  • Purtroppo a te sfugge tutto … - e mi volto continuando a guardare dinanzi a me, lei si blocca e trattenendomi per il braccio

  • Senti Kanon … ti pregherei di essere meno vago e di darmi qualche spiegazione in più e soprattutto evita di continuare a trattarmi così freddamente… te l’ho detto e te lo ripeto tutt’ora … - le si blocca la voce – se non ti va puoi anche … andartene – ma non lo dice molto convinta … oh al diavolo, basta, mi sto facendo condizionare dalla mia gelosia assurda, lo ammetto.

  • D’accordo scusami, purtroppo a volte non riesco a controllare il mio disappunto e divento intrattabile …

  • Perfetto, ora mi puoi dire che accade intorno a me di cosi’ preoccupante da non accorgermene? Tutte le persone che ho incontrato fin’ora hanno ricambiato i miei saluti senza nessun problema.

  • Certo … ma i loro sguardi non erano sereni …

  • Ho capito ti riferisci al loro modo di interagire con me … ma vedi da quando ho perso mia madre da piccola, hanno sempre avuto questo genere di comportamento nei miei riguardi, si e’ vero e’ fastidioso sentirsi continuamente compatita, ma che devo fare? … a quanto ho capito questo e’ il modo che hanno di esternare la loro solidarietà

  • E tu sei convinta che questa sia l’unica ragione?

  • Evidentemente non e’ così per te

  • No, mi dispiace io la vedo diversamente … scusami se te lo dico ma tu sei troppo ingenua … sei condizionata da tuo padre e da tutto ciò che ti dice …

  • Non e’ che per caso sei tu che ti fai condizionare dai racconti di mia cugina e di mio nonno?

  • Ah si … bene vieni con me allora..

L’afferro per la mano e senza nessuna delicatezza la trascino con me in mezzo alla folla, andando dritto alla meta che mi ero già prefissato dal momento che mi aveva chiesto di accompagnarla. La sento che non riesce a stare al mio passo, ma non mi importa, ho troppa fretta di farle aprire gli occhi, non posso permettere che viva una vita inconsapevole di quello che la circonda e soprattutto priva di amore e di giustizia, mi sembra che abbia già abbastanza sofferto nella sua vita, e’ ora che si prenda le sue rivincite. La sento che ogni tanto mi strattona per farmi rallentare, ma sono talmente furioso che non mi rendo conto che potrei effettivamente farla cadere o inciampare. Arriviamo davanti al negozio del vecchio di cui le ho parlato e la lasciandola in disparte, intimandole di non farsi vedere per permettere all’uomo di poter parlare liberamente, mi avvicino al vecchio e chiedo come stanno andando le cose. Lo vedo spaventato e riconoscendomi nell’inseguitore e giustiziere di quel giorno, mi dice che i ragazzi sono tornati proprio quel pomeriggio a minacciarlo di non raccontare nulla in giro perché altrimenti la prossima volta non si sarebbero limitati a rovinargli la sola attività, ma anche la propria residenza. A quelle parole mi ribollisce il sangue e lancio uno sguardo di sbieco ad Aristea, che nel frattempo e’ impallidita e ha messo una mano sulla bocca per evitare di farsi sentire. Mi rivolto immediatamente verso il negoziante e lo assicuro che non gli succederà nulla di tutto quello e che, se avesse bisogno di qualcosa, potrebbe venire a cercarmi tramite il negozio di fiori del nonno di Melina. Naturalmente lui si sente un po’ più sicuro e ringraziandomi mi regala un piccolo foulard da donna; lo guardo perplesso , ma lui mi spiega che vendendo solo accessori femminili non può darmi di più e mi augura di trovare una donna che meriti tutta la mia onestà e bontà d’animo. Peccato che non mi ha conosciuto prima, non so se mi avrebbe detto la stessa cosa. Lo prendo solo per non offenderlo e spiegazzandolo in malo modo me lo infilo in tasca, lo saluto e me ne vado trascinando velocemente lontano da lì Aristea , che nel frattempo ha cominciato silenziosamente a piangere. Arrivati fuori dal paese le lascio andare la mano e ci fermiamo: lei comincia a singhiozzare ininterrottamente. Non so davvero come comportarmi, mi dispiace vederla in quello stato, vorrei poterla consolare in qualche modo ma sinceramente da che parte incominciare non saprei … uff … ho affrontato situazioni peggiori di questa, possibile che mi lascio intimidire da due fiumi di lacrime!! Mi avvicino dietro di lei e appoggio le mani sulle sue spalle:

  • Basta piangere…

  • Non ..non riesco … - vedo che si sta asciugando il viso con le mani, allora prendo il foulard e glielo porgo

  • Ma questo …non devi … hai sentito che ti ha detto quell’uomo …

  • Figurati … e poi non sono per queste cose .. ora serve a te …

  • Grazie .. – asciuga le lacrime e voltandosi verso di me – non posso crederci …

  • Lo so, ma e’ così

  • Secondo te ora che dovrei fare?

  • Non dire nulla ne’ a loro ne’ a tuo padre, per il momento fai finta di niente

  • Ma non riesco a mentire .. mi si leggerebbe in faccia … soprattutto a mio padre che non sfugge nulla

  • Digli che hai litigato con Melina .. tanto dovrebbe esserci abituato no?!

  • Va bene farò così … mi accompagni a casa?

Accenno un si e ci dirigiamo verso la sua abitazione, quando arriviamo la lascio sulla soglia del cancello, mi appoggio con la mano alla ringhiera mentre aspetto che lei apra; una volta spalancato il cancello, prima di entrare mi rivolge un caldo sorriso che prontamente ricambio molto soddisfatto, peccato che quell’unico bel momento che si stava creando fra di noi venga interrotto da una voce tuonante e carica di rabbia:

  • Che storia e’ mai questa!!!

  • Papà!! – mi volto dalla sua parte e l’uomo in questione spalanca gli occhi

  • E tu che ci fai qui …

  • Papà lui mi ha solo accompagnato a casa …

  • Vai dentro …

  • Ma …

  • Ho detto vai dentro e non discutere … muoviti – naturalmente lei obbedisce e senza nemmeno salutarmi entra in casa.

  • Ti ho chiesto come mai sei qui

  • Gliel’ha spiegato già sua figlia

  • Evita questi convenevoli con me

  • Non capisco quello che vuole dire

  • Dico semplicemente che dopo il tempo che abbiamo passato insieme non c'e' bisogno di queste inutili formalità …

  • Credo che mi stia confondendo con qualcun altro – gli rispondo molto tranquillo

  • Io invece credo che tu stia fingendo di non conoscermi … e non ne capisco il motivo … visto e considerato che sei diventato quello che sei solo grazie a me … e al mio stupido orgoglio che non ha fatto altro che indebolire le mie capacità …

  • Mi dispiace … ma continuo a non capire … io e lei non ci siamo mai visti prima d'ora … e le assicuro che non mi scordo facilmente delle persone che incontro … le ripeto … mi sta scambiando per qualcun altro …

  • Se vuoi farmi credere questo fai pure … il tempo come ha cambiato te …. ha cambiato me … e ti posso assicurare che ora che sei qui non ti lascerò via di scampo … e soprattutto stai lontano da mia figlia, lei non devi toccarla...sono stato chiaro!!!

Si avvicina e mi sfida guardandomi dritto negli occhi: nel suo sguardo posso leggervi tutto l'odio che ripone nei miei confronti; ho intuito perfettamente il perché di questo comportamento: e’ convinto che io sia mio fratello, l’uomo anzi il bambino contro il quale ha perso il combattimento che avrebbe dato al vincitore l’investitura di cavaliere di Gemini. Lui però non può conoscermi, come nessuno mi conosceva all’epoca del resto, ed io non ho nessuna intenzione almeno per il momento di uscire allo scoperto. Mi limito solo a contraccambiare lo sguardo facendogli capire che le sue minacce non mi intimoriscono affatto, gli do le spalle e me ne vado convinto che lo scontro tra noi due non mancherà di arrivare. Mi avvio verso casa deciso a parlare con Milo di quanto accaduto, sperando che sia sopravvissuto all'attacco di Melina. Mi viene da ridere al pensiero di trovarlo mezzo moribondo per le percosse prese da quel fenomeno di ragazza. Mentre mi avvicino vedo una persona accanto a Milo, allungo il passo cercando di capire di chi si tratta e soprattutto per evitare, visto che è in piedi, che il tizio che gli e' accanto lo stenda per terra, ma quando sono qualche passo da loro riconosco Camus che mi saluta:

    • hai visto come lo fa bello il tuo amico la vacanza?

    • si devo dire che nelle tue mani Kanon sapevo che sarebbe stato al sicuro

    • guarda giusto perchè sei te Cam te la faccio passare questa battuta … come mai da queste parti?

    • Siamo venuti per vedere che combinavate

    • Siamo..?

    • Ciao Kanon – riconoscendo la voce mi volto sorpreso dalla sua parte

    • Saga!

Rimango ad osservare mio fratello mentre si alza dalla scalinata e viene verso di me. Noto un certo imbarazzo anche in lui e una volta vicino mi allunga una mano che prontamente stringo. Ma questa volta non e’ come il primo giorno che ci siamo rivisti, dove fugacemente ci siamo scambiati lo stesso saluto, ora siamo lì a guardarci dritto negli occhi prolungando quel contatto che mancava da poco più di tredici anni. So che Milo e Camus dicendo qualcosa stanno rientrando, ma sinceramente non ho sentito nulla, anche se sono sicuro che il loro volere e’ quello di lasciarci da soli per chiarire una situazione che ancora non si e’ sbloccata del tutto. Saga ad un certo punto mentre mi lascia la mano abbassa lo sguardo e volta il viso verso il mare, mi sembra imbarazzato quanto me, vorrei iniziare la conversazione, ma non so da che parte cominciare, meno male che ci pensa lui a rompere questo imbarazzante silenzio:

  • Sorpreso di vedermi qui?

  • Si … sinceramente non ti aspettavo

  • E sinceramente nemmeno io pensavo di venire…

  • E … come mai poi hai cambiato idea?

  • Ho incontrato Camus che stava partendo per venire a trovare Milo … così mi ha chiesto di accompagnarlo … dicendomi che sicuramente mi avrebbe fatto bene venire qui – leggo una leggera malinconia nel suo sguardo – spero che abbia avuto ragione ….

  • Già …. Secondo me hai fatto bene … si sta abbastanza tranquilli … e’ un’isola insolita un po’ strana , si capisce ora perché Milo e’ così …ahahaah … - noto volentieri che scappa anche a lui un sorriso alla mia battuta, poi torna di una serietà che mi incute timore su quello che starà per dire … sento in lui uno stato di confusione quanto il mio

  • Kanon ….

  • Dimmi

  • Ti da fastidio che io sia qui?

  • No

  • ….

  • ….

  • Non so da che parte cominciare …

  • Beh comincia dall’inizio .. – gli dico

  • Dipende quale inizio intendi ….

  • L’inizio della fine … - ci guardiamo intensamente negli occhi e mio fratello con un velo lucido mi riesce solo a dire

  • Mi dispiace ….

  • Sono io che dovrei chiedere scusa a te … - mi sento in dovere di rispondere

  • Si ma io … avrei dovuto cercare di aiutarti, anzichè liberarmi di te … in quel momento pensavo che fosse la cosa giusta da fare ….

  • Non che non lo meritassi … - entrambi parliamo guardando l’orizzonte del mare

  • Si ma eri pur sempre mio fratello … e non era quello il comportamento da adottare nei tuo confronti …

  • Se tu non l’avessi fatto io avrei comunque agito nel male … era nella mia indole in quel momento e non mi avresti destato per nessuna ragione al mondo … anzi … avremmo compiuto atti ancora più indegni … e sono sicuro che ora nemmeno Athena sarebbe tra noi …

  • Forse hai ragione tu

  • Si che ce l’ho … anzi, sono io che ti devo chiedere scusa per tutto quello che ti ho fatto fare … potrai mai perdonarmi per averti spinto ad uccidere il tuo migliore amico … che consideravi un fratello? - non so perché ma sento una morsa allo stomaco pronunciando l’ultima parola e non riesco più a proseguire, lui punta i suoi occhi nei miei e con tono deciso

  • Tu sei mio fratello … per quanto bene gli volessi non avrebbe mai preso il tuo posto … e comunque le mie azioni sono dipese solo da me, come cavaliere d’oro avrei potuto combattere molto di più contro il lato oscuro … non dimenticare che la forza di volontà è sempre stata alla base degli insegnamenti impartitici.

  • Già … - poi dopo un lungo silenzio che sembra un’ eternità – fa un caldo tremendo oggi … dai vieni entriamo dentro, ho qualcosa di molto importante di cui parlarti …

  • Si tratta del motivo per cui sei rimasto?

  • Non proprio, ma ora diventa importante la presenza su quest’isola e …. Forse anche la tua.

Mentre entriamo dentro abbraccio mio fratello per le spalle e lui fa altrettanto, mi guarda di sbieco e mi sorride scuotendo la testa per poi dirmi:

  • Allora come va la convivenza?

  • Saga … per favore … parliamo d’altro …

  • Si dai parliamo d’altro … -sorride sornione Milo – ci sono argomenti molto più interessanti … quali … ad esempio …. tuo fratello alle prese con l’innamoramento …

  • Ma di che diavolo stai parlando stupido artropode? - esplodo io

  • Eh dai su … non mi dire che il fascino di Aristea non ti ha colpito … e poi lo hai detto anche tu che e’ carina …

  • Appunto ho detto carina … non affascinante … - poi gli sorrido malevolo - piuttosto parliamo del tuo incontro di poco fa con la dolce Melina … fatti un po’ guardare … .mmmh, non vedo abrasioni in più rispetto a quelle che già hai … e’ stata magnanima oggi?

  • Mah! Direi che oggi è stata rimpiazzata da quella che potrebbe essere lei tra 50 anni … un incubo … comunque Camus andiamo che ho bisogno di parlarti

  • Cos'è, hai bisogno del suo aiuto per fare colpo sul fenomeno da battaglia??

  • Piantala Kanon dai … piuttosto anche tu mi dovevi parlare di qualcosa o sbaglio?- mi dice mio fratello

  • Eh? ah si …

  • Come ti compatisco Saga … mi raccomando abbi pietà di lui, in fondo non e’ colpa sua se non sa come sono i primi approcci tra innamorati


E Milo uscendo, trascinato da un Camus sorridente, mi fa l’occhiolino mentre io lo fulmino con lo sguardo.



E ora, come se la sbroglierà il povero Kanon, che dovrà raccontare tutto al fratello appena ritrovato. E Milo riuscirà a coinvolgere Camus nel suo piano per vincere la scommessa? Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che stanno leggendo questa storia, soprattutto quelli che lo fanno con tanto entusiasmo :-DDD.

Di seguito le risposte di winnie343 alle recensioni lasciate

x charm_strange: nel prossimo capitolo potrai scoprire se e come Milo otterrà l'aiuto di Camus, ma non scherziamo il nostro Camus è talmente magnanimo che non vorrebbe mai nulla in cambio, il problema semmai è se riusciranno nell'impresa :-). Kanon invece avrà ancora un po' da fare con il caro fratello, ma per quello ci vorrà più tempo.

X JackoSaint94: innanzitutto grazie per i complimenti, ma veramente grazie, tu ci lusinghi e anche troppo. Per quanto riguarda Milo, ma sai che il suo fascino è quasi irresistibile, peccato che per la vecchia invece servirà l'aiuto di Camus, soprattutto peccato per noi che dovremo sacrificarlo e soprattutto peccato per lui … poverino chissà che dovrà fare :-((.

x anzy: eh si diciamo che Melina in questo momento sarebbe disposta a tutto per liberarsi di quell'invadente di Milo. Ma lui non demorde, tanto con la vecchia chiederà a Camus di sacrificarsi, bella forza! Sulle motivazione per cui Melina è così, ma chissà se avrai ragione, ma sul fatto che Milo farà di tutto per aiutarla questo è certo. Alla prossima cara

x sakura2480: beh se prima Melina non lo polverizzerà o se Milo non gli romperà la testa forse qualcosa potrebbe accadere tra i due. Tanto alla vecchia ora ci penserà Camus. Ti giuro quando hai scritto di Milo e della sua insistenza mi hai fatto morire. Su Kanon hai perfettamente ragione, quelli di Hades ci avrebbero dovuto pensare prima e reclutare tante belle gnocche, forse avrebbe vinto ;-)).

  
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