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Autore: Arkadio    13/06/2010    5 recensioni
Una vita con un Alibi. E una mattina tutto cambia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alibi

 

[Took our chance 
Crashed and burned 
No we'll never ever learn 

I fell apart 
But got back up again and then 
I fell apart 
But got back up again yeah.. 

30 Second to mars – Alibi]

 

Osservi la tazza semivuota davanti a te. Al suo fianco, dello zucchero rovesciato, un cucchiaino gettato malamente e una bottiglia di latte parzialmente scremato.

Dalle casse dello stereo esce una canzone tranquilla, di un gruppo che ti piace. Tenti di ricordare il testo, poi lasci perdere.  Vuoi solo lavarti la puzza di birra da dosso, da ieri sera. Dalla discussione con la persona che per te conta più di chiunque altra.

Non madre, o sorella. Né fidanzata o moglie.

Per lei una definizione non esiste ancora.

Per lo meno, per voi una definizione non esiste ancora. Per quello che siete, che siete stati e sarete. O forse no.

Non dopo ieri sera. Non dopo averle detto che era una stronza, insensibile e ipocrita. Che se voleva continuare a soffrire andando dietro a dei puttanieri, tu non avresti raccolto i cocci. Potevi essere più delicato, forse. Ma è stata lei ad aver frainteso.

Non è perché sei stufo di aiutarla, non perché sei stufo di starle vicino. Ma perché stufo di non vederla con qualcuno alla sua altezza.

Ti sollevi indolentemente dalla sedia e lanci tutto nel lavello con poca grazia. Forse incrini una tazzina, ma non ne sei sicuro. Forse succede qualcosa, ma non lo vuoi sapere.

Non vuoi sapere il dopo di questa storia. Se ti perdonerà. Se ti vuoi scusare. Se vuoi provare a ripartire da capo e a sopportare quello che le capita, stando male quanto, e più di lei.

L’acqua scende dolcemente sul tuo corpo, lavando via sudore, polvere. La guancia brucia per un graffio, probabilmente un anello che portava sulla mano al momento dello schiaffo.

Non aveva mai alzato le mani su di te.

Se non per abbracciarti, stesi a letto, al posto di dormire. A parlare di tutto o nulla, a dormire vicini. Ti dicevi che era bello perché nessuno dei due provava nulla l’uno per l’altra. Eravate fratelli, eravate una cosa sola.

Eravate un’anima.

Quello era il tuo alibi. Vivevi con la concezione che quel rapporto era giusto, che gli altri non capivano, che eravate nati per stare insieme, ma non nel senso comune del termine. Una vicinanza che cercava la bella Ipazia con i suoi allievi, e non aveva trovato. Amore platonico, ridevano molti.

Le mele di Zeus, pensavi tu.

O, almeno, due pezzi dello stesso puzzle, perfettamente combacianti.

Arrotoli l’asciugamano in vita e ti lavi i denti. L’ultimo barlume di birra è scomparso. Rimane solo un’acre sapore di menta. Deglutisci, non ti è mai piaciuto il dentifricio. Da che ricordi ti ha sempre fatto incazzare quella fintasimilvera sensazione di fresco tanto professata nelle pubblicità.

È il sapore che ha la vita. La decantano meravigliosa, fresca e divertente. E per carità, lo è.

Peccato nessuno legga le scritte in piccolo sulle istruzioni.

Ti siedi, con in mano un altro caffè, il secondo della giornata. Che sai lunga, che sai amara. E pensi. Dovresti studiare per l’ennesimo esame, ma non ne vedi l’utilità. E non capisci perché. Dovrebbe essere il tuo futuro. Futuro in una società che premia il soldato al genio. La mano alla mente. L’apparenza alla sostanza. E non che la prima ti faccia schifo. Sei sempre stato un cazzutissimo esteta. Ti piace vestirti bene, lo adori. Ma a quello abbini un discreto cervello. E vorresti che il mondo funzionasse, vorresti solo che tutte le cose funzionassero. Che non ci fosse bisogno di modi per superare crisi, per lottare contro la fame nel mondo.

Ti accorgi che, in potenza, poco funziona come dovrebbe. Forse nulla. Meglio scegliere lo stupido raccomandato al genio che può cambiare il mondo. Non puoi rischiare di compromettere l’immagine, o quello che la gente pensa della società, rischiando di portare a casa qualcuno che potrebbe avere idee “diverse”. Pensieri “diversi”. Diversi modi di vedere la cosa.

Ti sorprendi a pensare che tutti sti problemi fanno schifo. Che tutto fa schifo. Vorresti solo scappare, andartene. Il tuo futuro non lo vedi. È bianco, ma non lo vedi.

Poi comprendi.

Non lo vedi perché non c’è futuro per te senza lei nella tua vita. Senza chi ti ascolta e capisce. Senza chi capisce senza parlare. Senza la persona alla quale vorresti dedicare ogni maledetto respiro, ogni istante della tua vita.

Senza di lei sei un foglio bianco senza parole da scriverci, sei una canzone senza musica. Una poesia senza sentimento.

E ti lanci verso il cellulare, sperando non sia tardi, sperando in un’altra maledetta occasione, che ci sono per tutti quelle, no? Tutti ne dovrebbero avere una. Tutti l’hanno avuta, anche quelli che non la meritavano.

E perché non tu?

E perché non voi?

Che sai che è quello che ha sempre cercato anche lei. In fondo lo sai. E speri solo non sia tardi.

Componi il numero. Aspetti. Uno squillo, due squilli.

Qualcuno risponde.

“Ehi, sono io. Senti, scusami, lo so. Ho sbagliato. È che non avevo capito nulla. È che non abbiamo mai capito nulla. Siamo stati due idioti. Ma ora l’abbiamo capito. Il fatto è che odio il fatto che tu non sia qui. Odio il modo in cui ora non mi stai guardando, perché dovresti sempre guardarmi. Dovresti essere qui a sorridere, leggendo il tuo maledetto giornale e tutto ciò che ne concerne.

Dovresti sapere che siamo nati per vivercela. Siamo quello che la gente non trova. La gente si accontenta, ed accontentarsi fa schifo. Ma io e te no. Non siamo quel genere di persone. Siamo quelli che brillano, che accecano. Siamo quelli che quando passano tutti indicano. Siamo i protagonisti del palcoscenico più bello del mondo. E non me ne frega se potrebbero pensare io sia un borioso del cazzo, ma lo penso davvero. Allora vaffanculo agli Alibi, a quello che ci siamo sempre raccontati per giustificare ciò che c’era o meno. Ma cazzo, io so che c’è. Non sei la mia ragazza perfetta. Quella non esiste. Sei solo quello che ho sempre cercato. E anche se non l’avessi fatto, con te l’ho trovato comunque.”

“L’utente ha il cellulare spento. Si prega di chiamare più tardi.”

Ti zittisci, poi scoppi a ridere.

Forse non è proprio destino.

Allora metti giù.

Dopo la chiamerai per chiederle semplicemente scusa.

 

 

NDA

Prima incursione nel mondo delle originali. Diciamo che vorrei scriverle, e le idee mi riempiono la testa, ma ho paura di scrivere schifezze XD

Leggetela con in sottofondo la canzone è_é… è un ordine.

Fatemi sapere

 

Arka

  
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