Serie: Original
Partecipante a: Tricolore Challenge - Challenge@FW.it
Prompt: Rosso
Capitolo: 1/3
Contatore: Pages - 353 (Cap. I), 346 (Cap. II), 377 (Cap. III) - 1.076 Totali
Note: Non ho particolare dimestichezza con le No Sense. Diciamo pure che è la prima volta.
Disclaimers: Non ditelo in giro, ma lo psicopatico l’ho inventato io.
✝
I suoi capelli non erano rossi come il sangue.
Lo poteva vedere, il capo reclino su una spalla, che erano diversi.
— Perché sei morta? —
Le sue labbra rosse vennero scosse da un tremito. Non ne scaturì nulla più che un soffio.
Chinò il capo sull’altra spalla.
— Sei morta perché ti hanno uccisa. —
Si sedette sul tappeto sporco, macchiato da sbavature rossastre mescolate alla panna del tessuto.
Che spreco.
Il sangue, non il tappeto.
— Hai dei brutti capelli. — Sentenziò, giocando con un pennarello — Dovrebbero essere rossi come il sangue che ti cola dal collo. —
Allora la sua morte avrebbe avuto un senso.
Avrebbe dato vita ad un’immagine, un piccolo squarcio di deliziosa arte macabra.
Invece no. Cattiva.
— Hai fatto testamento? —
Mosse gli occhi nella sua direzione.
Storse il naso.
Erano azzurri e sfumavano al bianco mentre il sangue colava e il tappeto si sporcava.
Stonavano con il rosso di cui avrebbero dovuto essere i suoi capelli e che uccideva il suo stesso colore mescolandosi a quello panna del tessuto.
Che brutta morte, senza nulla di perfetto.
Spostò il capo in avanti, a studiarsi le mani. Erano bianche, pulite e curate.
— Non l’hai fatto. — Mormorò — L’unica cosa che varrebbe la pena lasciare in eredità è la vita stessa. L’unica cosa che abbia valore. —
Un sussurro.
Alzò gli occhi, la bocca contratta in una smorfia.
— Osserva il silenzio dei morti, morta. —
C’era un pendolo, da qualche parte.
Era rotto: segnava solo le dieci.
Sarebbe stata l’ora del decesso.
Anche tra molto tempo.
Portò il capo all’indietro, così da fissare il soffitto.
— Non ho mai capito cosa ci fosse dopo. —
Oltre il rosso del sangue.
Oltre il sangue stesso e il muscolo che lo fa scorrere.
Oltre il cervello che tutto coordina e fa funzionare.
— Me lo dirai, vero? — Accompagnò le parole ad un gesto del capo, mentre la osservava scomparire — Tu non farai come gli altri. Tornerai e mi dirai cosa c’è dopo. —
Non l’aveva mai fatto nessuno e non sapeva perché.
Odiava i misteri. Rappresentavano solo l’icona dell’ignoranza.
Tornò a guardarle i capelli, mentre spirava.
No, non erano rossi come il sangue.
Erano infinitamente peggio.