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Autore: JammerLea    14/06/2010    3 recensioni
Una one-shot da un prompt basato sul fumetto "Tu sei Italia, e io sarò Germania". Germania x Nord Italia, Gertalia. Solo fluff.
Genere: Romantico, Sentimentale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.: Solo un appunto, è la mia prima e unica fan fiction su Hetalia, che ho fatto per uno scambio di regali su Livejournal. Al momento non ho in mente di fare altre fic su Hetalia, ma ho pensato di andare avanti e condividere questa qui. Grazie per la lettura~!

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Role Reversal - Scambio di Ruoli ~ JammerLea

"Io sarò Germania e Germania, tu puoi essere me!"

Una brezza leggera frusciò sul sentiero erboso dove Ludwig e Feliciano si stavano riposando mentre facevano esercitare le loro truppe. Avevano appena finito il pranzo e sarebbero ritornati al loro solito regime in breve tempo. Non era raro per loro passare questo tempo discutendo dei propri metodi, o lamentandosene nel caso di Italia. Lentamente le conversazioni sembravano scivolare verso altri discorsi non collegati, come il cibo o il tempo o… questo.

"Aspetta, cosa?" Ludwig fissò l’italiano. Sicuro, ammirava la sua natura spensierata, ma di qui a essere Italia…

Feliciano annuì violentemente, "Sarà divertente! Tu puoi essere me e prendertela comoda e io sarò te e sarò forte e coraggioso!" Guardò in alto verso il cielo azzurro, sorridendo convinto. Era un’idea perfetta, fresca, e stimolante. "Solo per un giorno, ok? Facciamolo!"

Muovendo la testa, Ludwig non poté ignorare l’impazienza di continuare con questo folle piano nella voce di Italia. Sospirò e annuì lentamente, sapendo che probabilmente se ne sarebbe pentito in seguito. "Ok, solo per un giorno, tu puoi essere me e io te."

"FANTASTICO!" Feliciano saltò in piedi, "Cominciamo!" Prendendo la mano di Ludwig, tirò in piedi la nazione più grande e lo trascinò indietro alle baracche per scambiarsi le uniformi.

La seguente sessione di esercizi con le truppe andò un po’ storta. Benché il ritratto di Ludwig di Italia fosse praticamente perfetto, nonostante la sua testa più dura, i rimproveri di Feliciano lasciarono i soldati un po’ più che confusi. Ciò nonostante, riuscirono a completare l’intero corso, e finalmente sciolsero i ranghi per quel giorno. Sembrò che le truppe tedesche girovagassero senza meta, mentre quelle italiane erano in uno spirito migliore del solito.

Anche con l’inversione dei ruoli, Feliciano rimaneva molto, molto italiano.

Incrociò le braccia e annuì fiducioso. "È andata molto bene, mi sembra! A te no, Germa- volevo dire, Italia? Faccio un buon Germania, vero?"

Ludwig guardò in basso verso Feliciano, che sembrava straripare orgoglio. "Penso di sì. Hai usato una voce autoritaria…" Stava cercando di essere gentile al riguardo. Cominciò ad allisciare i capelli all’indietro mentre parlava, "Sei davvero riuscito a mantenere l’attenzione di tutti, inclusa quella delle tue tru-" Si interruppe bruscamente quando Feliciano mise un braccio in fuori per bloccargli la strada e lo fissò. "Eh? Che c’è, Italia?"

"Che stai facendo?!" Feliciano scosse il dito per ammonirlo. "Ho detto per un giorno! Abbiamo solo terminato con l’allenamento delle truppe! Ci sono un sacco di altre cose da fare!" Si girò, incrociò di nuovo le braccia e sbuffò leggermente, "Ci dobbiamo allenare anche noi. Se non siamo in forma, come possiamo aspettarci che le truppe lo siano?" Prese uno dei cappelli di Ludwig apparentemente dal nulla e se lo mise, lasciando che la giacca dell’uniforme pendesse dalle spalle mentre prendeva posizione. "Ci alleneremo ora e ci alleneremo duramente, o non ci sarà pasta per le tue truppe!" Si rigirò verso Ludwig e gli scompigliò i capelli parzialmente pettinati. "Cominciamo, ok?" Proseguì verso il campo di allenamento.

"Sbrigati! Non è il momento di crogiolarsi!" Feliciano era già al punto di partenza della loro corsa quotidiana. "Mach schnell!"

"A-arrivo!"

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Decise di dover lavorare più seriamente a interpretare il suo ruolo, cosa che significava lavorare di meno. Dovrebbe essere facile, no? Ludwig restò indietro rispetto a Feliciano durante la corsa d’allenamento. Guardò l’uomo più piccolo tenere il passo con determinazione, ma si poteva dire che Feliciano si stava veramente sforzando di continuare. La smorfia sul suo volto. Ludwig aggrottò le sopracciglia e rallentò l’andatura, "Ita… Germania, possiamo fare una pausa? Ho bisogno di… una siesta." Provò a far uscire il respirare più che poteva, e si piegò in avanti, le mani sulle ginocchia, in modo da poter guardare a terra, per paura che la sua espressione lo tradisse.

Feliciano si fermò per un momento, respirò pesantemente e si asciugò il sudore dalla fronte, "Non possiamo fermarci adesso, Italia! Dobbiamo mantenerci forti! Il nemico potrebbe comparire da un momento all’altro!" Il suo respiro si stabilizzò appena stette fermo per qualche secondo. "Se stiamo facendo una siesta mentre attaccano, saremo sconfitti senza neanche avere l’opportunità di combattere." Fermandosi per un ultimo respiro, parlò piano, "Quindi continuiamo ad andare. Ce la faremo insieme."

Ludwig lentamente si sollevò da quella posizione piegata, il suo viso che arrossiva un’altra volta alle parole di Feliciano. Sembrava non potergli togliere gli occhi di dosso, e si dovette forzare per guardare altrove. "O-okay.," balbettò.

"Stai bene? Hai la faccia rossa?" lasciò che Feliciano se ne accorgesse.

"T-Tutto a posto!" Ludwig arrossì di più, poi si sforzò di ridere, "Ho solo molta fame!" La sua risposta non aveva alcun senso.

Feliciano annuì, "Prima finiamo prima puoi mangiare. Siamo a metà strada!"

Ludwig annuì in risposta, sentendo il viso che si raffreddava. Semplicemente non era abituato a vedere Feliciano comportarsi così, anche se era solo… una recita. Quello era il soldato che lui stava cercando di insegnarli ad essere. Uno che prendesse il suo lavoro sul serio, dalla volontà forte e che non mostrasse alcun segno di debolezza. No, era sbagliato, Feliciano stava solo nascondendo la sua debolezza per questo gioco di ruolo. Mentre continuavano la loro corsa, il suo corpo lo tradì. A Ludwig questo non piaceva affatto. Non era così che voleva vedere Feliciano. Non andava bene.

"Italia…" disse Ludwig piano.

"Sono Germania oggi, ricordatelo!" Si fermò per un istante, inspirando forte di nuovo e guardò indietro incuriosito il biondo mentre tentava di nascondere la sua stanchezza. "Stai di nuovo per chiedermi una sie-"

"Feliciano!!" Ludwig tornò a ergersi in tutta la sua altezza e guardò Feliciano in basso. "Non mi piace questo gioco, è finito adesso!" Il gioco di ruolo era spezzato.

"G-Germania?" Feliciano aggrottò le sopracciglia all’improvviso tono duro, "Ma, avevamo detto…"

"Non mi interessa quello che avevamo detto!" Si portò indietro i capelli, e sperò che la sua faccia che di nuovo arrossiva passasse per rabbia. "Sei.. Sei un Germania orribile!"

"Cosa?"

Quegli occhi. Dannazione, quegli occhi pieni di lacrime. Ludwig all’improvviso perse la voce, un profonde senso di colpa lo pervase.

"Mi stavo impegnando davvero…" Feliciano tremò, nonostante tutti i suoi sforzi aveva deluso Ludwig. Tutto quello che voleva era divertirsi un po’ e lasciare che Ludwig si rilassasse, ma il tedesco era così contrariato adesso. "Mi-Mi dispiace!" Si voltò e prese la strada per tornare al campo.

"Aspetta, Italia!" Chiamò il fuggente Feliciano, ma presto fu fuori dalla visuale di Ludwig." …Com’è che stava per accasciarsi a terra, e adesso è corso via in quel modo?" Aggrottò le sopracciglia, vergognandosi di aver urlato. "Farò meglio a trovarlo per chiedergli scusa."

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Ludwig passò del tempo orribile mentre cercava Feliciano. Non era nei suoi alloggi, o in quelli di Ludwig, non stava infastidendo il cuoco per la pasta, né era in compagnia delle altre truppe italiane a cantare. Non era nemmeno nel posto solito in cui parlavano dopo pranzo. "Non è davvero scappato via, giusto?" Provò a scacciare quel pensiero, "No, Italia non lo farebbe mai. Allora dove…"

C’era un altro posto a cui potesse pensare. C’era un po’ da camminare, ma era l’unico altro luogo che gli venisse in mente.

Facendosi strada nella vicina foresta, Ludwig vagò verso la radura in cui aveva incontrato Feliciano per la prima volta mentre si nascondeva in quella stupida scatola di pomodori. Arrivato alla radura si fermò dietro dei cespugli. Ne era abbastanza sicuro, lì c’era Italia, appoggiato al soffice muschio sulla sporgenza di un albero, che guardava il cielo e sorrideva tra sé e sé.

Feliciano allungò un braccio verso il cielo, "Un giorno, sarò forte come Germania. Mi allenerò molto e non scapperò. Non combinerò guai in giro o disegnerò o mi addormenterò durante i suoi rimproveri." Abbassò il braccio e mise le mani sul petto. "Allora potrà essere davvero fiero di me."

"I-Italia…" con lo stomaco attorcigliato, Ludwig sentì il suo cuore spezzarsi un pochino. Voleva davvero vedere Feliciano che faceva del suo meglio, ma gli piaceva davvero e sinceramente proprio così com’era. Inutile o no, la sua personalità cordiale, giocosa e affettuosa era in qualche modo tenera. Si schiarì la voce rumorosamente per annunciare la propria presenza e fece qualche passo nella radura. "Italia…" aggrottò le sopracciglia, alzando la voce, "Che diamine stai facendo qui così lontano?!"

Saltando in piedi, Italia si agitò molto, "Mi-mi dispiace Germania!" La voce gli esitò mentre il nervosismo aumentava. Era stato beccato a perdere tempo. "Torno subito indietro!!" Cominciò a dirigersi verso il campo, ma fu fermato quando Ludwig lo prese…

… e lo abbracciò.

"G-Germania…?" con voce confuse chiese spiegazioni riguardo le azioni dell’uomo più grande. Anche se si erano abbracciati già in precedenza, non era normale per il tedesco fare il primo passo in una simile dimostrazione d’affetto. Feliciano si sentì arrossire per il gesto.

Ludwig non lo lasciò andare. "Mi dispiace."

"Ve?" Adesso si stava scusando? Che stava succedendo? Era lui ad essere impazzito o…? Si tirò indietro per guardare l’italiano negli occhi, "Mi dispiace di aver detto che eri un brutto Germania prima." Ludwig arrossì e si grattò la testa. "Hai fatto un lavoro fantastico quando hai tentato di imitarmi."

"Allora perché l’hai detto?"

"Perché…" Ludwig spostò lo sguardo altrove. Perché si sentiva così imbarazzato a dire la verità a Feliciano, non lo sapeva, ma sapeva di doverlo fare. "Perché ti stavi sforzando troppo."

Sospirò, "Anche se è bello vedere che ti impegni tanto, non voglio vederti completamente sfinito. Non posso permettermi di averti esausto!"

Feliciano sorrise apertamente all’espressione preoccupata di Ludwig, "Quindi ecco perché! Germania è molto premuroso!" Si fermò e aggrottò di nuovo le sopracciglia, "Avresti potuto dirlo semplicemente invece di essere così cattivo a riguardo." Diede un lieve calcio per terra, ancora con un espressione triste. "Mi sono impegnato moltissimo per essere Germania, così quando ti sei arrabbiato con me mi sono sentito molto male. Non volevo deluderti."

"Mi dispiace," Ludwig piegò la testa vergognandosi, "Non avrei dovuto dirlo. Solo che non sapevo come farmi prendere sul serio con il tuo scambio di ruoli."

"Devi lavorare sulla tua imitazione di Italia!" Feliciano agitò un dito verso di lui, "Magari conosci il metodo, ma non otterrai nulla se non ci metti il cuore!"

Fissò Feliciano, un po’ stupito dalle sue parole, "Il cuore…?"

Feliciano annuì e sorrise gioiosamente, "Non farai un buon Italia se non ti rilassi. Ti preoccupi troppo."

"Immagino di sì…" Indicando il sole alto nel cielo, Feliciano ripropose la sua idea, "La giornata non è ancora finita! Possiamo continuare il nostro scambio se ti va di riprovarci."

Ludwig arrossì di nuovo al fervore dell’italiano e alla sua espressione speranzosa. Non potè far altro che dargliela vinta, e sospirare sconfitto. "Ok. Ancora una volta. Ma non sforzarti così tanto!" Almeno c’era solo la cena di cui preoccuparsi. Doveva solo rilassarsi e concentrarsi sul metterci il cuore. Il suo cuore stava battendo abbastanza forte in quel momento.

"Ok! Quindi adesso io sono di nuovo Germania e tu sei Italia!" Feliciano sorrise, poi fece una faccia seria. "Visto che ti sei allenato tanto duramente durante l’allenamento, penso che possiamo mangiare della pasta per cena stasera. Ma non abituartici! Non avremo sempre le comodità per preparare quello che ti va di mangiare!"

Non poté fare a meno di sorriderne. Ludwig si chiese se sembrava sempre così. "Grazie, Ita- ehm.. Grazie, Germania!"

"Va bene. Torniamo al campo prima che faccia buio." Feliciano iniziò a condurre verso la base. "Ti proteggerò io se salta fuori qualcosa di spaventoso, quindi non preoccuparti!"

Ludwig annuì alla schiena dell’italiano e lo seguì. La sua testa era invasa da pensieri su come essere Italia. Che farebbe Italia? Che direbbe Italia? La verità era che lo sapeva, ma non era sicuro che sarebbe riuscito a farcela. Fu risvegliato dai suoi pensieri quando arrivarono al limite della foresta.

"Siamo tornati!" urlò Feliciano con una smorfia di orgoglio. "E adesso non correre più via come prima durante l’allenamento!" Guardò indietro verso Ludwig per un istante, poi si girò al campo. "Andiamo a cenare adesso."

"Hey, hey, Germania!" Ludwig chiamò con voce sommessa, che fece girare Feliciano, e immediatamente si trovò profondamente in imbarazzo. "Grazie per avermi aiutato." Baciò piano la guancia di Feliciano, poi si allontanò e cominciò a correre verso la mensa, sorridendo allegramente, "Ti amo!"

L’aveva fatto.

Feliciano arrossì violentemente, le parole gli sfuggivano. "H-hey, aspetta!!" Senza fermarsi, cominciò a correre verso l’altra nazione.

N.d.T.: E anche questa è fatta! Finalmente. Se quel maialozzo si fosse sbrigato prima a betare, sarebbe qui già da un po', ma spero che lo perdonerete, in fondo ha altro a cui pensare. Voglio ringraziare l'autrice, che è stata veramente gentile e mi ha subito permesso di postarla e tradurla, e coloro che hanno recensito l'altra mia traduzione. Spero che continuerete a commentare. Per ora sono un po' ferma con le traduzioni, perchè quella che avevo in progetto di tradurre col maiale è davvero lunga e malvagia, quindi non so se comincerò a rivederla. Se me ne volete consigliare qualcuna, ne sarei felicissima.

Comunque, questa fic è dolcissima, e non posso dire di no a una Gertalia così tenera.

Dedico la traduzione all'ECT (soprattutto a Sara che ama così tanto Hetalia xD) e a Desy, la mia moglie-da-foto-yuri.

Che la Forza sia con voi, miei giovani padawan.

smoke-o

Aggiornato: Ho corretto gli errori che mi sono stati segnalati da AliceOfAbyss, se ne trovate altri avvisatemi pure ^^ Ho sistemato anche alcune cose segnalatemi da Sesel Bonnefoy, anche se ho potuto rimediare solo alla parte grammatica. Lo stile non è il mio, mi sono limitata a tradurre (come tra l'altro è segnalato), e comunque non mi pare affatto così biasimevole. Per l'IC, questione di gusti. Spesso mi sono trovata in discussioni poco simpatiche proprio a questo riguardo, anche se non posso che spezzare una lancia in favore dell'autrice: Ludwig, per quanto serio e severo, si comporta in modo diverso quando c'è Italia, e spesso si preoccupa per lui più di quanto in realtà prescriverebbe la sua posizione di alleato. Approfitto per ringraziare chi mi ha recensito, ossia ancora AliceOfAbyss, moniko chan, lunatica91, Sesel Bonnefoy e Fue. C'era anche la recensione di _KiMy_, ma è scomparsa per motivi a me sconosciuti. Ancora grazie mille a tutti :*
  
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