Crossover
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Autore: Robotech90    14/06/2010    1 recensioni
Quante persone amano i libri fantasy? Quanti ragazzi passano intere giornate leggendo storie ambientate in mondi fantastici? E se questi ragazzi si trovassero un giorno ad affrontare le loro fantasie?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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            La vendetta di Galbatorix

 

Alexander giaceva nelle prigioni di Uru-Baen, incatenato ad una parete. Il ragazzo ricordò tutto ciò che era successo e un brivido gli corse lungo la schiena. L’esercito stava marciando sulla Capitale, quando, ad un tratto, tre spaventevoli creature alate li avevano attaccati e avevano sterminato gran parte delle truppe, Alexander ricordò di aver visto Eric scagliarsi contro quegli esseri,ma poi lo aveva perso di vista. Dalla città fuoriuscirono centinaia di guerrieri imperiali e Orchi che non persero tempo a massacrare i superstiti, un colpo alla testa lo stordì e , quando si svegliò, il ragazzo si ritrovò in quella umida cella dei sotterranei. Con uno sforzo immane, il giovane tentò di liberarsi dalle catene, ma era tutto inutile; erano troppo spesse per lui. Ad un tratto, la porta della prigione si aprì con un scatto secco e tre uomini entrarono nella stanza, dirigendosi verso la sua cella. Erano tre soldati del Re e uno di loro aveva un mazzo di chiavi nella mano destra: quando il gruppo lo raggiunse, aprì il cancello della cella e il primo uomo entrò, avvicinandosi al ragazzo. Con velocità, il guerriero lo liberò dalle catene, ma gli altri due lo immobilizzarono immediatamente.

“Il Re vuole un incontro con te”- ridacchiò quello che lo teneva per il braccio sinistro, mentre l’altro si limitava a sghignazzare, divertito.

I quattro risalirono la scala a chiocciola che conduceva alle prigioni, quelle dove tempo prima era sceso proprio Alexander per parlare con Angel, e si diressero alla stanza privata di Galbatorix. Il soldato in testa al gruppo bussò due volte e la porta si aprì da sola, magicamente. Alexander venne spinto con violenza nella camera e cadde a terra, mentre il portone veniva richiuso alle sue spalle. Quando alzò lo sguardo, il ragazzo vide Galbatorix seduto sul suo trono, con ai fianchi due di quelle creature nere che li avevano attaccati il giorno prima. Entrambe avevano una lunga spada argentea e la mantenevano di fronte all’invisibile viso, come delle statue o degli automi in attesa di ordini. Quella presenza fece raggelare il sangue di Alexander che si alzò lentamente, mentre il Re iniziava a parlare:

“Alexander, bentornato”

Il ragazzo non disse una parola e indietreggiò, spaventato.

Galbatorix si alzò dal trono e lo penetrò con lo sguardo, sogghignando:

“Cosa te ne pare della forza dell’Impero adesso? Ritieni di aver fatto la cosa giusta a tradirmi?”

“Sicuramente…non ho sbagliato”- sibilò Alexander con odio, senza staccare lo sguardo da quelle creature impressionanti e silenziose.

Il Re di Alagaesia fece qualche passo in avanti, avvicinandosi ad Alexander che rimase con le spalle al muro:

“Invece io credo che tu abbia fatto uno dei più grandi errori della tua vita, ragazzo. Con me avresti potuto fare grandi cose, ma hai preferito unirti ai miei nemici….e come loro sarai trattato”

Alexander fu preso da uno scatto d’ira e saltò addosso all’uomo, ma una potente forza invisibile lo respinse e lo fece sbattere al portone:

“Troppo facile”- ridacchiò il Re, poi artigliò il ragazzo per una spalla e con una forza disumana lo sollevò, attaccandolo alla parete. Magicamente, i polsi e le caviglie di Alexander vennero circondate da strati di marmo e il Re mollò la presa. Ora il giovane era letteralmente incollato al muro. Galbatorix annuì con la testa, ammirando ciò che aveva fatto e poi chiamò Kiara. Il cartone spuntò dall’ombra e notò la presenza di Alexander, spalancando gli occhi per la sorpresa.

“Ho un compito per te , Kiara. Sai bene che è stata colpa sua se siete ridotti a degli schiavi…ti do l’opportunità di sfogare la tua rabbia”

Kiara rimase per un secondo confusa e poi vide che il Re le consegnava una lunga frusta spinata:

“Credo che si meriti almeno cinquanta sferzate, per quello che ha fatto”- sussurrò Galbatorix.

Il cartone non si mosse, osservando l’arma che aveva in mano. Il cuore di Alexander batteva all’impazzata alla vista di quelle spine d’acciaio e il ragazzo di dibatté violentemente, nonostante avesse tutti e quattro gli arti bloccati dal marmo magico.

Galbatorix si avvicinò a Kiara e le sussurrò nell’orecchio:

“Guardalo…ora non può difendersi. Pensa a quello che ha fatto….probabilmente, se non fosse stato per lui, ora tu e Kovu sareste insieme, sareste…felici”

Quelle parole fecero emettere un singhiozzo al cartone che diede una sferzata sul pavimento, come per mettere alla prova quella frusta. Ciò che vide Alexander gli fece salire il cuore in gola: non solo le piastrelle erano rotte, ma fumavano.

Galbatorix spiegò velocemente, sembrando molto soddisfatto:

“Acciaio bollente, la magia può essere molto utile, alle volte”. L’uomo indietreggiò e poi disse, rivolto al cartone:

“Procedi”

Kiara osservò Alexander e per un momento ebbe compassione di lui. Lei lo aveva visto salvare quei due bambini, quando il Re aveva ordinato di ucciderli e in più sapeva che non era veramente malvagio….NO, era stato lui la causa di tutto, lui li aveva traditi, lui li aveva condotti lì, lui aveva permesso tutto questo….e lui doveva pagare. Schioccando la frusta, il cartone si avvicinò al ragazzo e meno una scudisciata alla sua spalla destra. Alexander sentì le sue carni bruciare, quando il colpo lo raggiunse ed emise un urlo strozzato. Galbatorix sorrideva, seduto sul suo trono, mentre i due esseri neri come la notte rimanevano immobili con le spade sguainate. Ad ogni colpo di Kiara, il Re pareva divertirsi…questa era la sua vendetta....questo era ciò che succedeva a chi si metteva contro di lui. Improvvisamente la porta della stanza si spalancò ed entrò Murtagh:

“Signore, mi avevate…chiamato?”- concluse il ragazzo non appena vide Alexander alla parete. Il giovane era praticamente coperto di profondi graffi e il sangue sgorgava a fiotti. Murtagh si voltò e disse al Re:

“Signore, non-non le sembra eccessivo?”

“Ma no, mio caro ragazzo. Ti ho chiamato per farti vedere cosa succede a chi si mette contro di me. Io ,comunque ,sono un Re generoso e curerò le sue ferite….come farà altrimenti a sopravvivere alla prossima serie di frustate?”- detto questo emise una lunga risata malvagia e si appoggiò allo schienale del suo trono.

Murtagh fissava impallidito la sorte di quel povero ragazzo e si chiese cosa avesse fatto di così grave per meritare una tale punizione:

“Non voglio guardare, signore. Per favore, mi faccia uscire. Ho già visto troppa violenza…io e Castigo non vediamo niente di diverso da queste atrocità, vi scongiuro”

Il Re sorrise malignamente:

“E invece osserverai, questo non farà che fortificarti ancora di più. Se osservi la violenza, non avrai problemi a infliggerla senza pietà”

Murtagh respirò affannosamente e si fece forza, mentre Alexander continuava ad urlare ad ogni colpo che Kiara gli infliggeva. Nel frattempo, le due creature oscure dietro il trono del Re sembravano nutrirsi di quella sofferenza e ogni tanto emettevano dei sibili compiaciuti. Quella era la vendetta del Re, Murtagh lo sapeva, era quello che sarebbe successo anche a lui, se non avesse portato a termine la sua missione.

  
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