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Autore: Ale Kanou    07/09/2005    3 recensioni
“Da cosa sei scappata?” le chiese lui. Sanae per un attimo non rispose poi, guardando diritto davanti a sé aggiunse a bassa voce “Dai fantasmi del passato…”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21: Un amore nascosto


Tsubasa stava osservando il soffitto, sdraiato sul letto della sua camera d’albergo.

Il display dell’orologio sul comodino accanto a lui segnava le quattro e mezza del mattino.

Da ore un’immagine fissa riempiva la sua mente: il dolcissimo volto di una ragazza che lui non aveva mai dimenticato…Sanae Nakazawa.

Il suono di quel nome lo riproiettava indietro di anni…alla sua adolescenza.

Quanto tempo aveva passato con lei…la prima manager della Nankatsu, la squadra che lo aveva visto crescere e diventare il campione che adesso era.

E lei era stata sempre al suo fianco, aiutandolo, incoraggiandolo, amandolo in silenzio.

E lui senza rendersene conto, lentamente si era innamorato di lei in quegli anni di liceo. Non ricordava il momento esatto in cui si era accorto dei sentimenti che provava per lei…era semplicemente successo…gli era venuto naturale.

Tantissime ragazze gli facevano la corte in modo spudorato in quel periodo, ma lui non aveva mai preso minimamente in considerazione nessuna di loro…il suo cuore era stato rapito dall’unica ragazza che non gli aveva mai apertamente confessato di amarlo.

Ma lui conosceva bene i sentimenti di quella ragazza…lo capiva tutte le volte che lei lo guardava. Lo sguardo che rivolgeva a lui era diverso da quello rivolto agli altri ragazzi della squadra…era lo stesso sguardo che lui aveva per lei…solo ed esclusivamente per lei.

Quante volte aveva pensato di confessarle quello che provava per lei…ma tutte le volte che tentava anche solo di iniziare il discorso, si bloccava frenato da un pensiero fisso…il suo sogno.

Era da quando era bambino che lo inseguiva: lui voleva diventare un grande calciatore…il migliore. Ma sapeva perfettamente che l’unico modo per raggiungere il suo obiettivo era lasciare il Giappone e andare in una delle patrie del calcio…e l’opportunità di andare in Brasile gli avrebbe permesso di raggiungere il suo tanto agognato sogno. Aveva fatto così tanto in tutti quegli anni per realizzarlo…quanto si era sacrificato, quanto aveva lottato…quanto.

I suoi sentimenti per Sanae avevano però complicato tutto: ogni giorno che passava si rendeva conto che la ragazza diventava sempre più importante per lui…e questo lo terrorizzava.

Più di una volta si era ritrovato a pensare di abbandonare l’idea di partire per l’estero…ma poi che cosa avrebbe fatto? Fino ad allora lui aveva vissuto in funzione solo del calcio…quello sport era tutto per lui…era la sua vita.

E così alla fine aveva dovuto decidere…con il cuore straziato aveva scelto di realizzare il suo sogno e di reprimere i suoi sentimenti per Sanae.

E così non le aveva mai confessato il suo amore, obbligandosi a ignorare anche quello che la ragazza nutriva per lui.

Non aveva trovato altra soluzione…sapeva che il suo atteggiamento distaccato faceva soffrire molto la sua manager…e più di tutto faceva stare malissimo lui.

Quante volte trovandosela vicino, avrebbe voluto stringerla forte a lui, baciarla, gridare al mondo intero il suo amore disperato…ma non lo aveva mai fatto…sapeva che se solo avesse avuto la possibilità di assaporare anche solo per un istante quell’amore, non avrebbe più trovato la forza di allontanarsi da lei.

“Dai Tsubasa…non fare finta di niente…lo sai che Nakazawa è innamorata di te da anni…e non è l’unica…” Ricordava ancora le parole di Ishizaki di quel giorno.

“Lo so benissimo...ma per me Sanae è solo un’amica…e comunque io tra poco partirò per il Brasile...è quello che ho sempre voluto…”

Quanto gli era costato pronunciare quelle parole…era davvero quello che lui voleva?

Ma alla fine era partito per il Brasile…se ne era andato…con il cuore a pezzi.



Tsubasa si mise a sedere sul letto prendendosi la testa tra le mani.

Quanto erano stati duri quegli anni in quel paese straniero: il farsi accettare da giocatori che lo ritenevano inferiore solo perché proveniente dal Giappone; gli estenuanti allenamenti che aveva sostenuto inesorabilmente sotto la guida di Roberto Hongo…e poi più di tutto…il disperato tentativo di dimenticare lei.

E negli anni lentamente il suo ricordo si era sbiadito, lasciandogli però sempre in fondo al cuore un dolore sordo, un dolore che lo attanagliava tutte le volte che, contro la sua volontà, l’immagine del suo volto riaffiorava nei suoi ricordi.

Come la prima volta che aveva fatto l’amore: si era ritrovato a fissare la splendida ragazza che dormiva sdraiata nel suo letto e guardandola non aveva provato assolutamente niente…era stato solo piacere fisico…niente altro.

Come sarebbe stato diverso se lo avesse fatto con Sanae…quante volte lo aveva sognato e quante volte da allora si era ritrovato a pensare a lei, passando da una donna all’altra, senza però mai amarne nessuna.

Anche quella volta a Parigi durante i Campionati Mondiali, il suo ricordo era riemerso prorompente: il rivedere tutti i suoi compagni di squadra lo aveva riproiettato nel passato, riacutizzando un dolore mai sopito.

Era stato nervosissimo per tutto il tempo, trovandosi a discutere spesso con Wakabayashi, che come lui era sempre di cattivo umore in quel periodo.

Anche quella sera a cena non aveva aperto bocca…non aveva ascoltato una sola parola di quello che i ragazzi stavano dicendo…stava ancora pensando a lei.

Solo la gomitata datagli da Ishizaki e la sua domanda lo avevano ridestato dai suoi pensieri.

Non era riuscito a rispondere all’amico però; pensando a come aveva trascorso quegli ultimi mesi in Brasile, si era limitato ad abbozzare un mezzo sorriso…un sorriso dietro il quale si celava tutta la sua amarezza.

“…figuratevi se lui ha in testa qualcos’altro oltre al pallone…” La frase di Genzo lo aveva lasciato impietrito…che cosa ne sapeva lui di quello che provava, di quello che aveva passato in quei mesi?

“Vuoi forse dire che per te c’è qualcosa di più importante del pallone? Tsss…non farmi ridere…” In un attimo si era avventato su di lui afferrandolo per la maglia e ringhiandogli “Tu non sai un cazzo di me…”

Lui stesso si era stupito di quella sua reazione…lui il capitano della Nazionale che in tutti quegli anni aveva sempre dimostrato una calma ineguagliabile, dentro e fuori dal campo, sedando in più occasioni le discussioni che nascevano tra i suoi compagni di squadra.

Di fronte alle insinuazioni del portiere però, una rabbia improvvisa lo aveva accecato, spingendolo a reagire a quel modo con colui, che per anni, era stato uno dei suoi più cari amici.



Tsubasa si alzò dal letto e affacciandosi alla finestra cominciò a guardare la città che sotto di lui, nelle ultime luci della notte veniva bagnata da una fitta pioggia.

Una frase continuava a rimbombargli nella testa… “Io so solo che per la tua cazzo di carriera sei disposto a mandare tutto a puttane…tutto e tutti…”

Quella frase di Genzo l’aveva lasciato ammutolito e per mesi si era trovato a chiedersi cosa l’amico avesse voluto dirgli con quelle parole.

Lui sapeva che quella frase altro non era che la verità…era così…lui il grande Tsubasa Ozora per la sua carriera aveva sacrificato tutto…anche l’amore.

Ma cosa ne sapeva Genzo? Cosa sapeva di lui e Sanae? E quale era il motivo di quelle parole pronunciate con tanto rancore e rabbia?

Prese tra le mani la rivista che dalla sera precedente giaceva abbandonata ai piedi del letto, da quando lui dopo averla sfogliata, l’aveva scaraventata lontano.

Si mise a fissare la fotografia in copertina: una bella ragazza orientale vestita di bianco rideva circondata da due uomini in smoking…il capitano e il portiere dell’Amburgo.

Anche se erano passati più di tre anni dall’ultima volta che l’aveva visto, lui aveva riconosciuto subito il volto di quella ragazza.

La sua testa cominciò a pulsare terribilmente, mentre mille dubbi cominciavano ad assalirlo: cosa ci faceva Sanae in Germania e soprattutto che cosa c’entravano Wakabayashi e Schneider con lei?

Al club quella sera aveva avuto la netta sensazione che anche il capitano tedesco conoscesse bene la ragazza…il modo in cui aveva chiesto di lei a Genzo non gli aveva lasciato dubbi.

E la fotografia che aveva visto su quel giornaletto scandalistico aveva confermato i suoi sospetti.

Doveva sapere…voleva sapere …e soprattutto…voleva rivederla…a tutti i costi.
  
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