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Autore: ada90thebest    15/06/2010    3 recensioni
aggiunta "non ho lottato" Edward non è contento della sua vita,si rimprovera di ever sbagliato tutto, mentre cercava di ottenere quello che ogni padre e marito cercano di portare nelle proprie famiglie:amore.dal testo ". Non ero riuscito nel mio lavoro, non ero riuscito a fare felice la mia famiglia, avevo lavorato talmente tanto per ottenere ciò , che l’obbiettivo primario,l’amore tra noi, era passato in secondo piano per i soldi"[raccolta di brevi ooc,one shot. la mia idea è quella di creare una storia intorno ad una foto.ogni storia sarà diversa, con diversi personaggi e ambientazione. spero di avervi incuriosito]
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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non ho lottato


Non ho lottato

Non importava come e quando. Ma stare con lei mi liberava. Era assurdo dirlo, era stupido come stavo sfogando i miei problemi. Ma ad ogni affondo i problemi sparivano, ad ogni sorriso la mente si liberava, ad ogni contatto io mi svuotavo.  Stare con lei, per una sera , un pomeriggio o solo 5 minuti, significava per me liberarmi. Il solo pensiero di vederla, mi rendeva euforico, come un bambino a cui promettono lo zucchero filato. Sapere che presto sarei stata con lei, mi faceva staccare la spina , mi faceva stare bene.

Quella sera non so cosa mi sia preso, in casa la situazione non era delle migliori, come il solito. Tanya non si curava della casa,potevamo permetterci  una, cento, mille donne delle pulizie, ma a patto che lei avrebbe lavorato e invece non faceva niente di tutto questo, ciò che faceva era uscire la mattina, prendere la carta di credito e scrivere “io esco a sta sera” , mi chiedo quando abbia smesso di essere la Tanya che conoscevo, quando abbia smesso di amarmi. Eppure ho fatto quello che potevo per renderla felice.

Ormai solo entrare in quella casa mi faceva sentire un fallito, un inutile padre e marito . Non ero riuscito nel mio lavoro, non ero riuscito a fare felice la mia famiglia, avevo lavorato talmente tanto per ottenere ciò , che l’obbiettivo primario,l’amore tra noi, era passato in secondo piano per i soldi. Tanya era felice, non gli importava se passavo poco tempo con lei, con nostro figlio e io lavoravo per renderla felice, perché se prima i suoi occhi si illuminavo con una mia carezza , ora un diamante li fa splendere ancora di più. Dovevo capirlo prima, dovevo agire prima. Ora è tutto inutile, si , inutile.

Perché non posso andare da mia moglie e dire “vendiamo tutto e stiamo soli io e te” non posso, come non posso andare da James, e dirgli “smettila di rovinarti la vita con quella merda” perché non so nemmeno se mi considera suo padre. Me la sono cercata, ho visto come era facile regalare falsa felicità, falso amore con pochi soldi e mi sono accontentato di questo metodo. In fondo non ero ne l’unico ne il primo, ero uno dei tanti.

Ma la strada più semplice porta sempre a sbagliare e posso affermare che è così. Non ho lottato quando Tanya anni fa per la prima volta, ha preferito un centro commerciale a me, non ho lottato quando contenta aveva prenotato una vacanza senza di me, non ho lottato quando James è rientrato ubriaco a soli 16 anni.

Sono stato impassibile, per cui si non posso cambiare le cose ore, giustificherei ogni loro “non ci sei mai stato”.

Quella sera, si, dannazione quella sera , entrare in quella maledetta casa mi ha fatto raggelare il sangue. Non bastava vedere vestiti ovunque , stupidi canitopo che sgambettavano nella loro magliettina rosa. Quella sera ad accogliermi c’era un ragazzo che indossava solo un costume, in mano una sigaretta e la faccia di chi sta più di là che di qua. Ad aprirmi c’era un ragazzo, la cui fidanzata, se tale potevo chiamarla, era mezza nuda e lo abbracciava con una birra in mano. Ad aprirmi quella sera, c’era un ragazzo , le cui braccia erano segnati da grandi lividi violacei. Quella sera , ad aprirmi era stato mio figlio , che con un “bella, Eddy” mi aveva accolto in casa mia.

***

Quella sera non posai nemmeno, la borsa dell’ufficio all’ingresso, quella sera , davanti a quell’orrore, non entrai nemmeno in casa mia, quella sera, corsi in macchina ed andai dalla mia salvezza.

Dalla mia dea, dal mio angelo, dalla mia Bella.

C’eravamo conosciuti, qualche mese prima. Io ero scappato dall’inferno per prendere una boccata d’aria. Si, prima di conoscere lei, ero solito fare lunghe passeggiate,  prima però. Da quando accidentalmente mi è caduta addosso, le passeggiate non servono a niente. Niente riesce a calmarmi. Niente tranne lei.

Quella sera ne avevo bisogno. Quello che avevo visto, mi metteva paura. Non saprei mai gestire una situazione del genere, mai  e poi mai. Andare da lei, non avrebbe risolto la situazione, non lo avrebbe fatto definitivamente, ma momentaneamente si ,ed era quell’ora di pace che stavo cercando accelerando sempre di più con la macchina.

Chiamarla a quell’ora davanti casa dei suoi, quella sera è stata la cosa più folle che abbia mai fatto, ma vederla uscire in un vestito bianco, che le donava particolarmente , mi ha fatto dimenticare di tutto.

“che ci fai qui?” mi disse imbarazzata e distante, per non insospettire il padre che si era affacciato dalla finestra. La mia voglia di lei era talmente tanta che l’avrei ingannata anche in quel momento , portandola via con me.

“andiamo Bella, ti porto a fare un giro”, i suoi occhi brillavano per me e il suo sorriso mi fece capire che era pronta a seguirmi ovunque.

Non avevo una meta precisa, ma stare per ore in macchina con lei e sentire il suo profumo mi bastava, mi calmava.  Mi liberava.

Quello che mi legava a lei, era un sentimento indefinito, strano e che non capivo. Potevo fare a meno di lei? No , soprattutto in quei momenti ma non era amore.  Posso dire con certezza che mi faceva stare bene , la illudevo? No, non ho mai detto ti amo ma è vero, non gli ho mai detto di essere sposato. La illudevo? Forse.

“dove andiamo?”, la sua dolce voce mi distolse dalla guida, la osservai e i suoi lineamenti innocenti, mi portarono all’esasperazione.  Volevo tornare indietro, incontrarla e magari conoscerla meglio , magari si, innamorarmi.  Pensare queste cose è da stupidi, soprattutto se , non è un caso se sono dove sono.  E’ colpa mia .

“Edward dai dimmi dove andiamo”, con le mani si era avvinata al volante e accarezzava la mia mano.

Mi guardai intorno, un parcheggio. Accostai e uscii dalla macchina.

“Bella”, mi avventai sulle labbra, su quelle piccole labbra rosse e morbide. Ogni bacio era un pensiero in meno e l’unione dei nostri corpi era la libertà assoluta.

Quella sera, la mia Bella, disse tre parole che mi fecero capire di essere arrivato alla fine , di aver toccato il fondo, il mio treno era arrivato alla sua corsa.

“ti amo Edward” , i suoi occhi brillavano di un innocenza mai vista,di un amore mai provato.

Quella sera non so cosa mi sia preso, ma tornato a casa presi tutto e andai via. Quella sera per l’ennesima volta, mi lasciai sfuggire dalle dita la mia vita e prendendo Bella tra le braccia , quella sera diedi un svolta alla mia vita.

“scappa con me Bella”  

Il sorriso che mi rivolse valeva più di mille parole.

---

Salve sono tornata con una nuova os, spero vi piaccia. ringrazio molto chi ha commentato e chi mi ha messo tra i preferiti e tutti quei lettori silenziosi che passano da qui. grazie davvero.

Ho letto che a qualcuno piace la mia idea della foto, se siete interessati a scrivere qualcosa , magari perché ispirati da una foto in particolare, ditemelo , cosi modifico le impostazioni e si aggiunge a queste senza problema ;) 

Molte volevano che da queste os, uscisse fuori una ff, ci sto pensando seriamente, ma non so quando questo sarà possibile. ora dovrei partire con la campagna promozionale per i commenti, ma non lo faccio, se volete lasciate un commento.


   
 
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