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Autore: Assassin Panda    15/06/2010    1 recensioni
Spezzare una vita. Perdere la propria.
Lau Tare non si era mai fatto simili problemi, lui mandava i sicari a svolgere il lavoro sporco per conto suo e appariva al resto della comunità un semplice e misterioso orientale. La gente avrebbe potuto sospettare di lui, ma nessuno avrebbe mai potuto trovare una macchia di sangue sul suo vestito di seta, perchè non era solito sporcarsi le mani. Si chiudeva al buio a fumare il suo prezioso oppio quando il mondo non si preoccupava di lui e nessuno richiedeva i suoi servigi. Fumava e perso nei sogni illusori della droga meditava.
[Lau Tare Centric]
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Fred Aberline, Lau Tare, Ranmao
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Introduzione.

Scrivere qualcosa che abbia a che fare col prompt “morte” non è stato affatto facile. Ho pensato al personaggio di Lau perchè infondo è uno di quelli che mi hanno colpito di più in questo anime e quindi prima o poi avrei comunque scritto qualcosa su di lui. Ho messo l'avvertimento Spoiler! per chi non è ancora giunto alla fine dell'anime o del manga. Non so, mi pare di scorgere un vago nonsense tra queste righe, spero comunque che vi possa piacere. Per la cronaca per me Fred Aberline è un personaggio problematico. All'inizio mi stava antipatico ma la sua morte per mano di Lau non mi ha impietosita. Perchè anche lui, benchè Ciel non voleva che accadesse, si è comportato come una pedina. Insomma per questo troverete insofferenza quando nella mia fict parlo della sua morte. Gomen Nasai fan di Aberline *si prostra*



Titolo: Break a Life, Lost the Life

Personaggi: Lau Tare, Lan Mao, Ciel Phantomhive, Fred Aberline
Genere:
Drammatico

Rating: Giallo

Warning: What if...?, Missing Moments, Character Death
Note: Scritta per il “The One Hundred Prompt Project” col prompt 65. Morte The One Hundred Prompt Project




Spezzare una Vita, Perdere la Vita.



Spezzare una vita. Perdere la propria.


Lau Tare non si era mai fatto simili problemi, lui mandava i sicari a svolgere il lavoro sporco per conto suo e appariva al resto della comunità un semplice e misterioso orientale. La gente avrebbe potuto sospettare di lui, ma nessuno avrebbe mai potuto trovare una macchia di sangue sul suo vestito di seta, perchè non era solito sporcarsi le mani. Si chiudeva al buio a fumare il suo prezioso oppio quando il mondo non si preoccupava di lui e nessuno richiedeva i suoi servigi. Fumava e perso nei sogni illusori della droga meditava.


Vivere una vita come una semplice pedina in una scacchiera nelle mani di un dodicenne. Umiliante per uno come lui, il capo della mafia cinese di Pechino, sottostare ai voleri di un infante. Eppure lo aveva sempre fatto, mantenendo il suo impeccabile sorrisino ambiguo sul volto. Senza mai far capire a nessuno cosa provasse realmente, specialmente a Ciel.


Ogni tanto, si confidava con la sua sorellina su come dovrebbe essere bella una vita in libertà, una vita da giocatore, non da pedina.


Lau Tare aveva provato quella sensazione per un effimero attimo.

Quando la brezza del mare gli aveva solleticato il viso e scompigliato i capelli, quando i gabbiani del porto di Londra avevano cominciato a volare attorno alla sua nave e lui si era sentito per un attimo come uno di loro, pronto a volare via. Aveva già percepito gli odori e i suoni della sua terra, avrebbe finalmente toccato dopo anni di lontananza il suolo natio, sarebbe finalmente tornato a casa, in Cina. Non si sarebbe più dovuto chiudere in un sotterraneo per gestire i suoi affari, non sarebbe stato più una pedina nelle mani di un giocatore ma bensì sarebbe stato lui il padrone del gioco.


Ma non avrebbe coronato quei sogni. Non avrebbe più rivisto la Cina, né avrebbe assicurato un futuro migliore per Ran Mao.


Spezzare una vita.


Lau Tare non si era mai fatto simili problemi. Ma quando sentì la propria spada conficcata nel petto di Aberline, quel poliziotto ficcanaso che, a quanto pare, non aveva per nulla cara la propria vita si sentì diverso.

Quando il corpo del membro di Scotland Yard cadde sul legno della nave circondato dal proprio sangue come un angelo circondato da un aura di luce si sentì per la prima volta padrone di qualcosa. Aveva deciso della vita e della morte di qualcuno. Proprio come uno scacchista decide di far mangiare il proprio pedone.

E quello che provò non gli piacque.

Aver ucciso una persona che non conosceva non gli importava; dopotutto Fred Aberline gli aveva solo causato problemi per quanto riguardava la sua fumeria, ed era stato lui a mettersi tra la spada e Phantomhive. Era il rammarico di non aver potuto porre fine alla vita di Ciel, che era riuscito a legarlo a lui con pesanti catene che Lau non riusciva più a spezzare, che gli fece capire che ormai mancava poco alla sua morte.

Si era comportato da brava pedina fino in fondo.

Anche quando Sebastian lo colpì si sentì di aver obbedito fedelmente all'ultimo ordine di Ciel: quello di morire.


Perdere la vita.


Lau Tare si pose davanti a sé quel problema per la prima volta in vita sua. Aveva capito troppo tardi che il volo di una farfalla dura sempre pochi istanti, e che anche la sua vita sarebbe finita precocemente in un battito d'ali.

Meritarsi o meno quella sorte, era quello che non capiva mente sentiva che le forze abbandonavano il proprio corpo.


Ma oramai che importava...


Era quello il destino delle pedine dei Phantomhive in fondo.


  
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