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Autore: Guessstar    15/06/2010    2 recensioni
Eri tutto per me, eri la mia famiglia, la mia vita, il futuro che avevo scelto, purtroppo io non farò più parte del tuo futuro, perchè c'è un ostacolo molto più grande di Victoria, il mio cuore. Sparisci Edward.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CI SEI ANCORA TU NEI MIEI RICORDI

giova71: Bella ha avuto... Scoprilo nei prossimi capitoli xD ti lascio in sospeso xD Sono contenta che la storia ti sia piaciuta =)

bellina3000: Nooo! come potrei liberarmi di te! xD! Wow, se ti ho commosso allora sono stata davvero brava xD Grazie mille.

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Vi ho fatto aspettare solamente un giorno xD  vi voglio aggiornare molto velocemente xD ecco a voi questo Chappy!

 

C’era un gran caldo, era insopportabile. L’ultima cosa che ricordavo era l’immagine della pagina dove c’era la mia ninna nanna, poi il nulla. Non era la prima volta che svenivo, capitava sempre quando pensavo a lui e il ricordo si faceva troppo doloroso da farmi perdere i sensi.

 

Cercai di riaprire gli occhi per capire quale fosse la fonte di questo caldo, di fronte a me vidi Jacob che mi guardava con ansia, ero ancora in quella casa, fuori dalla finestra era buio inoltrato.

«Jake… Che ci fai qui?»

Alle mie parole tirò un sospiro di sollievo «Merda Bella! Mi hai fatto preoccupare! Sono andato a casa tua ma non c’eri, ti ho cercata per tutta Forks, poi ho pensato che potessi essere venuta qui, e infatti… Cosa è successo Bella?»

«Non lo so, guidavo e mi sono ritrovata qui, ormai era troppo tardi per andarmene, ha lasciato qui la nostra canzone Jacob, ha lasciato qui la mia ninna nanna, non vuole ricordarmi…» Cominciai a singhiozzare e mi strinsi ancora di più a lui.

«Tranquilla Bella, è tutto finito, andiamocene da questo posto» mi fece alzare e mi tenne per mano per non lasciarmi cadere.

«Aspetta!» ritornai indietro e raccolsi tutte le sue composizioni.

 Jacob si accigliò «Bella, cosa…»

«Non voglio lasciarli qui, voglio portarli con me»

Non disse nulla, diedi un ultimo sguardo a quella casa e uscii promettendomi di non ritornarci mai più, il dolore era stato troppo insopportabile.

Non dicemmo una parola per tutto il tragitto, il silenzio accusatorio di Jacob era diventato insostenibile.

«Jacob…»

«Non dire nulla. Scusami Bella. Devo farmene una ragione, non posso obbligarti a stare con me, ti aspetterò sempre dietro le quinte, non preoccuparti, io ti starò accanto ogni volta che avrai bisogno di me»

«Jacob ho sbagliato…»

«Il tuo unico errore è quello di amare una persona che non ti merita»

«Sono io che non lo merito… Per questo se ne è andato»

Si fermò davanti casa mia e mi prese il viso tra le mani «Non dirlo mai Bella, tu sei una persona speciale, non sottovalutarti solo perché uno stupido succhiasangue non è riuscito a capire la tua importanza»

«Grazie Jake»

«Adesso vai in camera tua e cerca di dormire okay?» annuii accennando un piccolo sorriso.

«Ci vediamo domani»

«Ciao Jake» scesi dal pick-up e entrai in casa.

«Ehi Bells, ma dove sei stata?»

«Sono stata con Jacob papà, sai com’è, abbiamo parlato e abbiamo perso la cognizione dei tempo».

Tutta la sua preoccupazione sparì e un ampio sorriso si fece spazio sul suo volto. Era molto contento che io passassi tutto questo tempo con Jake, chissà come l’avrebbe presa se gli avessi detto che ero andata nella loro casa. Andai in camera mia e mi immersi tra le coperte. Un tempo avrei passato il resto dei miei giorni chiusa in quella camera, ora cercavo di starci il meno possibile, tranne quando volevo ricordarlo. Pensavo a un nascondiglio sicuro dove nascondere la mia ninna nanna, forse l’avrei nascosta sotto quell’asse di legno che scricchiolava sempre, sarebbe stato facile rimuoverla, sì, forse l’avrei nascosta proprio lì, mi sembrava una buona idea. Alla fine caddi tra le braccia di Morfeo certa che quella notte sarebbe stata ancora più terribile della precedente.

Come al solito mi risvegliai tra le urla e in preda all’ansia. Facevo fatica a respirare e avevo un leggero dolore al petto, come ogni notte, sempre a causa dello stesso sogno. Sognavo la più terribile delle condanne, il nulla. Rincorrevo Edward per il bosco, gli alberi mi sfrecciavano davanti ma non era abbastanza, non ero troppo veloce per raggiungerlo, non sarei mai stata in grado, poi la visuale si oscurava, e io mi rendevo conto che non c’era nessuno ad aspettarmi, che non dovevo aspettarmi nulla, e lì iniziavo a urlare.

Presi il mio beauty e mi diressi in bagno per darmi una sistemata. Il mio aspetto era orribile, avevo gli occhi gonfi per via delle lacrime, dal colorito della mia pelle sembravo malaticcia, la mia fronte era ricoperta dalle rughe per via della preoccupazione, eppure un tempo non ero così…

…Non riuscivo a decifrare le mie emozioni, non mi riconoscevo più. Il volto riflesso nello specchio era quello di un'estranea: occhi troppo lucidi, guance colorite, chiazzate di rosso…

Già, dove erano finite quelle sensazioni? Erano sparite, se n’erano andate via insieme a lui, ed io ero rimasta qui, in questa stupida cittadina. Mi affrettai ad uscire dal bagno, volevo fuggire da quel ricordo, entrai in camera e quando spalancai la porta ricordai una scena che non volevo proprio ricordare… La prima mattina che passammo insieme, quando mi aveva rivelato il suo amore e io gli avevo rivelato il mio, ero arrabbiata perché era andato a cambiarsi e mi aveva lasciato da sola, al mio sguardo accusatorio aveva risposto che i vicini avrebbero pensato male se lo avessero visto con gli stessi vestiti della sera precedente e poi…

…«I discorsi li avevi già fatti».
«Cos'hai sentito?», mi uscì con un tono lamentoso.
I suoi occhi dorati mi sfiorarono con uno sguardo dolce. «Hai detto che mi amavi».
«Lo sapevi già», dissi, chinando la testa.
«Però è stato bello sentirlo».
Affondai la faccia nella sua spalla.
«Ti amo», sussurrai.
«Tu sei la mia vita, adesso»…

Se fossi stata la sua vita non mi avrebbe abbandonata così, se fossi stata la sua vita sarebbe ancora qui, con me, ad aspettarmi a braccia aperte come aveva fatto quella mattina. Ma purtroppo era stata tutta una menzogna, lui non mi amava, e mi aveva abbandonata.

La voragine si riaprì, il dolore al petto si fece sempre più acuto e ricominciai a sudare freddo. Mi sedetti a terra e posai la testa tra le ginocchia, come mi aveva insegnato lui, il mio respiro si stabilizzò e il dolore sparì del tutto, quando mi ripresi e vidi i fogli sul letto li presi e li andai a nascondere. Cominciai a camminare per la stanza cercando l’asse che scricchiolava.

Crak.

Trovata. Mi sedetti sul pavimento e cercai di rimuoverla, con mia sorpresa ci riuscii subito, ma non capii che il motivo per cui era stato così facile era perché qualcun altro prima di me lo aveva aperto. Sì, perché sotto quell’asse vi erano degli oggetti. Mi immobilizzai, riconoscendo tutti gli oggetti che vi erano nascosti.

RECENSITE =)

   
 
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