Un'ultima lettera da Silente
Quando Ron si alzò trovò il letto già vuoto. "Ma perché deve essere così mattiniera?"
si chiese, ancora assonnato, pensando ad Hermione. Scese per far
colazione e la trovò già perfettamente vestita, in salotto, mentre
leggeva il suo foglio con le rune.
- Che ci fai già qui vestita? - lei sorrise, senza staccare gli
occhi dalla pagina - Sono le undici meno un quarto, Ron, dovrei stare
ancora in piagiama? - Saggiamente il rosso decise di lasciar perdere,
cambando radicamente discorso - Harry e Ginny? -
- Sono andati a fare un giro, signore - rispose Kreacher venendo
dalla cucina con un vassoio stracolmo di cibo - La sorella del signore
ha preparato una pozione per cambiare faccia e loro sono usciti. Io
stava venendo a portare la colazione, credevo che non si sentiva bene. -
Gli occhi di Ron si illuminarono e prese il vassoio dalle mani
dell'elfo, ringraziandolo. Sbafò tutto in meno di dieci minuti, alla
faccia della mezz'ora che ci era voluta per preparare, e scappò in
camera per vestirsi. Quando tornò giù trovò un Hermione molto più
irritata e scarmigliata a forza di mettere e togliere la piuma dai
capelli. - Che hai? - chiese molto diplomaticamente
- Non viene questa traduzione. Non c'è alcun modo perché abbia un
senso, ho provato tutti i trucchi che conosco! - Ron si sedette accanto
a lei posandole un delicato bacio sul collo. Lei rabbrividì dolcemente.
- Non farlo più, per favore -
Lui rise piano contro la pella delicata, dandole un altro brivido -
E se dimenticassi la traduzione per un po'? - le chiese quasi in un
sussurro. Lei scosse la testa, nono
stante fosse un poco rossa in
faccia. - Non posso, dobbiamo finire ciò che ci ha lasciato Silente... -
Il rosso emise un gran sospiro, abbracciandola. - D'accordo. Lo so
che quando hai un compito pensi solo a portarlo a termine - la prese in
giro scherzosamente. Hermione, al contrario di quello che avrebbe fatto
nei primi anni della loro amicizia, sorrise imbarazzata e ritornò alle
sue carte. - Il problema - disse tentando di spiegare - è che non
riconosco le rune. Anche col dizionario non c'è nulla da fare -
- Quindi non ci sono nel dizionario - si mosse cautamente Ron.
Hermione lo prevenne - Ma non è assolutamente possibile! Questo è il
dizionario di rune più preciso e completo che esista in commercio! O
almeno, fino a due anni fa. -
- Allora quando tornano Harry e Ginny con le notizie andiamo a
prenderne un altro, che ne dici? -
Ron non seppe mai l'opinione di Hermione, anche se c'erano buone
prbabilità che fosse positiva data la smodata passione della ragazza
per i libri. Infatti Harry e Ginny scelsero proprio quel momento per
tornare a casa, scoraggiati. - Brutte notizie ragazzi. - iniziò Harry
Remus e Tonks li raggiunsero poco dopo in salotto. - Cosa intendi con
brutte notizie? - chiese titubante la donna. Si sedettero tutti vicino
al caminetto, mentre Kreacher era di sopra a fare chissà cosa.
- Siamo stati in giro per Diagon Alley - disse Ginny rompendo il
silenzio - Volevamo vedere come si evolvevano le cose dopo la caduta
del ministero... Beh si sono evolute piuttosto in fretta devo dire! -
la rossa prese una pausa - Siamo ricercati. Tutti e quattro. -
- CHE? - Harry annuì. - Già. Non so come ma sembra che abbiano
scoperto che tu e Ginny non siete a casa. - Ron era quasi paralizzato.
- M-ma e alla Tana? che è successo? PARLA! - urlò addosso alla
sorella. - Calmati Ronald. - lo fermò Hermione - Credi che staremmo qui
a discutere se ai tuoi fosse successo qualcosa? - il rosso, ora un poco
più tranquillo, si risedette. Non si era nemmeno accorto di essersi
alzato urlando.
- Mamma e papà stanno bene, Ron. Gli abbiamo mandato un patronus
disilluso in modo che nessuno lo potesse vedere. Hanno detto che il
ministero è stato a casa loro ieri sera sul tardi e hanno rotto
l'incantesimo di Ginny. Il fantasma se l'era già squagliata. A quel
punto c'è stato qualcosa che i gemelli hanno definito "un'opera
teatrale non meno bella di quelle di Shakespeare" -
A quella battuta nessuno poté fare a meno di sorridere. - Dobbiamo
andare alla biblioteca di Diagon Alley - disse Hermione dopo aver
riflettuto attentamente. Gli altri la guardarono come se fosse
impazzita - Non era questala ragione per cui siamo venuti a Londra,
almeno all'inizio? -
Ginny la guardò storto - Herm, lo sai che ci sono i nostri manifesti
con le taglie? - Ron si riscosse interessato. - Davvero? Le taglie
addirittura? E quanto sono? - Sembrava quasi lusingato più che
preoccupato, tanto che Hermione gli diede uno scappellotto.
Harry rise con Remus e Tonks. - Duecento galeoni tondi tondi a
testa. - rispose il moro. Remus rise ancora, della sua risata un po'
stanca e nostalgica - Mi ricordi sempre di più James. Anche per lui e
Sirius sarebbe stato il massimo avere una taglia sulla testa. -
- Quindi si va? - domandò Hermione riportandoli al punto.
Mezz'ora dopo circa erano immersi nella biblioteca pubblica di
Diagon Alley, circondati da scaffali stracolmi di libri e da
quell'odore particolare ce solo la carta vecchia riesce a dare. - Ci
dici cosa stai cercando? - disse Ron spazientito controllandosi allo
specchio dietro Hermione. La sua amata lo aveva trasformato in un
piccoletto con lunghi capelli neri e glieli aveva stretti in un
elastico. Assomigliava molto a Bill per la verità, tranne ovviamente
per il colore di capelli. E per l'altezza.
Harry e Ginny, anche loro trasformati così come la loro amica,
risero vedendo l'occhiataccia infastidita che Hermione riservò a Ron
mentre questi toglieva l'elastico e si rifaceva la coda, mai
soddisfatto. - Niente - disse la bruna, al momento con una corta
zazzera bionda tanto da sembrare un maschiaccio - Anche con i libri più
avanzati non riesco a capirci niente. -
Ginny spalancò gli occhi. - Herm! - la chiamò eccitata - Guarda allo
specchio... - La ragazza si girò ma non vide niente di particolare,
tranne il suo nuovo aspetto.
Allora l'amica, spazientita, le strappò di mano il foglio mettendolo a
distanza ragionevole in modo che Hermione lo vedesse a fuoco nello
specchio. - Sono al contrario! -
Ginny alzò gli occhi al cielo - Alle volte sei proprio ovvia, amica
mia! - Uscirono dall'edificio di volata. All'uscita Ron si scontrò con
un uomo alto vestito di nero. - Scusi... - borbottò prima di alzare gli
occhi sul nuovo entrato. Malfoy senior. Appena lo riconobbero tutti
quanti i loro sguardi si fecero raggelanti.
- Imparate a guardare dove andate, stupidi mocciosi. - li apostrofò
duramente. Gli occhi di Harry parvero mandare lampi pur diventando, se
possibile, ancora più gelidi. - E lei dovrebbe imparare da suo figlio.
- sibilò. Malfoy arretrò quasi spaventato - Che hai detto? -
- Solo che suo figlio ha molto più coraggio di lei - ripeté a voce
alta, sostenendo lo sguardo. Il sorriso di Malfoy si fece beffardo -
Non credo stia a te dirmi come crescere quello stupido di mio figlio.
Però potremmo chiamare il Signore Oscuro e vedere cosa ne pensa... -
Queste ultime parole le disse al vuoto. I quattro erano spariti.
Dopo essere sfuggiti, con una corsa mozzafiato, al signor Malfoy si
rifugiarono in casa. Solo allora Ron cominciò la sua filippica. - Ma
come ti è saltato in testa di dire quelle cose?! Hai pensato prima di
aprire quella boccaccia?! -
Tirò avanti per dieci minuti buoni fin quando Ginny non lo
interruppe, durante una pausa per riprendere fiato - Certo che sei un
drago coi rimproveri! Immagino già i miei poveri nipoti correre dalla
zia... - Per qualche motivo sia Ron che Hermione arrossirono fortemente.
- Ad ogni modo Harry, Ron ha ragione - convenne la sorella - Non è
stata una mossa molto furba; soprattutto quella frase in serpentese -
Il moro, tornato al suo vero aspetto, si corrucciò - Quale frase in
serpentese? Io ho sempre parlato, nient'altro - Tre paia di occhi lo
guardarono spaventati mentre altrettante teste venivano scosse. - La
prima parte. Hai sibilato forte e tutti siamo arretrati. E sai
benissimo che gli unici a parlare quella lingua in questo secolo siete
tu e Voldemort - gli ricordò Hermione
Harry si sedette di schianto su una poltrona. - Oh Merlino! -
sospirò. Ginny gli si sedette subito accanto posizionandosi sul
bracciolo della poltrona. - Non fa niente, Harry, vorrà dire che ce ne
andremo al più presto da Londra, cammuffati in un'altra maniera. -
Hermione annuì - Ginny ha ragione. Portatemi uno specchio piuttosto
- Tre paia di occhi si fissarono su di lei. - Le rune... quelle che ci
ha lasciato Silente... -
fece lei con una vocetta stupida, come quella che si usa per
farsi capire dai neonati o dagli sciocchi. - Oh, insomma - sbottò alla
fine quando ancora nessuno pareva aver capito quello che intendeva
dire. - Portatemi uno specchio. E non quello incantato della stanza di
Harry, non lo sopporto -
Attesero dieci minuti che Hermione traducesse quelle rune. Harry
aveva iniziato una partita a scacchi con Ron, ma senza Ginny a
distrarlo il moro venne sconfitto per l'ennesima volta. Il tutto fu
sormontato dal commento di Ron - Stai migliorando, però -
Harry stava per lanciarsi su di lui quando Hermione annunciò di aver
finito - Volete sentire o preferite continuare a fare gli idioti? -
Ginny sbuffò - Se aspettiamo questi due stiamo fresche. Leggi. -
"Salve signorina Granger,
E salve anche ai signori Potter e Weasley, ovviamente; ed alla piccola
Ginevra se, come credo, è venuta con voi. Piccola pre modo di dire,
s'intende.
Mi auguro di essere ancora in tempo per aiutarvi in qualche modo anche
dopo la mia morte che, mi auguro, sarà avvenuta secondo i miei piani.
Ma non soffermiamoci oltre su
questi argomenti tristi. Piuttosto congratulazioni per aver risolto il
mio enigma leonardesco; ero quasi convinto di essere andato troppo
oltre. Ah, e congratulazioni anche per essere vivi, certo.
Veniamo agli aiuti. Se, come
suppongo, state ancora cercando gli Horcrux ecco alcune dritte:
Osservate bene alle radici delle cose, Voldemort è molto legato ad
esse. Potreste provare a cercare là dove risiedono le magie più
antiche. I villaggi più antichi della Gran Bretagna, per esempio, o là
dove vissero i quattro grandi.
Se fossi in voi, comunque, mi dirigerei a Sud, verso Broceliande.
Quella foresta infatti è luogo di grande potere magico. Il sepolcro di
Merlino. Badate bene non sarà facile trovarlo. C'è un tempio celtico
dove si recano i babbani, ma dubito fortemente che sia laggiù. Dovrete
cercare più in profondità, dove la foresta cresce secondo le leggi
della magia.
Se invece, cosa più improbabile,
avete già trovato e distrutto tutti gli Horcrux vi porgo i miei
complimenti. Ora sono certo che sappiate del rapimento di Olivander.
Quello che non sapete è che esiste un'arma oscura, temibile in quanto
non si conoscono i suoi poteri e Olivander stesso è stato il suo ultimo
custode. Lui solo sa come e dove l'arma era nascosta. Dico era per il
semplice motivo che è molto improbabile che il pover uomo sia riuscito
a tenere il segreto. Quindi state attenti quando dovrete affrontare lo
scontro finale con Voldemort sia esso domani o tra un mese
Ora non voglio mettervi sotto
pressione, ma molto probabilmente il ministero cadrà presto se non è
già accaduto. Quando succederà, voi non dovrete fare nulla, non si può
impedire. State attenti però a non farvi riconoscere. Mai.
Sono tuttavia certo che la signorina Granger vi avrà già torturato a
sufficienza sull'argomento.
A tutti vorrei dare ora la mia
benedizione. Non dimenticate il potere dll'amore che vi lega, perché
non c'è esistenza degna di essere vissuta senza la lealtà di una
compagna. O compagno, per chi preferisca!
In ultimo vorrei aggiungere solo poche parole. Pigna, pizzicotto,
manicotto tigre.
Il vostro affezionatissimo amico e
preside
Albus PercivalWulfric Brian Silente
- Quel tipo era assolutamente fuori di testa - disse Ron con voce
rotta. Hermione sorrise. Anche lei aveva provato una forte
emozione nel leggere le ultime parole del loro mentore. - Già, ma era
anche geniale. Aveva persino intuito che Ginny sarebbe venuta con noi -
La rossa al momento era un poco scossa, ma fece in fretta a
riprendere la calma necessaria. - Dobbiamo quindi girare il paese senza
meta? - Harry scosse la testa. - Abbiamo una meta. - ribadì.
Tre teste si voltarono a fissarlo - Hogsmeade, per esempio. E anche
Godrics Hollow. Inoltre sono certo che tra i libri di Hermione ci sarà
qualcosa... Mi chiedo solo come vuole che in effetti potremo girare il
paese dalla Scozia alla Cornovaglia senza essere notati - disse -
Quello che preoccupa me, invece - intervenne Ron - è quello che ha
scritto nella lettera. Cosa vuol dire "la mia morte sarà avvenuta
secondo i miei piani"? -
- E vogliamo parlare di questa fantomatica "arma" di cui Voldemort è
in cerca? - chiese ancora - E' tutto troppo nebuloso ancora... -
Ginny annuì - Hai ragione. Per quello penso che ci dovremmo
concentrare suglio Horcrux. La verità salterà fuori, prima o poi. -
- Cominciamo quindi a decidere un posto particolare dove cercare -
decise Hermione - Hogsmeade non va bene, troppo vicino alla scuola.
Sarà certamente il primo posto che Silente ha controllato. Stesso
dicasi per Godrics Hollow - si girò a guardare Harry - Lo so che ci
tenevi ad andare, ma credo che per ora sarebbe meglio continuare a
cercare gli Horcrux -
Il moro annuì grave - Capisco e hai ragione - sorrise guardandola -
Ma quando avremo finito vi trascinerò tutti e tre dai miei, sono stato
chiaro? - Sorrisero tutti mentre Ginny scivolò dal bracciolo della
poltrona sedendosi direttamente sulle gambe del ragazzo e stampandogli
un grosso bacio sulle labbra.
- Ehm! - tossicchiò Ron per staccarli - Tanto dopo salite in camera,
no? Ora vediamo di finire questa cosa. Allora, 'Mione, che altri posti
ci rimangono? -
Hermione, che personalmente li avrebbe pure lasciati continuare
magari tirando Ron in un'altra stanza, riprese a parlare - Beh, io ho
letto una volta di Huffle un villaggio sulla costa Est che dovrebbe
essere stato fondato da Tosca Tassorosso, ma non sarebbe molto comodo.
Soprattutto considerando l'altra meta che ci ha suggerito Silente.
Broceliande -
Ron ed Harry non fecero una mossa, mentre gli occhi di Ginny
tradirono una forte emozione. - Il sepolcro di Merlino. Ma... non è in
Francia? - Hermione annuì confermando i dubbi dell'amica. - E come
diavolo facciamo ad attraversare la Manica? - chiese Ron stupefatto. -
Proprio tu lo chiedi, Ron? - domandò Harry ridendo forte. - Con la tua
passione per il Quidditch pensavo ci saresti arrivato prima... -
Gli occhi del rosso si allargarono mentre comprendeva l'allusione
dell'amico. - Vuoi attraversare 100 kilometri di mare su di una scopa?
- Hermione però ci stava pensando seriamente - Potrebbe essere un'idea
- disse cauta.
Ron ovviamente la guardò stralunato - Stai scherzando vero? -
chiese. La riccia scosse la testa - Ragiona, Ron. Primo seguiremo il
tragitto del Channel Tunnel tra Dover e Calais quindi saranno circa una
quarantina di kilometri. Secondo nessuno ci vedrebbe nemmeno cammuffati
e questo mi pare un gran vantaggio. -
Il rosso annaspò in cerca di una qualche motivazione - Ma e... e le
biciclette? Dove le mettiamo? - Ginny alzò le spalle - Le lasceremo
qui, torneremo a prenderle dopo. -
Harry scosse la testa - Già è difficile muoversi adesso, figuarti
quando Voldemort avrà consolidato il suo potere. No, dovremo portarle
con noi. Potremmo fare come gli amici di Charlie quando hanno portato
via Norberto. - Ron sbuffò, chiaramente infastidito dalla piega che
aveva preso quella discussione. Ginny rise. - Mi ricordi Zacharias
Smith alle riunioni dell' E.S. -
Hermione si illuminò - Smith? Come Hepzibah Smith? - Ron la guardò
stralunato, con uno sguardo inquietantemente simile a quello di Luna.
Hermione si rivolse spazientita verso Harry - Tu almeno te la ricordi,
vero? -
Il moro ci mise un po' - Intendi quella a cui Voldemort ha rubato...
- Hermione annuì esasperata - La coppa di Tassorosso, esattamente. -
Ginny sospirò - Andiamo a fare una visita a casa Smith, dunque?
Qualcuno sa dove abita? -
Hermione tirò fuori una vecchia pergamena dallo zaino poggiato lì
accanto. - Stai cercando lì, l'indirizzo? - chiese Ron
stupefatto. La ragazza sorrise - La McGranitt voleva nominarmi
caposcuola e quindi mi ha dato questa pergamena con tutti gli indirizzi
- spiegò continuando a cercare - Oh, no! Mi dispiace Harry. -
- Perché? Non sarà mica nel Surrey! - chiese lui scherzando.
Hermione gli porse la pergamena - Nelson Square 7, Little Whingin,
Surrey. - lesse scoraggiato - E' poco più fuori di Privet Drive. Vorrà
dire che staremo a casa mia -
Ron ed Hermione lo guardarono dubbiosi. - Ma Harry... e i tuoi zii?
- Il moro alzò le spalle - Sono andati da qualche parte con Kingsley,
non so esattamente dove. Per evitare che Voldemort li rincorra, sapete.
Chissà perché è convinto che farei di tutto per salvarli... - concluse
ridacchiando.
Se i due amici erano dubbiosi su quella scelta, Ginny era
assolutamente entusiasta - Mi piacerebbe proprio vedere dove abitavi
Harry. Ormai sei stato alla Tana tante di quelle volte che dovrai pur
restituirmi il favore - Harry sorrise pensando alla faccia che Ginny
avrebbe fatto nel vedere il ripostiglio dle sottoscala, meglio
conosciuto come la sua vecchia "camera".
La mattina dopo salutarono Remus e Tonks e si prepararono a partire. -
Ovviamente non potete dirci dove andate... - tentò un'ultima volta il
vecchio lupo mannaro. - Ovviamente - ripeté Harry a mo' di risposta. -
E nemmeno accettereste il nostro aiuto... - - Nella maniera più
assoluta -
Lupin non ebbe altra scelta che arrendersi - Allora buona fortuna -
sospirò - Ci saremo anche noi nella battaglia finale, non dubitate -
Ron sorrise - Ci contiamo, altroché - disse contento beccandosi una
gomitata nelle costole da Hermione. Con un ultimo saluto, i quattro
ragazzi inforcarono le bici e presero la strada maestra verso sud per
uscire da Londra.
Purtroppo per loro questa volta, Giove pluvio non ebbe pietà di loro
e del loro viaggio, ma rovesciò loro addosso talmente tanta pioggia da
ritardarli notevolmente, per non parlare dei vestiti e dei bagagli
completamente zuppi. Dopotutto non potevano certo fare un incantesimo
per restare asciutti: sarebbero parsi strani quattro ragazzi
completamente a loro agio e senza una goccia di pioggia addosso in
mezzo ad un violento nubifragio.
Così andavano avanti, asciugandosi solo dopo ore e ore di pioggia,
quando la sera montavano finalmente la tenda e si riposavano, senza
alcuna voglia di ricominciare il giorno dopo. Tre volte si ripeté
questa routine quando finalmente la mattina del quarto giorno
arrivarono in Little Whingin e cominciarono a cercare la casa di Harry.
Impresa non facile data la scarsa fantasia dell'architetto del
quartiere.
Finalmente dopo aver girato a lungo e saltato il pasto, cosa che Ron
trovava assolutamente insopportabile, passarono davanti ad una casa
conosciuta. - Ehi, ma quella è la casa della signora Figg! - urlò Harry
per sovrastare lo scrosciare della pioggia. - Spero significhi che
siamo vicini! - gridò Ginny di rimando - Non ho una singola parte dle
corpo che non sia fradicia -
- Il numero 4 è subito dopo! - Hermione si fermò, seguita dagli
altri - Non è possibile, Harry. Quella casa ha le luci accese! -
- Dei Mangiamorte non perderebbero certo tempo ad accendere le luci,
Hermione! - disse Ron sempre a voce alta. Anche vicini non riuscivano
quasi a sentirsi; non esiste suono più martellante della pioggia in
città. - Proviamo ad entrare! - decise Harry - Ma fuori le
bacchette!-
Appoggiarono le bici al muro, badando bene di non toccare agapanti o
peonie. Se davvero c'erano i suoi zii, zia Petunia sarebbe diventata
matta se qualcuno avesse osato toccare i suoi fiori. Si avvicinarono
con cautela alla porta di ingresso e suonarono il campanello. Una
figura massiccia venne ad aprir loro la porta. - Sarà uno scocciatore,
come al solito... - intervenne la voce profonda e scocciata di
zioVernon.
Quando l'omone aprì la porta si ritrovò due bacchette puntate alla
gola, mentre altre due le seguivano poco lontano. - F-forza, ragazzo
m-metti via quella cosa... - balbettò impaurito. Harry non accennò ad
abbassare il braccio - Ancora un attimo zio. Quale cane di zia Marge è
venuto ospite qui quattro anni fa? -
- S-squarta - mugolò l'omone con un colorito che stava assumendo
tonalità pericolosamente purpuree. I quattro rilassarono il braccio con
gran sollievo di Zio Vernon. - Non allarmarti, zio - riprese Harry - Ma
dovremo fare una domanda simile anche a zia Petunia e Duddley. Resta
qui con Ron e Ginny. -
Lui stranamente obbedì restando immobile mentre il nipote si
sincerava dell'identità della moglie e del figlio. Essersi asciugati
tutti e quattro e riuniti in salotto con la famiglia di Harry, Vernon
pretese delle spiegazioni.
- Pretendo delle spiegazioni - appunto - Cosa ci fate voi in questa
casa? - Petunia e Duddley sedevano con lui sul divano, mentre gli altri
quattro erano accomodati su alcune poltrone che avevano fatto apparire
dal nulla. Certo forse la poltrona di Ron non era così barocca e
comfortevole come quella di Hermione, ma serviva allo scopo.
Harry si prese tempo prima di rispondere, osservanod gli zii ed il
cugino. Duddley si era alzato in maniera impressionante arrivando anche
a superare zio Vernon e ristabilendo finalmente un po' di proporzioni
nel suo corpo. Petunia, invece, non era assolutamente cambiata anche se
quell'aria schizzinosa era dovuta più al fango sotto le loro suole che
alla loro presenza.Ginny intuì il disagio della donna e provvide a
pulire il tutto con un gratta e netta
ben formulato.
- Prima le presentazioni - disse il moro - Ron ed Hermione già li
conoscete.
Mentre questa è Ginny, la sorella di Ron e la mia fidanzata - annunciò
sorridendo alla rossa. Di tutti i membri della famiglia Dusley, solo
Duddley si alzò per stringere loro la mano, per poi tornare saduto
vicino ai genitori che non si erano mossi di un millimetro.
Harry sorrise di nuovo ed iniziò finalmente a spiegare. - Ti ricordi
quando ti ho parlato di lord Voldemort, vero? - Vernon annuì - Bene,
sconfiggerlo è ancora
più difficile di quello che pensavamo. Dobbiamo prima spezzare alcuni
incanti e probabilmente uno è qui vicino. - sospirò - Non ve lo
chiederemmo se non fosse necessario, ma lo è. Ci fareste rimanere un
paio di notti? Giusto il tempo di fare quello che dobbiamo e poi ce ne
andremo. -
Vernon stava per ribattere che mai e poi mai avrebbe permesso a
quattro anormali come loro di restare anche solo una notte sotto il suo
tetto, quando Duddley intervenne insapettatamente in loro favore. -
Papà, non faranno niente di male. Falli restare almeno per un po'. -
Mentre il povero ragazzo veniva stritolato dalla madre commossa, zio
Vernon diede l'ok.
- Potete restare. Non fate chiasso, non fatevi sentire e andatevene
al più presto. Starete nella vechcia camera
di Harry - detto questo si alzò e se ne andò borbottando qualcosa a
proposito della gioventù ingrata e testarda. Petunia e Duddley lo
seguirono presto. - E' un piacere rivederti tutto intero, Harry - disse
il cugino. - Anche per me Big D. - rispose piacevolmente sorpreso.
- Beh, non ci mostri la casa? - domandò Ginny quando gli altri se ne
furono andati. Harry sorrise e la prese per mano, guidandola prima
verso la cucina ed il bagno e poi allo sgabuzzino dove dormiva.
Hermione e Ginny si scandalizzarono - Davvero dormivi qui? - chiese la
riccia con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
- Già - disse - Quando v ho raccontato che dormivo in uno sgabuzzino
non intendevo solo una camera piccola. Proprio in uno sgabuzzino! -
Finirono il giro con la camera egli ospiti e quella di Duddley,
evitando accuratamente quella di zio Vernon. - E questa è camera mia. O
almeno lo era fino a un mese e mezzo fa. - Finito il giro mangiarono
qualcosa di quello che era avanzato dal viaggio, avevano in programma
di fare uan gitarella al supermercato più vicino prima di dirigersi a
Dover, e poi andarono a letto. Ron ed Hermione sarebbero andati nella
stanza degli ospiti mentre Ginny ed Harry sarebbero rimasti nella
stanza di quest'ultimo.
- Allora, che ne pensi della mia famiglia? - chiese il moro
sorridendo. Si erano buttati sul letto senza quasi cambiarsi, tanto
erano stanchi, solo che il letto era troppo stretto per due persone ed
ora non riuscivano a prendere sonno. Anche Ginny sorrise - Sono un gran
bel gruppo di bastardi, senza offesa. - Harry annuì, stringendola di
più fra le braccia. - Ti capisco. E' per questo che ogni estate non
vedevo l'ora id venire alla Tana. -
- Lo sai che ci facevi solo piacere. A me, forse, un po' di più, ma
sono dettagli... - Harry rise forte, baciandola poi sulle labbra. - Te
l'ho mai detto quanto sei straordinaria? - La rossa fece finta di
pensarci su - Oggi no, a dir la verità -
Andarono avanti parecchio così poi, sfiniti, si addormentarono
abbracciati, tesi ad occupare il meno spazio possibile. Il mattino si
sarebbero sicuramente sentiti due stracci usciti dalla lavatrice.
Ehilà! Chi si
ricorda di me? Nessuno?
Spero proprio di no. Altrimenti sai che noia scrivere senza i vostri
commenti?
Finalmente la
scuola è finita e posso dedicarmi alle storie che ho in sospeso. Sì,
storie perché nel frattempo ne sto scrivendo altre due e collaborando
alla stesura di una terza, quindi non so quanto sarò costante.
Sicuramente il
ritmo aumenterà un po' ad ogni modo.
Spero vogliate
leggere ancora! XD
P.S. Broceliande esiste davvero e, secondo la leggenda, è davvero lì ch si trova sepolto Merlino, in attesa della fine dei giorni