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Autore: WorthTheWait    16/06/2010    5 recensioni
Perché a me? Perché? E' successo tutto così in fretta che non mi sembra vero. Com'è successo? Com'è potuto succedere? Beh... questo lo so. So com'è successo tutto, anche se forse - anzi, sicuramente - sarebbe meglio che non fosse successo niente, e invece ora mi ritrovo in questa posizione scomoda, senza una soluzione. Perché l'ho fatto? Perché? Beh... Ted. Perché sono innamorata di lui, ecco perché. Come diavolo faccio ora? Come faccio? Non pensavo di essere... beh, si, insomma... di essere... mi viene male solo a pensarci. Non so assolutamente come fare, non vedo nessuna soluzione e mi sa che non ne troverò neanche una. Mi sa che dovrò vuotare il sacco prima che tutto sia evidente, è l'unica cosa che posso fare: dire la verità a tutti, soprattutto a Ted.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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My parents’ sons                                                                                                                                                        

 “Lily, mi dispiace, ma... io amo Vic... e non ho intenzione di lasciarla a causa tua e di quello che è successo” mi dice con durezza Ted, facendomi crollare il mondo addosso. I suo occhi marroni ombrato sono spenti, mentre i suoi capelli, attraverso i quali una volta riuscivo a leggere il suo umore, sono indecifrabili.

“Ted... io...” il groppo che ho in gola mi impedisce di parlare, dando sfogo solamente alle lacrime che iniziano a rigarmi il volto.

“Mi dispiace, Lils, ma non posso compromettere la felicità mia e di Vic solo per un errore avvenuto tempo fa” mi continua a dire con la stessa durezza nel tono di voce.

“Quindi... nostro figlio sarebbe soltanto un errore per te?” chiedo con la bocca impastata dal pianto, non fermando le lacrime che solcano il mio volto.

“Si, Lils, è solo un errore... per me”.

“I-Io... io ti amo, Ted” dico amaramente, non riuscendo neanche a guardarlo in faccia.

“Mi dispiace... ma io amo Vic...”.

Mi sveglio di soprassalto, sobbalzando sul letto. L’incubo più brutto che abbia mai fatto, l’incubo che spero non diventi realtà. Cerco di stabilizzare la mia respirazione, facendo lunghi e profondi respiri, senza smettere di pensare al brutto sogno che ho fatto. Sposto lo sguardo sulla sveglia che indica le dieci e mi alzo prontamente, volenterosa di andare da Ted, sia per chiarire la faccenda del bacio, sia per sapere della sua rottura con Vic. Sembro sadica, non è così? Sembro crudele e meschina, soltanto perché guardo la faccenda dalla mia prospettiva, senza considerare quella di Vic. Infondo non è colpa sua se è successo tutto questo e se io mi ritrovo in questa situazione. Voglio a tutti i costi portar via il fidanzato a mia cugina e questo mi fa apparire particolarmente cattiva. Ma io non lo sono. Adesso ho anche i sensi di colpa e i rimorsi per quello che ho fatto. Andiamo bene. Poi deve essere lui a scegliere tra me e lei ed ancora non ho capito quale sarà la sua scelta.

Mi alzo, scuotendo la testa ed avvicinandomi all’armadio. Scelgo una maglia rosa, un paio di pantaloncini corti con sotto un paio di calze, stivali neri e giubbotto marrone. Apro la porta e scendo le scale, dirigendomi in cucina.

“Buongiorno a tutti” dico, entrando in cucina e sedendomi al solito posto. Osservo James e Al intenti a fare colazione, mamma a fare qualche incantesimo per lavare i piatti, mentre papà sarà probabilmente a lavoro.

“Buongiorno, Lily” risponde mamma al mio saluto, voltandosi verso di me per qualche secondo, rivolgendomi un sorriso. Rispondo al sorriso, spostando il mio sguardo su James e Al che mi guardano con sguardo complice.

“Ciao, Lily” mi salutano in coro, continuando a guardarmi con la stessa intesa. Non so a cosa siano riferiti quegli sguardi, so solo che non possono sapere del bambino, quindi posso stare tranquilla.

“Allora io vado da nonna Molly e da nonno Arthur... ci vediamo dopo, d’accordo? Ciao” ci dice mamma, uscendo dalla cucina e salutandoci con uno svelto gesto della mano. Dopo qualche secondo, io e i miei fratelli sentiamo la porta chiudersi con un tonfo. Riporto lo sguardo su di loro e li osservo attentamente.

“Beh, cosa sono i vostri sguardi complici?” gli chiedo, guardandoli direttamente negli occhi e mantenendo il sorriso.

“Sappiamo della situazione che stai passando” mi dice Al, guardandomi con un volto triste. Come fanno a sapere della gravidanza? Chi gliel’ha detto?

“Di cosa stai parlando?” chiedo, cercando di sembrare più calma possibile, senza saltare direttamente alle conclusioni e facendo finta di niente.

“Sappiamo del... bambino” dice James a bassa voce, facendo sparire il mio meraviglioso sorriso dalle labbra. Per un attimo mi sento avvolta da una sensazione di paura. Sono spaventata di quello che ora potrebbero dire e di cosa in seguito diranno i miei genitori e poi di cosa succederà.

“Chi ve l’ha detto?” chiedo, passandomi una mano sui capelli ed abbassando lo sguardo sulle mie mani. Lo sanno solo due persone, quindi o Rose, o Teddy.

“Rose lo ha detto ad Al e lui lo ha detto a me” mi risponde. Grazie mille, Rosie, grazie tante.

“Mi immagino che te l’abbia detto perché tu l’hai supplicata a dirti qualcosa... forse il modo strano in cui mi comporto negli ultimi tempi. Lei non ha saputo resistere al tuo fascino e ti ha raccontato tutto. Bella amica che mi ritrovo, davvero” dico, alterandomi leggermente.

“Lily non fare così. Poi sai che avrai bisogno di noi, perché mamma e papà si arrabbieranno e tu avrai bisogno di alcuni amici che ti stiano accanto” mi dice Al, avvicinandosi a me e guardandomi con i suoi occhi smeraldini che mi ricordano tanto papà. So che i miei genitori si infurieranno ed è per questo che ho paura a dire tutto.

“Me la posso cavare da sola, non ho bisogno di amici” dico freddamente, guardando i loro volti tristi e spenti, “ce la faccio da sola” concludo, alzandomi e portando il mio sguardo sui miei stivali neri.

“Lily, guardami. Avrai bisogno di noi. Avrai bisogno di un aiuto per il bambino. Non diremo niente a mamma e papà. Ma avrai bisogno di noi. Ti staremo accanto, sempre” mi dice James, facendo eco ad Al e facendomi alzare il mio sguardo su di loro. La mia famiglia.

“Non dite niente a nessuno, oltre che a mamma e papà, voglio farlo io quando sarà il momento giusto” dico, rimanendo quasi commossa dalle loro parole.

“Si, puoi contare su di noi. Siamo o non siamo tuoi fratelli in fondo?” dice Al, avvicinandosi a me ed abbracciandomi. Rispondo all’abbraccio, socchiudendo gli occhi e lasciando ad alcune lacrime di fare il loro percorso sul mio volto ed iniziando a singhiozzare come una stupida. Anche James si avvicina e mi stringe a sua volta, abbracciando sia me che Albus.

“Grazie” dico tra i singhiozzi, abbracciandoli più forte, “vi voglio bene”.

“Anche noi te ne vogliamo... e ne vogliamo anche al nostro nipotino” mi rispondono in coro, sciogliendo l’abbraccio e sorridendomi. Sorrido a mia volta, asciugandomi le lacrime e smettendo di singhiozzare.

Questo dolce momento viene interrotto dal suono del campanello. Senza troppi indugi, faccio segno ai miei fratelli che vado ad aprire io e cammino fino alla porta, aprendola e rivelando il mio Teddy Bear.

“Ciao, Ted” dico, osservando attentamente i suoi capelli azzurri che non vedevo da molto tempo. Quand’era più piccolo amava cambiare colore di capelli, soprattutto per far divertire me, ma negli ultimi tempi è come se si fosse un po’ scocciato di essere un metamorfomagus.

“Ciao, Lils” mi saluta, sottolineando l’appellativo che mi ha dato da quando sono nata.

“Perché i tuoi capelli sono azzurri, era da un po’ che non cambiavi colore al solito marrone chiaro. Anche se sei molto inusuale in questo modo, sicuramente non passerai inosservato”.

“Già...” mi dice, facendoli diventare marroni, come sempre, “beh... possiamo parlare? Da soli?” mi chiede, salutando James e Al con un cenno della mano destra che loro ricambiano.

“D’accordo” rispondo semplicemente, “ci vediamo dopo ragazzi” dico, prima di chiudere la porta alle mie spalle e di iniziare a camminare con Ted a mio fianco, “di cosa volevi parlarmi?” gli chiedo, voltandomi verso di lui.

“Beh... di Victoire” mi dice, ricambiando lo sguardo e puntando i suoi occhi castano ombrato dentro i miei marroni tendenti al verde, “io non... io non ce la faccio a lasciarla: è troppo importante per me”.

Quest’ultima frase mi fa stare male e mi fa ripensare al sogno che ho fatto stanotte. Non può essere, mi sta prendendo in giro vero? Penso di no. Mi fermo di botto, guardandolo con i miei occhi lucidi. Lo osservo da dietro il velo di lacrime che si è creato nei miei occhi, cercando di non cedere alla tentazione di ricominciare a piangere come nei giorni scorsi.

“Le hai detto di me e del bambino?” gli chiedo, senza muovermi e rimanendo immobile e inerme.

“Si, ma non ho fatto il tuo nome” mi risponde, prendendomi sotto braccio e cercando di convincermi a iniziare di nuovo a camminare, invano.

“E lei è disposta a continuare ugualmente una relazione con te, vero?” chiedo con una domanda retorica, sbattendo per un paio di volta le palpebre, cercando di far sparire il velo di lacrime, “quindi è così: ci starai accanto mentre sarai sposato con Vic ed avrai una bellissima famiglia con lei, vero?”.

“Lily io sono confuso” mi dice, come se io non lo fossi.

“Non lo sarai mai quanto me. Mi sono anche illusa. Ho sperato che il bacio di ieri sera fosse significato qualcosa per te, ma mi sbagliavo... tu pensi solo a Vic” dico, delusa, lasciando che le lacrime mi solchino il volto e iniziando a camminare verso casa mia.

“Aspetta Lily” mi dice, prendendomi per un braccio e cercando di fermarmi.

“Aspettare cosa? Che tu ricambi quello che io provo per te? Sono un’illusa e tutto questo è un’utopia” mi divincolo e ricomincio a camminare verso casa mia, ma lui mi blocca di nuovo, costringendomi a fermarmi, “cosa vuoi ancora?”.

“Io ti starò vicino”.

“Non me ne importa niente” dico, dandogli uno schiaffo e correndo dentro casa mia, lasciandolo lì da solo con sé stesso. Corro velocemente in cucina e mi butto tra le braccia di Al, il primo dei miei fratelli che trovo.

“Che c’è, Lily? Cos’è successo? Lil?” mi chiede, accarezzandomi i capelli rossi e cercando di farmi smettere di piangere.

“Ho bisogno di due amici, sapete dove posso trovarli?” gli chiedo, stringendolo più forte e cercando di abbozzare un sorriso, invano.

“Che è successo?” mi chiedono in coro. Rompo l’abbraccio e mi siedo, raccontandogli tutto quello che è successo, che il padre del loro nipotino è Ted e di quello che mi ha detto poco fa.

“Per fortuna ho voi su cui contare” dico, rimangiandomi mentalmente la precedente conversazione nella quale non volevo che mi stessero vicino.

“Te l’abbiamo detto: noi ti staremo accanto per sempre” mi dicono, facendomi sciogliere il cuore come la neve al sole. Io amo i miei fratelli, non potrei non farlo. Dopo tutto quello che fanno ora per me, quello che hanno fatto in passato e quello che faranno per me in futuro, come potrei non amarli? Sono la mia famiglia, loro non mi tradiranno mai, non lo faranno mai e mi rimarranno accanto fino a quando ne avrò bisogno. Anzi, mi rimarranno accanto anche quando non vorrò, perché mi vogliono bene e me ne vorranno per sempre. Me ne continuerebbero a volere anche se li tradissi, perché io sono la loro piccola sorellina, la loro piccola Lily, e non permetterebbero a nessuno di farmi male, di ferirmi, non lo permetterebbero mai e io non so come essergli grata. Io li amo e li amerò per sempre. I miei fratelloni, il mio James e il mio Al.

“Sapete che vi voglio bene, vero?” gli chiedo sorridendo e asciugandomi le lacrime che mi sono cadute sul volto. Rispondono al mio sorriso e James mi accarezza una guancia, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Si, lo sappiamo” mi dicono, ridendo e coinvolgendo anche me nella loro risata. Per la prima volta dopo tanto tempo sono felice, anche se, pensare a Ted e a quello che ha fatto, o meglio, quello che non vuole fare, mi fa star male, terribilmente male. Cerco di non pensarci e scuoto la testa, alzandomi.

“Vado da Rose... sapete: deve farsi perdonare. Ciao” gli dico, avvicinandomi a loro e dandogli un bacio sulla guancia, prima di correre fuori di casa.

Quando esco sono sollevata di vedere che Ted se ne sia andato. Beh, infondo, non penso che sarebbe rimasto ad aspettarmi: ha cose più importanti a cui pensare, come Vic. Ripenso alla scenata di poco prima e la sensazione di paura mi invade di nuovo. E se mi toccasse crescere un figlio da sola? E se Ted non volesse più sentir parlare di noi? Basta, Lily, sei troppo paranoica! Smetti di piangerti addosso e non pensarci! Non essere così drammatica! Ora parlo anche da sola... andiamo bene! Senza neanche accorgermene, sono arrivata davanti a casa Weasley. Mi avvicino alla porta di ingresso e suono il campanello, aspettando che qualcuno venga ad aprirmi.

“Ciao, Lily” mi saluta mio cugino Hugo, apparendo da dietro la porta che fino a poco fa era chiusa.

“Ciao, Hugo” rispondo al saluto, fingendo un sorriso.

“Hai pianto?” mi chiede, guardandomi attentamente negli occhi.

“No...” dico, spostando lo sguardo dai suoi occhi scuri all’interno della casa, “volevo parlare con Rose, è in casa?”.

“Si, ma non so se ti vorrà vedere...” mi risponde, “beh, sai... papà ha scoperto della sua relazione con Scorpius Malfoy ed è andato su tutte le furie”.

“La sua relazione con Scorpius...” faccio eco, come se non avessi capito quello che ha appena detto. La mia migliore amica non mi aveva detto niente, assolutamente niente. Io le avevo detto della gravidanza, ma lei non mi aveva detto niente di Scorp. Niente, “voglio vederla”.

“E’ in camera sua e non dire che non ti ho avvertita” mi dice, togliendosi dall’ingresso così da permettermi di entrare nella casa. Salgo le scale e quando arrivo davanti alla porta di camera sua, busso.

“Mamma, non voglio vedere nessuno!” mi urla mia cugina, pensando che io sia zia Herm.

“Non sono zia, sono Lily... posso entrare?” chiedo, sentendo dei rumori dei passi avvicinarsi alla porta. Questa si apre, rivelando una Rose triste con lo sguardo spento.

“Entra, Lil” mi dice, cercando di sorridere e facendomi cenno di mettermi a sedere sul suo letto, “che ci fai qui?”.

“Perché non mi hai detto della tua relazione con Scorp? E perché hai spifferato tutto quello che ti avevo detto sul bambino ad Al?” le chiedo, rimanendo calma e senza alterarmi. Non devo arrabbiarmi anche perché non ci sarebbe un valido motivo per arrabbiarmi. Beh, un valido motivo ci sarebbe, ma è meglio che non mi arrabbi, anche per non peggiorare l’umore di Rose, già sconvolta per la reazione di suo padre. Mi immagino quale sia stata, conoscendo l’odio di zio Ron per i Malfoy.

“Perché non c’è una vera e propria relazione, papà ha frainteso. Siamo solo usciti insieme qualche volta e poi lui e Al sono i miei migliori amici, a parte te, naturalmente” mi risponde, “poi ho detto tutto ad Al perché sai che io e lui non abbiamo segreti... mi dispiace di aver tradito la tua fiducia, perché so che tu ti fidi di me, ma, anche dopo questo errore, rimarrò la tua migliore amica? Infondo avrai bisogno di me quando avrai il bambino e...”.

“... e su di me puoi contare, non dirò niente ai tuoi genitori e bla, bla, bla... tu e i miei fratelli non vi sarete mica messi d’accordo?” chiedo alzando un sopracciglio e guardando la sua espressione della serie ‘non sono stata io’, “a parte che hai detto a mio fratello che sta per diventare zio e a parte che non mi avevi detto niente di Scorp... ti voglio bene, Rosie”.

“Anche io ti voglio bene, Lil” mi dice, avvicinandosi a me ed abbracciandomi. Rispondo all’abbraccio, sentendo che il momento di dire la verità ad i miei genitori si sta avvicinando.

“E poi com’è finita con Scorpius?” chiedo, ridendo, “ti piace vero?”.

“No” dice, diventando rossa come un peperone.

“No, eh?” chiedo, non riuscendo a smettere di ridere.

“No... siamo solo buoni amici”.

“Si... come con Al, vero Rose?”.

“Al? E’ mio cugino e il mio migliore amico... poi a me piace Sco...” lo ha detto, lo ha detto.

“Ti sei tradita con le tue mani cara cugina... ti piace Scorpius!” le dico ridendo e prendendomi una cuscinata in piena faccia, “Ah, è così? Allora...” dico, prendendo il cuscino che mi ha lanciato e rilanciandoglielo contro.

L’unico pensiero che mi rattrista e che non riesco a togliere dalla mia testa è quello che riguarda Ted e quello che ha detto.

 

  
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