My parents’ sons
“Lily, mi dispiace, ma... io amo Vic... e non
ho intenzione di lasciarla a causa tua e di quello che è successo” mi dice con
durezza Ted, facendomi crollare il mondo addosso. I suo occhi marroni ombrato
sono spenti, mentre i suoi capelli, attraverso i quali una volta riuscivo a
leggere il suo umore, sono indecifrabili.
“Ted... io...”
il groppo che ho in gola mi impedisce di parlare, dando sfogo solamente alle
lacrime che iniziano a rigarmi il volto.
“Mi dispiace,
Lils, ma non posso compromettere la felicità mia e di Vic solo per un errore
avvenuto tempo fa” mi continua a dire con la stessa durezza nel tono di voce.
“Quindi...
nostro figlio sarebbe soltanto un errore per te?” chiedo con la bocca impastata
dal pianto, non fermando le lacrime che solcano il mio volto.
“Si, Lils, è
solo un errore... per me”.
“I-Io... io ti
amo, Ted” dico amaramente, non riuscendo neanche a guardarlo in faccia.
“Mi dispiace...
ma io amo Vic...”.
Mi sveglio di
soprassalto, sobbalzando sul letto. L’incubo più brutto che abbia mai fatto,
l’incubo che spero non diventi realtà. Cerco di stabilizzare la mia
respirazione, facendo lunghi e profondi respiri, senza smettere di pensare al
brutto sogno che ho fatto. Sposto lo sguardo sulla sveglia che indica le dieci
e mi alzo prontamente, volenterosa di andare da Ted, sia per chiarire la
faccenda del bacio, sia per sapere della sua rottura con Vic. Sembro sadica,
non è così? Sembro crudele e meschina, soltanto perché guardo la faccenda dalla
mia prospettiva, senza considerare quella di Vic. Infondo non è colpa sua se è
successo tutto questo e se io mi ritrovo in questa situazione. Voglio a tutti i
costi portar via il fidanzato a mia cugina e questo mi fa apparire particolarmente
cattiva. Ma io non lo sono. Adesso ho anche i sensi di colpa e i rimorsi per
quello che ho fatto. Andiamo bene. Poi deve essere lui a scegliere tra me e lei
ed ancora non ho capito quale sarà la sua scelta.
Mi alzo,
scuotendo la testa ed avvicinandomi all’armadio. Scelgo una maglia rosa, un
paio di pantaloncini corti con sotto un paio di calze, stivali neri e giubbotto
marrone. Apro la porta e scendo le scale, dirigendomi in cucina.
“Buongiorno a
tutti” dico, entrando in cucina e sedendomi al solito posto. Osservo James e Al
intenti a fare colazione, mamma a fare qualche incantesimo per lavare i piatti,
mentre papà sarà probabilmente a lavoro.
“Buongiorno,
Lily” risponde mamma al mio saluto, voltandosi verso di me per qualche secondo,
rivolgendomi un sorriso. Rispondo al sorriso, spostando il mio sguardo su James
e Al che mi guardano con sguardo complice.
“Ciao, Lily” mi
salutano in coro, continuando a guardarmi con la stessa intesa. Non so a cosa
siano riferiti quegli sguardi, so solo che non possono sapere del bambino,
quindi posso stare tranquilla.
“Allora io vado
da nonna Molly e da nonno Arthur... ci vediamo dopo, d’accordo? Ciao” ci dice
mamma, uscendo dalla cucina e salutandoci con uno svelto gesto della mano. Dopo
qualche secondo, io e i miei fratelli sentiamo la porta chiudersi con un tonfo.
Riporto lo sguardo su di loro e li osservo attentamente.
“Beh, cosa sono
i vostri sguardi complici?” gli chiedo, guardandoli direttamente negli occhi e
mantenendo il sorriso.
“Sappiamo della
situazione che stai passando” mi dice Al, guardandomi con un volto triste. Come
fanno a sapere della gravidanza? Chi gliel’ha detto?
“Di cosa stai
parlando?” chiedo, cercando di sembrare più calma possibile, senza saltare
direttamente alle conclusioni e facendo finta di niente.
“Sappiamo
del... bambino” dice James a bassa voce, facendo sparire il mio meraviglioso
sorriso dalle labbra. Per un attimo mi sento avvolta da una sensazione di
paura. Sono spaventata di quello che ora potrebbero dire e di cosa in seguito diranno
i miei genitori e poi di cosa succederà.
“Chi ve l’ha
detto?” chiedo, passandomi una mano sui capelli ed abbassando lo sguardo sulle
mie mani. Lo sanno solo due persone, quindi o Rose, o Teddy.
“Rose lo ha
detto ad Al e lui lo ha detto a me” mi risponde. Grazie mille, Rosie, grazie
tante.
“Mi immagino
che te l’abbia detto perché tu l’hai supplicata a dirti qualcosa... forse il
modo strano in cui mi comporto negli ultimi tempi. Lei non ha saputo resistere
al tuo fascino e ti ha raccontato tutto. Bella amica che mi ritrovo, davvero”
dico, alterandomi leggermente.
“Lily non fare
così. Poi sai che avrai bisogno di noi, perché mamma e papà si arrabbieranno e
tu avrai bisogno di alcuni amici che ti stiano accanto” mi dice Al,
avvicinandosi a me e guardandomi con i suoi occhi smeraldini che mi ricordano
tanto papà. So che i miei genitori si infurieranno ed è per questo che ho paura
a dire tutto.
“Me la posso
cavare da sola, non ho bisogno di amici” dico freddamente, guardando i loro
volti tristi e spenti, “ce la faccio da sola” concludo, alzandomi e portando il
mio sguardo sui miei stivali neri.
“Lily,
guardami. Avrai bisogno di noi. Avrai bisogno di un aiuto per il bambino. Non
diremo niente a mamma e papà. Ma avrai bisogno di noi. Ti staremo accanto,
sempre” mi dice James, facendo eco ad Al e facendomi alzare il mio sguardo su
di loro. La mia famiglia.
“Non dite
niente a nessuno, oltre che a mamma e papà, voglio farlo io quando sarà il
momento giusto” dico, rimanendo quasi commossa dalle loro parole.
“Si, puoi
contare su di noi. Siamo o non siamo tuoi fratelli in fondo?” dice Al,
avvicinandosi a me ed abbracciandomi. Rispondo all’abbraccio, socchiudendo gli
occhi e lasciando ad alcune lacrime di fare il loro percorso sul mio volto ed
iniziando a singhiozzare come una stupida. Anche James si avvicina e mi stringe
a sua volta, abbracciando sia me che Albus.
“Grazie” dico
tra i singhiozzi, abbracciandoli più forte, “vi voglio bene”.
“Anche noi te
ne vogliamo... e ne vogliamo anche al nostro nipotino” mi rispondono in coro,
sciogliendo l’abbraccio e sorridendomi. Sorrido a mia volta, asciugandomi le
lacrime e smettendo di singhiozzare.
Questo dolce
momento viene interrotto dal suono del campanello. Senza troppi indugi, faccio
segno ai miei fratelli che vado ad aprire io e cammino fino alla porta,
aprendola e rivelando il mio Teddy Bear.
“Ciao, Ted”
dico, osservando attentamente i suoi capelli azzurri che non vedevo da molto
tempo. Quand’era più piccolo amava cambiare colore di capelli, soprattutto per
far divertire me, ma negli ultimi tempi è come se si fosse un po’ scocciato di
essere un metamorfomagus.
“Ciao, Lils” mi
saluta, sottolineando l’appellativo che mi ha dato da quando sono nata.
“Perché i tuoi
capelli sono azzurri, era da un po’ che non cambiavi colore al solito marrone
chiaro. Anche se sei molto inusuale in questo modo, sicuramente non passerai
inosservato”.
“Già...” mi
dice, facendoli diventare marroni, come sempre, “beh... possiamo parlare? Da
soli?” mi chiede, salutando James e Al con un cenno della mano destra che loro
ricambiano.
“D’accordo”
rispondo semplicemente, “ci vediamo dopo ragazzi” dico, prima di chiudere la
porta alle mie spalle e di iniziare a camminare con Ted a mio fianco, “di cosa
volevi parlarmi?” gli chiedo, voltandomi verso di lui.
“Beh... di
Victoire” mi dice, ricambiando lo sguardo e puntando i suoi occhi castano
ombrato dentro i miei marroni tendenti al verde, “io non... io non ce la faccio
a lasciarla: è troppo importante per me”.
Quest’ultima
frase mi fa stare male e mi fa ripensare al sogno che ho fatto stanotte. Non
può essere, mi sta prendendo in giro vero? Penso di no. Mi fermo di botto,
guardandolo con i miei occhi lucidi. Lo osservo da dietro il velo di lacrime
che si è creato nei miei occhi, cercando di non cedere alla tentazione di
ricominciare a piangere come nei giorni scorsi.
“Le hai detto
di me e del bambino?” gli chiedo, senza muovermi e rimanendo immobile e inerme.
“Si, ma non ho
fatto il tuo nome” mi risponde, prendendomi sotto braccio e cercando di
convincermi a iniziare di nuovo a camminare, invano.
“E lei è
disposta a continuare ugualmente una relazione con te, vero?” chiedo con una
domanda retorica, sbattendo per un paio di volta le palpebre, cercando di far
sparire il velo di lacrime, “quindi è così: ci starai accanto mentre sarai
sposato con Vic ed avrai una bellissima famiglia con lei, vero?”.
“Lily io sono
confuso” mi dice, come se io non lo fossi.
“Non lo sarai
mai quanto me. Mi sono anche illusa. Ho sperato che il bacio di ieri sera fosse
significato qualcosa per te, ma mi sbagliavo... tu pensi solo a Vic” dico,
delusa, lasciando che le lacrime mi solchino il volto e iniziando a camminare
verso casa mia.
“Aspetta Lily”
mi dice, prendendomi per un braccio e cercando di fermarmi.
“Aspettare
cosa? Che tu ricambi quello che io provo per te? Sono un’illusa e tutto questo
è un’utopia” mi divincolo e ricomincio a camminare verso casa mia, ma lui mi
blocca di nuovo, costringendomi a fermarmi, “cosa vuoi ancora?”.
“Io ti starò
vicino”.
“Non me ne
importa niente” dico, dandogli uno schiaffo e correndo dentro casa mia,
lasciandolo lì da solo con sé stesso. Corro velocemente in cucina e mi butto
tra le braccia di Al, il primo dei miei fratelli che trovo.
“Che c’è, Lily?
Cos’è successo? Lil?” mi chiede, accarezzandomi i
capelli rossi e cercando di farmi smettere di piangere.
“Ho bisogno di
due amici, sapete dove posso trovarli?” gli chiedo, stringendolo più forte e
cercando di abbozzare un sorriso, invano.
“Che è
successo?” mi chiedono in coro. Rompo l’abbraccio e mi siedo, raccontandogli
tutto quello che è successo, che il padre del loro nipotino è Ted e di quello
che mi ha detto poco fa.
“Per fortuna ho
voi su cui contare” dico, rimangiandomi mentalmente la precedente conversazione
nella quale non volevo che mi stessero vicino.
“Te l’abbiamo
detto: noi ti staremo accanto per sempre” mi dicono, facendomi sciogliere il
cuore come la neve al sole. Io amo i miei fratelli, non potrei non farlo. Dopo
tutto quello che fanno ora per me, quello che hanno fatto in passato e quello
che faranno per me in futuro, come potrei non amarli? Sono la mia famiglia,
loro non mi tradiranno mai, non lo faranno mai e mi rimarranno accanto fino a
quando ne avrò bisogno. Anzi, mi rimarranno accanto anche quando non vorrò,
perché mi vogliono bene e me ne vorranno per sempre. Me ne continuerebbero a
volere anche se li tradissi, perché io sono la loro piccola sorellina, la loro
piccola Lily, e non permetterebbero a nessuno di farmi male, di ferirmi, non lo
permetterebbero mai e io non so come essergli grata. Io li amo e li amerò per
sempre. I miei fratelloni, il mio James e il mio Al.
“Sapete che vi
voglio bene, vero?” gli chiedo sorridendo e asciugandomi le lacrime che mi sono
cadute sul volto. Rispondono al mio sorriso e James mi accarezza una guancia,
portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Si, lo
sappiamo” mi dicono, ridendo e coinvolgendo anche me nella loro risata. Per la
prima volta dopo tanto tempo sono felice, anche se, pensare a Ted e a quello
che ha fatto, o meglio, quello che non vuole fare, mi fa star male,
terribilmente male. Cerco di non pensarci e scuoto la testa, alzandomi.
“Vado da
Rose... sapete: deve farsi perdonare. Ciao” gli dico, avvicinandomi a loro e
dandogli un bacio sulla guancia, prima di correre fuori di casa.
Quando esco
sono sollevata di vedere che Ted se ne sia andato. Beh, infondo, non penso che
sarebbe rimasto ad aspettarmi: ha cose più importanti a cui pensare, come Vic.
Ripenso alla scenata di poco prima e la sensazione di paura mi invade di nuovo.
E se mi toccasse crescere un figlio da sola? E se Ted non volesse più sentir
parlare di noi? Basta, Lily, sei troppo paranoica! Smetti di piangerti addosso
e non pensarci! Non essere così drammatica! Ora parlo anche da sola... andiamo
bene! Senza neanche accorgermene, sono arrivata davanti a casa Weasley. Mi
avvicino alla porta di ingresso e suono il campanello, aspettando che qualcuno
venga ad aprirmi.
“Ciao, Lily” mi
saluta mio cugino Hugo, apparendo da dietro la porta che fino a poco fa era
chiusa.
“Ciao, Hugo”
rispondo al saluto, fingendo un sorriso.
“Hai pianto?”
mi chiede, guardandomi attentamente negli occhi.
“No...” dico,
spostando lo sguardo dai suoi occhi scuri all’interno della casa, “volevo
parlare con Rose, è in casa?”.
“Si, ma non so
se ti vorrà vedere...” mi risponde, “beh, sai... papà ha scoperto della sua
relazione con Scorpius Malfoy ed è andato su tutte le furie”.
“La sua
relazione con Scorpius...” faccio eco, come se non avessi capito quello che ha
appena detto. La mia migliore amica non mi aveva detto niente, assolutamente
niente. Io le avevo detto della gravidanza, ma lei non mi aveva detto niente di
Scorp. Niente, “voglio vederla”.
“E’ in camera
sua e non dire che non ti ho avvertita” mi dice, togliendosi dall’ingresso così
da permettermi di entrare nella casa. Salgo le scale e quando arrivo davanti
alla porta di camera sua, busso.
“Mamma, non
voglio vedere nessuno!” mi urla mia cugina, pensando che io sia zia Herm.
“Non sono zia,
sono Lily... posso entrare?” chiedo, sentendo dei rumori dei passi avvicinarsi
alla porta. Questa si apre, rivelando una Rose triste con lo sguardo spento.
“Entra, Lil” mi dice, cercando di sorridere e facendomi cenno di
mettermi a sedere sul suo letto, “che ci fai qui?”.
“Perché non mi
hai detto della tua relazione con Scorp? E perché hai spifferato tutto quello
che ti avevo detto sul bambino ad Al?” le chiedo, rimanendo calma e senza
alterarmi. Non devo arrabbiarmi anche perché non ci sarebbe un valido motivo
per arrabbiarmi. Beh, un valido motivo ci sarebbe, ma è meglio che non mi
arrabbi, anche per non peggiorare l’umore di Rose, già sconvolta per la
reazione di suo padre. Mi immagino quale sia stata, conoscendo l’odio di zio
Ron per i Malfoy.
“Perché non c’è
una vera e propria relazione, papà ha frainteso. Siamo solo usciti insieme
qualche volta e poi lui e Al sono i miei migliori amici, a parte te,
naturalmente” mi risponde, “poi ho detto tutto ad Al perché sai che io e lui
non abbiamo segreti... mi dispiace di aver tradito la tua fiducia, perché so
che tu ti fidi di me, ma, anche dopo questo errore, rimarrò la tua migliore
amica? Infondo avrai bisogno di me quando avrai il bambino e...”.
“... e su di me
puoi contare, non dirò niente ai tuoi genitori e bla,
bla, bla... tu e i miei
fratelli non vi sarete mica messi d’accordo?” chiedo alzando un sopracciglio e
guardando la sua espressione della serie ‘non sono stata io’, “a parte che hai
detto a mio fratello che sta per diventare zio e a parte che non mi avevi detto
niente di Scorp... ti voglio bene, Rosie”.
“Anche io ti
voglio bene, Lil” mi dice, avvicinandosi a me ed
abbracciandomi. Rispondo all’abbraccio, sentendo che il momento di dire la
verità ad i miei genitori si sta avvicinando.
“E poi com’è
finita con Scorpius?” chiedo, ridendo, “ti piace vero?”.
“No” dice,
diventando rossa come un peperone.
“No, eh?”
chiedo, non riuscendo a smettere di ridere.
“No... siamo
solo buoni amici”.
“Si... come con
Al, vero Rose?”.
“Al? E’ mio
cugino e il mio migliore amico... poi a me piace Sco...”
lo ha detto, lo ha detto.
“Ti sei tradita
con le tue mani cara cugina... ti piace Scorpius!” le dico ridendo e
prendendomi una cuscinata in piena faccia, “Ah, è così? Allora...” dico, prendendo
il cuscino che mi ha lanciato e rilanciandoglielo contro.
L’unico
pensiero che mi rattrista e che non riesco a togliere dalla mia testa è quello
che riguarda Ted e quello che ha detto.