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Autore: x Naraku x    16/06/2010    4 recensioni
Nel silenzio di una notte col cielo scosso da lampi e tuoni incessanti, soltanto il rumore della pioggia che colpisce la terra come una cascata di sassi e che sferza il mio viso freddo come mille schiaffi, riesco ad udire...
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DA LEGGERE PRIMA DI QUANTO SEGUE: Buonasera ^^ la fanfiction (se così la possiamo definire) che segue, non vuole essere altro che un mio personalissimo quanto forse inutile sfogo (neanche poi così tanto, dato che per servirmi, mi è servita XD). E' da quando mi sono svegliata questa mattina che sono un po' giù e con le palle che girano alla velocità della luce. Non state tanto ad angosciarvi nè a chiedervi perchè... centra il fatto che domani ci sono i quadri a scuola e sono un po' preoccupata per le mie sorti. Ovviamente non è l'unico motivo, ma non me ne tiene di riportare qui quello che sarebbe un inutile sproloquio, per cui affido alla scrittura la mia rabbia, poichè questo dono è tanto incline a farmela passare ^^. Non ha pretesa alcuna, non è niente di che ed è scritta du getto, potrebbe essere brutta e sconclusionata, ma a me non importa. E' stato il mio sfogo, e tanto mi basta. Ho affidato la mia rabbia a Ruki, a colui su cui si riversano meglio i miei sentimenti. Non vorrei mai che provasse la rabbia che ho espresso a seguire, tantomeno vorrei mai vederlo triste. Vorrei che il suo viso fosse sempre costellato da splendenti sorrisi... ma se proprio dovevo scegliere di traslare i miei pensieri su qualcuno, allora ho deciso che doveva essere lui. L'altra persona a cui faccio riferimento non è specificata, per cui scegliete voi la persona che più vi fa piacere, ok? ^^ Buona lettura... e non vi preoccupate che domani starò già meglio. E se non domani, dopo domani sicuro ^^ Alexiel non resta mai triste a lungo. Alla prossima!


• Blind ANGER • x • RABBIA cieca •

Una parola di troppo... a volte basta davvero poco per sprigionare una tempesta nell'anima di una persona.

Sentimenti negativi che si accumulano, sensazioni spiacevoli che si raccolgono alla bocca dello stomaco, si raggruppano come una processione che in realtà non ha meta.

Vorresti vomitare, sputare fuori tutto e far cessare il dolore in un conato di pallido e schifoso bille.
Ma di fatto non è possibile, anche se mi schizzassero fuori dallo stomaco le budella, probabilmente non basterebbe a far smettere queste voragini che si aprono e si chiudono come un buco nero pronto a risucchiare tutta la positività di una persona, lasciando fuori solo il marcio. Solo quella fottuta rabbia che ti arpiona e ti stringe dal profondo, quell'ammasso di merda che non ti lascerà mai, se non dopo sfoghi, lacrime e urla gridate al vento.

Nel silenzio di una notte col cielo scosso da lampi e tuoni incessanti, soltanto il rumore della pioggia che colpisce la terra come una cascata di sassi e che sferza il mio viso freddo come mille schiaffi, riesco ad udire...

Le macchine che mi passano accanto oltre il marciapiede non destano in me alcuna intenzione, le luci della città che tanto amo mi risultano persino insulse.
Il cielo nero come il carbone privo di ogni piccolissima stella, sembra indicarmi, accusarmi e giudicarmi.
Ma non lo ascolterò, non lascerò che lanci su di me la sua condanna.
Non è colpa mia, se a volte il mondo fraintende... se la vita non aspetta altro che di vederti piegato a novanta per poterti fottere a suo piacimento.
Non è colpa mia, se in questo momento ho tanta ira in corpo che qualsiasi sfogo mi risulterebbe vano.

Mi volto rabbiosamente verso il primo muro che mi trovo davanti, lo colpisco ripetutamente con il pugno destro fino a farmi male, a lacerarmi la pelle contro la gelida pietra... fino al momento in cui le mie lacrime si confondono con la pioggia che mi scivola sul viso, e le mie grida con il forte ululato del vento.

Quando mi fermo, tutto mi sembra ancora più insensato.
Mi sento meglio? No... ho solo dato un orribile spettacolo di me e non ho fatto altro che aggiungere il dolore fisico a quello mentale, interiore. Mi chiedo perchè a volte noi esseri umani sappiamo essere così stupidi.

Sospiro pesantemente, trascinandomi via da quel posto e infilando le mani nelle tasche bagnate del cappotto.
Improvvisamente, come un'illuminazione divina, come uno di quei fulmini che squarciano il cielo, mi vedo davanti il tuo viso...

Corro... corro come un dannato, scansando le poche persone e le auto per attraversare gli incroci.
Mi fermo solo quando finalmente giungo davanti al tuo palazzo... che sciocco che sono, probabilmente a quest'ora starai già dormendo... ma alzando la testa, mi accorgo che la luce della tua camera è accesa.
Busso e quando vieni ad aprirmi, finalmente riesco a sorridere.
Avrei dovuto venire qui fin dall'inizio...

"Cosa ci fai qui, tutto bagnato? Mio dio Taka, cos'hai fatto alla mano?"
"Nulla..." ti guardo mentre mi tiri dentro per un braccio e mi togli il cappotto fradicio. "Sono solo molto stupido..."
Non mi rispondi. Il tuo sguardo pieno d'amore mi dice tutto.
Mi capiresti anche solo con un mio respiro.
"Vieni qui, amore mio... vieni con me" mi porti in camera tua, fregandotene se spargo acqua su tutto il pavimento e mi fai sedere sul letto. Mi baci la mano ferita e mi sussurri dolcemente che la curerai.
Ma ora qui con te mi sento già meglio.

Ti accarezzo i capelli, il viso... ti abbraccio e ricomincio a piangere come un bambino.
Tu non chiedi... ascolti, mi coccoli e mi culli fino a svuotare il mio stomaco dalla rabbia cieca che conteneva e riempi il mio cuore di sola gioia.

Ti guardo negli occhi e mi ci perdo...
"Ti amo, lo sai amore?"
"Anche io ti amo" mi sorridi, mi baci e tutto mi sembra improvvisamente più chiaro e leggero.

Basta poco a sprigionare una tempesta nell'anima di una persona... ma ancor meno per asciugarla e farvi ritornare a splendere il sole.

Grazie mille, amore mio bellissimo...
  
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