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Autore: Mokochan    16/06/2010    5 recensioni
[Dedicata a Mayumi!^^]
Si chiamava Sakura, proprio come i Fiori di Ciliegio, ma questo lei ancora non lo sapeva né poteva interessarle - la sua bambola,
Mayumi, era qualcosa di più importante di un nome, il centro della sua attenzione spesso eccessiva.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAP10

Lacrime per una bambola


Due occhioni verdi erano intenti a scrutare la piccola stanza ricolma di giocattoli, sedie e bambini urlanti in cui si trovavano; aleggiava un’aura allegra fra quelle quattro mura, colorate d’arancione, verde e blu, dove tutti sorridevano: erano l’immagine pura della vitalità.
La proprietaria di quegli occhi verdi era una bambina di quattro anni dai capelli rosa e il viso lievemente paffuto
che tendeva a gonfiarsi dolcemente ogni qualvolta la bimba subiva un’offesa. Si chiamava Sakura, proprio come i Fiori di Ciliegio, ma questo lei ancora non lo sapeva né poteva interessarle  la sua bambola, Mayumi, era qualcosa di più importante di un nome, il centro della sua attenzione spesso eccessiva.
Si arrabbiava sempre quando qualcuno la toccava, soprattutto tendeva a bisticciare con Ino, la sua amica del cuore, e a picchiare con le piccole manine Naruto, il bambino dagli occhi azzurri che, da quando era nella sala dei giochi con lei, non faceva altro che starle continuamente addosso, scatenando le sue ire.


Proprio durante uno di questi litigi, la sua maestra, Kurenai, la prese in braccio per calmarla e la portò accanto ad un altro bambino che Sakura, in effetti, non aveva mai visto.
“Questo è Sasuke. Trattalo bene, mi raccomando!” disse la maestra, perentoria.
Seduta in quel nuovo posto, Sakura guardava con interesse il bimbo che le stava davanti, Mayumi fra le braccia e gli occhioni spalancati.
Passò una decina di minuti a fissarlo, poi, quando Sasuke le lanciò un’occhiataccia non proprio rasserenante, decise di allungare una manina per toccarlo; era il suo modo di salutare il nuovo arrivato.
Il bimbo guardò con disinteresse la sua mano e la scacciò.
Sakura, allora, gonfiò le guance e abbassò gli occhi sul pavimento morbido, angosciata da quel gesto scortese.
Voleva fare amicizia con Sasuke, però questi l’aveva appena trattata male e non ne voleva sapere di legare con lei.
Alzò di nuovo lo sguardo in sua direzione, gli occhi lucidi e arrabbiati, mentre Sasuke aveva iniziato a mangiare la propria merendina in un ostinato silenzio, deciso a ignorare la sua presenza 
anche se, qualche volta, la guardava per vedere cosa faceva e alzava gli occhi al soffitto quando la beccava a fissarlo.


Sakura strinse con forza la manine attorno al corpicino di plastica di Mayumi e la guardò intensamente, iniziando ad accarezzarle amorevole la testa.
Poi un pallone le venne lanciato contro: sussultò per la sorpresa mentre la bambola le sfuggì dalle mani, andando a sbattere contro la parete alle sua sinistra.
La bimba si guardò attorno con aria sconvolta, in cerca del colpevole, e vide Naruto con le mani dietro la schiena, imbarazzato, proprio accanto alla cesta dei palloni da calcio.
E capì che era lui il bambino cattivo che l’aveva spaventata a morte.
Allora prese il pallone che il biondo le aveva scagliato contro e con tutta la forza che aveva glielo lanciò, colpendolo in faccia.  Naruto lanciò un urletto e si mise una mano sulla guancia, imbronciato e offeso.
Poi una risata.
Sakura si voltò e incrociò gli occhi neri di Sasuke.
Sorrideva.
La bimba arrossì piano piano e ricambiò il sorriso, poi si ricordò di Mayumi e si alzò malamente in piedi per recuperarla. Quando la raggiunse, la trovò completamente a pezzi, con la testa separata dal corpo e priva di un braccio.
Naruto Uzumaki aveva ucciso la sua bambola. Naruto era cattivo, pensava Sakura.
Sentì un fastidioso bruciore agli occhi e infine, dopo qualche secondo, scoppiò in lacrime, disperata.
Aveva perso la sua graziosa bambolina e non avrebbe più potuto giocarci né bere il tè con lei o vestirla.
Era morta e nessuno poteva restituirgliela.  
Rimase ferma davanti a Mayumi per una buona mezz’ora, finché non arrivò la maestra e la portò via da lì - dal luogo del delitto.



Si ritrovò di nuovo con Sasuke, ma non lo degnò della minima attenzione; si sedette in un angolo, nascondendo il viso sulle gambe e trattenendo a malapena le lacrime.
Nulla avrebbe potuto consolarla, nemmeno le attenzioni della maestra o le coccole della sua mamma, perché nessuna di loro due avrebbe potuto ridarle la sua Mayumi.
Come avrebbe fatto a sopravvivere senza la sua bambola? Come avrebbe passato le giornate?
Improvvisamente un’ombra calò su di lei e quando alzò il capo, Sakura spalancò gli occhi verdi, stupita: Sasuke le porgeva una merendina e guardava da un’altra parte, imbarazzato e scocciato insieme
  quasi fosse stato costretto a compiere quell’azione buona.
Ci pensò un attimo, la bimba, poi afferrò timidamente la merendina e sorrise a Sasuke, che arrossì e borbottò qualcosa sottovoce.
Sakura addentò la sua merenda e guardò di sottecchi il suo nuovo compagno di giochi, con l’impressione che a Mayumi non sarebbe dispiaciuto rimanere solo un piacevole ricordo.




   
 
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