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Autore: Shainareth    16/06/2010    4 recensioni
[Dragon Age: Origins] Brevi frammenti di vita del Custode Grigio Nimue Surana, antecedenti al suo incontro con Duncan e la partenza per Ostagar.
Attenzione: questa raccolta contiene anche alcune informazioni sui due romanzi di David Gaider, sceneggiatore del videogioco, e analizza determinati personaggi della cosiddetta Mage Origin.
Mi riservo di alzare il rating nel qual caso le prossime shot lo richiedessero.
01. Condivisione
02. Re
03. Proposta
04. Tormento
05. Forbici
06. Incontro
07. Incubi
08. Dicotomia
09. Fuoco
10. Separazione
11. Testamento
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nimue Surana'
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PROPOSTA




Eadric prese coraggio. «Mi chiedevo… se ti andasse di stare un po’ con me.»

   «Jowan mi ha chiesto di aiutarlo a ripassare quell’incantesimo che oggi non è proprio riuscito a fare durante l’ultima ora di lezione», gli fece sapere lei, riponendo uno dei volumi che portava fra le braccia in uno degli scaffali della biblioteca.

   Il giovane non si perse d’animo. Spostò il peso del corpo da un piede all’altro e, spolverandosi la tunica scura con il dorso delle dita, sorrise. «E non puoi rimandare a più tardi?», le chiese, ammiccando per farle capire dove volesse andare a parare.

   Nel chiuso mondo dei maghi, era piuttosto usuale farsi compagnia a vicenda senza necessariamente ritrovarsi coinvolti in una relazione di tipo amoroso, tanto che, fuori dalle mura di un Circolo, la prima reazione che aveva la gente che si imbatteva in questo genere di proposte era quella di sbigottimento. C’era ovviamente chi se ne approfittava subito, specie se la profferta veniva da una bella signora o da una ragazza, ma c’era anche chi rimaneva profondamente turbato da tali atteggiamenti, ritenuti spesso persino più audaci e spregiudicati di quelli delle donne di strada. A Kinloch Hold, però, situazioni del genere rientravano nell’assoluta normalità, e nessuno avrebbe mai gridato allo scandalo.

   Il problema di Eadric, tuttavia, era che aveva fatto un grosso, grossissimo errore, puntando la persona sbagliata per poter sfogare i propri istinti.

   «Ormai ho promesso», disse infatti Nimue, molto più interessata a leggere il titolo sbiadito del manoscritto che aveva tra le mani che ai segnali che l’altro le mandava. Non che la fanciulla cercasse di liberarsi di lui in modo cosciente. «Secondo te questa è una E o una F

   Sospirando, il giovane si curvò su di lei per dare uno sguardo. «Forse una F», rispose. «Il punto è che tra elfi ci si intende meglio, non credi?», continuò poi nel suo discorso, provando a risvegliare la sua attenzione.

   Lei scosse le spalle. «Dipende dal carattere della gente. La razza non c’entra nulla.»

   Di certo, si convinse Eadric erroneamente, Nimue era una piuttosto complicata. Gli era già capitato con un’altra ragazza di avere difficoltà nel convincerla ad appartarsi un po’ con lui, perciò decise di non disperare ed allungò una mano per intrappolare la punta della sua treccia fra pollice ed indice, iniziando a giocherellarci. «Davvero non ti va?», domandò in modo più sfacciato, mentre la sua compagna arrestava le proprie azioni per non farsi strappare via i capelli. Benché quel contatto la mettesse a disagio, tra loro due c’erano sempre stati buoni rapporti, anche perché con lei Eadric si comportava bene, mostrandosi amichevole e gentile. Se però Jowan o Winifred erano presenti, il giovane mutava atteggiamento, specialmente nei confronti di questi ultimi. Nimue sospettava che avesse qualche problema con gli umani. «Ci metteremo poco. O magari tanto. Dipende da te», proseguì lui, cercando di stuzzicare la sua fantasia.

   A quel punto la fanciulla perse la pazienza. «Ma a far cosa?»

   Quella domanda rimase sospesa nell’aria, ed Eadric lasciò la presa sulla sua chioma, scrutando l’altra apprendista con espressione assai perplessa. Davvero non aveva capito? O era solo un pretesto per fargli intuire che non era interessata? E se non lo era, perché non dirlo chiaramente? Se lo era, perché non mandare al diavolo quell’umano e seguire invece lui?

   «Conosco un posto piuttosto appartato, al terzo piano», provò allora a spiegarle con un sorriso stentato. «Io ci vado spesso.»

   Nimue si morse nervosamente l’interno della bocca, non avendo la più pallida idea di cosa passasse per la testa del compagno più anziano. Quell’informazione doveva forse interessarle? «Ah, sì?», mormorò. «Fico.»

   Eadric si umettò le labbra con la punta della lingua. «Quindi, se ti va, possiamo andare lì.»

   Lei si portò una mano alla fronte, scostando la frangia dagli occhi tanto per avere qualcosa da fare e per apparire naturale. «Intendi con Jowan?» Dopotutto provare incantesimi in luoghi affollati poteva risultare pericoloso. Se si riferiva a quello.

   L’altro sbiancò. «No!», esclamò a voce alta, facendo voltare gli altri apprendisti che, sparpagliati attorno ai vari tavoli della grande biblioteca, erano impegnati in ricerche di vario genere. Alcuni reclamarono il silenzio. Eadric si schiarì la gola ed abbassò il tono. «Perché deve esserci Jowan?»

   «Perché è il mio migliore amico», fu l’ovvia risposta che ricevette.

   Non sapendo cosa diamine pensare di tutta quella storia, su di lui l’ebbe vinta una morbosa curiosità: «Sei abituata a farlo con lui?»

   Di nuovo Nimue fece spallucce. «Quando ha bisogno, sì.»

   «Anche insieme ad altri?»

   «Se capita.»

   Appresa quella tragica confessione, Eadric ci mise un attimo per immagazzinarla a dovere – attimo che passò appoggiandosi alla mensola di una libreria. «Capisco», biascicò fiaccamente. «L’idea non mi attira per niente.»

   Lei aggrottò le sopracciglia, continuando a non seguire i suoi ragionamenti. «Quindi?»

   Il giovane ci pensò su. Non che Nimue gli piacesse particolarmente, ma verso gli umani provava un sentimento ostile. Oltretutto di elfi femmina all’interno del Circolo ce n’erano davvero pochi, e ancor meno erano quelli che potessero andar bene per età. Cosa doveva fare? Rinunciare o accettare l’idea di assecondare i fantasiosi e discutibili capricci di quella ragazzina?

   Scorse Jowan varcare la soglia della biblioteca ed aggirarsi fra tavoli e scaffali con la sua andatura assai sgraziata – rispetto a quella degli elfi – e quella visione diede risposta alla voce della sua coscienza: non ce l’avrebbe mai fatta a sopportarlo.

   «Senti, mi sono ricordato che avevo già un impegno. Facciamo un’altra volta?»

   Nimue lo fissò sempre più confusa. «Oh… Sì, va bene», farfugliò, lieta per lo meno di mettere fine a quella stramba conversazione.

   «Allora ci vediamo in giro», la salutò Eadric, quasi scappando nella direzione opposta a quella dalla quale proveniva Jowan.

   Quest’ultimo si avvicinò alla compagna, seguendo con gli occhi la fuga del giovane. «Aveva fretta?»

   «Può darsi…» Accortosi del carico di libri che pesavano fra le braccia dell’amica, li prese, sistemandoli però alla rinfusa nel primo spazio libero che trovò negli scaffali. «No!», protestò Nimue, dandogli uno schiaffo su una spalla. «Li stavo rimettendo in ordine!»

   «Chi vuoi che se ne accorga?», la derise affettuosamente Jowan. «E comunque almeno così terremo impegnati gli Adepti della Calma, che, rassettandoli, potranno vivere un’emozionante avventura.»

   «Sei un vero cretino», gli inveì stancamente contro la ragazza, lasciando perdere. Ne aveva abbastanza di discutere con i pazzi per quel giorno.

   «Allora, andiamo?»

   «Sì, ma prima ti spiace se raggiungiamo Eadric? Mi sono dimenticata di chiedergli dov’è quel posto appartato di cui mi stava parlando poco fa.»

   Jowan la fissò stranito. «Un posto appartato?»

   «Mi ha detto che è al terzo piano, lui ci va spesso.»

   Si allisciò il mento con fare pensoso, osservando l’elfo con le palpebre socchiuse. «Ti aveva invitata lì?»

   Nimue annuì. «Per provare in modo sicuro gli incantesimi», gli rivelò. «Almeno credo», aggiunse in un sussurro.

   L’altro ruotò le pupille al cielo e le passò un braccio dietro le spalle, guidandola lentamente fuori dalla biblioteca. «Vieni. Dobbiamo fare due chiacchiere. Può darsi che oggi sia io a spiegare qualcosa a te, anziché il contrario.»













Ecco (anche) perché Nimue è uscita intonsa da quel posto. Ora, le cose sono due: o scoraggiava tutti quelli che l'avvicinavano, anche chi poteva vagamente interessarle, oppure Eadric aveva sparso la voce sulle sue strane fantasie, e la nomea di Nimue era peggiore di quella delle altre maghe. XD Poverina... E povero Alistair! O_O;
Va beh, va beh, sono cose che capitano...
Dunque, vi informo che ho già scritto anche la quarta shot, e che sono andata un po' avanti con la long, quindi è probabile che per domenica io riesca ad aggiornare. Lo spero, per lo meno. Una cosa è certa: ODIO Orzammar. +_+
Grazie a tutti i lettori, ai recensori e a coloro che hanno inserito questa raccolta fra le storie preferite o fra quelle seguite. ^^
Shainareth





  
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