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Autore: Charlene    17/06/2010    14 recensioni
"Una facciata può benissimo essere solo una facciata. Sia che l'apparenza sia positiva, che negativa. Basta saper guardare." Kei è un galeotto tirato fuori di prigione dal padre di qualcuno che conosciamo... e da lì inizierà una nuova vita in un liceo esattamente del tipo che lui detesta. Se la caverà? E il resto lo saprete leggendo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Rei Kon, Takao Kinomiya, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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QUATTORDICESIMO CAPITOLO

Alle sei del mattino iniziò a suonare una sorta di allarme, e molti quasi caddero da letto per lo spavento. Il rumore era acuto e penetrante.
-Ma che cazzo...- sbottò Zane tirandosi su e tenendosi le tempie-
-Che diavolo è?! Starà andando a fuoco qualcosa.- convenne Seto, sempre lucido anche appena sveglio.
Kei, con la testa sotto al cuscino, diede loro la risposta: -È la sveglia...- bofonchiò, ancora mezzo addormentato.
-La sveglia?! Ma sono fuori di testa!- protestò Zane sconcertato.
Anche volendo, continuare a dormire sarebbe stato impossibile, così Seto e Zane si alzarono. Kei invece rimase coricato, mentre quel maledetto suono gli faceva scoppiare la testa. Non solo per il potere che aveva di distruggere i timpani, ma soprattutto per ciò che evocava nella sua mente.
Notti in cui aveva preso sonno alle cinque e mezza, per poi doversi trascinare giù da letto mezz'ora dopo e andare a farsi martoriare. Mattine d'inferno dove anche il semplice alzarsi era un'impresa, con dei tagli ancora aperti sulla schiena dovuti a qualche punizione di cui non si ricordava nemmeno il motivo...
-Ehi, meglio se ti alzi o Crawford ti ucciderà.- sbottò Zane dando un colpo al cuscino.
Kei trasalì, tenendo il cuscino sulle orecchie: -Cristo, fatelo smettere...- ringhiò.
-Non può durare più di tanto...- intervenne Seto lanciando il suo cuscino a Kei, che lo aggiunse al suo per ovattare di più il rumore. Avrebbe dovuto ringraziarlo, ma ovviamente non lo fece.
Dopo qualche straziante minuto finalmente piombò il silenzio, e Kei si sollevò dal letto.
-Che ore sono?- chiese.
Seto prese il cellulare: -Sono le sei...-
-È prestissimo.- si lamentò Zane.
-Cosa dobbiamo fare?- chiese Kei ancora stordito.
Kaiba prese dei vestiti dalla valigia: -Ci iniziamo a preparare, poi andiamo a chiedere a Crawford qual'è il programma.- stabilì, entrando in bagno per cambiarsi.
Kei e Zane rimasero da soli, il primo appoggiato appena sotto la finestra con le sbarre, l'altro seduto sul bordo del letto.
-Tu sei un elemento strano...- ruppe il ghiaccio Zane dopo qualche minuto, attirandosi lo sguardo incuriosito dell'altro, che però non disse nulla.
-Però credo di riuscire a distinguere la tua stranezza... da quello che sei da quando siamo arrivati qui.- era una frase contorta, ma Kei capì fin troppo bene cosa voleva dire.
-Mh.- rispose, sempre molto esauriente.
-Comunque... cerca di calmarti, ce ne stiamo per andare.-

Già. Stavano per andarsene, avrebbe archiviato tutto e non ci avrebbe più pensato. Ma non ci credeva nemmeno lui. Come avrebbe fatto a dimenticarsi di Yuri? O della questione in sospeso con Vorkov? Aveva un presentimento terrificante, tanto che preferì non congetturare nulla.
Kaiba rientrò nella stanza pochi minuti dopo, già pronto.
-Vado a cercare Crawford.- disse, per poi uscire dalla porta che dava sul corridoio.
Cercò di ricordarsi dove fossero le stanze dei professori. Incrociò più volte delle guardie, che aveva trovato da subito davvero strane. E oltre a questo, avevano in comune lo sguardo omicida. Per non parlare delle facce dei ragazzi. Alcuni emanavano cattiveria, altri sembravano anime distrutte.
Dopo poco la zona si fece sempre più deserta, finchè non ebbe la fortuna di scorgere a distanza Crawford e la Kanagi che parlavano fuori dalle loro stanze, e li raggiunse.
-Ce ne andiamo allora?- chiese.
-Buongiorno Kaiba. L'autista è riuscito a contattare l'agenzia, un paio d'ore e andremo via da qui...- annunciò lei. Si vedeva che era stanca e decisamente poco a suo agio. Il viaggio era partito col piede sbagliato.
-Hiwatari è in stanza con te?- chiese invece Crawford.
-Sì. Perche?-
-Non perdetelo di vista.-
Ovviamente fu una raccomandazione utile come un frigorifero in Alaska, dato che Kei ci mise ben poco a prepararsi e andarsene dalla sua stanza, ignorando Zane.
Doveva trovare un modo per tirare fuori Yuri da lì. Gli sarebbe dovuta venire un'idea tremendamente geniale, visto che paradossalmente il posto di Yuri, legalmente, era quello.

Non gliene venne nemmeno una, invece. Dopo due ore il pullman era arrivato, e Kei era pallido in modo impressionante. Boris gli si avvicinò, mentre si raccoglievano nell'atrio pronti a partire.
-Kei... sembri un morto.-
-Stai zitto.-
-Va tutto bene?-
L'altro non lo guardò nemmeno. -No.-
-Non puoi fare niente per lui. Mettitelo in testa.-
Kei finalmente alzò lo sguardo:
-Ah. Non mi interessa se a te non importa niente di lui. Evita di farmi discorsi del genere.- ringhiò.
-Piantala. Stai dicendo stronzate. Sono solo più realista di te, a quanto pare.-
-Lasciami in pace.- concluse Kei rallentava il passo per allontanarsi da Boris.
-Fai come vuoi.-
-Ci siamo tutti?- li interruppe la Kanagi contando i suoi alunnni, e constatando che non ne aveva ancora perso nessuno.

Vorkov si avvicinò assieme a tre guardie, con un sorriso più che falso.
-Grazie ancora, signor Vorkov.- disse Mara stringendogli la mano.
-Di niente. Buona fortuna.-
Kei ebbe un conato, che trattenne davvero per poco. Non poteva vederlo. Era qualcosa di patologico ed incontrollabile.
Cercò di superarli senza farsi notare, ma lo sguardo di Vorkov si posò inevitabilmente su di lui. Così, dopo che i due professori si furono allontanati verso il portone, ne aprofittò per salutarlo.
-Arrivederci, Kei-
Lo ignorò. Almeno, tentò di farlo. E non ebbe molto successo.
-Non so cosa diavolo tu abbia in mente. Ma ti giuro che me la pagherai per tutto. TUTTO.- ringhiò, voltandosi.
-Sono curioso di sapere come farai. A me sembri, uhm... con le spalle al muro, come minimo. Ora goditi la tua gita. Ci vedremo presto, non preoccuparti.-
-Cos'hai in mente? Dimmelo! Non puoi fare nulla!-
-Credo che tu ci possa tranquillamente arrivare da solo, Kei... ad ogni modo non ci vorrà molto-
Il ragazzo fece per rispondere, anzi, per urlargli contro ogni insulto che conosceva, ma una mano sulla spalla lo bloccò, e il viso preoccupato della Kanagi fu come un'oasi del deserto.
-Kei, manchi solo tu. Non vorrai rimanertene qui, vero? Dai, andiamo.-

Rimase comunque per ultimo e non potè fare a meno di voltarsi e gettare un ultimo sguardo all'imponente edificio. Dietro al vetro di una finestra, che si ricordava essere quella dell'ufficio di Vorkov, distinse una chioma color rubino. Sapeva che lo stava guardando. Dopo pochi secondi non lo vide più, e seguì la sua classe sul pullman, senza rivolgere la parola a nessuno.
La prima giornata fu costretto a stare in albergo, pallido come un cadavere e con attacchi di nausea piuttosto sgradevoli. Boris rimase con lui mentre gli altri facevano colazione.
-Vorkov ha ancora tutto questo potere su di te.- constatò, scostandogli dei ciuffi dalla fronte
-No. È solo febbre.-
-Mh. D'accordo, d'accordo. Stai tranquillo, non può farti nulla.-
Kei scosse la testa: -Farà qualcosa. Lo so.-
Boris non rispose, mentre la porta si apriva e Kaori faceva irruzione con la sua solita discrezione:
-Come stai?- chiese, avvicinandosi al letto.
-Bene...- rispose l'altro, massaggiandosi le tempie.
-Oh, sì, non male come colore, davvero. Fa molto alba dei morti viventi. Quindi non sei dei nostri oggi?- continuò la ragazza, sedendosi sul letto.

-No.-
-Peccato però. Mosca è una bella città.-
Kei rise in modo alquanto tetro:
-Mosca mi fa schifo.-
-Ok, ok. Scusa se ti ho disturbato. Divertiti con Crawford!- lo salutò, dandogli un bacio sulla guancia e ridendo alla sua espressione sconcertata.
-Eh? Rimane?-
-Sì. Se un alunno sta male, deve rimanere un professore in albergo con lui. Per questo ne servono sempre almeno due.-
Kei scosse la testa, alzandosi in piedi: -Vengo con voi.-
Boris sghignazzò, sadico come al solito.
-Kei, no che non vieni. Stai male. E Mosca ti fa schifo. Senza contare che se esci al gelo così ridotto ti dobbiamo portare direttamente in obitorio.- intervenne Kaori.
-Non rompete.-
-Tanto glielo dico io che stai male e che vuoi fare l'imbecille come al solito.- insistette la ragazza, preoccupata per Kei che sembrava avere tutta l'intenzione di suicidarsi.
Bussarono alla porta, ed entrò la Kanagi:
-Kei, come stai?- chiese gentilmente.
-Bene. Benissimo anzi. Andiamo?-
Mara alzò un sopracciglio: -Ehi, la mia era una domanda retorica. Mi aspettavo un "male", o un "un po' meglio, grazie". Non dire scemenze e mettiti a letto.-
-Non voglio rimanere qui. Non sto così male, anzi sto davvero bene.-
-Non provarci, Kei. Tu rimarrai in albergo senza fare storie, d'accordo? Non voglio morti sulla coscienza.-
Il ragazzo si trattenne per non mandarla a quel paese, poi annuì con poco entusiasmo.
-Ti compro un souvenir.- disse Kaori.
-No, no, no, ho paura dei tuoi regali.- rispose Kei pensando a una certa papera fuxia.
La ragazza rise e uscì, seguita dagli altri due. Boris gli gettò un'ultima occhiata divertita per poi chiudersi la porta alle spalle.
"Perfetto..."

Si rigirò per due ore, con un pensiero fisso di nome Vladimir Vorkov. Dopo molto tempo provava un'inquietudine che lo attanagliava senza sosta.
E Boris non l'aveva affatto tranquillizzato con il suo atteggiamento così leggero. Non che si aspettasse qualcosa da lui, certo.
Crawford passò un paio di volte a "vedere come stava", premettendo che non gliene fregava niente ma che purtroppo era il suo lavoro. Disse addirittura che se l'avesse trovato agonizzante si sarebbe fumato una quindicina di sigarette prima di chiamare l'ambulanza.
Per il resto, la mattinata risultò noiosa e dolorosa. Noiosa perché non aveva un accidenti da fare e aveva finito le sigarette. Dolorosa perché stava male. E il dolore era tanto fisico quanto psicologico. Decise di fare una delle sue solite cavolate. Si vestì e uscì fuori dall'albergo senza farsi notare, e senza nemmeno prendere la giacca nonostante la neve che cadeva, anche se piuttosto timidamente rispetto al solito. Si infradiciò lo stesso. Attraversò la strada e cercò un bar, a caccia di scorte, ignorando la morte lenta e dolorosa a cui sarebbe andato incontro una volta che Crawford l'avesse scoperto. Riuscì nell'impresa e pagò, per poi uscire dal negozio e trovarsi faccia a faccia con il suo amato professore di matematica che lo guardava con un misto di odio e disprezzo:
-Sei un imbecille. Non sei stanco di darmi tutte queste opportunità per farti espellere?-
-Avevo finito le sigarette.- rispose candidamente Kei, superandolo. Crawford lo afferrò per un braccio.
-Stai fermo. Perché non fai altro che trasgredire ogni cosa? Che problemi hai?!-
Kei dapprima non rispose.
-Non me ne accorgo nemmeno.-
-Molto meglio allora.- rispose l'altro, ironico. -Che ne dici, ti dai una calmata o ti devo prenotare un appuntamento dallo psicologo?-
Kei si liberò con uno strattone e andò avanti, ignorandolo.
-Stai mettendo a dura prova la mia pazienza, Hiwatari, non sto scherzando.- sbottò Crawford seguendolo. Si accertò che tornasse in stanza:
-Mettiti qualcosa di asciutto se non vuoi che ti venga una polmonite.-
-Sto bene così.-
Il professore sospirò esasperato, chiudendo gli occhi e contando fino a cinque. Prese un asciugamano dal comodino e glielo gettò addosso senza premurarsi di non centrarlo in piena faccia, cosa che accadde.
-Asciugati, cambiati e tornatene a letto, porca puttana!-
Kei rispose con un ringhio insofferente: -Mi lasci in pace.-
Crawford non resse più quel comportamento da dodicenne e uscì, per poi sbattergli la porta alle spalle, mentre minacciava di chiuderlo dentro.
Kei fumò in stanza nonostante il divieto, sperando di farsi quattro risate facendo scattare il sistema antincendio. Si tolse il maglione e lo gettò con noncuranza sul pavimento. Stava per accendere la tv quando un capogiro lo colse, costringendolo ad appoggiarsi al muro.
-Merda...- mormorò, prima di cadere a terra, privo di sensi.

Non sapeva quanto tempo fosse rimasto lì, sul pavimento freddo. Ciò che parve riportarlo alla realtà, dal suo stato semicomatoso, fu la porta che si apriva e la voce seccata di Crawford:
-Muoviti, c'è il pranzo. O non vuoi nemmeno mang...- non terminò la frase e lo raggiunse con pochi passi, scuotendolo subito.
-Così impari a non darmi retta.- gli disse, vedendo che era di nuovo cosciente, anche se debole.
-Grazie.- rispose ironico Kei, fissando il soffitto.
-È la verità.-
Controvoglia lo tirò su e si accertò che stesse davvero bene. Poi guardò oltre e vide. Tramite lo specchio alle spalle di Kei, vide come era ridotto. Cicatrici, talmente tante che non riusciva a contarle. Si estendevano dalle spalle fino alla fine della schiena. Ne aveva anche due sul petto, meno estese delle altre. Era spaventoso. Kei se ne accorse e prese una felpa a caso, mettendosela addosso.
-Come diavolo... te le sei fatte?- chiese, sconvolto. E non era il tipo che rimaneva turbato facilmente.
-Ormai è passato tempo. Non me lo ricordo nemmeno.-

Forse avrebbe dovuto accontentarsi di quella bugia gigantesca. Forse era meglio mantenere le distanze. Quel ragazzo non era altro che un teppista, un elemento negativo. Quello che c'era dietro non era certo affar suo.
-Sei già stato in quel monastero.-
Non era una domanda. Lo sapeva già, ne aveva avuto la conferma quando quella guardia lo aveva riconosciuto.
-Lei che dice?-
Non era una risposta.
Ma le cose erano decisamente chiare lo stesso.
-Che posto è?- insistette, ormai coinvolto.
-Un monastero. E basta.-
Lo sguardo violaceo e deciso di Kei era indicativo. Non avrebbe detto una parola.
Crawford cambiò espressione all'improvviso:
-C'è il pranzo. Datti una mossa e scendi.- concluse. Uscì di nuovo, appoggiandosi al muro per qualche secondo. Gli sembrò di aver guardato quel ragazzo negli occhi per la prima volta... Forse era davvero così. Di certo quello sguardo l'aveva turbato. Gli diceva qualcosa. Doveva solo capire che cosa.

Takao era preoccupato. Molto, molto preoccupato. Aveva evitato di assillare Kei, sapeva quanto gli dava fastidio. Ma il penultimo giorno si decise a parlare. Non era il tipo che riusciva a ignorare le cose.
-Kei...-
-Eh.-
Erano appena tornati dalla Piazza Rossa, dopo aver camminato per tutto il giorno. Kei se ne stava in terrazza da solo, più in disparte del solito. Il balcone era grande, e metteva in comunicazione tre stanze: le loro e quella di Boris.
-Non voglio essere invadente...- tentennò.
-Allora non parlarmi.-
Takao ci rimase male, ma non si arrese.
-Se sei cresciuto in quel posto... e se non ci volevi tornare, perché non l'hai detto?-
Era troppo diretto, Kei l'aveva capito fin dalle prime parole che si erano scambiati pochi mesi prima.
-Ma certo. Anzi, lo stavo proprio per fare... piangere disperatamente per i fantasmi del mio passato e farmi consolare dalla Kanagi. Come no. Ah, comunque in pullman ci avrei dormito volentieri, sia chiaro.-
-Aspetta. Intendo... non saresti dovuto venire alla gita, se rivedere quel posto ti fa quest'effetto.-
-Sei tu che mi hai quasi costretto. Tu e tuo padre. Io non ci volevo nemmeno venire.-
Takao si morse un labbro e ribatté: -Che ne potevo sapere io? E anche papà.-
-Appunto, figurati io. Ok, ho avuto sfortuna, ci siamo fermati lì davanti, non lo potevate sapere voi, non lo potevo sapere io. Così siamo tutti contenti, va bene?-
Takao si sedette accanto a lui.
-Cosa succede in quel posto, Kei?-
-Non ti riguarda.-
-Voglio saperlo. Voglio sapere perché stai così. Ti ho visto, quando eravamo lì avevi paura.-
Kei alzò lo sguardo, per una volta non aveva un'espressione indifferente.
-No. Hai visto male.-
-Che posto è quello?-
-Meno sai e meglio è, ora piantala di farmi domande e lasciami in pace!-
L'aveva sentito alzare la voce ben poche volte, ma era troppo preoccupato per lasciar perdere. L'espressione di Kei di un paio di giorni prima, quando aveva visto il monastero, quando aveva visto quel Vorkov... gli era rimasta impressa.
-Sono quasi tuo fratello. Viviamo insieme. Dovresti dirmelo.-
Kei scosse la testa, sogghignando: -No. E se non ti sta bene me ne posso anche andare.
Takao si alzò e rientrò in stanza, senza dire una parola.

-Tu hai intenzione di origliare ancora per molto?- chiese Kei guardando verso un angolo buio accanto alla porta-finestra della terza stanza. Boris fece un passo avanti e guardò Kei con aria eloquente.
-Povero Takao. L'hai trattato molto male.-
-Proprio tu devi stare zitto, che ne dici?-
-Ma io non gli devo la vita, che ne dici?- gli fece il verso, per poi prendere il posto di Takao e sedersi accanto a lui, sul pavimento freddo.
Ad ogni modo aveva ragione, e Kei non disse nulla.
-Hai delle occhiaie molto sexy. Fai un po' paura.- gli fece notare.
-Lieto che siano di tuo gradimento. Che vuoi, Boris?-
-Tormentarti. Mi stai sul cazzo quando fai così.-
-Così come?-
Boris alzò un sopracciglio: -Sembri una ragazzina violentata.-
Kei represse un forte istinto violento: -Fottiti. Levati dalle palle.-
-No, dico davvero. Fra poco vai in un angolino, ti tieni la testa fra le mani e ti metti a dondolare. Basta. Mi fai venire voglia di farti male.-
Stavolta fu Kei ad alzarsi in piedi, imitato dall'altro che lo ostacolò apertamente nella sua fuga verso la stanza. Gli si parò davanti, placcandolo:
-Fattela passare.-
-Non ho niente da farmi passare. E piantala di atteggiarti a superiore.-
-In questo momento lo sono. Almeno non mi vengono gli attacchi.- frecciò, mantenendo quel ghigno sadico sulla faccia.
-Non mi vengono attacchi. Non enfatizzare.-
-Ah no, scusa...- si esibì in una perfetta imitazione di Kei, nel momento in cui era rimasto praticamente paralizzato davanti a Vorkov.
Il giapponese stavolta reagì, spingendolo verso il muro e tirandogli un pugno dritto sullo stomaco. L'altro si accasciò in terra, ma ridendo.
-Così va molto meglio.-
-Vuoi che vada ancora meglio? Continua a parlare allora.- ringhiò Kei, chinandosi su di lui e prendendolo per il colletto.
-Ehi, ehi, ok, ho afferrato il concetto. L'aria di casa ti spinge verso le vecchie abitudini?-

-Hai rotto, Huznestov. Non so quanto ti convenga continuare a provocarmi per i tuoi motivi insensati.-
-Non sento più la gamba.- lo informò il russo, riferendosi al ginocchio di Kei che lo schiacciava.
Si alzò, fulminandolo con lo sguardo:
-Sei un rompi coglioni. Voglio tornare in Giappone, questa roba sta diventando un trauma.- -Resisti. Partiamo domani sera. Cambiando discorso, non per farmi gli affari tuoi... Kaori?-
-Kaori cosa?-
-Se non te la sei ancora scopata credo che tu sia ufficialmente gay.-
-Boris, se fosse così mi sarei già scopato anche te.- rispose Kei ironico.
-Mi lusinghi. Allora?-
Il giapponese alzò le spalle: -Niente.-
-O cavolo. Mi... mi devo iniziare a spogliare?-
-Quando crescerai? Non me la posso fare su un banco a scuola, ti pare?-
-Volendo sì!-
-Ma non voglio.-
Boris si iniziò a sollevare il maglione, sospirando.
-Coglione. Piantala.-
-D'accordo, non mi impiccio più. Fammi sapere quando ci fai un giro, ok?-
Kei alzò un sopracciglio e se ne tornò dentro: -Ma come diavolo parli?-

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Questo finale ricco di significato è indicativo! Il mio stato mentale mi è sfuggito di mano U_U Volevo alleggerire poco poco la tensione, almeno nelle ultime tre righe. Scusate per l'html che fa schifo, ma non sono riuscita a sistemarlo meglio O.o non so che cosa sia successo XD

Ringrazio dal profondo del cuore chi mi segue. Le recensioni a cui rispondere sono davvero tante ma voglio ringraziarvi lo stesso una per una!

 

Lexy90: Ecco sì, Yuri è un porco! Questa è la definizione giusta XD
Fortunatamente la voglia di scrivere mi è tornata, anche se fra poco ho l'esame ed è meglio se mi ci metto sul serio. Grazie mille, a presto!

Takari94: Lieta che la scena dell'armadio sia piaciuta :D la KeixHilary ci sarà, ma non aspettatevela troppo presto! Grazie per i complimenti, un bacio.

Mizuki96: Crawford è decisamente antipatico, sì sì. Ma un giorno lo amerete, vedrai! Un bacione!

Avly: Ciao cara! Anche a me la coppia VorkovxKei attira parecchio, sarà che siamo malate XD. Ovviamente i disastri sono appena cominciati, ho una serie di vicende in serbo che spero lasceranno soddisfatta la tua vena sadica!
Grazie mille, tesoro :) sentiamoci presto! <3

Aphrodite: Hai colto in pieno la personalità di Yuri! ç_ç grazie per le tue recensioni, ti stimo tantissimo e sono felice di sentire dei complimenti da te. Un bacione!

Talia90: Grazie! Spero mi farai sapere anche riguardo questo :D baci!

Pich_91: Tesoro mio <3
Ognuno agisce a proprio modo. Io preferirei di gran lunga riuscire a fare come fai tu, ma non mi riesce sempre. Sì, sono decisamente troppo sensibile e detesto questa cosa XD
Quanto alla KeixHilari, cercherò di farla meno scontata possibile. Infatti bisognerà aspettare un po'! Purtroppo la diffusione di questo pairing è molto relativa, perché è una coppia parecchio bimbominkizzata ç_ç vorrei renderle giustizia, insomma.
Grazie di tutto tesoro, ti voglio tanto bene :)

Lirinuccia: Ciao cara! I dibattiti con te sono sempre molto stimolanti *_*
Dunque, che le emozioni di Kei si percepiscano è un bene, perché se ci si aspetta che sia lui ad esternarle stiamo freschi XD
Sai che sono proprio contenta che Kaori ti piaccia? E vale lo stesso per Yuri, anche se è un po' diverso essendo Kaori un mio personaggio.
Scusa se ho aggiornato un tantino più tardi delle tue aspettative <_< ormai sto raggiungendo livelli abominevoli. Grazie mille di tutto! Un bacione

Lenn chan: Ehilà! Grazie per aver commentato, un parere in più è sempre ben accetto :D

Sono felice che la fic ti piaccia, spero che mi farai sapere anche cosa pensi di questo capitolo. Un bacio!

Veve Blader Girl: Ciao! Che entusiasmo! Lieta che ti piaccia :D
Sì, diventerà una KeixHilary ma ce ne vorrà. Un bacio!

Scrlttheart: E-ehm. Perdono! Di solito non sono molto puntuale con gli aggiornamenti, ma stavolta ho proprio sforato XD Grazie per aver letto e commentato! Un bacione!

BenHuznestova: *_* Ciao cara! Che bello, sono felice di leggere un tuo commento!
Anche a me la coppia Yuri Julia non dispiace, anche se Yuri in realtà lo vedo bene solo con Kei. E in ruoli diversi da quelli che avrebbe con Julia :D.
Eheh, ammetto che Kei e Yuri in bagno nella mia mente SI SONO saltati addosso XD Darei risvolti yaoi alla vicenda ogni cinque secondi, ma mi sa che farei troppo casino <_<
Chissà che qualcosa non accada! Ma non posso garantire niente perché nemmeno io so cosa ho in testa! Alla prossima, un bacione!

 

  
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