You’re my peace
Quella mattina Quinn era arrivato a scuola un pò nervoso.
Esattamente una settimana prima lui e Padge avevano consegnato il loro
progetto di chimica, ed adesso era venuto il momento di conoscere
il risultato.
Erano entrati nel laboratorio di chimica ed il professore gli aveva chiesto di
prendere posto vicino ai rispettivi compagni di progetto.
Padge si era seduto accanto a Quinn e gli aveva sorriso rassicurante,
percependo
il nervosismo dell'altro.
Anche lui era un pò teso in effetti, un' insufficienza in chimica gli sarebbe
costata
l'anno scolastico, e non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo
a casa sua se fosse stato bocciato.
Il professore aveva spiegato quasi per l'intera ora, e solo alla fine si era
dedicato ad elencare ad alta
voce i nomi di quelli che avevano superato il progetto.
Quinn ascoltava la voce noiosa dell'insegnante, ignorando il nervosismo per non
aver ancora sentito il suo nome.
"Allman, Padget, il progetto è andato bene, anche troppo bene"
Quinn aveva deglutito sentendo la sua bocca seccarsi, senza riuscire a dire
niente, non capendo dove il professore volesse arrivare.
Padge aveva interrotto il silenzio, ed il biondino aveva rivolto il suo sguardo
su di lui
"Che significa troppo bene?"
"Vieni alla lavagna Padget, voglio controllare che tu non abbia fatto fare
tutto
il lavoro ad Allman"
Io moro si era voltato verso Quinn, rivolgendogli uno sguardo un pò preoccupato
Il biondo gli aveva sorriso , regalandogli uno sguardo il più possibile
rassicurante
Padge gli aveva sorriso in risposta, annuendo con un cenno del capo.
Si era alzato con uno sguardo di sfida e si era avvicinato alla lavagna.
Il professore gli aveva dettato un esercizio e poi era rimasto a guardarlo in
silenzio, vagamente scettico.
Il moro aveva riflettuto per qualche secondo, poi aveva iniziato a scrivere,
ripensando ai pomeriggi di studio a casa di Quinn
Aveva completato l'esercizio correttamente sotto lo sguardo meravigliato
del professore, poi aveva posato il gessetto e l'aveva guardato orgoglioso
"Molto bene Padget, speravo che l'influenza di Allman ti avrebbe fatto
bene"
Il moro era ritornato a posto sorridendo, mentre la campanella suonava la fine
delle lezioni, nonché l'inizio delle vacanze di primavera.
Erano usciti dall'aula nella confusione dei ragazzi che correvano per
raggiungere
il più veloce possibile dalla scuola.
Ci erano voluti solo pochi minuti perché il corridoio si svuotasse
completamente.
Erano rimasti in disparte, aspettando che la folla si diradasse
"Sei stato bravo"
Quinn aveva accolto meravigliato l'abbraccio di Padge, cercando di mantenere il
suo respiro ad un ritmo accettabile
"Merito tuo, grazie"
Quando Padge si era staccato il viso di Quinn aveva assunto un colorito molto
simile a quello di un pomodoro.
La prima settimana delle vacanze di primavera era volata via troppo
velocemente, ed intensamente, forse.
Padge passava tutti i pomeriggi a casa di Quinn.
Era un appuntamento fisso oramai.. e Quinn sapeva che ogni giorno il campanello
di casa sua sarebbe suonato, alle quattro in punto, e che Padge sarebbe entrato
dalla
porta con la sua chitarra nera e spartiti sempre nuovi e più difficili.
Era una routine alla quale si era facilmente abituato, che gli era entrata
dentro senza che
se ne rendesse realmente conto.
Quella mattina si era svegliato che il sole era già alto.
Aveva recuperato il telecomando seppellito sotto il suo cuscino ed aveva acceso
la tv
senza nemmeno prendersi la briga di alzarsi dal letto.
Il rumore basso e monotono delle voci provenienti dal televisore l'avevano
velocemente trascinato di nuovo in uno stato di dormiveglia
Il suono del campanello l'aveva bruscamente riportato alla realtà
Aveva pensato di non preoccuparsene, se non avesse aperto magari chiunque fosse
se ne sarebbe andato lasciandolo dormire.
Il secondo scampanellio l'aveva convinto ad alzarsi.
Aveva sceso le scale più o meno ad occhi chiusi, rischiando di ammazzarsi
ogni due gradini
Si era preparato quattro o cinque parolacce da rifilare alla persona davanti
alla
porta.
Ma la persona davanti alla porta era Padge, e le offese gli erano morte in
gola, esattamente come qualsiasi altra parola.
Era rimasto immobile a fissarlo come un idiota, perché cazzo, com'è che era
così bello anche
di prima mattina? Anche attraverso gli occhi appannati di sonno?
Quinn era un po’ sorpreso che fosse lì,
non era da Padge.
Lui continuava a chiedergli ogni pomeriggio se il giorno dopo sarebbe potuto
passare, nonostante si vedessero
ogni giorno, ma chiedeva sempre, ed aspettava sempre una conferma
Perciò quell’improvvisata era un po’ sorprendente.
Padge aveva sorriso, senza dire niente.
Oramai aveva capito che Quinn era un tipo un pò bizzarro, e che doveva
semplicemente
rispettare i suoi tempi e aspettare che tornasse sulla terra insieme
a tutti gli altri comuni mortali.
Ne era sempre più convinto, Quinn viveva in un mondo tutto suo, un metro o due
più in alto di tutti gli altri, e quando qualcuno lo riportava giù gli ci
voleva
un attimo per riconnettersi col mondo.
Era strano, ma gli piaceva.
Quinn si era riscosso solo quando Padge gli aveva sorriso.
Lui aveva ricambiato, perché le parole imparate in diciassette anni non erano
ancora
ritornate al loro posto nel suo cervello, e si era spostato per farlo entrare.
"Dormivi. Mi dispiace"
"No era sveglio"
"Si, come no"
"Davvero, guardavo la tv"
Avrebbe dovuto chiedergli come mai era lì di prima mattina, ed ok, erano le
dieci, ma per Quinn
qualsiasi cosa prima dell'ora di pranzo era prima mattina.
Ma non aveva chiesto niente, era solo stupidamente contento che fosse davanti a
lui.
Si era voltato ed aveva risalito le scale, sicuro che Padge l'avrebbe seguito.
La camera era ancora buia, e l'unica luce proveniva dal televisore acceso
"Stavi guardando i cartoni animati?"
"No, io... stavo solo facendo zapping. Sai.. "
"Quinn quando devi mentire è meglio usare meno parole, sai c'è meno
possibilità
di incartarsi"
Il biondino gli aveva fatto una smorfia e si era seduto su un angolo del letto,
recuperando
il suo cuscino per usarlo a mo di appoggio.
Anche Padge si era seduto, non tanto distante da lui.
Il letto scoperto era pieno dell'odore di
Quinn
Avevano entrambi fissato la televisione per un pò senza dirsi niente.
Era stato il biondino ad interrompere il silenzio, chiedendo all'altro se tutto
andasse bene.
Era più che altro una domanda retorica, perché non si va a casa di qualcuno per
non dirsi niente
Padge aveva sorriso a quella domanda, perché qualcosa gli diceva che Quinn
avrebbe capito
Era per questo che era andato lì
La maggior parte delle volte quando qualcuno ti chiede come stai non vuole
davvero una risposta; vuole solo che tu gli dica che stai a meraviglia così non
deve farsi carico anche dei tuoi problemi.
Quinn non era così
"Qui è sempre tranquillo, sai.."
"I tuoi hanno litigato ancora?"
"Già.. avevo solo bisogno di un pò di pace"
"Mi dispiace"
Padge gli aveva sorriso, ed aveva spostato nuovamente la sua attenzione sulla
tv accesa, anche se non sembrava
vedere realmente nessuna delle cose che gli stavano intorno.
Quinn aveva preferito chiudere l'argomento, perché per quanto si mostrasse
forte
ed indifferente Padge era profondamente turbato.
E lo era anche Quinn.
Percepiva una strana sensazione, il fatto che Padge si fosse aperto
con lui in quel modo lo rendeva felice, e confuso, ed anche un pò spaventato.
Era un legame quello che si era creato
tra loro
E quando le persone si sentono vulnerabili rispetto ad un legame possono
diventare cattive nel tentativo di proteggersi.
Eppure nessuno può fare a meno di legarsi a qualcun'altro
Anche il biondino teneva gli occhi fissi sullo schermo.
La voce proveniente dalla tv era così bassa che non riusciva neppure a cogliere
tutte le parole che venivano dette
Ma nessuno dei due sembrava essersene accorto
Quinn si era voltato verso Padge solo quando aveva sentito di nuovo la sua
voce.
L'altro non guardava lui invece, continuava a fissare un punto indefinito
davanti
ai suoi occhi
“E’ vero quello che mi hai detto l’altra volta?”
“Cosa?”
“Che la faccenda di tuo padre non ti fa male?”
Quinn l’aveva guardato, senza ricevere nessuno sguardo in risposta
Era strano per lui la facilità con cui riusciva ad aprirsi con Padge, sentiva
di
poterlo fare, sentiva che avrebbe capito
“Si. Cioè, la maggior parte del tempo per me è solo lo stronzo che se n’è
andato.
Ma ci sono state delle volte in cui mi è
mancato. Sai tipo quando tutti i miei amici imparavano
ad andare in bicicletta, ed io non avevo nessuno che mi insegnasse.
O quando non avevo nessuno che mi accompagnasse alle partite, o mi insegnasse
a guidare”
L’aveva visto annuire, senza voltarsi verso di lui
"Tuo padre ha fatto queste cose per te?”
“Si, le ha fatte, prima di accorgersi che non sarei mai diventato quello che
lui desiderava
e che io mi trasformassi da figlio amato
in delusione apocalittica”
Il tono vuoto e piatto con cui aveva pronunciato quelle parole non aveva
ingannato Quinn
Poteva leggerci dentro quel rancore e quell’astio che si era portato con sé per
tanto
tempo, e che ogni tanto tornava comunque a bussare alla sua coscienza
Non poteva non riconoscerlo
“Perché saresti una delusione?”
“Non lo so.. perché porto i capelli lunghi, perché sogno di fare il musicista,
perché non
diventerò mai un avvocato come lui, per
tante cose credo..
Vorrei potermene andare da quel
posto"
"Beh, tu puoi.. venire qui quando
ti serve un pò di pace.. lo so che non è come
andarsene.. ma è qualcosa, no?"
Padge aveva finalmente posato gli occhi su Quinn.
Ed era una cosa completamente senza senso, ma ogni volta che lo guardava era
sorpreso come se lo vedesse per la prima volta
"Ok, scusami. Ho detto una cosa stupida"
"No.. non lo era. Grazie.."
Si era ritrovato ad abbracciarlo ancora una volta, come qualche giorno prima
nel
corridoio della scuola.
Era come se ci fosse qualcosa che lo spingeva a farlo.
E si era reso conto che non era il silenzio della casa di Quinn a dargli la
pace che cercava.
Era Quinn
Lui riusciva a sentirlo
Sentiva questo, ed il suo profumo tutto intorno a lui
Si era staccato di colpo da quell'abbraccio, e Quinn l'aveva lasciato andare
immediatamente
"Scusami, non volevo metterti in imbarazzo"
"Tu non mi imbarazzi.. tu mi confondi. Il tuo.. odore mi confonde.."
"Il mio odore?"
"Si.
Tu hai.. un odore così.."
Non era riuscito a finire la frase. Cosa poteva dire per descriverlo?
Sapeva soltanto che aveva quella sensazione
Si sentiva come se fosse sotto l’effetto di qualche strano genere di droga
Euforico, confuso, e senza nessun pensiero che non fosse toccare la pelle di
Quinn
L'aveva baciato, di nuovo, così improvvisamente che Quinn era ricaduto all'indietro
sul letto.
E lui l'aveva seguito, perché non c'era nient'altro che potesse fare.
Quinn aveva risposto al bacio, anche se un centinaio di vocine nella sua
testa
gli dicevano che non avrebbe dovuto farlo, che era una strada pericolosa.
Ma quando le labbra di Padge erano scese ad accarezzargli il collo e le sue
mani
si erano infilate sotto la t-shirt leggera Quinn si era semplicemente limitato
a stringersi di più a lui, perché non c'era nient'altro che potesse fare.
Padge aveva fatto leva sulle mani e si era messo in ginocchio, poi aveva
trascinato Quinn contro di lui.
Gli aveva sfilato la maglietta ed aveva passato le sue dita sul suo petto e
sulla
sua pancia, osservando i muscoli tendersi dovunque le sue dita passassero
Era così magro che aveva quasi paura di fargli male.
L'aveva baciato ancora una volta, e quando si erano staccati finalmente Quinn
si era deciso a toccarlo.
Il moro aveva terminato di spogliarlo e poi aveva eliminato anche i suoi
vestiti
Era come se la sua testa fosse vuota, come se il suo cervello si fosse bloccato
impedendogli di ragionare.
Sentiva solo l'odore di Quinn, e sapeva che voleva di più
L' aveva spinto a distendersi e l'aveva seguito, il contatto tra i loro corpi
era stata come una specie di piacevole scossa elettrica.
La pelle di Quinn era fredda, e la sua calda
Il biondino aveva mormorato il suo nome quando era entrato dentro di lui, e
Padge aveva chiuso gli occhi e si era mosso piano
Aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo, non
gli interessava vedere nulla di quello che gli stava intorno.
Era come se si trovasse nel buio più totale, l'unica cosa che esisteva erano il
respiro di Quinn, ed i suoi gemiti.
Si era lasciato guidare soltanto da questo, ascoltando quei suoni e adattando i
suoi movimenti ad essi.
E poi ad un certo punto era stato come cadere, come precipitare da una grande
altezza e sentire il fiato mozzarsi in gola e spegnersi improvvisamente.
Il piacere l'aveva scosso così forte che aveva staccato le mani dal corpo dell'altro
e si era aggrappato alle lenzuola sotto di lui, per paura di fargli male.
Si era mosso ancora una volta poggiando la sua fronte su quella di Quinn,
mentre le sue
braccia tremavano per la forza con cui stringeva il tessuto colorato tra le
dita.
L'orgasmo di Quinn gli aveva fatto mancare il respiro ancora una volta.
Sentire il liquido denso e caldo bagnargli la pelle era stato come tornare
improvvisamente alla realtà
Aveva aperto gli occhi, e li teneva chiusi da così tanto che la luce improvvisa
gli aveva quasi fatto male.
Si era staccato dal corpo dell'altro e si era alzato in piedi, coprendosi gli
occhi con entrambe le mani per un attimo
"Dio.. io.. devo andarmene"
Quinn
l'aveva sentito allontanarsi, ed aveva immediatamente percepito il freddo
sulla pelle sudata dove poco prima era disteso Padge.
Si era preso ancora qualche istante per riprendere fiato prima di aprire gli
occhi
ed affrontare quello che sarebbe venuto dopo.
Sapeva che sarebbe andata così.
Lo sapeva dal momento in cui lui l'aveva baciato, ma aveva lasciato che
accadesse comunque, perché in nessun modo avrebbe potuto evitarlo.
L'aveva osservato recuperare i suoi vestiti ed indossarli in fretta, e l'aveva
raggiunto
"Padge, per favore. Non farlo un'altra volta"
"Mi dispiace Quinn"
"E' stato.."
"Un errore, un enorme errore"
"Perché?"
"Perché è sbagliato.. tutto quanto"
"Non è così"
"Invece si.. gli uomini vanno con le donne.. così funzionano le cose..
questo
è.."
"Contro natura?"
"Si"
"Wow.. me l'avevano già detto prima.. ma stavolta.. dio fa male"
"Scusami, io non avrei mai voluto.. ma avevi ragione tu, dovevamo lasciare
le cose così com'erano. E' meglio se non
ci vediamo più. Mi dispiace"
"Anche a me dispiace.. per te. Perché ti illudi che non vedendoci più
quello che
è successo oggi si cancelli, ma non è
così"
"Lo so.. ma non posso Quinn.. io non posso farlo"
"L'hai già fatto"
"Mi dispiace tanto"
Quinn non aveva detto più niente.
E per quanto assurdo sembrasse lui sapeva che era la verità, che Padge era
davvero
dispiaciuto
Non c'era nessuna parola che potesse dire per spiegare quello che si sentiva
dentro.
Nessuna parola che potesse magicamente far sparire la paura dagli occhi di
Padge
Perché era lì, lui poteva vederla
La paura di essere una delusione per sé stesso, oltre che per suo padre.
L'aveva lasciato andare ed era rimasto immobile finché non aveva sentito il
rumore della macchina del moro mettersi in moto.
Si era rivestito lentamente e si era steso nuovamente tra le lenzuola colorate,
che adesso avevano l'odore di Padge.
Si sentiva esausto, della situazione, di Padge, ma soprattutto di sè stesso.
Si era addormentato quasi immediatamente.
Thanks a lot girls! *.*
Jessromance: Grazie.. ecco il
capitolo, che te ne pare? xD
Friem: Mh mi sa che avevi pensato
bene.. le cose sono un po’ precipitate xD
ChemicallyUsed: Hun, ecco qualche
altra informazione su Padge.. però a quanto
pare la paura non è ancora passata, eh? xD
ColdBlood: Ahah ho adorato la tua recensione scorsa, con tutte quelle
elucubrazioni
su Padge! xD
Penso che la tua impressione fosse giusta!
Xx_ImJustAKid: La riappacificazione non è durata a lungo, eh? xD e nemmeno
le
lezioni di chitarra.. sono cattiva? xD
Ioamolacocacola: ihih vorrei anch’io
Padge che mi insegni la chitarra! xD
Beh Quinn è stato combattivo, poi ha ceduto.. e se ne è pentito già, povero xD