… Dunque.
So di essere
mostruosamente in ritardo, ma cercate di capirmi. Sono nella piena fase esami
universitari e…
No, ok, così non
va. Il fatto è che ho postato altre storie, nel frattempo, pur
preparando gli esami, perciò questa non è una buona giustificazione.
Penso di aver
semplicemente perso per un po’ il mio interesse verso questa raccolta. E
sono consapevole di aver appena detto poco meno di una blasfemia, visto che ero
partita tutta gasata della serie ‘Evvai, ho
un’idea che ho già sviluppato mentalmente fin nei minimi dettagli,
stavolta non accumulerò blocchi su blocchi’. Non so che dire.
È semplicemente andata così.
Spero solo di riuscire a
farmi perdonare. .__.
Ad ogni modo, voglio
festeggiare il 23 ed il 26 di questa mattina condividendo con voi la mia primissima
Riku x Sora :3 [ Dunque stavolta lo shounen-ai c’è.
] A questo riguardo vi prego di avere pazienza: come ho detto è la primissima
che scrivo e, beh, mi è uscita così. xP
Grazie infiniterrime a Elos, Dany92 e Shadow Eyes per
aver recensito lo scorso capitolo; grazie a chiunque ha ancora la pazienza di
seguirmi; grazie ad ogni singolo lettore, come sempre.
Hope you like it. <3 [ Corre a studiare
per i prossimi esami xD ]
Nota 1.
Non sono ancora sicura di nulla, ma potrei decidere di utilizzare anche Kuroshitsuji tra
gli anime.
Nota 2.
Una mia amica mi ha consigliato di postare i vari capitoli come shot distinte, perché secondo lei è molto
difficile che si vadano a cercare fanfic su un fandom nella sezione Crossover – il che in fondo
è vero. Chiedo il vostro parere. Voi che ne pensate? .__.
Fallo per
me
Fandom: Kingdom Hearts
Personaggi: Riku, Sora
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Ambientazione: Prima del viaggio
di Sora & Co. tra i mondi, ipoteticamente durante le scuole medie
Prompt: #15. Kiss (Bacio)
Se
c’era una cosa che, alla soglia dei quattordici anni, Riku
aveva imparato a proprie spese, era che Kairi era
pericolosa.
Oh,
non pericolosa nel senso che ti si avvicinava di soppiatto nella notte con un
coltello in mano ed un ghigno grondante sangue. Ci mancherebbe. Il suo era un
tipo di dannosità molto più ‘umano’, per così
dire – e forse proprio per questo molto più allarmante.
In
un certo senso questo gli piaceva, di lei. Almeno era sicuro che con lei e Sora
non si sarebbe mai annoiato.
Sora.
Ecco, accidenti, era arrivato a Sora.
Tanto lo sapeva che sarebbe stata questione di minuti.
Ed
era inutile dire che, in quel tipo di pericolo che Kairi
rappresentava per Riku, Sora era nato per sguazzarci.
«
Riku, giochiamo? »
«
Mh? »
«
E dai, Riku, giochiamo. »
«
Sora, non vedi che sto cercando di studiare? »
«
Oh, non fare il guastafeste! E dai… Kairi ha detto che vuole organizzare un gioco. »
«
Non so perché ma non prevedo nulla di buono. »
«
E dai, Riku! E daaai! Che
ti costa? Non vuoi giocare con Kairi e con me?
»
Accidenti
a quegli occhioni blu. Accidenti agli occhi di Sora.
Riku l’aveva sempre odiato, il gioco della bottiglia.
«
Vediamo, Riku dovrà baciare…
» La voce allegra di Kairi si fece molto meno
allegra, molto più fievole, mentre il suo sguardo seguiva il rallentare
di quella stupida bottiglia di plastica ed il suo fermarsi con
quell’odiosa aria di sfida – oh, di sfida, sì, quella
bottiglia lo stava sfidando. E,
accidenti, lui avrebbe tanto voluto perdere,
per una volta.
La
ragazza non terminò la frase, ma nell’aula affollata soltanto da
quei pochi ragazzi che non erano corsi in cortile per la ricreazione
calò un silenzio di piombo.
Riku deglutì.
Non può
essere vero.
Kairi guardava dalla bottiglia a Sora,
spiazzata. Selphie guardava da Kairi
a Sora a Riku, incerta. Tutti guardavano da Kairi a Sora a Riku incerti. Ma Riku non
guardava altri che Sora, che se ne stava lì con gli occhi fissi sulla
bottiglia – come fosse un oggetto alieno – ed uno stupore
indicibile stampato in faccia.
Finché,
di colpo, Sora scoppiò a ridere, facendo sobbalzare Riku
e Kairi e Selphie e tutti
gli altri.
«
Che razza di stupidaggine » le risate quasi gli impedivano di parlare,
« che stupidaggine assurda!
»
Riku rimase a fissarlo allibito.
«
Sora… » Kairi
aveva l’aria di una che avrebbe preferito mangiare carta igienica
piuttosto che dire ciò che stava per dire. Ma bisognava darle atto:
andò fino in fondo. « La bottiglia indica te. »
«
Cosa? Oh, andiamo, Kairi » se ne uscì
lui, sempre con l’aria di spassarsela. « Non ti aspetterai mica che
Riku lo faccia per
davvero?! »
Silenzio.
Riku continuò a fissare Sora allibito.
«
Ma la bottiglia indica te »
ripeté Selphie, probabilmente pensando che
Sora non era abbastanza sveglio da capire il concetto al primo colpo.
«
Beh, e con questo? » Lui la guardò, a metà ancora
divertito, a metà sorpreso. « Questa è una cosa così
stupida che nessuno può
prenderla in considerazione. Riku farà girare
di nuovo la bottiglia, niente di più facile. No? »
Silenzio.
Riku continuò a fissare Sora allibito.
…
Stupida. Una cosa così stupida.
Era
una cosa così stupida che Sora non
avesse mai capito niente.
Riku strinse un pugno, sforzandosi di
mantenere un’espressione indecifrabile, ma a quel punto l’interesse
di Sora si era spostato su di lui. Lo vide alzare gli occhi su di sé,
mentre il sorriso gli spariva lentamente dalle labbra, lasciando il posto alla
confusione.
«
Riku? Che stai aspettando? »
Riku sospirò. Allentò la
stretta delle dita.
Peccato;
avrebbe voluto che il contesto fosse diverso.
Si
alzò tanto improvvisamente da far sobbalzare Tidus,
marciò verso Sora, si chinò sul ginocchio, lo afferrò per
il mento, ignorò spudoratamente il suo verso di sorpresa [o di
protesta?] e lo baciò direttamente sulle labbra.
E
il silenzio era ancora assordante, ma, oh, quant’erano morbide le labbra di Sora.
Tre
secondi, e a malincuore Riku si staccò e
tornò a sedersi senza incrociare lo sguardo di nessuno. Solo quando
riguadagnò il suo posto poté vedere nuovamente Sora, rimasto
lì, attonito e paonazzo, a fissarlo forse senza nemmeno vederlo. Da
qualche parte, Kairi chinò il viso,
nascondendo una qualche espressione dietro i lunghi capelli rossi.
Sì,
avrebbe tanto voluto che il contesto fosse diverso.
Sora
esplose all’improvviso, ma per Riku fu come la
liberazione da un macigno.
«
Ma che ti salta in mente? Sei impazzito?! »
Impazzito?
Uh, probabile.
«
Le regole sono regole, Sora. » Alzò gli occhi al cielo. Del resto,
per lui era sempre così facile fingere. « Adesso perché non
fai girare quella bottiglia? Tocca a te; vedi di spicciarti. »
E
con quelle parole Riku si alzò di nuovo,
impotente, e questa volta si allontanò dalla scena di quel grottesco
giochino – non perché non aveva la forza di affrontare le
conseguenze, ma semplicemente perché non avrebbe potuto sopportare la
vista di Sora che baciava qualcun altro.
Sora
il suo migliore amico. Sora che non aveva mai capito. Sora l’unico motivo
per il quale, a volte, Riku sorrideva.
Era
per cose come questa che Kairi era pericolosa, accidenti.
* * *
« Razza di stupido. »
Riku non aveva ben chiaro nella mente quando esattamente Sora lo aveva seguito
in cortile, si era fermato dietro di lui e aveva fatto scivolare le braccia
sotto le sue, aggrappandoglisi attorno come ad un
cuscino troppo grande. Non lo ricordava e neppure gli interessava ricordarlo.
Erano così calde, le mani di Sora.
«
Stupido, stupido, stupido. Perché devi essere così stupido, eh, perché? »
Stupido
lui? Oh, grandioso. Sora si permetteva di essere totalmente, assurdamente,
atrocemente cieco per anni, e dava dello stupido a lui.
Rimase
in silenzio. In fin dei conti era più facile e più bello stare
fermi a sentire il suo contatto, oltre che i suoi insulti, piuttosto che
allontanarlo fisicamente e verbalmente…
«
E sei tanto stupido che non hai neanche il coraggio di rispondermi. Non hai
neanche il coraggio di guardarmi in faccia. »
Beh,
ok, a tutto c’era un limite.
Riku si voltò di scatto,
divincolandosi dalla sua stretta, schiuse la bocca ancora in cerca di una risposta
abbastanza cattiva e si ritrovò dritto davanti al faccino imbronciato
– e rosso, rossissimo – di Sora…
Poi
non poté dire proprio nulla, perché Sora si sollevò sulle
punte dei piedi e gli tappò la bocca.
Con
la sua.
« Ehi, Riku, perché non torniamo da scuola insieme? »
« Riku, fa freddo. Posso venire più vicino a te?
»
« Riku, giochiamo? »
« E dai, Riku… Fallo
per me. »
Era
una cosa così stupida che Riku non avesse mai
capito niente.
Adesso
sì, adesso il contesto era proprio
come l’avrebbe voluto lui.
Adesso
sì, adesso poteva benedire la
pericolosità di Kairi.
« Di’ un po’; perché sarei uno stupido? »
«
Perché ti ci è voluta una cosa cretina come il gioco della bottiglia per deciderti a
farlo. »
«
Riku, lo sai che ti voglio bene? »