Crossover
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Autore: Robotech90    18/06/2010    1 recensioni
Quante persone amano i libri fantasy? Quanti ragazzi passano intere giornate leggendo storie ambientate in mondi fantastici? E se questi ragazzi si trovassero un giorno ad affrontare le loro fantasie?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                Una vittoria importante

 

Le truppe degli Elfi si stavano preparando a respingere l’attacco dell’esercito di Sauron e Galbatorix che sarebbe potuto giungere da un momento all’altro. Mirko era seduto con Gianni, Manuel e Robert attorno ad un bivacco e discuteva ridendo con loro:

“Vedrete che riusciremo a sconfiggerli ,questa volta - affermò il Cavaliere chiudendo una mano a pugno – Sicuramente, il grande esercito del Re non sarà abituato a schermaglie forestali”

“No, non credo proprio”- aggiunse Robert, mentre beveva un sorso d’acqua.

Manuel e Gianni annuirono con la testa e osservarono le centinaia di guardie elfiche in movimento tutt’intorno a loro.

“Sei molto sicuro di te, Mirko” - disse Manuel guardando l’amico – “Cosa ti fa pensare che in questa occasione potremmo avere la meglio?”

“Me lo sento nel cuore”- rispose l’altro Cavaliere senza staccare lo sguardo dalle fiamme che ardevano di fronte a lui. Gianni osservò Mirko con aria interrogativa e si grattò la testa con una mano: in quel momento aveva leggermente dubitato della lucidità di Mirko, ma poi questi aggiunse:

“Ovviamente non è solo per questo motivo, intendiamoci”

Gianni tirò un sospiro di sollievo e, dopo essersi alzato, si appoggiò ad un albero:

“Allora cos’altro te lo fa pensare?”

Mirko si guardò intorno, sorridendo:

“Sono sicuro che la foresta non abbandonerà mai i suoi figli al loro destino. Noi useremo questa cosa a nostro vantaggio”

“Continuo a non capire”- esclamò Manuel scuotendo la testa, poi il ragazzo pose una mano sulla spalla di Mirko e continuò- Ma mi fido di te ed è questo ciò che conta di più”

“Vedrai”- si limitò a rispondere il Cavaliere di Xavian e ricambiò l’amico con una pacca affettuosa sul collo.

Dopo alcuni minuti, il gruppo vide correre verso di sé una piccola figura rosa: era Angel. Il cartone doveva essersi rimesso prima del previsto ed ora aveva solo una fasciatura sull’antenna che Mirko aveva trovato semi-carbonizzata.

“Angel”- gridò Gianni non appena la vide e il cartone lo abbracciò – “Abbiamo temuto per il peggio, quando Mirko ti ha salvato”

“E’ stato Mirko a mettermi in salvo?”- lo sguardo della creatura passò sul Cavaliere che stava , adesso, osservando la scena con muta soddisfazione. Angel raggiunse il ragazzo e chinò il capo chiudendo gli occhi:

“Grazie, Mirko. Ti sono debitrice”

Il ragazzo scosse il capo e le diede un buffetto sulla guancia:

“Non sei debitrice di nessuno. Io ero in debito con me stesso….per non aver affrontato prima le mie paure”

Una lacrima solcò il viso di Angel che abbracciò anche Mirko:

“Mi aiuterai a liberare Stitch?”

“Naturalmente, Angel. Ma prima, dobbiamo ricacciare Sauron indietro”- esclamò Mirko alzandosi in piedi e cercando qualcuno con lo sguardo:

“Meredriel - urlò e l’Elfo lo raggiunse immediatamente- “Disponi le truppe nel profondo della foresta, dove potranno attaccare nascosti. La nostra priorità sarà quella di decimare il loro esercito dai fianchi, senza farci notare. Non credo che sarà un problema per voi, vero?”

“Assolutamente no, Cavaliere”- disse Meredriel, ma poi si imbronciò- E’ solo che non riesco a capire come farete ad attaccare con i vostri draghi senza incendiare o distruggere la foresta”

Mirko gli sussurrò qualcosa nell’orecchio e gli altri tre Cavalieri osservarono, interessati. Quando ebbe finito, Meredriel sorrise:

“Ottimo piano, Cavaliere”- disse poi, allontanandosi dal gruppo.

“Cosa gli hai detto?” – domandò Gianni, mentre infilava la sua spada nel fodero.

“Ascoltatemi, amici. Quando darò il segnale, dovrete seguire me e solo me, me lo giurate?”

I Cavalieri annuirono e misero le proprie mani su quella del giovane, anche Angel.

“Bene”- esclamò Mirko e iniziò a mettersi la corazza – Preparatevi alla battaglia, allora”

 

                                                 *

 

Sauron marciava in testa al suo esercito che aveva appena terminato di saccheggiare Silthrim delle sue ultime ricchezze. I ranghi procedevano compatti e ordinati, eccetto alcuni squadroni di Orchi che faticavano a rimanere in formazione. I grugniti delle orrende creature si mischiavano al parlottare dei soldati Imperiali che osservavano la foresta con aria cupa.

“Di cosa vi preoccupate?”- ringhiò un Orco verso un gruppetto di soldati del Re- “E’ solo una foresta come ce ne sono tante”

I soldati Imperiali non risposero, ma continuarono a marciare con lo sguardo intriso di terrore, terrore che scaturiva alla sola vista degli alberi della Du Weldenvarden.

L’Orco che aveva appena parlato raggiunse il Signore Oscuro in testa alle truppe e lo informò della situazione di disagio che gravava sull’esercito:

“Cosa intende fare, Signore?”- concluse la creatura attendendo una risposta.

“Avanzeremo- si limitò a dire Sauron- E sradicheremo ogni resistenza che ci si porrà di fronte…anche se dovesse venire dalla terra stessa”

L’esercito era ,ora, a pochi passi dall’entrare nel cuore della foresta e alcuni uomini tremavano per la paura. Quando le truppe penetrarono tra gli alberi ci fu un silenzio di tomba, si udivano, di tanto in tanto, solo i versi disgustati degli Orchi. Sauron si guardò attorno, scrutando fra i rami e annusò l’aria. Il Signore di Mordor levò una mano per far fermare l’esercito e la guarnigione si bloccò immediatamente.

“Che cosa c’è, Signore?”- chiese un Orchetto, agitando le braccia.

Sauron continuava a fissare gli alberi e respirava lentamente. Sentiva qualcosa, ne era sicuro…ma non la vedeva.

“Fate attenzione”- disse Sauron, ma proprio al termine delle sue parole si udì un gridò lacerante e un Orco cadde a terra, trafitto da una freccia. Il Signore di Mordor non fece in tempo a voltarsi che centinaia di dardi piombarono sull’esercito che iniziò a scompaginarsi.

Sauron tentò di mantenere il controllo, ma solo la parte di uomini che era direttamente dietro di lui gli prestò ascolto e si lanciò avanti….ma contro cosa? Soldati Imperiali e Orchi cominciarono a scagliare frecce in tutte le direzioni, colpendosi anche a vicenda. Improvvisamente, un gruppo di Orchi che stava fuggendo nel bel mezzo della Du Weldenvarden sprofondò sottoterra, trafitto da decine di pali acuminati e Sauron constatò che c’erano anche molte trappole, pronte a scattare. L’esercito era ormai diviso in tante piccole falangi che si proteggevano con gli scudi e avanzavano lentamente. Centinaia di Orchi e soldati del Re morivano ogni minuto a causa dei dardi che provenivano da tutte le direzioni e Sauron perse la pazienza:

“Bruciate tutto, appiccate il fuoco alla foresta”

Uno dei suoi guerrieri accese una torcia, ma non appena la posò vicino ad un albero, questa gli esplose letteralmente in mano e la creatura si divincolò a terra fino ad immobilizzarsi, morta. Sauron spalancò gli occhi sotto la maschera e si sentì, per la prima volta, stupito. Cosa impediva agli alberi di prendere fuoco? Nel frattempo, molti elementi dell’esercito iniziarono a ritirarsi scompostamente fuori dalla foresta, mentre Sauron tentava, invano di richiamarli indietro. Con rabbia, il Signore di Mordor strappò una freccia che gli si era conficcata nella corazza e vide le sue truppe che venivano fatte a pezzi da soldati invisibili agli occhi. Le truppe che correvano fuori dalla foresta tentarono di salvarsi la pelle, ma, ad un tratto, potenti ruggiti di drago si levarono sopra le loro teste e i soldati videro le enormi creature planare decise verso di loro.

 

                                             *

 

“All’attacco”- urlò Mirko, mentre si gettava sui fuggitivi. Il suo piano aveva avuto esito positivo: mentre gli Elfi decimavano l’esercito nella foresta, lui e i suoi amici, avrebbero rastrellato i disertori e le retroguardie nemiche.

Xavian lanciò una fiammata e decine di avversari vennero carbonizzati. Alcuni Orchi misero mano alle frecce, ma Angel, con l’arco che le aveva affidato Gianni, li colpì uno alla volta, rimanendo in equilibrio su Kreghor.

“Bella mira, piccola. Arnold sarebbe rimasto meravigliato”- si congratulò Gianni, mentre il cartone sorrideva. L’esercito nemico stava ritirandosi nella distrutta città di Silthrim, ma i Cavalieri li precedettero e iniziarono ad affondare le navi che erano rimaste nel lago. Mirko osservava soddisfatto dall’alto l’andamento della battaglia: gli Elfi erano usciti allo scoperto e stavano inseguendo l’esercito avversario, quest’ultimo stava scappando a Silthrim, dove lui e gli altri Cavalieri li stavano aspettando…..gli avversari erano tra incudine e martello. Il ragazzo urlò con impeto , balzando giù da Xavian, atterrò con leggerezza nel porto della città e iniziò a falciare i nemici che lo attaccavano. Nel frattempo, Gianni e gli altri due Cavalieri avevano eliminato gli avversari fuggitivi ed erano atterrati al centro della piazza di Silthrim, dove gli Elfi avevano messo l’esercito del Re con le spalle al muro. Mirko uccise un Orco e si guardò attorno: lui voleva incontrarlo di nuovo…voleva eliminare Sauron. Correndo, il giovane cercò dappertutto, ma non trovò traccia del Signore Oscuro.

“Deve essere fuggito”- mormorò Mirko fra sé e sé e poi si volse, osservando i suoi tre amici e gli Elfi che massacravano le restanti truppe di Galbatorix. Tutto era avvenuto molto in fretta, era bastato un attimo di esitazione da parte delle truppe nemiche e i Cavalieri erano riusciti a cogliere un’importante vittoria. Avevano riconquistato Silthrim e sapevano di aver inferto un pesante colpo a Sauron e Galbatorix. Mirko si sedette su una colonna crollata e vide Angel che gli si avvicinava:

“Abbiamo vinto, Mirko?”- chiese il cartone.

“Questa battaglia l’abbiamo vinta”- disse deciso il Cavaliere, facendo posto al cartone sulla colonna. Questi si sedette e pregò nuovamente il ragazzo, lacrimando:

“Io…io voglio tornare da Stitch….mi- mi manca tanto”

Mirko trattenne a sua volta le lacrime, cercando di mantenere un contegno e serrò le labbra con forza:

“Ci tornerai, piccola. Ci tornerai”- ripeté il Cavaliere osservando gli Elfi che urlavano gioiosi e i draghi che ruggivano felici sulle truppe sconfitte degli avversari.

 

 

 

  
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