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Autore: Ely_91    18/06/2010    3 recensioni
Eccomi quì di nuovo, ormai non psso più resistere. Ho un'altra storia per voi. Un mondo diverso da quello che la cara zia Meyer ci ha donato, qui i vampiri possono avere figli, ma solo UNO. Poichè le donne-vampire al momento della trasformazione avevano un ovulo che si può fecondare.....vi lascio così. Spero ardentemente che vi piaccia
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo. Nonostante la scuola sia finita, e ringraziamo tutti i santi in cielo ed in terra, mi sono beccata l'influenza. E certo durante la scuola neanche un filo di febbre, in vacanza me la prendo!

Sto revisionando alcune nuove storie che vorrei inserire, ma preferisco gestire le due che ho pubblicato e finirle se il signore mi da una mano. Bando alle ciance vi lascio questo nuovo capitolo. Recensite in tanti.

Marta

Capitolo

pov Jasper

Ero fottuto, letteralmente fottuto. Alice se ne stava in piedi, in mezzo al salone,fissandomi.

La sua rabbia si percepiva nell'aria, come

una concentrazione di energia racchiusa in una stanza troppo piccola per contenerla.

In quel momento pensai ad una giustifica:

"Dai amore succede che i bambini giocando si facciano male".

Ma prima che riuscissi a pronunciarla.

-Non parlare-, sibilò, -non osare pronunciare alcun suono-.

Alice ora teneva gli occhi chiusi, rigida come una roccia. Volevo calmarla usando il mio potere, ma sinceramente non mi azzardai a farlo, meglio non farla incazzare più di quanto è già.



pov Shion



Quando mi svegliai, mi ritrovai nel letto dei miei genitori nella casa dei nonni. Troppe volte mi ero rifugiato in questa stanza durante le giornate

trascorse in questa casa. Mentre ricordavo cosa mi era successo prima di arrivare qui, sentii i

miei genitori litigare al piano di sotto.

-Te lo avevo affidato, e tu me lo riporti con una frattura a casa!-,

mamma per quanto cercasse di tenere la voce bassa e moderata

non ci riusciva.

Rabbrividii sentendola. Mamma era sempre allegra, non si arrabbiava mai.

Certo non contando il giorno in qui mi ritrovò nascosto con Alex nella cabina armadio, i nostri vestiti erano completamente sporchi di fango e di conseguenza avevamo imbrattato un po.

Ecco quel giorno pensai che mi avrebbe ucciso volentieri con le sue mani.

-Non ci provare Jasper, capito!-, mamma adesso aveva alzato il tono della voce. Ricordavo la caduta ed il dolore, ecco perché litigavano, per me.



Mi alzai soffocando un gemito, scostai le coperte e ritrovai la gamba destra fasciata.

Era stretta ma quel tanto da permettere al sangue di passare senza problemi.

Posai un dito sotto al ginocchio e per poco non urlai.

Cavolo quanto faceva male!

Sentivo quel dolore pulsare sempre più prepotente, così mi concentraisu cosa succedeva di sotto.

Pessima idea.

-Se ti avvicini ti stacco la testa a morsi, mi hai capito!-, è bellissimo quando tua madre minaccia tuo padre di morte, non trovate?

Mamma non scherzava, avvertii dei passi ed in contemporanea un ringhio. Ma che diavolo voleva fare papà, farmi diventare orfano da parte sua?

-Alice, calmati non ti pare di stare esagerando?-, zio Emmett? In risposta mamma fece un altro ringhio.

-Tu zitto-, gli sussurrò zia Rose.

Poggiai la gamba sinistra a terra e poi, molto delicatamente, quella destra. Se mamma mi vedeva sicuramente avrebbe smesso di prendersela con papà. Dopotutto era stata colpa mia, avevo visto che quel ramo non era il massimo della sicurezza ma sorvolai la

mia coscienza e ci saltai sopra.


Chi è causa del suo mal pianga se stesso, no?

Mi alzai in piedi, stringendo i pugni, non c'eravamo proprio. Non riuscivo a stare in piedi, figurati scendere le scale.

La porta in quel momento si aprii, rivelando la figura di zio Ed. Si avvicinò a me e prendendomi delicatamente mi ripose di nuovo sul letto.
Uffa avevo fatto una fatica per mettermi in piedi. Vedendo la mia faccia imbronciata, mi sorrise accarezzandomi la testa.

Credeva veramente che mi facessi convincere come Renesmee, illuso.

-Stai buono qui allora, non credo sia il caso di scendere di sotto in questo momento-.



-E' troppo sperare che arrivi ai sei anni?-.

Mamma stava diventando isterica, il che era sempre un cattivo segno.



-Voglio andare giù-, zio mi guardò, -da solo-, precisai.

-E come vorresti fare se non riesci neanche a stare in piedi?-.

Odiavo quando si intrometteva nella mia testa, sembrava farlo apposta.

-Devo ammettere che con voi è stato parecchio utile-.

Spiritoso.

Riprovai a scendere, ma a quanto pare zio non era dello stesso avviso, con una mossa mi ritrovai disteso, SOTTO LE COPERTE !

Ma come ci era riuscito?

-E' tutto inutile tu da qui non ti muovi-.

-Che c'è ti hanno nominato mio tutore?-.

Zio alzò il sopracciglio.

Sentii dei passi svelti su per le scale, le sfuriata di mamma al piano di sotto era cessata, ma questo perchè stava salendo.

La porta si aprii rivelando la figura di mia madre, il suo viso serio subito

si aprii in uno dolce. Si avvicinò e sedendosi sul letto mi passò una mano sui capelli.

-Ti fa male tesoro?-, la sua voce limpida nascondeva la preoccupazione.

In risposta scossi la testa. Non volevo farla preoccupare troppo, ma soprattutto non volevo che si arrabbiasse ancor di più con papà.

Zio soffocò una risata.

In quel momento lo odiai.

-Vi lascio soli-, ecco era meglio.

Mamma rimase in silenzio, mi accarezzava piano la testa, sentivo i suoi occhi puntati su di me.

-Sei ancora arrabbiata?-.

-Un po-. Non la guardai in faccia, sapendo di

essere io il colpevole, -Non con te-.

-Lo sarai per tanto?-. Mamma rise.

-L'ho già perdonato-.




  
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