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Autore: Minerva_Mat    19/06/2010    2 recensioni
Un incubo notturno e un'amicizia che forse inizia a diventare qualcosa di più. E la riprova che quando a soffrire è la persona che più amiamo al mondo riusciamo a trovare le parole giuste al momento opportuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Selphie Tilmitt, Zell Dincht
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’urlo.

 

L’urlo improvviso lo svegliò dal sonno. Spaesato, impiegò qualche minuto prima di rendersi conto di dove si trovava. Aprì e richiuse più volte gli occhi, fino a quando non riconobbe la tenda sopra di lui. La pioggia primaverile batteva con forza sulla tenda facendo rumore e gonfiandola man mano che si accumulava.. A quell’urlo non era seguito nessun altro rumore.

Zell si sollevò dal suo sacco a pelo e gettò un’occhiata a Squall. Il suo migliore amico dormiva, apparentemente ignaro dell’urlo, ed era completamente avvinghiato al suo Gunblade. Era strano che non si fosse svegliato e che non avesse distrutto la tenda con quell’attrezzo infernale. Infilò i jeans, memore di quell’unica e umiliante occasione in cui Quistis l’aveva sorpreso a girare in boxers per il campus del Balamb. Tutta colpa di Zone e dei suoi stupidi scherzi da Trabiano. Da allora Zell non usciva mai dalla sua camera senza essere sicuro di indossare almeno i jeans, Quistis sapeva essere terribile a volte e Zell sospettava che, mandarlo a combattere senza armi contro l’Archeosaurus del centro d’addestramento non fosse l’unica cattiveria che lei fosse in grado di mettere in atto.

Dunque Zell uscì sotto la pioggia e camminò incurante verso la tenda posta di fronte a quella che condivideva con Squall. Lì dormiva Selphie. Aveva deciso di partire con lui e Squall nonostante le avessero detto più volte che si trattava di una missione pericolosa. Squall le aveva proposto di accettare la direzione del Garden sino al momento del suo ritorno, ma lei non aveva accettato neanche quell’offerta e i due ragazzi ancora non riuscivano a spiegarsi il perché della sua ostinazione.

“Sel? Selphie stai bene?”

Sussurrò Zell da dietro l'entrata mentre l’acqua gli scrosciava addosso. Aveva i piedi e le gambe completamente ricoperte di fango. Mentre aspettava una risposta sentì del trambusto arrivare dall’interno, poi la sua migliore amica aprì la tenda. Zell sorrise, intenerito vedendola in quello stato. Si asciugava gli occhi coi pugni delle mani, aveva la spallina del solito vestito giallo leggermente abbassata e sembrava una bambina piccola svegliata da un incubo. Si trattenne dal dirle il famoso ‘te l’avevo detto di non venire con noi’.

“Ehi… Va tutto bene?”

Nel domandarlo Zell usò un tono di voce dolcissimo. Selphie singhiozzò e si gettò fra le braccia del ragazzo incurante della pioggia e del fango e del petto nudo di Zell. Lui l’accompagnò dentro la tenda, rovistò sul pavimento alla ricerca della torcia e, trovatala, cercò l’asciugamano trovandolo sullo zaino da viaggio della ragazza. Le asciugò il viso delicatamente, asciugandoglielo con quella che era quasi una carezza.

“Ci sono io con te, non aver paura.”

“Ho avuto un incubo.”

“E’ normale, ti avevamo detto che questa strega attacca sfruttando le nostre paure.”

“In questo caso non è proprio così. E’ un sogno che faccio già da tempo. Ma non pensavo di svegliarti, mi dispiace.”

“Lascia stare… L’importante è che non si sia svegliato quel vecchio bacucco, sai quanto rompe se si alza di cattivo umore.”

Selphie abbozzò un sorriso e andò a sedersi sul suo sacco a pelo mentre Zell usava lo stesso asciugamano che aveva usato per lei per asciugarsi il torace sotto la luce soffusa della torcia. Poi, quando fu sicuro di non rischiare di prendersi un accidente, andò a sedersi accanto a Selphie stringendosela forte al petto. Amava tenerla stretta a se così, il che accadeva di rado da quando lei e Irvine formavano una coppia fissa. Aveva sofferto molto di quel distacco obbligatorio; avrebbe sofferto troppo continuando a starle troppo accanto. Non era lui il ragazzo che Selphie amava. In quell’istante, Zell sperò vivamente che Selphie non si accorgesse del cuore impazzito che a momenti gli sarebbe schizzato fuori dal petto.

“Era da tanto che non mi soffocavi con la tua presa da orso.”

“Non ce n’è mai stata occasione fino a questo momento. Preferivi un altro genero di prese.”

“Ehi, non sarai mica geloso?”

“Perché no?”

Il silenzio scese fra di loro. Selphie si accoccolò meglio fra le braccia muscolose del suo migliore amico che allungò un braccio per prendere una coperta e aprendola coprì entrambi. Era un silenzio leggermente imbarazzante, almeno per Zell che avrebbe preferito mordersi la lingua. Allora decise di romperlo con una delle sue uscite.

“Allora, questo sogno proprio non ti va di raccontarmelo?”

“Ti ho detto che non è proprio un sogno. Non so come spiegartelo.”

“E allora provaci. Magari riesco a darti una spiegazione sensata.”

“Una spiegazione sensata da te? Oddio, allora quelle di Quistis cosa sono?”

“E’ semplice, verità assolute.”

Selphie scoppiò a ridere, e contagiato dalla risata anche Zell rise. Era proprio come ai vecchi tempi, quando Irvine non era ancora entrato nel cuore della bella SeeD e Zell si chiedeva se fosse il caso o meno di rivelare i propri sentimenti per lei. Alla fine aveva preferito non rovinare la loro amicizia, e Irvine ne aveva approfittato. Non portava rancore nei suoi confronti. Al contrario, erano buoni amici, e poi che colpa poteva avere il Galbadiano se aveva saputo cogliere l’occasione? Al massimo l’unico da biasimare era proprio Zell. Preso dai suoi pensieri, a stento si accorse che Selphie aveva iniziato a raccontare. Per fortuna non si era perso molto del racconto, mentre le accarezzava dolcemente i capelli.

“Nel sogno vedo una finestra che da su un cielo oscuro, senza nessuna stella né la luna. E poi compare una sagoma femminile che si affaccia alla finestra dandomi inizialmente le spalle. Non le vedo il volto, ma avverto la potenza e il terrore che da lei si emanano e capisco che è una strega. Quando la donna si gira verso me mi assale sempre una immensa paura e non riesco ad urlare anche se vorrei farlo con tutte le mie forze. Quella strega sono io. Ha i miei stessi occhi verdi ma privi di alcuna luce, il mio stesso sorriso ma senza alcuna espressione di gioia, le mie stesse guance ma non lo stesso rossore.”

Mentre raccontava, Selphie ricominciò a piangere. Zell continuò ad accarezzarle le spalle e i capelli per rassicurarla, scuotendola delicatamente per risvegliarla dalle sensazioni che la stavano facendo ricadere nel suo baratro di tristezza.

“Hai paura di diventare una strega Sel?”

La ragazza non disse nulla, ma annuì ed emise un mugolio sommesso. Zell cacciò fuori un respiro profondo e la voltò verso di lui. Selphie si copriva gli occhi e il volto con le mani e Zell dovette faticare per abbassargliele. Sorrise nel vedere quegli occhioni magnifici completamente bagnati e glieli asciugò ancora.

“Sei brutta quando piangi Sel.”

Si scansò appena in tempo dal pugno che lei stava per rifilargli, ma perlomeno l’aveva fatta sorridere di nuovo. Mentre lei finiva di piangere la osservò serio, cercando di trovare le parole giuste per rassicurarla. Le prese le mani, che in confronto alle sue sembravano minuscole, e la guardò negli occhi.

“Tu sei già una strega. Mi hai stregato durante il nostro primo incontro, quando sei precipitata giù da quella rupe, e mi hai incantato con quel sorriso meraviglioso che ti ritrovi e le guance rosse per la fatica che avevi fatto per raggiungere me e Squall. Mi hai stregato con la tua risata e il tuo entusiasmo, quando decidevi di organizzare gli eventi del Garden e mi costringevi ad aiutarti. In realtà ho sempre adorato starti dietro, perché emani una positività che mi scalda sempre il cuore. Mi hai stregata coi tuoi occhi la sera in cui passeggiando per il giardino del Garden dopo la festa per celebrare la vittoria contro Artemisia ho capito che non avrei mai più potuto fare a meno di te nella mia vita. Ecco perché, se anche tu dovessi mai diventare una strega (ed è impossibile visto che non hai dei poteri magici a parte quelli che tutti noi assimiliamo coi Junction), io combatterei contro il mondo intero per metterti al sicuro così come Irvine o anche Squall (credo). E ti aiuterei a capire chi sei davvero, non Selphie la strega ma Selphie la ragazza che col suo entusiasmo dona felicità e amore agli amici.”

Selphie scoppiò a ridere, emozionata dalle parole di Zell. Mai si sarebbe aspettata tanto affetto da quel ragazzo biondo con gli occhi azzurro cielo e il sorriso perennemente stampato sulle labbra. Era riuscito, con quelle poche ma azzaccate parole, a scaldarle il cuore.

“Irvine non lo farebbe mai… Lui ama… la vita comoda.”

“Allora sarò io il tuo cavaliere. E non ti abbandonerò mai.”

Sapeva che era vero. Sapeva che Zell non l’avrebbe abbandonata mai, a differenza di Irvine che spesso la lasciava sola anche nelle piccole difficoltà che doveva affrontare. Guardò negli occhi il suo migliore amico, consapevole che su di lui avrebbe sempre potuto contare. Lo abbracciò e si addormentò poco dopo fra le sue braccia, concedendosi un lungo sonno senza incubi e ricco di serenità.

***

Quando Selphie si era addormentata Zell aveva preferito tornare nella sua tenda. Aveva combinato fin troppi danni con le parole la scorsa notte, non voleva combinarne anche coi fatti. Per fortuna Selphie sembrava troppo stanca per il sogno e non si era accorta di nulla, ma almeno era più tranquilla.

Squall era già in piedi e sistemava il Gunblade sulle sue spalle quando Zell si svegliò. Non disse nulla sulla nottata precedente, ma il suo sguardo era eloquente.

“Sta bene… Sto bene anch’io.”

Squall era l’unico a sapere. O perlomeno Zell credeva che sapesse, non ne avevano mai parlato. Squall non era il tipo da confidenze del genere, ma era dotato di un grande intuito. E poi era il suo migliore amico da anni.

Zell finì di prepararsi per riprendere il viaggio assieme ai suoi amici. Uscì dalla tenda per richiuderla, vide Selphie che aveva già messo a posto la sua, e mentre Squall faceva lo stesso con la loro le rivolse un enorme sorriso. Il sole splendeva alto, come se la pioggia avesse portato via il maltempo assieme alle preoccupazioni. E quando furono pronti a lasciare il campo, mano nella mano Zell e Selphie si avviarono dietro Squall, pronti ad affrontare quella nuova avventura tutti e due insieme, come sempre era stato, con la sensazione che, finalmente, qualcosa stava per cambiare.

  
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