7. Vuoto e sconforto

Erano passate poche ore dall'ultimo ricordo e il senso di vuoto inziava a farsi sentire. Chiusa nella mia stanza osservavo la pioggia che colpiva il vetro della finestra. Mi sentivo

sempre più persa, sempre più sola. Qualcuno si fermava davanti alla mia porta ma poi cambiava direzione: forse credeva non ci fosse nessuno. Avevo smesso di respirare nella

speranzosa attesa che il mio organismo soffrisse per l'assenza di ossigeno e mi faccesse morire: una speranza vana che perdeva la sua "luce" col passare delle ore.

Mio zio probabilmente mi stava cercando ma non me ne importava molto: volevo solo il mio Edward accanto, lui e nessun altro.

Quando la pioggia si trasformò in grandine mi sveglia: non avevo dormito, ovviamente, ma mi ero chiusa in uno stato di incoscienza nebbioso. Quella nebbia aveva però portato

un'idea con se, un'idea masochista ma pur sempre un'idea. Volevo rivedere il mio Edward? Volevo averlo accanto? Allora potevo fare solo una cosa: amdare alla sua tomba. Era l'unico

modo, l'unica soluzione per soddisfare almeno in parte il mio desiderio. Non ero sicura che mio zio approvasse la mia scelta, anzi ero sicura che mi avrebbe fermata se gli avessi

chiesto il permesso così decisi di fare di testa mia e uscire dalla finestra. La mia stanza si trovava al 3 pian, e il salto da fare era piuttosto pericoloso, ma per uno che cerca la morte

niente è più appagante che un salto nel vuoto. Ma i vampiri sono incredibilmente agili e riuscii a cadere sulla punta dei piedi senza farmi un graffio.

Non volevo certo aspettare di avere addosso 30 vampiri grandi come armadi così inzia a correre seguendo l'istinto. Dopo 2 ore arrivai davanti al mare: un mare scuro senza fondo agli

occhi umani ma pieno di vita per i miei. Senza esitazioni mi tuffai nel liquido cielo senza stelle e nuotai verso nord. Quando arrivai a riva capii con mi grande gioia di essere arrivata

dove volevo: ero in Inghilterra, la terra del mio amore, la terra del mio dolore. Sapevo esattamente dove era sepolto, me lo ricordavo nitidamente. Al suo funerale avevo pianto,

tanto da non vedere niente a parte una leggera nebbiolina, ma sapevo che la sua famiglia era sempre stata sepolta lì.

                                                                                                                      * * *

Quella dolce incoscienza si dileguò in poco tempo e quando riaprii gli occhi mi trovai nella sua stanza. A pochi centimetri dal mio naso le sue gemme verdi mi osservavano piene di

gioia e, mentre mi perdevo nell'oceano color giada, le sue labbra si posarono sullle mie, dolci, morbide ma pur sempre decise.

Il suono della sue voce mi riscvegliò definitivamente. Era un risveglio dolce ma anche triste: non volevo che quel bacio finisse.

-Allora come va?- mi chiese con voce gentile.

-Bene bene, e te?-. Non ero sicura che dagli del tu fosse molto corretto ma mi era uscito spontaneo, e non mi sarei rimangiata la parola per nulla al mondo.

-Bene grazie. Si può sapere cosa ti è preso ieri? Mi stavi facendo morire...!-. Quelle parole, pronunciate dalla sua bocca, avevo più il suono di una battuta che quello di un rimprovero.

-Scusami...non credevo ti importasse di me!!!-. Finsi di essere sorpresa e quando mi guardò in faccia scoppiò a ridere.

Continuammo a ridere e a fissarci neglio occhi, come se il mondo non esistesse.

Stavamo vivendo i nostri ultimi giorni insieme e nemmeno lo sapevamo.

Poi, dal piano di sotto, arrivò l'urlo della governante:- Bella vieni qui subito! Vediamo cosa ti sei inventata stavolta!!! Cosa mai avrai fatto con il tuo principino!!!!!-

La frase non era ancora finita quando io mi avviai verso la porta. Feci per aprirla ma mi ritrovai addosso al suo petto.

-Tu non vai da nessuna parte!-

-Io non dovrei essere qui...-

-sei qui perchè lo voglio io.-

-Non mi crederanno...-

-A me crederanno!Vuoi scommetere?-

Mi misi a ridere e lui con me. Era il nostro giorno felice, niente poteva rovinarlo

                                                                                                                      * * *

Il ricordo mi accompagnò alla sua lapide. Vedere quel pezzo di pietra mi fece sentire forte e debole, felice e sconfortata. In quell'istante capii una cosa: i più grandi nemici dei

vampiri sono la morte e l'amore. Due forze opposte che, se unite, possono distruggere un cuore morto. Senza nemmeno pensarci scavai il terreno con le unghie e arrivai alla bara.

Una bara moderna, se si pensa all'epoca. Una forza strana, un misto tra dolore e felicità, guido le mie mani sul brodo della cassa e lo sollevo. In quel momento sarei voluta

scappare: non volevo e non dovevo aprire quella cassa. Ma ormai era fatta, la strana forza mi aveva portata di fronte alla bara del mio amore, ormai aperta, ma non voleva farmi

alzare, permettermi di scappare. Ovviamente sapevo che non avrei trovato altro che ossa ma il contenuto mi sconvolse: la cassa era vuota. Non c'erano ossa, insetti o roba varia: la

cassa era vuota. Il petto si scqurciò e il dolore si fece più intenso, sempre più forte, mentre sentivo bruciare i miei occhi che fissavano inerti il buio della cassa.

Ehilà raga!

Mi scuso per il ritardo di questo cappy ma ho gli esami e poco tempo.

Allora intanto mi presento: mi chiamo Giulia e...bè sono anche su face (Giulia Cullen Martini) se volete aggiungetemi!

Come vedete la nostra Bella ha sempre più ricordi del passato legati al nostro Eddy e alla storia d'amore che hanno avuto nel lontano 800!.

Molti di voi leggono ma pochi recensiscono :( Non vi piace? Be se avete consigli dite pure la vostra!

Un mega abbraccio a Giova71 e chichi77 ma anche a tutti voi che leggete

     Besos e morsetti

P.s. se volte recensire...vi pregooooo! Grazie mille <3