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Autore: Robix    09/09/2005    9 recensioni
L’incontro fu casuale, l’aiuto inaspettato, la fuga obbligatoria e la convivenza decisamente forzata… anche se a pensarci bene, a volte, non tutti i mali vengono per nuocere!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Documento senza titolo Capitolo 36°: Uragano Sinclair

“Cosa?” chiese il biondo voltandosi verso l’amico e vedendo la lacerazione “Che cazzo hai combinato?”
Blaise raccontò l’accaduto e si sorbì l’ennesimo predicozzo.
“Harry ha ragione, poteva farti qualunque cosa, Zab, cosa ti ha detto la testa?”
“Lo so che ha ragione, ma non avevo bisogno di un cazziatone in quel momento, volevo solo che mi abbracciasse”
“Dio, ma lo avrai fatto morire di paura. Cosa pretendi? E’ già un miracolo che non sia andato a prenderlo a sberle!”
“Senti, possiamo troncare qua?”
“Non potrai evitare il discorso in eterno, stasera alla torre dovrai affrontarlo” disse Draco sedendoglisi accanto.
“Stasera non è ora!” sussurrò il suo amico chiudendo gli occhi e appoggiando la testa allo schienale del sedile.
Il treno giunse presto a destinazione e tutti gli studenti furono portati al castello con le consuete carrozze trainate da animali invisibili, anche se non per tutti. Hermione non era riuscita a calmare Harry il quale, per tutto il viaggio aveva continuato a mugugnare qualcosa d’incomprensibile e scattava come una molla per ogni minima cosa. Ron aveva optato di ignorare il pessimo umore dell’amico per non incappare nelle sue ire.
Il banchetto di benvenuto iniziò dopo la presentazione dei tre nuovi arrivati che furono immediatamente smistati a serpeverde e l’annuncio da parte di Silente del trasferimento di capiscuola e prefetti in una nuova sede.
Blaise non toccò cibo, si sforzò di non guardare al tavolo dei grifoni perchè sapeva che Zacarias lo stava osservando, si era seduto a pochi posti distante da lui, per tenerlo meglio sotto controllo. Harry dal canto suo aveva lo stomaco talmente chiuso che neanche uno spillo sarebbe riuscito a scivolare nel suo intestino.
“Ora calmati, dopo chiariremo la cosa” disse Hermione abbracciandolo.
“Non riesco, solo l’idea che l’abbia sfiorato ancora mi manda in bestia!” sussurrò l’altro portandosi una mano al viso.
“Harry, non è facile per lui, cerca di capire, quella bravata sul treno dev’essere stato un modo per esorcizzare la paura che ha di quel tizio. Affrontarlo subito per non pensarci dopo!”
“Non funziona proprio così Herm, è stato avventato, quello è un pazzo furioso, avrebbe potuto fargli di tutto”
“So che sei preoccupato, lo siamo anche Draco ed io ma Blaise non ha bisogno di sentirsi sgridare, ha bisogno di sapere che tu sei con lui”
“Ma sono con lui, proprio per questo non voglio che commetta sciocchezze” sussurrò il moro dispiaciuto per aver assalito senza mezze maniere il bel cacciatore grigioverde.
“Avrai modo di chiarire con lui tra poco, ma ti prego cerca di rilassarti, sei teso come una corda di violino, si vede lontano un chilometro che sei furente. Non dare modo a quei tre di approfittarne”
“Herm, non so spiegarti cosa ho provato quando Pansy ha detto che era ferito. Non ho capito più nulla, desideravo solamente accertarmi che stesse bene”
“Lo so e lo sa anche Blaise”
“Quando mi ha detto di essere stato lui ad andare da Sinclair, ho sentito un’ondata di pura rabbia invadermi il corpo, anziché capire il perché lo aveva fatto, l’ho aggredito” spiegò dispiaciuto.
“Harry, ringrazio Dio che tu l’abbia fatto. Questo dimostra che sei umano e che non sei una macchina. Tenere alle persone che si amano non è un peccato”
“Sarà arrabbiato?” chiese Potter sollevando finalmente lo sguardo che fino ad allora era rimasto incollato al proprio piatto vuoto.
“Scommetto di no, sa di aver sbagliato. Sarà dispiaciuto, quello sì!” rispose lei sorridendogli.
La cena finì in fretta e tutti si diressero verso le loro sale comuni. Blaise provò un sollievo sfrenato quando con la coda dell’occhio vide Zacarias e Stephan scendere le scale diretti ai sotterranei. Li avrebbero separati almeno sette piani di scale, nuove parole d’ordine ed incantesimi speciali che Silente aveva fatto recitare a protezione della torre Est. Non poteva esserci miglior conforto di sapere che la sua nuova casa sarebbe stata come un bunker anti Sinclair and company.
Draco si fermò a discutere con Piton di una questione veloce dopo essersi assicurato che l’amico se la sentisse di incamminarsi da solo per le scale che lo conducevano alla loro nuova sala comune. Benchè sovrappensiero, all’altezza del terzo piano, il moretto si accorse di essere stato seguito. Si fermò, con la scusa di sistemarsi il mantello e dopo aver lasciato passare un gruppetto di corvonero che gli dispensarono risatine e sorrisi maliziosi, chiese appoggiandosi al muro ed incrociando le braccia “Cosa vuoi?”
“Ambasciator non porta pena!” esclamò Pauline uscendo da dietro una colonna.
“Cos’è non ha neanche più le palle di minacciarmi di persona?”
La Rungis sorrise cattiva e rispose “Non ti è bastata sul treno, una strapazzata per oggi te l’ha già data!”
“Allora cosa c’è?”
“Ci teneva a dirti che gli dispiace che vi abbiano separati, sperava di dividere la stessa sala comune con te”
“Anch’io sono veramente rammaricato dalla cosa” replicò sarcastico Blaise.
“Non solo lo stesso letto!” aggiunse fredda Pauline ignorando l’affermazione del moretto di pochi attimi prima.
Zabini non ribattè si limitò a fissarla freddo quanto un blocco di ghiaccio.
“Si perché forse non ti è chiaro, ma poco importa dove dormi o se cerchi di sfuggirgli in ogni modo, riuscirà a sorprenderti da solo e allora avrete modo di ripensare ai vecchi tempi!” sibilò lei maligna.
“Quando verrà, sarò pronto ad accoglierlo!” rispose Blaise per niente turbato a prima vista benchè dentro di sè infuriasse una tempesta di emozioni.
“Mai pronto quanto lui!” esclamò ridendo la ragazza che aggiunse poco prima di andarsene “Ti conviene assecondarlo o se la prenderà con i tuoi nuovi amichetti. Sarebbe un vero peccato che alla mezzosangue di Draco o peggio ancora che al caro Signor Potter, accadesse qualcosa di spiacevole, non credi?”
Zabini tacque, quando fu certo di essere veramente solo, salì svelto i gradini che portavano in cima alla torre e recitata la parola d’ordine, di gran passo raggiunse la propria camera. Ad aspettarlo c’era già Harry il quale, tremendamente amareggiato per come lo aveva trattato, non appena lo vide, sussurrò un tenerissimo “Mi dispiace!”
Blaise non rispose gli si gettò tra le braccia e lo strinse forte a sé. Abbraccio che venne immediatamente ricambiato dal grifondoro.
“Scusami, non avrei dovuto aggredirti così!” gli disse senza allentare la stretta.
“Ho sbagliato io, perdonami!” rispose l’altro nascondendo il viso nell’incavo del collo e beandosi del calore che emanava il corpo di Harry.
“Che c’è, stai tremando?”
“Niente!” balbettò Zabini con tono assai poco convinto.
“Amore, l’hai rivisto?” chiese dolcemente Potter pregando mentalmente che non fosse così.
Il serpeverde scosse la testa ma non smise di stringerlo.
“Blaise guardami, dimmi cosa è successo?”
“Andrà bene” sussurrò l’altro senza sollevare lo sguardo “Non mi farà ancora del male” mormorò poco dopo.
A quel punto Harry era veramente preoccupato, insistere per farsi raccontare quanto accaduto avrebbe forse peggiorato lo stato d’animo di Blaise, così opto per non incaponirsi. Lentamente lo fece sedere sul letto e dopo averlo coccolato un po’ chiese “Perché non ti sdrai, sei stravolto?”
Blaise annuì, come un automa si alzò diretto in bagno. Ne uscì poco dopo vestito con il proprio pigiama, s’infilò sotto le coperte e si ranicchiò in posizione fetale. Quel gesto fece intuire al grifone quanto in quel momento il bel serpeverde fosse indifeso ed avesse bisogno di sentirsi al sicuro.
Gli si avvicinò e gli diede un bacio in fronte per salutarlo ma una vocina che sembrava provenire da chissà dove domandò spaventata “Te ne vai?”
“Sì, perché preferisci che resti?”
“Ti prego!” fu la risposta appena sussurrata del bel Zabini che non dovette insistere oltre perché il grifondoro si svestì alla velocità della luce e lo seguì sotto le coperte abbracciandolo dolcemente. Il ragazzo gli si accucciò contro e disse “Non te ne andare Harry! Non voglio restare da solo”
“Non vado da nessuna parte” rispose Potter accarezzandogli una guancia e cullandolo sino a quando non si abbandonò tra le sue braccia ad un sonno ristoratore.
L’indomani quando gli splendidi zaffiri di Blaise si aprirono, trovarono due iridi color speranza ad osservarlo sorridenti.
“Buongiorno!”
“Ciao” sbadigliò “E’ tanto che sei sveglio?”
“Un pochino!”
“Che ore sono?”
“E’ presto, puoi sonnecchiare ancora un po’, sono solo le sei e mezza”
“Ma hai dormito o sei stato tutta notte a vegliare me?” chiese il serpeverde in un sussurro.
“Ho dormito e ti ho vegliato” rispose il moro dandogli un bacio a fior di labbra.
“Grazie” replicò Blaise ricambiando il gesto.
“Prego” disse Harry dandogliene un altro più approfondito.
“A buon rendere” sussurrò l’altro approfondendo ulteriormente il bacio malizioso.
“Quando vuoi!” disse infine il grifone il quale cedette alle provocazioni ricambiando il gioco di lingua del suo ragazzo che da casto divenne assai passionale.
“Mhhh” gemette Blaise “Mi piace svegliarmi in questo modo!”
“Anche a me” sorrise Harry “Che ne dici se lo facessimo diventare il nostro piccolo rituale?”
“Mi piacerebbe molto, ma dovresti venire qui ogni mattina” disse il moro che visto lo sguardo biricchino del suo splendido cercatore aggiunse “Oppure, dormire direttamente qui”
“Preferirei la seconda se non ti dispiace?” sussurrò lui.
Il moro non rispose lo abbracciò stretto e annuì. Averlo lì era fantastico, si sentiva protetto e l’idea che Zacarias potesse fargli del male appariva solo come un ricordo sbiadito.
“Ottimo lo prendo come un sì!” esclamò Harry felice “Porterò le mie cose da te più tardi!”
“Non vedo l’ora” rispose il serpentello che si accorse solo in quel momento che il grifone aveva dormito solo con indosso i suoi boxer.
“Ma..?”
“Ieri sera non c’è stato tempo di prendere il pigiama” spiegò l’altro.
“Ma non hai avuto freddo?”
“Scherzi, con il piumone e te addosso sono stato benone!”
“Ti prenderai un malanno con questo freddo!”
“Allora scaldami mio principe” sussurrò sensuale Harry.
Blaise sorrise e dopo essergli salito a cavalcioni rispose “Non c’è tempo signor Potter, sai che non mi piace fare le cose di fretta!”
“Peccato!”
“Però se vuoi, abbiamo giusto il tempo per farci una doccia calda insieme e scendere a fare colazione?”
“Ottima idea!” esclamò il moro alzandosi e dirigendosi in bagno seguito dal suo angelo tentatore.

“Hoy ciao, scusa per ieri, la chiaccherata con Severus è andata un po’ per le lunghe. Tu tutto bene?”
“Si bene”
“Hai chiarito con Harry?”
Il moro annuì e gli fece cenno di abbassare la voce.
“Scusa”
Poi senza che l’amico gli chiedesse nulla raccontò della sua illuminante chiaccherata con Pauline. Non gli risparmiò alcun dettaglio tantè che Draco perse quel poco di buon umore che aveva e domandò “Fammi capire, se scopi con lui sarà così magnanimo da lasciare in pace Hermione e Harry? Ho capito bene?”
L’amico fece un cenno affermativo con la testa e questo gli generò un contorcimento alle budella.
“Ma come osa quel gran figlio di puttana?” sibilò il biondo furente trattenendosi a fatica dal ripetere il medesimo insulto a gran voce “Crede davvero che tu sia così idiota?”
“Non l’ho detto a Harry e vorrei che non glielo dicessi per favore” sussurrò Blaise serio.
“Ma io a quello gli spezzo le gambe!”
“Draco, per favore, non dirglielo!” insistette Zabini.
“Ha il diritto di saperlo!” rispose Malfoy secco “Non puoi obbligarmi a mentirgli”
“Se venisse a sapere una cosa del genere partirebbe in quarta per andare a prenderlo. Non voglio che questo accada. So badare a me stesso, Harry non deve venire coinvolto in questa storia”
“E’ già coinvolto Blaise, tu lo sei, lui lo è. Non puoi tenergli nascosta una cosa simile!”
Ma prima che l’amico potesse replicare una voce li interruppe dicendo “Buongiorno miei cari, quanto tempo!”
“Era un buongiorno ora è solo giorno” rispose a tono Malfoy vedendo i tre mangiamorte alle prime armi in piedi di fronte a loro.
“Draco, è curioso vedere che sei ancora vivo. Non credevo vista la tua bella pensata!”
“Che vuoi ho risorse inaspettate!”
“Sai vero che non potrai nasconderti per sempre?”
“Non ho nessuna intenzione di farlo!”
“Non sembrava a Natale, siete scappati come dei ladri” sibilò Zacarias.
“Avevamo altri impegni più interessanti che intrattenerci con tuo padre e i suoi compari”
“Come sbatterti la tua mezzosangue?” domandò all’improvviso Stephan.
Blaise scattò e afferrò l’amico il quale era già partito per saltare addosso al più vecchio dei gemelli Rungis che non pago, voltandosi verso il tavolo dei grifondoro, rincarò “Devo ammettere che è un bel bocconcino. Dimmi, posso farci un giro anch’io?”
“Devi solo provarci!” commentò Malfoy con una tale cattiveria nella voce e nello sguardo che il ragazzo non replicò.
“Ma che avranno questi grifoni di tanto speciale?” chiese Sinclair fingendosi seccato sedendosi di fronte ai due serpeverde seguito dai compagni di merende “Lui si fa Potter, tu la Granger, cos’è li svendevano due al prezzo di uno?”
“Qui nessuno si fa nessuno!” replicò Blaise “Sbaglio o mi sembra di avertelo già detto?”
“Sì l’hai detto ma io ti ho anche risposto che non sei per niente bravo a mentire. In questo Draco è sempre stato più abile di te. Vero Malfoy?”
“Cosa vuoi Zacarias?” chiese freddo il biondino.
“Lo sai bello mio, inutile che fai il finto tonto!”
“Non è più in mio possesso, diglielo!”
Una risata sadica squarciò la sala grande che per un istante si ammutolì.
“Dico davvero, il libro delle ombre, mi è stato confiscato. Spiacente non ce l’ho più!”
“Sarai molto più spiacente quando troverò il modo per fartelo recuperare” sibilò Sinclair “E non credere che non abbia già un paio di idee al riguardo” aggiunse voltandosi a guardare Hermione.
“Stai lontano da lei Zacarias o giuro che ti ammazzo con le mie mani!”
“E’ già la seconda minaccia che ricevo, incomincio ad alterarmi” commentò sarcastico il moro “Dammi ciò che voglio e non le sarà torto un capello”
“Non posso darti ciò che non ho”
“Oh si che puoi, vuoi scommettere?” chiese Pauline ridendo malignamente.
“Rungis, ancora a leccare il culo ad uno che non ti si scoperà mai visto che è gay dichiarato?” chiese sprezzante Draco fulminandola con lo sguardo.
“Come osi lurido bastardo?” sibilò la ragazza estraendo la propria bacchetta.
“Provaci!” le intimò Malfoy facendo altrettanto.
“Ragazzi tutto a posto voglio sperare?” chiese Piton che guarda caso si trovava a passare di lì.
“Si professore solo uno scambio di opinioni!” rispose il suo alunno preferito.
“Mettete via immediatamente quelle bacchette”
Nessuno si mosse “ORA!” ordinò l’uomo deciso “A meno che non preferiate venire espulsi entrambi?”
Draco ubbidì e poco dopo Pauline fece lo stesso.
“Ottimo, con le buone maniere si ottiene sempre tutto” asserì secco aggiungendo voltandosi verso Sinclair e compagni “Signori, siete nuovi ad Hogwarts, ma sappiate che iniziative del genere non saranno tollerate una seconda volta. Pertanto vi consiglio di adeguarvi alle regole scolastiche se ci tenete a restare ed a finire il vostro stage”
I tre studenti di Durmstrang non risposero e si limitarono a fulminare il docente di pozioni con lo sguardo. Il quale, poco prima di tornarsene al proprio tavolo, rincarò “Sono certo che ci siamo intesi”
“Me la pagherai bastardo!” sibilò Pauline.
“Che paura!” replicò Draco soddisfatto.
“Finitela bambini!” fu il commento di Zacarias “Ci sarà altro luogo e altro momento per risolvere queste stupide scaramucce”
“Zacarias, sei qui per avere due cose che non avrai mai” sussurrò Blaise guardandolo negli occhi “Forse dovresti valutare l’idea di rinunciare”
“Questo è da vedere. Sono molto determinato quando m’interessa qualcosa, dovresti saperlo?” fu la risposta enigmatica del moro che si alzò e se ne andò seguito dai gemelli.

“Harry non vieni?” chiese Neville vedendolo fermo pochi passi più indietro intento a frugare nella propria borsa dei libri.
“Ho dimenticato un libro, vi raggiungo” rispose il moretto risalendo a gran passi il viottolo che portava alla classe della professoressa Sprite.
“Ti aspettiamo?” urlò Ron
“No, o farete tardi. Avvisate la McGranitt che sto arrivando!” gridò di rimando la voce ormai lontana di Harry.
“Merda ma dove ho la testa?” si chiese il giovane una volta raggiunta la serra numero sette “Lo so io dove!” si rispose entrando nel grande vivaio di vetro. Fortunatamente non c’erano ulteriori lezioni quella mattina, così poté cercare indisturbato il volume di trasfigurazione che aveva dimenticato.
“Potter” esclamò una voce che Harry riconobbe alla velocità della luce benché l’avesse udita solamente una volta.
“Sinclair” rispose voltandosi a guardare in quella direzione.
“Sei l’ultima persona che credevo d’incontrare!”
“E’ un po’ difficile, vivo qua e frequento questa scuola” rispose a tono il cercatore infilando il proprio libro nella borsa.
“Non immagini che piacere conoscere di persona il ragazzo che ha sconfitto colui che non dev’essere nominato, il mago più potente di tutti i tempi, il Signore Oscuro per eccellenza. Mi sono sempre chiesto come tu ci sia riuscito”
“Se lo chiedono in molti ma converrai con me che non doveva poi essere così potente se un ragazzo di sedici anni e mezzo è riuscito a fermarlo?” chiese Harry freddo.
“Esiste sempre la fortuna” asserì Zacarias avvicinandosi.
“Contro Voldemort? forse ma non è stato il mio caso!” fu la risposta secca del grifone che aggiunse “Scusami ma ho una lezione di trasfigurazione che mi aspetta e se non sbaglio tu dovresti essere a pozioni. Pertanto è stato bello ma devo proprio scappare”
“Ah quello ti riesce bene, vero? Proprio come hai fatto alla baita?”
Potter si fermò sulla porta, si voltò e replicò “Era un party al quale non avevo piacere di restare”
“Peccato perché il signor Zabini avrebbe tanto voluto conoscere meglio il nuovo ragazzo di suo figlio!” esclamò tagliente l’altro “Sai Blaise ha sempre fatto così, glieli presentava prima di scoparseli”
Harry stranamente sorrise, non si lasciò provocare e fece spallucce a dire “Effettivamente sono molto dispiaciuto di non aver conosciuto Zabini senior” evitando di fare alcun commento su quella affermazione.
Sinclair lo fissò furente ed aggiunse “Guardati Potter sei la mia brutta copia, moro, occhi verdi, non ti sei mai chiesto che cosa ci abbia trovato in te? Presto detto, me! Blaise non ti amerà mai, non può accontentarsi di un falso quando può avere l’originale”
“Non vorrei deluderti ma non ti è mai balenato per la mente che il rimpiazzo potresti essere stato tu? Non ti sei mai chiesto se quello che ha sempre voluto ed amato in silenzio per anni fossi io? Sai tutto diventa relativo, dipende da che punto di vista guardi le cose!” rispose il grifondoro deciso.
Zacarias era a dir poco furente, dimezzò la distanza che li separava e sibilò “Ti pentirai di aver voluto ciò che non ti spettava Potter, mi riprenderò presto ciò che è mio e poi vedremo chi di noi due aveva ragione”
“Di tuo non hai neanche l’aria che respiri, almeno non qui. Sfioralo ancora e ti ritroverai le mani spezzate. Avvicinati a lui e camminerai per un pezzo con dei tutori. Fagli del male e rimpiangerai il giorno in cui sei venuto ad Hogwarts” sussurrò Harry senza distogliere lo sguardo da quello dell’altro e con un tono di voce che non ammetteva repliche.
“Non mi fai paura!” disse solamente Sinclair.
“Ottimo perché neanche tu ne fai a me. Senza offesa ma ne hai di strada da fare per essere anche lontanamente simile al tuo caro Signore Oscuro”
“Come osi?” sibilò Zacarias che fece per estrarre la bacchetta ma Harry aveva già la propria alla gola del giovane “Lento, prevedibile e patetico. Non provocarmi Sinclair, non mi conosci, non sai quanto possa diventare cattivo quando cercano di fare del male alle persone che amo. Fossi in te non cercherei di sapere quanto” gli disse risoluto andandosene poco dopo e lasciandolo a meditare vendetta.

“Signor Potter, credevo si fosse perso!” esclamò Minerva McGranitt vedendolo entrare in classe.
“Scusi, ho avuto un piccolo contrattempo!” rispose il ragazzo sedendosi al medesimo tavolo di Hermione e Ron che lo guardarono preoccupati.
“Spero nulla di cui allarmarsi?”
“Nulla che non si potesse gestire!” replicò Harry lasciando ad intendere alla professoressa che la questione Sinclair non aveva procurato fastidi.
“Ottimo allora direi che possiamo continuare!” disse la donna ricominciando a spiegare come poter trasfigurare semplici oggetti ed animarli.
“Harry” sussurrò Hermione.
“Che hai fatto?” chiese il rosso.
“Un piccolo scambio di opinioni con Sinclair. Niente di tragico”
“Ma quando? Dove?” bisbigliò Ron.
“Nella serra, ero tornato per riprendere il libro di trasfigurazione che avevo lasciato sotto al bancone quando mr. simpatia è apparso dal nulla ed ha iniziato a rompermi le palle” rispose Harry guadagnandosi un’occhiataccia dalla McGranitt.
“Dovevi ignorarlo ed andartene!” disse Hermione fingendo di scrivere qualcosa sulla sua pergamena.
“Non mi faccio minacciare da nessuno e non permetto che minaccino i miei amici o le persone che amo. Men che meno se a farlo è quello stronzo” ribattè Harry con un tono di voce un po’ troppo alto. Minerva si schiarì la voce e continuò a spiegare il passaggio fondamentale per animare gli oggetti.
“E’pericoloso, non mi piace per niente. Pansy mi ha detto che con i suoi due amichetti sta seminando parecchia zizzania tra i serpeverde”
“Che strano!” commentò sarcastico l’amico.
“Draco mi ha detto di ignorarli il più possibile e…”
“Non è così semplice”
“Da quando siamo a Draco?” chiese Ron alzando un sopraciglio.
“Si che lo è Harry, devi solo sforzarti” lo freddò Hermione alzando poco dopo una mano ed attirando l’attenzione della professoressa che apprezzò che di quel terzetto almeno qualcuno la stesse ascoltando.
“Herm, che significa Draco?” sussurrò Weasley sentendosi ignorato a cui un presentimento assai poco piacevole aveva attraversato la mente alla velocità della luce.
“Ron non ora!” sibilò l’amica la quale vedendo sbuffare Harry e scuotere la testa borbottando qualcosa fra sé intuì che quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso della pazienza della McGranitt. Infatti così fu. La donna seccata oltre ogni modo dalla poca attenzione del moro sbraitò “SIGNOR POTTER ESSERE ARRIVATO IN RITARDO NON LE ARROGA IL DIRITTO DI DISTURBARE I SUOI COMPAGNI CHE DECISAMENTE SEMBRANO PIÙ INTERESSATI DI LEI A QUANTO STO SPIEGANDO”
“Professoressa io, mi scuso stavo..” provò a dire lui ma venne freddato con un sonoro “DISTURBANDO!”
Il ragazzo si limitò ad annuire ed a tacere, la situazione non volgeva certo a suo favore. Ne ebbe la certezza quando la docente esclamò decisa “Sono sicura che due ore di punizione nel mio ufficio stasera le faranno più che bene. Non tardi!”
Harry annuì nuovamente e si diede mentalmente del coglione per la reazione avuta poco prima. Ma quando ricordò con orrore che quella sera i serpeverde avrebbero avuto gli allenamenti di Quidditch e che per tale ragione, aveva promesso ad un certo biondino di scortare Hermione nel suo giro di ronda di caposcuola, l’insulto più carino che gli venne in mente da dirsi gli avrebbe sicuramente valso una punizione che sarebbe durata sino alla fine della scuola se solo fosse stato udito da un professore. “Draco mi ammazza!” fu l’ultimo pensiero che Harry fece prima di portarsi una mano al viso e concordare quanto non poteva biasimarlo.

  
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