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Autore: R e d_V a m p i r e     21/06/2010    2 recensioni
Si dice che l’Orologio del Silenzio tornerà a suonare solo quando colui che ha commesso il peccato più grave arriverà sulla terra, rompendo così il silenzio centenario in cui è stato cristallizzato.
Dovete sapere che l’Orologio ha fatto sentire la sua voce l’ultima volta il giorno in cui il cielo pianse sangue, e le fiamme dell’inferno avvolsero ogni cosa, facendo sprofondare un intera città e i suoi abitanti nelle profondità dell’Abisso.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Konoha Hearts





<< Jiraya-sama, i rappresentati degli Hyuuga sono appena arrivati >>
L’uomo sorrise, facendo un cenno alla donna, togliendo la sigaretta dalle labbra e spegnendola in un posacenere di cristallo.
Ispirò, appena, seguendola. Lo spettacolo stava per iniziare.

Jiraya Uzumaki si era sempre considerato un uomo con la testa sulle spalle e di buoni principi. Certo, ogni tanto il suo essere appassionato alle belle donne e il buon vino gli aveva dato qualche problema, ma non era mai successo nulla nella sua lunga vita che lo mandasse fuori di testa come in quel preciso istante. E no, non era certo per la giovane erede degli Hyuuga, seduta comodamente ad un tavolino a sorseggiare serenamente un tè portatole da Shizune, che era andato in escandescenza.
<< Uh… Jiraya-san, non è lieto di rivedermi? >>
La voce profonda e dalla sottile quanto mal celata ironia di quell’uomo riusciva a fargli venire i brividi e istinti omicidi in egual misura. Cercò di controllare il tic che gli era preso all’occhio destro, sforzando un sorriso quantomeno cordiale verso il suo strampalato interlocutore.
Perché non poteva essere definito altrimenti. Davvero, non gli veniva un aggettivo migliore per descriverlo. Inspirò, scrollando più volte il capo, una mano dietro questo.
<< C-certo Kakashi, cosa ti fa pensare il contrario? >>
Kakashi sorrise, o almeno l’Uzumaki credette di vedere le labbra piegarsi sotto la stoffa della maschera che ne copriva il viso fino a sopra il naso, battendo infantilmente le mani l’una contro l’altra.
Non poteva avere più di venticinque anni, eppure la scarmigliata capigliatura argentea sembrava donargli un aspetto molto più vissuto, l’unico occhio visibile, nero, era socchiuso in un atteggiamento deliziato. L’altro era nascosto da una frangia chiara di capelli.
Jiraya osservò accigliato la minuscola bambolina che stava seduta sulla sua spalla, che sembrava sorridergli. Si chiese se fosse possibile, stropicciandosi un occhio. Ovviamente quella era una delle tante stranezze di quello strambo, strambo, uomo.
<< Jiraya-sama, perdoni la maleducazione di Kakashi-kun >>
Esordì con voce gentile la fanciulla seduta al tavolino, posando la tazzina di ceramica sul piatto ed esibendo un dolce sorriso. Lunghi capelli corvini le incorniciavano il viso dai lineamenti gentili, mettendo in risalto i grandi occhi perlacei e il leggero rossore diffuso sulle sue guance. Tutto in lei faceva pensare a una bella bambolina di porcellana.
Jiraya sorrise, imbarazzato, sollevando una mano, mentre il chiamato in causa si agitava comicamente in lacrime, affermando accalorato quanto ‘Hinata-san sia crudele’prima di essere colpito sul capo da quest’ultima con un ventaglio che aveva tirato fuori da chi sa dove.
L’appartenente agli Uzumaki si voltò, decisamente scornato, chiedendosi da dove fossero usciti quei due.
A riprendersi lo aiutò il rumore della porta che si apriva, e l' “Oji-sama?” poco convinto di suo nipote.
L’uomo si voltò a guardare il ragazzo che lo fissava perplesso nella sua uniforme bianca, e uno strano luccichio pervase i suoi occhi.
<< Oh Naruto caro sei davvero kawaii vestito così, lo sai? EH EH?! >>
Ovviamente nemmeno il vecchio Jiraya era messo troppo bene. Dopotutto non scriveva ancora libri ‘osceni’ e ‘privi di gusto’ a cinquant’anni suonati?
Il ragazzo si passò una mano dietro il capo, sorridendo nervosamente. Suo zio alle volte gli dava i brividi. Era abituato ai suoi comportamenti da vecchio pervertito che gli erano valsi il soprannome di Ero-sennin, ma davvero, c’erano giorni in cui si chiedeva come mai non l’avessero ancora rinchiuso in qualche manicomio. Ovviamente non aveva ancora conosciuto il servitore della famiglia Hyuuga.
Alzò gli occhi, quando sentì una mano posarsi poco gentilmente sul suo capo, e si trovò a una pericolosa distanza ravvicinata il volto dell’uomo dai capelli argentei.
Deglutì, sforzandosi di non urlare, sentendo un brivido scorrergli lungo la schiena.
Il sorriso sotto la maschera parve ampliarsi ancora di più, mentre l’occhio visibile si illuminava di interesse.
<< E così tu sei il giovane Naruto, giusto? >>
A smontarlo ci pensò ancora una volta la sua padroncina, che si era alzata e si era avvicinata con eleganza a lui, le braccia incrociate al petto.
<< Che domanda sciocca, siamo qui per la sua cerimonia, e poi ha chiamato Jiraya-sama ‘Oji-san’ >>
Naruto osservò perplesso l’uomo mettersi in un angolino a fare cerchiolini per terra, depresso, cincischiando qualcosa sul fatto che la signorina fosse davvero perfida, mentre Jiraya gli dava colpetti distratti sulla schiena nel vano tentativo di consolarlo.
Il ragazzo diede in qualche ‘eh-eh’ non troppo convinto, chiedendosi cosa avesse fatto di male in una precedente vita per meritarsi questo, quando si ricordò della presenza della ragazza che gli stava davanti. Si riprese, arrossendo furiosamente, e chinandosi in un goffo inchino che ebbe il potere di farlo quasi ruzzolare per terra.
<< Perdona la mia maleducazione, io sono Naruto Uzumaki, piacere di fare la tua conoscenza… >>
La ragazza sorrise, il rossore appena più accennato, portandosi una mano dalle dita affusolate alle labbra rubbigne.
<< … Hinata, Hinata Hyuuga. Piacere mio, Naruto-kun, e tanti auguri >>
Il giovane si rialzò, sorridendo nervosamente. Non era proprio il massimo con le ragazze. Soprattutto con le ragazze carine, come gli ricordava sempre Itachi, riusciva a dare il peggio di se.
Inspirò, cercando qualcosa di sensato da dire, cosa alquanto difficile visto che quella continuava a guardarlo e sorridere.
<< Ehm…. Hinata-chan… rimarrai per la cerimonia? >>
Chiese, speranzoso. Quella si portò entrambe le mani alle labbra, guardandolo desolata. Fece per dire qualcosa, ma un Kakashi che era tornato alla ribalta, apparendo dietro le sue spalle l’anticipò.
<< Hinata-san non ha ancora l’età per partecipare alla cerimonia, Naruto-kun >>
Spiegò, saccente, l’occhio chiuso e l’indice in aria, vicino al viso.
Il ragazzo biondo guardò stupito la giovane che era arrossita violentemente e aveva preso a guardarsi le scarpe.
<< Cioè… tu… hai quattordici anni? >>
La ragazza annuì, senza emettere fiato.
<< Ah >>
Kakashi si voltò a guardarlo con la compassione dovuta agli idioti. L’Uzumaki minore se ne accorse, perché lo fulminò con un occhiataccia, pronto a ribattere qualunque cosa per salvare la sua dignità.
<< Gomenasai Naruto-kun, ma noi dovremmo andare, ora. Siamo venuti per porgervi i più sentiti auguri da parte di mio padre, che non è potuto venire per motivi di lavoro >>
Si intromise la giovane Hyuuga che aveva rialzato il viso e sorrideva, sinceramente dispiaciuta. Kakashi alle sue spalle annuiva compunto, e così la sua bambolina.
Naruto si sforzò di non pensare troppo al fatto che una bambola non potesse annuire e si limitò a sorridere.
<< Non fa niente Hinata-chan, grazie per il pensiero >>
La ragazza si chinò, in segno di rispetto, prima di rialzarsi e dare un leggero colpo di ventaglio sulle spalla dell’uomo al suo fianco, facendogli cenno di seguirla.
<< Ora dobbiamo proprio andare. Di nuovo tanti auguri, e divertiti Naruto-kun >>
Prese a camminare, sorridendo a Jiraya che le aveva cavallerescamente aperto il portone, prima di voltare il capo sopra le spalle e gettare un occhiata penetrante al suo servitore, che era rimasto immobile a guardare il giovane Uzumaki come se avesse dovuto dirgli qualcosa.
<< Kakashi-kun…? >>
Fece, attirando finalmente la sua attenzione. L’uomo si voltò, esibendo un sorriso gigante sotto la maschera, e arrivandole vicino, sparendo con lei dietro il portone che venne richiuso alle loro spalle dopo un saluto di rito.
Jiraya si voltò verso il nipote, che guardava il portone con un sopracciglio inarcato e una buffa espressione sul volto.
<< Quel Kakashi è proprio strano… >>
L’uomo sorrise, annuendo, prima di mettere le mani sulle spalle del ragazzo e trascinarlo senza troppi convenevoli al portone
<< Siamo in ritardo per la cerimonia, susu ! >>

Itachi sospirò, sistemandosi la giacca che cadeva troppo grande sulle sue spalle. Ma di certo non poteva lamentarsi : se non fosse stato per la gentilezza di Jiraya-sama, a quest’ora non avrebbe indossato neppure quello, anzi, non avrebbe potuto partecipare di nulla alla cerimonia del suo Signorino.
Il che –si ritrovò a pensare, incamminandosi lungo il corridoio, lo sguardo fuori al giardino- sarebbe stato un gran peccato.
Preso dai suoi pensieri non si accorse della figura appena apparsa sotto uno degli archi, che sembrava aspettare proprio lui.
Ammantata di rosso, il capo nascosto da un cappuccio, ciò che si poteva notare era solo un codino corvino che sfuggiva al cappuccio, oscillando sul petto della presenza.
Il ragazzino moro sembrò ignorarla, passandole vicino. Sotto il cappuccio si aprì un sorriso scintillante, che non mostrava nulla di buono.
<< Oh no mio caro ragazzo… >>
Fece, scivolando di lato, avvicinandosi a quello e abbracciandolo da dietro, stringendolo a se, il viso vicino al suo. Itachi sentì il proprio cuore mancare di un battito, mentre sgranava gli occhi scuri.
<< … non te ne andrai così facilmente >>
Mormorò, stringendolo più forte a se. Alle sue spalle si delineò, apparendo dal nulla, una figura di donna.
Alta all’incirca tre metri, senza gambe, lunghi capelli biondi legati in quattro codini sparati ai lati del capo, occhi bendati, e bocca rossa spalancata. Delle catene di metallo avvolgevano il suo corpo spettrale, spuntando da terra.
<< Temari… sai cosa fare >>
La figura rise, forte, mentre il ragazzo tra le sue braccia oscillava il capo, che gli ricadde sul petto, gli occhi sgranati improvvisamente rossi, ora vacui. Quella che doveva essere una ragazza, alzò una mano affusolata, accarezzandogli il volto, le labbra a qualche centimetro dal suo orecchio.
<< … sei nelle nostre mani ko-chan… quanto mi dispiace… >>



Angolino di R e d_V a m p i r e

Ecco il nuovo capitolo, sperando che sia interessante e non troppo monotono ^^.
Ringrazio ancora Lotti e Vaius che hanno recensito. Mi fa sempre piacere sapete cosa ne pensiate, ragazzi. ( si questo è un invito a tutti gli altri lettori-fantasma a dire la vostra xD).
Per quanto riguarda Sakura… beh, sappiate che non è proprio Sakura, ed ho già detto troppo u-u
Al prossimo capitolo!
Bacio!
   
 
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