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Autore: Vampire_Swan    21/06/2010    4 recensioni
Ciao ragazzi! questa è la mia seconda storia. la prima non è andata molto bene per mancanza di visite e recensioni, quindi ho pensato di cambiare un po' genere. In questa storia non c'è Jacob, si basa per la maggior parte su Bella ed Edward. All'inizio non si sopportano a vicenda, ma pian piano fanno amicizia e si renderanno conto che non possono vivere l'uno senza l'altra. è una storia molto bella, soprattutto verso la fine, (ho già programmato tutto). Leggetela in tanti e se vi è piaciuta recensite ^_^
Genere: Romantico, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao raga! sta volta non vi chiedo neanche di perdonarmi per il tremendo ritardo... xD questa volta non ho scuse, in realtà ero svogliata e senza idee... in + sto portando avanti un'altra ff molto complicata e molto lunga. Chiedo umilmente scusa T_T non solo per il ritardo, ma anche perchè è un po' cortino.... spero comunque che vi piaccia e spero che vi rendiate conto che l'ho scritto in un momento dove non avevo idee, fantasia e ispirazione... vi comunico che mancano altri due o tre capitoli alla fine... un bacioneee :*

Uscimmo dalla chiesa e tutti gli invitati ci tiravano il riso. Ci dirigemmo tutti affamati al ristorante. Ricordo che quando andavo io a qualche matrimonio non sopportavo di stare in chiesa per più di due ore e morivo sempre di fame. Avevamo prenotato una grandissima sala con un’enorme pista da ballo al centro e i tavoli tutti attorno. Il tavolo degli sposi erano di fronte a tutti gli altri e a nord della pista. Più a destra c’era un ragazzo che faceva il dj e faceva ballare un po’ tutti, ovviamente dopo aver finito di mangiare. Facemmo anche un sacco di giochi. Uno era quello delle sedie, fatto soprattutto per i bambini, dove le mettevano tutte in cerchio rivolte verso l’esterno e i bambini correvano con la musica attorno. Quando la musica si fermava ognuno doveva trovare posto a sedersi e chi rimaneva senza sedia era eliminato. Un altro consisteva nel bendare lo sposo e fargli riconoscere la gamba della sposa. Quattro donne insieme a me si sedettero e Edward andava tastando le gambe per riconoscere la mia. Non gli fu molto difficile…
Toccò la prima:
“Emh Emh”. Tossii rumorosamente. Edward rise e capì che non era la mia ma quella della mia cugina oca che si godeva quel momento. La odiavo da quando eravamo piccole. Mi faceva i dispetti e staccava la testa alle mie Barbie.
Toccò la seconda:
Era quella di mia nonna, rugosa e flaccida. Edward fece una smorfia di disgusto e passò avanti.
Toccò la terza:
Era molto simile alla mia, era di Renèe. Mia madre aveva la gamba liscia, soda e magra. Edward rimase un po’ a toccarla per capire.
Toccò la quarta:
Era la mia, infatti, successivamente toccò la mia e quella di mia madre insieme per confrontarle. Non arrivò nemmeno alla quinta, che era di mia zia. Ormai senza dubbi, si riavvicinò alla mia gamba e mi sfilò la giarrettiera con i denti. Poi si tolse la benda dagli occhi e mi baciò. Passammo un pomeriggio fantastico, restammo per poco dentro il ristorante perché il resto del tempo lo passammo a farci fare le foto dal fotografo. Alice era venuta a cercarci ed era riuscita a intrufolarsi in un paio di foto. Finito di fare le foto, entrammo in tempo per vedere i balli di gruppo. Fui felice di vedere Charlie e Renèe che ballavano, e Jane che moriva di invidia. Alice chiese al DJ di mettere della musica più vivace e iniziò a scatenarsi sulla pista da ballo, costringendo il povero Jasper a fare qualche ballo con lei. Anche Rosalie, Angela, Emmett ballavano. Alice con il suo spirito allegro incitò tutti gli invitati a ballare, e la pista si riempì, persino di anziani. Alice e Renèe cantarono molte canzoni al karaoke. Renèe adorava Alice, era come la sua seconda figlia. Quando tutti furono stanchi e stremati, arrivò il turno mio e di Edward di ballare. Abbassarono le luci e fecero scendere le sfere con gli specchi facendo brillare l’atmosfera. Misero una musica lenta e romantica. Io appoggiai il viso sulla spalla di Edward, e lui mi strinse a sé. Ballammo lentamente, e quel silenzio era bellissimo, come se dimostrasse tutto l’amore che provava. Tutte le coppiette si unirono al ballo. Alice e Jasper, Emmett e Rosalie, i miei nonni, i miei zii, e tanti altri parenti dalla parte di Edward che non conoscevo. La sera, salutammo tutti, compresa nostra figlia a malincuore. Prendemmo le valige già pronte, fatte da Alice e ci dirigemmo all’aeroporto in macchina. I regali fatti dai parenti e dagli amici li affidammo ad Alice che li portò a casa nostra, come anche il mio vestito e quello di Edward. La macchina che avevamo noleggiato era grande come una limousine, c’era un separé che ci divideva dall’autista. L’abitacolo era molto confortevole, i vetri oscurati, una luce sul tettuccio, e due sedili larghi posti uno di fronte all’altro che potevano starci fino a sei persone. L’autista rispose i nostri bagagli dentro il cofano e salì al posto di guida. Io e Edward eravamo comodamente seduti uno affianco all’altro, abbracciati. Tramite una specie di microfono l’autista ci chiese se volevamo sentire un po’ di musica e acconsentimmo. L’atmosfera si fece romantica, ma eravamo entrambi molto stanchi. Brindammo con dello Champagne, e ci scambiammo tanti baci pieni d’amore. Chiacchierammo tutto il tempo, sgranocchiando qualche stuzzichino, quando l’autista ci avvisò che eravamo arrivati all’aeroporto. Ci aiutò a portare i bagagli, ma Edward da gentiluomo gli disse che ce la faceva da solo. L’autista ripartì, per quello che costava potevamo anche lasciarci aiutare. Era un regalo di Charlie il servizio di limousine. Il viaggio in aereo fu molto lungo, tanto eravamo stanchi che solo mezz’ora dopo essere saliti, ci addormentammo, risvegliandoci il mattino dopo. L’hostess ci disse che mancava ancora un’ora.
“Andiamo in albergo?” chiesi a Edward.
“Veramente, quello era il programma… ma ho affittato una villa in riva al mare, in un isoletta dove non c’è anima viva. Ci saremo solo io e te nel raggio di 200km. Non ti dispiace vero?”
“Assolutamente no! È fantastico!”

  
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