Non riuscivo a distinguere
i lineamenti dei due sconosciuti. Probabilmente comunque, erano due uomini, che
continuavano ad avvicinarsi. Rimasi in ginocchio, lentamente portai la mano
sinistra sul mio fianco, dove legata alla cintura c’era una custodia.
I due uomini si guardarono
e si sorrisero, poi con lo stesso ghigno tornarono a guardarmi. Non si
parlavano. Evidentemente erano soliti a trarre trappole alle persone,
probabilmente erano addestrati da Orochimaru e il
loro unico compito era quello di eliminare coloro i quali si fossero avvicinati
al nascondiglio, nel mio caso, la botola. Era ovvio che erano nemici, e di
sicuro non mi avrebbero risparmiata, perciò, perché avrei dovuto preoccuparmi
di farlo io? Feci in un attimo, aprì la custodia, presi due shuriken
e li lanciai contro i due nemici, nello stesso istante mi misi in posizione di
attacco pronta a difendermi contro i loro contro attacchi, ma, lì ferma ero e
lì ferma rimasi, sbalordita a guardare i corpi inermi dei due uomini, caduti a
terra. Era possibile? Due uomini addestrati a uccidere si erano distratti e si
erano fatti cogliere dalla morte? No, era una trappola. Forse erano dei
fantocci controllati a distanza e quella che si stava facendo distrarre ero io.
Ripresi il controllo. Scrutai nell’oscurità, attraverso gli alberi, per
cogliere quel qualcosa che mi stava sfuggendo, ma non riuscivo a vedere niente.
Se c’era qualcuno nascosto da qualche parte, non era ora che si facesse avanti?
Ero una donna, certo, ma non così stupida, credevano che avrei abbassato la
guardia? Ad ogni modo, mi avvicinai ai fantocci, che stranamente, perdevano
sangue. Legati alle cinture avevano dei sacchetti. Lì aprì. Uscirono soldi,
gioielli. Non erano fantocci, erano…ladri. Avevo ucciso due innocenti, per
quanto innocenti potessero essere. Qualcosa, o qualcuno mi fece girare di
scatto. Un uomo, un altro, sulla collina a un paio di metri sopra di me,
batteva le mani e rideva. Vestito con una veste nera e lunga.
Lui non era un ladro.
Si avvicinò. Io lo
aspettavo, ferma al mio posto.
“ non ti ucciderò adesso,
scommetto che Lui vorrebbe vederti viva prima” mi disse.
Sorrisi “ è quello che desideravo”.
Il membro dell’alba aprì
la botola e con la mano indicò l’interno “ prima le signore”.
Mi avvicina, anche se forse non era possibile,
lì dentro c’era più buio di quanto non ce ne fosse fuori, mi sporsi e saltai
giù, arrivai con un tonfo, l’uomo mi seguì ma atterrò più silenzioso di me. Mi superò
e io mi limitai a seguirlo per tutto il corridoio, il lungo corridoio, buio. Ma
cos’erano? Talpe? vampiri? Perché quell’assenza di luce? Iniziai ad irritarmi. Lungo
il corridoio vi erano delle porte, durante il tragitto una era rimasta aperta,
guardai all’interno. Un uomo si allenava, riuscì a scorgerlo grazie all’unica
candela accesa al centro della stanza che l’uomo stava cercando di piegare al
suo volere. L’uomo che mi stava conducendo per il corridoio se ne accorse,
tornò indietro e mi chiuse la porta in faccia. “ riceverà una punizione per
questo” disse guardando la porta, poi riprese a camminare….quando saremmo
arrivati alla meta?