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Autore: Dryas    23/06/2010    1 recensioni
L’odio, la vendetta, i pugni stretti nell’oscurità. Sentimenti che hanno avvolto l’anima e il cuore di Neji Hyuga, diventando la sua ragione di vita. Un’ingiusta condanna, un’esistenza negata, un isolamento forzato, in attesa di ottenere la sua rivincita. E tutto sarebbe andato secondo i suoi piani se non fosse stato per una sconosciuta ninja di Konoha, la senza cognome Tenten. La sua indesiderata presenza, la sua incosciente fiducia, le sue paure riuscirono a riaprire ferite così profonde che Neji pensava di aver messo al sicuro, lontano dallo sguardo di tutti.
Una difficile battaglia tra amore e odio, tra vita e morte. Chi vincerà?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SEDICESIMO CAPITOLO


 -Prima che l‘ultimo petalo cada-









Quando Tenten scese nelle stanze di Hinata era in un elegante ritardo di dieci minuti, o così voleva farlo apparire. In realtà era in mostruoso ritardo per una festa che era stata di sua iniziativa.
Tentò di correre, ma il kimono era troppo stretto per permetterle di assumere un’andatura rapida. Forse ne aveva scelto uno eccessivamente aderente, pensò guardandosi per l’ennesima volta: le sue curve spiccavano un po’ troppo per i suoi gusti. Se non fosse stata in ritardo sarebbe tornata indietro a cambiarsi.
-scusa il ritardo Hinata!- urlò spalancando la porta ed entrando con aria affannata. La festeggiata sembrò seriamente spaventata da quell’entrata improvvisa, ma poi il suo viso si rilassò e assunse la tipica espressione di bontà.
-non fa niente, Tenten- le disse con un leggero sorriso -sei davvero incantevole-
-beh, comunque non sono l’ultima- fece osservare l’altra guardandosi attorno alla ricerca di Neji -ah, è proprio vero che ci sarà sempre qualcuno più in ritardo di te-
-mi hai battuto di pochi secondi- disse una voce maschile alle sue spalle -non vantarti tanto-
-Neji!- esclamò Tenten con un sorriso sincero -sono contenta che tu sia venuto!-
-smettila di sorridere- le disse l’altro facendo un cenno ad Hinata e dirigendosi verso il divano -non sono venuto qui per festeggiare, lo sai-
-oh, beh, l’importante è che tu sia qui- rispose Tenten per nulla scoraggiata -a proposito Hinata, sei magnifica. Quel kimono bianco, ti dona davvero-
-tu piuttosto- disse, invece, Hinata avvicinandosi all’altra ragazza e sistemandole un lembo del kimono color pesca -sembri un’altra persona-
-non scherzare- ribatté Tenten continuando a sorridere -non sono mai stata brava in queste cose e ho pure scelto un kimono troppo piccolo. Sono una vera frana-
-non direi proprio- continuò Hinata con aria esperta. Tenten si strinse nel kimono ricoperto di fiori di ciliegio, imbarazzata per lo sguardo attento della ragazza. Lo aveva notato anche lei, la fascia di seta legata in vita era troppo stretta e la scollatura troppo evidente. Era eccessivamente femminile.  
-sei davvero stupenda- disse infine Hinata -credo che anche nii-san lo ammetterebbe stasera. Non è così?-
Neji, sentendosi chiamare in causa, girò leggermente il capo verso le due donne. Hinata, con un’insolita aria speranzosa lo fissava in attesa che parlasse. Anche Tenten lo guardava, ma sembrava intimorita.
-che c’è?- le domandò -senza abbigliamento da ninja ti senti indifesa? Dovresti portarlo sempre allora, almeno ti sembrerà di essere più forte-
-cugino … - mormorò Hinata, preoccupata per l’effetto di quella osservazione poco gentile poteva avere su Tenten.
-hai ragione- disse, invece, l’altra -sono decisamente goffa in questi abiti e preferirei indossare la mia divisa. Non ho l’eleganza di Hinata né il suo portamento, ma almeno mi sforzo di cambiare. E per cambiare bisogna soffrire almeno un po’, non sei d’accordo Neji? Altrimenti è troppo semplice-
-dove vuoi arrivare?- domandò Neji sospettoso.
-da nessuna parte- rispose Tenten con leggerezza -era solo una mia osservazione. Ma ora smettiamola con questi discorsi noiosi e festeggiamo. Il mio regalo, Hinata-
Ci aveva pensato molto nei giorni precedenti, Tenten, ma non le era venuto in mente proprio niente da regalarle. Non che avesse grandi possibilità di scelta, né una così profonda conoscenza di Hinata da sapere i suoi gusti. Così aveva optato per qualcosa di semplice e concreto: una torta.
Per lo meno sarebbe servita a riempire lo stomaco, aveva pensato.
Ma forse il regalo più grande fu la sua compagnia. Neji non aprì bocca se non per criticare e commentare acidamente; Hinata era troppo timida per aprirsi con lei, poco più che una sconosciuta. E allora dovette impegnarsi e parlare per entrambi.
Ogni suo sforzo, però, fu ricambiato dai sorrisi dolci e imbarazzati di Hinata e, per la prima volta, ebbe l’impressione che fosse felice.
-buona notte, Hinata- la salutò con affetto Tenten quando fu ora di andarsene -e buon compleanno-
La ragazza, però, non rispose. Abbassò il viso e si portò una mano sotto gli occhi. Stava piangendo.
-perché sei così buona con me, Tenten?- le chiese con voce rotta -è tutta colpa mia se io e Neji siamo qui, è colpa mia se tu sei rinchiusa qui. Perché non mi odi, Tenten?-
La ragazza alzò istintivamente lo sguardo verso Neji, ma dai suoi occhi non ricevette alcun segno di incoraggiamento, anzi, sembravano dirle “ecco, te l‘avevo detto”. Così dovette arrangiarsi.
Appoggiò le mani sulle sue spalle, facendole sollevare il viso che esprimeva una profonda tristezza.
-non è colpa tua, Hinata- le disse guardandola direttamente negli occhi -certe volte succedono cose che vanno al di là del nostro controllo. Ciò che noi possiamo fare è affrontarle come meglio possiamo, e quindi perché dovrei odiarti quando posso volerti bene?-
I bianchi occhi la fissarono con inquietudine e stupore, per poi perdersi nella seta del suo kimono. La strinse e pianse contemporaneamente. Tenten cercò di calmarla, ricambiando l’abbraccio e accarezzandole il capo. Funzionò e poco dopo Hinata lasciò la stanza, troppo scossa per rimanere in compagnia del cugino.
Tenten sospirò. Sapeva che Neji la stava fissando e che avrebbe avuto sicuramente da ridire sulle sue parole. Sapeva che le considerava una bugia.
-vai da lei- gli disse anticipandolo -sei l’unico che la può capire davvero-
Non aspettò nemmeno una risposta e lasciò la stanza. Sapeva che sarebbe andato e che non l’avrebbe seguita, anche solo in ricordo dell’affetto che aveva provato per lei, e che forse provava ancora.
E così fu. Neji non seguì Tenten per farle sapere la sua opinione, ovviamente contraria. E la ragazza se ne tornò in camera sua, sedendosi sul letto apparentemente tranquilla. Si chiese cosa avrebbe potuto dire Neji per consolare Hinata, lui, che non aveva mai sentito parlare con delicatezza a qualcuno né se lo immaginava. Però era Hinata, e Hinata non solo la conosceva da quando era nato ma con lei condivideva la tragedia della loro vita. Quei due potevano capirsi anche senza parlare, ne era certa.
Per questo sapeva che presto avrebbe scoperto il suo segreto e dalla sua reazione dipendeva tutto ciò che sarebbe avvenuto in seguito.
Così, quando Neji spalancò la porta non mostrò stupore, ma solo ansia. Si alzò in piedi, desiderosa di sentirlo parlare. E probabilmente lui glie lo lesse in faccia.
-a che razza di gioco stai giocando?- le domandò con notevole irritazione -lei non sa niente-
-sapevo che glie l’avresti chiesto- disse Tenten -ma tenerlo nascosto ad entrambi era l’unico modo per … -
-sono stanco di fare i tuoi comodi- la interruppe Neji avvicinandosi pericolosamente -sono stanco delle tue parole al vento e delle tue risposte vuote. Sono stanco di te-
-oh, è molto probabile- disse Tenten -in fondo ti ho detto una bugia. Chi non si arrabbierebbe? Però ho una valida motivazione per aver … -
-zitta!- urlò Neji -ancora inutili parole. Me ne serve una sola, una sola dannata parola, e la voglio sapere adesso!-
Tenten a quel punto esitò. Abbassò lo sguardo e il fiato le morì in gola. Sapeva che non avrebbe dovuto fare quella pausa, che Neji non avrebbe più retto. Ormai le sembrava di conoscerlo come le sue tasche.
Le tirò uno schiaffo, tanto forte da farla sbilanciare e cadere sul letto al suo fianco. Poi la prese per gli orli del kimono e la sollevò di nuovo. Guardò la guancia rossa, e i suoi occhi, che non avevano un minimo di combattività.
-e tu ti fai chiamare ninja- le disse disgustato -dovresti vergognarti-
-perché dovrei oppormi?- domandò Tenten -hai ragione tu, ti ho mentito-
-perché dovresti avere un minimo di dignità per non farti trattare così da nessuno- rispose immediatamente Neji.
Tenten spostò lo sguardo.
-la parola dello Shin no ikuin- ordinò subito dopo lapidario e la ragazza tornò a guardarlo.
-“ama”- gli disse muovendo appena le labbra -“ama prima che l’ultimo petalo cada”. Questo è quello che c’è scritto sul sigillo-
Neji non disse nulla per qualche minuto. Tenten vide prima lo stupore e poi la rabbia dipingersi sul suo volto. Pian piano mollò la presa sul suo abito e la fece ricadere sul materasso, per poi voltarsi e darle le spalle.
-ne sei certa?- le domandò con voce grave.
-sì- rispose Tenten.
-dannato Hiashi- lo sentì mormorare. E i suoi pugni si strinsero per la rabbia, seguiti da dei tremiti dovuti allo stesso sentimento. A quel punto Tenten si alzò di nuovo in piedi, facendo qualche passo verso di lui. Avrebbe voluto prendere tra le sue mani quei pugni chiusi e scioglierli, ma non ebbe il coraggio di farlo.
A malapena ebbe il coraggio di parlare.











... Scusate il ritardo, Dryas.
   
 
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