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Autore: Relly    23/06/2010    3 recensioni
cosa succederebbe se Lord Voldemort e Bellatrix Lestrange non fossero morti grazie ad un Horcrux che avevano creato in segreto e avessero mantenuto il dominio in tutto il mondo magico? in questa storia racconto cosa sarebbe accaduto in questo caso, proponendo qualche risposta ad alcune domande della trama dei libri che non state perfettamente spiegate.
Genere: Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rivelazioni tra le piante

Rivelazioni tra le piante


Due giorni dopo le rivelazioni di Voldemort sui negozi di Hogsmeade, non erano più accaduti fatti di alcun genere. I ragazzi non potevano parlare con la professoressa Sprite prima della successiva lezione di Erbologia, quindi per adesso l’unico lume di speranza di un gruppo ristretto di studenti restava il fatto che erano giunti al 31 di ottobre, occasione di festeggiamenti clandestini per la festa di Halloween, bandita dalla comunità magica dal nuovo regime. Ron era riuscito a farsi inviare altri dolci per la festa, e questa volta senza tornare in sala comune con tagli o maledizioni, mentre Hagrid aveva coltivato e stregato delle zucche in gran segreto. Così mentre Hermione andava a lezione di Rune Antiche, Ron si diresse alla sala comune con i pacchi nascosti dal mantello dell’invisibilità (un paio di studenti vennero colpiti, ma diedero la colpa a Pix),  e Ginny, Neville e Luna si occuparono di portare di nascosto le zucche nella scuola, con l’aiuto del guardiacaccia. Quando Hermione uscì dalla lezione era quasi tutto pronto per la serata.

“Ottimo, abbiamo già praticamente tutto! Allora, pensavo che per i festeggiamenti di quest’anno potremmo rimettere degli stendardi, l’anno scorso sono piaciuti! Luna, ci pensi tu? Così io mi occupo delle zucche…”.

Naturalmente, Luna assentì e si mise subito a lavoro. Quella sera la sala di ritrovo non era più illuminata solo di verde, ma anche di rosso, giallo e blu, i vecchi colori delle case di Hogwarts. Le zucche prese quello stesso giorno erano state incantate da Hermione, e adesso illuminavano la sala fluttuando liberamente in aria. Luna aveva dipinto degli stendardi con il vecchio simbolo di Hogwarts: il leone, il tasso, il corvo e il serpente, tutti uniti attorno ad una H. Avevano deciso di metterci anche Serpeverde perché a quel tempo era comunque una delle case, non la sola.

“Quelli sì che erano bei tempi…” la voce di Ron si fece sognante guardando quel simbolo di speranza

“A quei tempi ci ammazzavamo con i Serpeverde, poi li battevamo a Quidditch, e  ogni fine anno rischiavamo la vita in qualche modo… ora invece la rischiamo tutto l’anno! Ah beh, beviamoci su!” e si diresse al banco degli alcolici per versarsi dell’idromele aromatico (evitava quello barricato da quando era finito avvelenato a sedici anni nell’ufficio del Professor Lumacorno). Neville invece cercò Ginny con lo sguardo, e la trovò seduta vicino ad una finestra, in lacrime, lacrime silenziose, che cadevano lentamente sul pavimento di parquet. Lo sguardo era rivolto al cielo oltre il vetro, un cielo ormai troppo conosciuto e troppo disprezzato. Sopra le nuvole che ormai da tre anni ricoprivano tutta la Gran Bretagna, si stagliava un immenso Marchio Nero, la luce verde che non lasciava capire quando era giorno e quando era notte, se non per il fatto che di tanto in tanto un raggio di sole usciva furtivamente dalle nuvole dense e scure come un mare profondo. E quel marchio, visibile solo ai maghi, era quanto di più terribile e frustrante ci potesse essere in quel momento. Fino quando era visibile, Lord Voldemort regnava. Neville si avvicinò così alla ragazza e tentò di rassicurarla.

“Ginny, Harry è salvo, lo sai. Lui non si lascerà sconfiggere da quei dissennatori. La prigione di Azkaban…” ma non trovò altre parole. La ragazza annuì in silenzio, poi dopo qualche secondo mormorò, la voce straordinariamente limpida nonostante le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi: “Si, lo so… ma non posso non pensare che lui… che… non merita tutto questo! Mi manca, mi manca tutto di lui, il suo volto, la sua voce… il suo bacio… ricordo ancora l’ultimo, al suo compleanno… l’ultimo bacio prima di…” ma fu troppo. Si  alzò, correndo verso il dormitorio delle ragazze, senza degnare di uno sguardo il tavolo, dove era stata posta una foto di Harry contornata da numerose candele accese, ad illuminare una targhetta in ottone scritta da Hermione che riportava la seguente frase: ‘Venti  anni fa un grande mago sconfisse inspiegabilmente il signore oscuro, e tre anni fa riuscì quasi a sconfiggerlo nuovamente. Oggi quel mago è stato arrestato per l’idiozia di un regime dittatoriale che nessuno ha mai voluto ma che tutti devono accettare. Ma non possono avere i nostri cuori, e finchè essi resteranno nostri, continueremo a gridare buona fortuna a Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto’.

Luna, che per tutta la sera aveva parlato con dei compagni, Ernie Macmillan e Rolf Scamandro, stava rileggendo nuovamente quella frase quando si accorsero che erano quasi le tre di notte. Spensero le candele, fecero sparire le zucche e nascosero la foto di Harry, e quando tutto tornò alla normalità i ragazzi poterono tornare nei loro odiati letti.

La notte passò molto velocemente. i ragazzi dormirono poco, un po’ per l’ora che avevano fatto, un po’ per l’insonnia che ormai li affliggeva da anni, dovuta alla preoccupazione. Fattostà che la mattina dopo, quando arrivarono alle serre di erbologia, si sentivano leggermente stanchi. La Professoressa Sprite li salutò come al solito sorridendo per cercare di rincuorarli, anche se spesso ad aver bisogno di un sorriso era proprio lei. Era una situazione imbarazzante alcune volte, ma ormai gli studenti non ci facevano più molto caso. Così la lezione passò normalmente, e Neville riuscì per primo a far crescere la sua pianta di Tranello del Diavolo, dimostrando in una scuola votata ormai alla magia oscura, come era diventata Hogwarts,  la sua spiccata attitudine all’Erbologia. Ma a fine lezione la Professoressa Sprite trattenne Ron, Hermione, Ginny, Neville e Luna con la scusa di farsi aiutare per mettere a posto i vasi.

“Non potevo parlare con quei deficienti in classe… stupidi mangiamorte! Un altro anno così e giuro che mi faccio ammazzare io!” esclamò, con rabbia crescente.

 “Comunque vi ho trattenuti qui perché so che voi volete far tornare Harry tra noi, e forse io so qualcosa che vi potrebbe aiutare…” disse. Hermione prese un attimo la parola.

“Il professor Vitius ci ha detto di parlare con lei proprio di questo” bisbigliò, e la professoressa annuì. I ragazzi erano tutti orecchie.

“Allora, sappiamo tutti che al terzo anno della vera Hogwarts voi avevate i l permesso di accedere al villaggio di Hogsmeade come gita scolastica, giusto? Bene, quest’anno ci sarà un piccolo cambiamento… non verrete portati ad Hogsmeade ma ad Azkaban. In gita ovviamente, e vi consiglio caldamente di non comportarvi male in questi giorni per non allungare il periodo di gita a tutta la vita. Però ora viene la parte brutta… A quanto pare, Voldemort vuole rendersi ancora più potente agli occhi degli studenti, e vuole commettere un omicidio in pubblico proprio quel giorno, e il soggetto che ha deciso di uccidere è… Harry Potter”.

Per qualche secondo i ragazzi non ebbero reazioni, poi la paura e il dolore cominciarono a crescere, misti a puro panico e  rabbia. Hermione fu la prima a ritrovare la voce.

“Si sa quando ci sarà questa gita?” chiese, con la voce tremante. La Professoressa Sprite scosse la testa.

“No, ma appena lo verremo a sapere noi professori, troverò senz’altro il modo di comunicarvelo… Ora andate, se vi fate trovare fuori dalle aule a quest’ora potrebbero cruciarvi di nuovo…” e fece cenno ai ragazzi di allontanarsi. Quando uscirono dalle serre erano sconvolti.

“Non avrei mai creduto che potesse succedere… non ora almeno…” mormorò Hermione.

Luna era meno pessimista. “Abbiamo ancora dei giorni, possiamo sempre inventarci qualcosa, un piano… Dobbiamo soltanto capire come potremmo tirar fuori Harry dalla prigione…” mormorò. “Facile! - commentò Ron, sarcastico - Basterà bussare e ordinare un Harry Potter con patatine per favore! Purtroppo non è così facile.”

Ma Neville era della stessa idea di Luna. “Non è facile, ma neanche impossibile. Invece di fare commenti sarcastici, pensiamoci un po’ su. Abbiamo fatto di peggio in passato, abbiamo spodestato la Umbridge, siamo entrati nell’ufficio misteri, e voi, che avete salvato la scuola per sei anni di seguito, vi siete infiltrati al Ministero, avete rubato alla Gringott… possiamo riuscire anche in questo, tutti insieme!” e si avviarono tutti e cinque verso l’aula di Pozioni, mentre tra le piante della serra un fruscio lasciava presagire che qualcosa sarebbe accaduto troppo presto.

Note dell’Autore:  Nuovamente, mi ritrovo a ringraziare di cuore tutti coloro che stanno seguendo la mia storia con tanta pazienza, dato che per un periodo sono stato impossibilitato a postare. In questa nota vorrei anche rispondere a qualche quesito che potreste esservi poste: la scuola di Hogwarts, che non è più la Hogwarts di un tempo, prevede sette anni di scuola. Per ora l’anno più avanzato è il terzo, dato che Harry è stato catturato tre anni prima e Voldemort ha ripreso la scuola e il mondo magico in quell’occasione, però agli studenti viene dato un programma completo di quello che impareranno  per tutti i sette anni di studio. In verità volevo scrivere questo nella storia, ma ormai siamo già al terzo capitolo e non ho mai trovato occasione di scriverlo, e se ve lo avessi detto più avanti sarebbe potuto essere troppo tardi. Poi vorrei fare un ringraziamento speciale alla mia gemellina Dark Lady, senza la quale questa storia non avrebbe mai visto la luce. Bè, per adesso basta, ci vediamo al prossimo capitolo!

Relly

 

  
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