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Autore: R e d_V a m p i r e     24/06/2010    2 recensioni
Si dice che l’Orologio del Silenzio tornerà a suonare solo quando colui che ha commesso il peccato più grave arriverà sulla terra, rompendo così il silenzio centenario in cui è stato cristallizzato.
Dovete sapere che l’Orologio ha fatto sentire la sua voce l’ultima volta il giorno in cui il cielo pianse sangue, e le fiamme dell’inferno avvolsero ogni cosa, facendo sprofondare un intera città e i suoi abitanti nelle profondità dell’Abisso.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Konoha Hearts





Naruto chiuse gli occhi, smettendo di combattere quella caduta eterna. La sua pena se l’era meritata.
L’Abisso lo attendeva a braccia aperte.

Non aveva idea da quanto tempo stesse cadendo. Forse un ora, forse un giorno. Tutto attorno a lui era buio e freddo, il paesaggio una coltre nera compatta.
Il ragazzo aveva smesso di tenere gli occhi aperti, chiedendosi quando quella discesa si sarebbe conclusa.
Non aveva nemmeno più timore dell’impatto col terreno –se mai ci fosse stata una fine- voleva solo che quell’attesa snervante finisse. Che smettesse di vedere ovunque il viso tradito di Itachi, e il sangue che gli macchiava le mani.
Nemmeno la ferita al petto gli faceva più male. Sentiva il corpo come indolenzito, addormentato. Forse era solo il peso dell’angoscia.
Sospirò, e finalmente, quando credeva che avrebbe continuato a cadere all’infinito, sentì il terreno duro contro la schiena, e aprì gli occhi.
Ciò che vide lo lasciò senza fiato.

Era sicuro che un posto del genere non potesse esistere sulla terra. Questo avvalorava la sua tesi sull’incredibile esistenza dell’Abisso. Lì tutto era distorto, immerso in una notte eterna.
Rimase stupito, osservando dei mobili galleggiare in aria a qualche passo da lui.
Tentò di rimettersi all’impiedi, ma ottenne solo una fitta al petto e che una smorfia gli attraversasse il viso pallido, così ripiegò su una posizione seduta. Cercò di guardare meglio, osservando con stupore le marionette sedute sugli scaffali del mobile più vicino: una principessa senza un occhio, un pagliaccio e uno strano cavaliere si voltarono a guardarlo, le bocche di legno spalancate in un'unica smorfia derisoria.
Naruto sobbalzò, indietreggiando per puro istinto, mentre quelle strane bambole si sollevavano in aria, roteando i capi e avvicinandosi minacciosamente a lui.
<< Un umano, un umaaaano! Lei ne sarà felice! >>
<< Già dobbiamo portarlo da lei! >>
<< Nessuno sopravvive all’Abisso! >>

Le voci gracchianti e spettrali di quegli esseri che parlavano con timbro doppio, sia maschile che femminile, gli fecero scendere un brivido gelido lungo la schiena.
Deglutì, poggiando una mano a terra e sollevandosi, incespicando prima di riuscire a mantenersi ritto su due gambe. Si guardò in torno, cercando qualcosa con cui tenere lontani quei mostri di legno.
Lo sguardo gli cadde su un ombrello fucsia che galleggiava pigramente su un tavolino, e si mosse verso questo, cauto, sempre mantenendo lo sguardo sulle bambole che ridevano fra loro.
<< Cosa volete da me? >>
Chiese, nel tentativo di distrarli. Le tre marionette si guardarono, ondeggiando all’ingiù, battendo le mani meccaniche.
<< Dobbiamo portarti al suo cospetto! Lei ci sarà immensamente grata di questo regalo! >>
Esordirono all’unisono. Il biondo afferrò il manico dell’ombrello, portandolo a mò di spada davanti a se, in posizione di difesa.
I tre esseri spalancarono gli occhioni di vetro, prima di gettarsi su di lui con grida lancinanti.
<< Il ragazzino umano non può batterci! >>
<< Già non può! >>
<< Nonpuònonpuònonpu- >>

Il cavaliere strabuzzò gli occhi, mentre la testa veniva tranciata di netto dal corpo, dissolvendosi come quest’ultimo in polvere.
Naruto sbatté confusamente le palpebre, mentre in un secondo gli altri due facevano la sua fine. Non riusciva a capire chi fosse il suo invisibile salvatore. Malgrado questo non abbassò l’ombrello, guardandosi attorno.
Una risata argentina e volutamente ilare attirò la sua attenzione, facendolo voltare verso destra.
Per poco l’ombrello non gli cadde di mano.
<< Quegli inutili esseri schifosi hanno avuto la fine che meritavano >>

Deglutì, serrando le dita sudate sul manico dell’oggetto, cercando di non farsi prendere dal panico. Seduta a gambe incrociate, sopra un armadio fluttuante, stava lei.
La ragazza della visione, quella che aveva provato a ucciderlo. Indietreggiò, disorientato.
Eppure c’era qualcosa di diverso. Quest’altra ragazza aveva gli stessi occhi verdi di quella dell’orologio, ma lunghi capelli di un tenue rosa confetto, simile ai petali dei fiori di ciliegio, gli accarezzavano le spalle, arrivando a cingerle la vita, e indossava uno strano abito rosso, fiammante, con un cerchio bianco, vuoto dietro la schiena, e un fiocco enorme del medesimo colore al petto.
Si assomigliavano in modo impressionante, ma qualcosa gli disse che non si trattava della stessa persona. La ragazza chinò il capo di lato, osservandolo curiosa, dondolando una gamba come annoiata.
Si umettò le labbra, prima di rivolgergli un sorriso accecante.
<< Non mi ringrazi? >>
Lui balbettò qualcosa, lasciandosi sfuggire l’ombrello dalle mani che rotolò a qualche passo da lui, perdendosi fra le rovine di quello strano mondo. Non si chinò nemmeno a cercarlo, il suo sguardo era incatenato a quello della ragazza.
<< A-arigatou >>
Riuscì finalmente ad esalare, dandosi dell’idiota. Stava ringraziando la sua potenziale assassina! Anche se questa l’aveva salvato da quelle bambole demoniache, o qualunque cosa fossero.
La giovane sembrò leggergli nel pensiero perché una smorfia disgustata si aprì sul suo volto.
<< Ci sono Bijui di infimo livello qua in giro. Rimani con me, ci penserò io a proteggerti da loro >>
Esclamò in fine, porgendogli una mano guantata.
Il ragazzo rimase immobile, osservandola caustico. C’era qualcosa in lei che, contro ogni buon senso, lo spingeva a fidarsi.
Eppure…
<< Perché dovrei farlo? Potresti attaccarmi come hanno fatto quei cosi, i Bijou >>
<< Bijui >>
Lo corresse lei, paziente. Non ritirò la mano, lasciandola tesa, il palmo rivolto verso l’alto.
<< Esatto, i Bijui. Perché dovrei fidarmi? >>
Lei sorrise ancor di più, mettendo in mostra canini appuntiti, non propriamente umani. Ritirò la mano, portandola chiusa a pugno sul petto.
<< Perché io e te abbiamo lo stesso obbiettivo… come ti chiami, ragazzo? >>
Quello scosse il capo, confuso.
<< Naruto Uzumaki, quale obbiettivo avremmo in comune? >>
Lei chiuse gli occhi, per poi riaprirli e guardarlo come se fosse un emerito idiota. La smorfia che aveva preso il posto del sorriso faceva intendere quello, per lo meno.
<< Ma fuggire dall’Abisso, mi sembra chiaro! >>
Naruto la guardò, senza vederla veramente. Fuggire dall’Abisso. Strano, ma da quand’era arrivato non ci aveva mai pensato. Forse perché credeva fosse impossibile anche solo pensare di tentare di scappare da quel luogo maledetto.
Un altro pensiero gli sfiorò la mente, e puntò gli occhi azzurri, estremamente serio, sulla sua interlocutrice.
<< Come sei finita nell’Abisso? >>
Quella sorrise, con compassione, spalancando le braccia in una risata, mentre saltava giù dall’armadio, atterrando con grazia felina davanti al giovane.
Il loro visi erano dannatamente vicini, fu l’unica cosa che riuscì a pensare l’Uzumaki.
Lei sorrise ancora, sorniona.
<< Io ci sono nata. Vedi… se ancora non l’hai capito ragazzino… io sono una Bijui >>

Naruto sgranò gli occhi, indietreggiando e finendo a terra, sconvolto.
Com’era possibile? Eppure quella strana ragazza era così… u m a n a. Scosse il capo più di una volta, cocciuto. Se quello che gli aveva detto era vero, se era davvero una Bijui… come avrebbe potuto fidarsi di lei?
La ragazza sembrò intuire ancora una volta i suoi pensieri, perché si avvicinò, guardandolo dolcemente e porgendogli ancora una volta una mano per aiutarlo a rialzarsi.
<< Vogliamo entrambi uscire di qui, giusto? E abbiamo bisogno l’uno dell’altra per poterlo fare. Ricorda che ti ho salvato da quei tre. Se ti avessi voluto morto non mi sarei sprecata con loro, no? >> Il biondo valutò il ragionamento impeccabile. Aveva ragione. Deglutì, afferrando la sua mano, tremante.
Azzurro e verde si rispecchiarono, fondendosi.
<< E come posso aiutarti a farci scappare? >>
Lei sorrise ancora, ampiamente, tirandolo verso di se e sollevandolo, i visi ancora una volta vicini.
<< Facile. Stipula un Contratto con me >>

<< U-un cosa? >>
Chiese Naruto, confuso. La giovane alzò gli occhi al cielo nero, lasciandolo andare. Questo ricadde a terra, proferendosi in un esclamazione poco degna di un nobile.
La giovane dai capelli rosei portò le mani ai fianchi, guardandolo esasperata.
<< Un Contratto, un Contratto baka! Cosa vuoi che sia un Contratto? Tu dai qualcosa a me, e io do qualcosa a te >>
Il ragazzo annuì, rimettendosi all’impiedi per l’ennesima volta con non poca fatica.
<< E cosa dovrei darti? >>
Ancora quel sorriso, sta volta malizioso.
<< Il tuo corpo >>
<< EHHH?! >>
L’espressione sul viso dell’Uzumaki la diceva lunga sullo stato di shok in cui era nuovamente versato. La giovane Bijui lo guardò confusa, poi si rese conto di aver detto qualcosa di fraintendibile.
<< Che hai capito, baka?! Mi impossesserò del tuo corpo, solo così i miei poteri riusciranno a essere abbastanza forti per aprire una delle porte dell’Abisso verso il mondo esterno! >>
Il ragazzo sospirò, sollevato, portandosi una mano dietro il capo e ridacchiando.
<< Allora che aspettiamo? >>
<< D-devi… devi chiamarmi >>
Sussurrò la ragazza, abbassando il volto, all’improvviso rossa d’imbarazzo.
Il giovane riaprì gli occhi, guardandola confuso.
<< Uh? >>
Lei alzò lo sguardo, fissandolo furiosa, rossa da morire, tanto che l’Uzumaki credette sarebbe esplosa.
<< DEVI DIRE IL MIO NOME, GRANDISSIMO BAKA! >>
La risposta del giovane bastò a smontarla, tanto fu innocente.
<< Scusa, ma non me lo hai ancora detto >>
La Bijui lo fissò, arrossendo ancora di più. Non poteva fare certe figure con un umano baka come quello. Giocherellò con una ciocca di capelli, voltandosi a guardare verso sinistra, per non incrociare il suo sguardo sincero.
<< Non l’ho mai detto a nessuno… io sono… Sakura >>
Il giovane sgranò gli occhi. Eppure dentro di lui lo sapeva già. Si limitò però a scrollare il capo, cercando di riprendersi.
<< Non l’hai mai detto a nessuno? Scusa, ma quanti Contratti hai già stipulato? >>
<< Nessuno >>
Sussurrò nuovamente quella, al limite della sopportazione. Si aspettò che il ragazzino umano scoppiasse a ridere, ma quello le si avvicinò, prendendole la mano che gli aveva precedentemente porto.
<< Bene, vorrà dire che sarò il tuo primo… Contraente? >>
Lei alzò lo sguardo, fissandolo sorpresa. E grata, forse.
Abbassò le palpebre, tornando ad assumere un espressione superiore.
<< Su Baka, di il mio nome adesso! >>
Tutto attorno a loro la terrà incominciò a tremare, pezzi di pavimento si staccavano, fluttuando attorno a loro, e ben presto si ritrovarono a galleggiare su un cratere nero, vuoto, come quello della Cerimonia.
L’unica cosa che li teneva uniti erano le loro mani intrecciate.
Naruto strinse di più la presa, terrorizzato che quella potesse cadere nel baratro. Cercò di tirarla a se, ma non vi riuscì. Solo quando la forza delle dita lo abbandonò, e la mano della Bijui iniziò a scivolare dalla sua presa, alzò lo sguardo su di lei, che sorrideva aspettando.
<< SAKURA! >>
La ragazza strinse la presa, dandosi una spinta nell’aria e avvicinandosi a lui, le labbra vicine, lo sguardo puntato nel suo azzurro.
Sorrise ancora, prima di far combaciare le loro labbra.
<< Non ci voleva così tanto, no, baka? >>
Una sfera di luce dorata li avvolse, e Sakura sparì dalla sua visuale, come assorbita dal suo corpo.
Quando Naruto riaprì gli occhi, l’azzurro era scomparso, lasciando posto al rosso e una pupilla ferina, dei profondi graffi sul viso a mò di baffi e un sorriso animale.
Venne avvolto da una sottile membrana aranciata, e la figura della Kyuubi si sovrappose a lui, sovrastandolo.
Il Bijui di fuoco ruggì, scagliandosi contro quel cielo nero, che al suo passaggio si disintegrò, aprendogli un passaggio di luce che l’animale non esitò a oltrepassare.
Loro non lo sapevano ancora, ma erano riusciti nell’impossibile.
Fuggire dall’Abisso.



Angolino di R e d_V a m p i r e

Questo capitolo è stato praticamente un parto, e nemmeno mi soddisfa -__-, ma vabbé, accontentiamoci vah xD
Finalmente Naruchan conosce la “vera” Sakura. Eh si, è lei Kyuubi, sorpresi vero? xD
Ringrazio Vaius e Lotti che come al solito hanno recensito ( vi adoro *w*) Devo dire che non sarà una NarutoSakura, malgrado ci sarà qualche accenno qua e la. Chi sa, magari introdurro il NarutoHinata per il piacere di qualcuno di voi xD Per quanto riguarda Lotti, “boocchan” significa padroncino, e se ci sono altri termini che non capisci dimmi pure^^ Davvero un errore di battitura?!O_O xDDD Beh può capitare^^.
Alla prossima!
   
 
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