Capitolo 2: Il destino Sono agitata più del solito, e vorrei vedere: mica sarò di fronte a un manager qualsiasi, ma al manager dei bellissimi e bravissimi Cinema Bizarre! Mi ricordo ancora, proprio tre anni fa, il mio primo concerto ed era proprio il concerto dei Cinema Bizarre! Stetti mesi agitata perché finalmente potevo incontrarli! Ed ora invece sarò di fronte al loro manager e, ancora inconsapevolmente, di fronte al nostro destino. Alle undici precise ero nel luogo stabilito per l’incontro: un ufficio in un enorme palazzo, che poi scoprii essere una casa discografica. Chiesi alla segretaria in che stanza fosse, e mi indicò un’enorme studio, e prima di farmi entrare mi annunciò con l’autoparlante. Che cosa fantastica mi ritrovai davanti: uno studio bianco tutto circondato da vetri, con un enorme scrivania di legno e un computer enorme. Anche io avrò uno studio come quello! Mentre lui stava finendo di parlare al telefono, notai che alle pareti c’erano i poster dei suoi bamboli: chi sa se anche lui li chiama con qualche nomignolo strano come faccio io! Chiuse la telefonata e finalmente si rivolse verso me: “Posso sapere perché il manager dei Night’s Angel, questo famoso M., non si è presentato, mandandomi invece lei? Non sono qui per divertirmi!” ma perché nessuno pensa che possa essere un manager eppure è una cosa risaputa: l’abito non fa il monaco! “Non vorrei apparire scortese con lei, però non per deluderla ma sono io il manager dei Night’s Angel, M. sono io. Ora che ci siamo presentati, posso sapere perché mi ha fatto chiamare ieri sera all’una di notte, dopo aver registrato senza permesso il concerto dei N.A.?” rimane sorpreso, ma mantiene il controllo “Non volevo offenderla e mi scuso se ho dovuto registrare il concerto, ma dovevo far sentire il genio dei N.A. al mio gruppo i Cinema Bizarre. I ragazzi sono molto entusiasti delle vostre canzoni e così abbiamo pensato di chiedervi se siete disposti”il mio cuore inizia a battere all’impazzata, e possibile che… “ad aprire il tour dei Cinema Bizarre in tutta Europa” vorrei urlare, saltargli addosso, ma invece devo mantenere la calma “Ne parlerò con i miei bamb… con il gruppo e poi mi farò risentire” Ci salutiamo e, con le lacrime agli occhi per la contentezza, corro all’albergo per avvisarli.