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Autore: Relly    26/06/2010    3 recensioni
cosa succederebbe se Lord Voldemort e Bellatrix Lestrange non fossero morti grazie ad un Horcrux che avevano creato in segreto e avessero mantenuto il dominio in tutto il mondo magico? in questa storia racconto cosa sarebbe accaduto in questo caso, proponendo qualche risposta ad alcune domande della trama dei libri che non state perfettamente spiegate.
Genere: Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fiamme dell'inferno

Fiamme dell’inferno

Quando la mattina dopo i ragazzi entrarono  nella Sala Grande per la colazione, finalmente ripristinata dopo il periodo di punizione, giravano strane voci sull’arresto di una professoressa durante la notte. Ai ragazzi non occorse molto per capire cosa fosse successo.

“La professoressa Sprite! Qualcuno deve averla sentita!” bisbigliò Hermione, nervosa.

“Già, ma speriamo che non abbiano sentito anche con chi parlava!” mormorò Ron, più preoccupato per la loro vita che per quella della professoressa. Ginny guardò verso il tavolo degli insegnanti, un fremito di disgusto che le sfigurava il volto. “Mancano lei e Voi-sapete-chi. Bellatrix è al tavolo. Guardate che espressione, quanto è…” esclamò a voce alta, prima che un’altra voce da dietro la fermasse. “Termini quella frase e dovrò metterla in punizione, signorina Weasley!”.

I ragazzi si girarono. Era Fenrir Greyback, il mangiamorte lupo mannaro, uno di quelli che più terrorizzava gli studenti.

“E sai benissimo che se sono io a punire… beh, non c’è bisogno di !” aggiunse, e si allontanò con un ghigno, strizzando l’occhio alla ragazza e passandosi la lingua tra le labbra. Ginny lo guardò con immenso disprezzo.

“Sediamoci e mangiamo qualcosa, che è meglio!” ma per tutta la colazione non toccò cibo, così come gli altri. Dopo venti minuti seduti in silenzio, tutti e cinque continuavano a provare un certo rimorso per quanto accaduto alla Professoressa Sprite. Dopotutto era con loro che aveva parlato, e si sentivano in qualche modo responsabili dell’accaduto. Così uscirono dalla sala grande diretti ai giardini, verso una costruzione nera, minacciosa, composta da quattro torri più piccole e una pericolosamente grande e traballante, posta all’esatto centro di quello che un tempo era lo stadio di Quidditch, di cui ora rimanevano soltanto una torre e i tre pali di una parte del campo, uno di questi piegato e poggiato al palo centrale. Entrarono nell’edificio, che non era sorvegliato (per non far fuggire i prigionieri bastavano gli incantesimi posti attorno all’edificio e alle sbarre della prigione) e trovarono la Professoressa Sprite in una delle tante celle. Era molto provata, sciupata, con la veste strappata in più punti e il sangue che ancora usciva da alcuni dei tagli, ma aveva un sorriso molto ampio sul volto.

“Salve ragazzi! È molto carino da parte vostra venire a farmi visita!” disse. Hermione scoppiò a piangere. Ron la abbracciò, e quando Neville disse: “Professoressa, ci sentiamo in qualche modo responsabili per questa faccenda. volevamo chiederle scusa, ma quando in gioco c’è la vita di una persona non…” i singhiozzi della ragazza aumentarono. Ma la professoressa tentò di tranquillizzarli comunque. “Suvvia, se avessi saputo che sarei stata arrestata di sicuro vi avrei detto ugualmente quelle cose! Non mi interessa essere in prigione e rischiare la vita! Se morirò, sarà per una giusta causa. Voi dovete solo promettermi che fermerete quel pazzoide montato e che farete tornare Hogwarts ai suoi antichi splendori”.

I ragazzi rimasero ancora dieci minuti a parlare con la Professoressa, poi però dovettero correre al castello per ricominciare a trasformare in osso gli animali invertebrati.

“Stupide lumache senza guscio!!! - mormorò Ron, in preda ad un attacco di rabbia - Non bastava quello che sta accadendo alla Sprite, devono anche mettercisi queste inutili lumache! Ti vuoi trasformare?!? Ossea Avifors! Ossea Avifors!!!” ma la lumaca diventò viola e morì soffocata.

“Ron, se ti farai beccare a far morire una lumaca al giorno ti rimetteranno ai ferri nei sotterranei!” mormorò la McGranitt, guardando verso la porta, le labbra talmente strette da far sembrare la sua bocca più simile ad un taglio. Il mangiamorte di sorveglianza era uscito per punire Ernie Macmillan che aveva per sbaglio allungato la sua lumaca senza però darle la forma di osso per la terza volta consecutiva.

“Professoressa, sinceramente, è proprio necessario studiare come trasformare un corpo in un osso?” chiese Hannah Abbott, preoccupata per le sorti del suo amico. La professoressa McGranitt guardò verso la porta un’altra volta e poi mormorò: “Ovviamente no, ma sapete che un mangiamorte deve saper occultare bene un cadavere, quindi dobbiamo per forza insegnarvi anche questo, spero solo di non dover arrivare ad insegnarvi come trasformare un uomo in un dirigibile e farlo esplodere,  ma col nuovo regime ci si può aspettare di tutto” terminò la McGranitt, visibilmente contrariata, le labbra ora invisibili, tanto erano strette.

Dopo dieci minuti le campane scandirono la fine della seconda ora, il che significava ora buca per Ron, Ginny, Neville e Luna e Aritmanzia per Hermione, ma prima che i cinque potessero uscire dall’aula, la McGranitt li chiamò alla cattedra. I ragazzi si avvicinarono un po’ impauriti, convinti che volesse rimproverarli per quanto successo alla Sprite. Invece non fu così

”Ho saputo che avete ricevuto informazioni preziose dalla Professoressa Sprite!” disse, con uno sguardo tranquillo.

“Si professoressa, ci dispiace moltissimo per…” cominciò Neville, ma la McGranitt lo interruppe.

“Non sono qui per rimproverarvi, la scelta di Pomona è stata ammirevole, e voi non siete in alcun modo responsabili. Quello che invece ho da dirvi… anzi, da darvi, è questo!” ed estrasse da un cassetto della cattedra un foglio di pergamena con sopra disegnata una piantina di un edificio di forma triangolare.

“Quella che vedete, ragazzi, è la mappa di Azkaban. Visto che la professoressa Sprite è stata arrestata, ne ho procurata una e incantata. Se mostrata ai mangiamorte si rivelerà essere soltanto un ritaglio della Gazzetta del Profeta. Usatela per trovare Harry, che si trova in questa cella” e indicò un piccolo quadrato nel lato più a nord dell’edificio. “Mi raccomando, dovete essere cauti… Avete già un piano?” mormorò la professoressa.

“Non ancora, ma ci stiamo lavorando” rispose Hermione. La McGranitt sospirò, poi guardò i ragazzi e disse: “Se avete bisogno, potete contare sul corpo insegnanti di questa scuola… o almeno, su quello che conta veramente!” disse, e congedò i ragazzi con un cenno verso la porta.

 

La mattina dopo, i ragazzi si svegliarono con un rarissimo raggio di sole che attraversava le finestre. Sembrava quasi un sogno rivedere quel scintillio meraviglioso che solo il sole poteva dare loro, ma durò solo pochi minuti, poi tutto tornò dello stesso colore verdastro. Ron e Neville si alzarono, preparando le divise da indossare e ripensando alla mappa di Azkaban che la professoressa McGranitt aveva dato loro. Sarebbe bastata una mappa per aiutarli a salvare Harry? Hermione si stava ponendo la stessa domanda quando la voce di Ginny la riportò a terra.

“Hermione, abbiamo la colazione tra dieci minuti, ci conviene avviarci per non perdere il discorso mattutino di Voldy, altrimenti ci becchiamo un’altra punizione” disse, indicando una cicatrice sul suo mento. Hermione si girò lentamente verso la ragazza.

“Io… io non riesco a capire… Perché proprio ad Azkaban? Perché non ad Hogwarts, dove ci sono centinaia di maghi che possono vedere?” chiese Hermione. Stava ancora pensando all’esecuzione di Harry. Pensava a quello ogni giorno, anche se non assiduamente quanto Ginny, che rischiava di piangere ogni minuto in cui la sua mente andava a cosa sarebbe successo se non avessero messo a punto un piano, se avessero fallito.

“E’ proprio perché qui ci sono centinaia di maghi che non possono! Hanno paura che noi uniti potremmo sconfiggerli… e hanno ragione! Noi potremmo davvero,  e dobbiamo riuscirci anche se saremo solo noi cinque!” disse con fervore  Ginny. Aveva una strana luce negli occhi, come se l’idea di agire la stesse risvegliando da un periodo di letargo. Lei, Hermione e Luna scesero così la scala a chiocciola per raggiungere la sala comune, dove Ron e Neville le stavano già aspettando. Mentre scendevano la scalinata principale, il quadro di Voldemort osservava gli studenti con sguardo compiaciuto, e i ragazzi furono colti da un ricordo: ogni volta che il quadro aveva quello sguardo, Voldemort aveva notizie importanti, che nella maggior parte dei casi terminavano con la morte di uno dei buoni. Arrivati in sala grande, così, con un misto di paura e preoccupazione si sistemarono al vecchio tavolo dei Grifondoro e osservarono impazienti il tavolo degli insegnanti, dove gli unici posti vuoti erano ancora quelli della professoressa Sprite e di Voldemort.

“Credete che l’abbia già fatto?” chiese Ron, preoccupato, lanciando un’occhiata di traverso al tavolo. Hermione gli prese la mano, guardandolo dolcemente.

“Se l’avesse già fatto lo sapremmo, ma la sua assenza mi preoccupa… quella di Voldemort, intendo. Ok, Ron, quella di Tu-Sai-Chi…” si corresse, sentendo la mano del ragazzo stringersi più forte quando pronunciò il nome del signore oscuro. Rimasero nella sala dieci minuti ad aspettare, sempre più in ansia. Luna leggeva distrattamente Il Cavillo, lanciando occhiate furtive verso la porta di quercia della Sala Grande. Ginny fissava il suo bicchiere, sobbalzando ad ogni minimo rumore. Ron ed Hermione si tenevano per mano, guardandosi intorno, come se si aspettassero di vedere Voldemort uscire dalle pareti. Ma Neville era fuori di sé: tutti sapevano quanto lui tenesse alla professoressa Sprite, la prima ad aver riconosciuto in lui un qualche talento, in questo caso per le piante magiche. Stava tremando, guardando il soffitto incantato e sudando. Quando Luna se ne accorse, gli prese la mano e gli sorrise, e Neville provò a ricambiare, ma gli uscì solo una strana smorfia poco convincente. Finalmente, dopo altri cinque minuti, Voldemort entrò nella Sala Grande, si diresse verso il suo posto e la statua della morte che torreggiava dietro di lui aprì la bocca e abbassò la testa, guardando verso gli studenti.

“A quanto pare la professoressa Sprite ha aperto la bocca con alcuni studenti che però non sono stati identificati. Non verrete puniti questa volta, non ce ne sarà bisogno, ci penseranno coloro che sanno la verità a punire chi lo meriterà, ma la professoressa verrà giustiziata questa sera a mezzanotte su un colle qui vicino. Tutti gli studenti sono quindi pregati di dirigersi, alle undici e trenta di questa sera, nei giardini dove troveranno gli insegnanti ad attenderli per accompagnarli sul luogo dove verrà fatta giustizia”.

La Sala Grande rimase senza fiato per parecchi minuti, dopo questa notizia scioccante. Hermione e Ginny cominciarono a piangere silenziosamente, Ron emise uno strano suono, a metà tra un singhiozzo e un gridolino, Luna abbassò la testa verso il piatto vuoto, ma Neville non ce la fece. Mormorò qualcosa riguardo un bagno e uscì velocemente dalla sala, troppo arrabbiato, devastato e spaventato per poter aggiungere altro. Mentre uscivano dalla sala Luna disse, ancora sotto shock: “Povera professoressa, come è possibile che venga uccisa così, per nulla…”.

 Nessuno parlò, tutti sapevano che con il nuovo regime era più che plausibile che una persona venisse uccisa per nulla. Ma i ragazzi erano anche preoccupati per la reazione dell’amico, che fuori dalla sala non si vedeva. Non si presentò nemmeno alla lezione di Arti Oscure, dove quel giorno dovevano imparare a riconoscere una persona su cui veniva usato l’imperio, e nemmeno alla successiva ora di Babbanologia. All’ora di pranzo però li raggiunse in Sala Grande, mostrando due tagli sulla camicia e sui pantaloni e parecchi graffi sulla guancia.

“Bellatrix mi ha scoperto mentre andavo dalla Sprite” spiegò ai ragazzi. Era ancora in preda alle lacrime, non per il dolore fisico, ma per la sofferenza del pensiero di quello che avrebbe dovuto vedere quella sera. “Sta abbastanza bene, la professoressa intendo. È un po’ provata, ma sembra non abbia molta paura. Forse voleva solo fa-farsi vedere fo-forte per no-no-non far-mi preoccupare…” e ricominciò a piangere, singhiozzando. Luna gli strinse la mano dolcemente, e Ginny ed Hermione lo abbracciarono, cominciando anche loro a piangere nuovamente.

La sera arrivò fin troppo in fretta. Per tutto il pomeriggio, i ragazzi dovettero stare chiusi nel castello per evitare a chiunque di avere altri colloqui con la professoressa Sprite, che comunque si era dimostrata ottimista, nonostante avesse una condanna a morte sulle spalle. La sala comune era silenziosa quella sera. Nessuno aveva voglia di parlare, di leggere, di studiare. Ron e Neville stavano seduti su due poltroncine, mentre Ginny, Luna ed Hermione occupavano un divano di fronte al camino. Poi alle undici e venti uscirono tutti insieme, con gli altri studenti, verso i giardini della scuola. I mangiamorte li fecero scendere a coppie. Ron con Hermione, Neville con Ginny e Luna con Rolf Scamandro, loro compagno di casa. I due, cercando di pensare il meno possibile alla tragedia che stava per arrivare, cominciarono a parlare di creature magiche. Mentre quindi parlavano di Runespoor e Mooncalf si ritrovarono nei giardini, dove i professori McGranitt e Vitius li aspettavano. Li guidarono, in ordine e in silenzio, sul colle dove si sarebbe svolto lo scempio. In condizioni normali la vista sarebbe stata meravigliosa: si vedevano Hogwarts, il lago e il parco da una visuale veramente incantevole, ma la luce verdastra che il Marchio Nero gettava sul mondo magico lo rendeva cupo e terribile. Dopo pochi metri da quella vista, all’esatto centro della cima della collina c’era un cerchio di paglia, con al centro un palo di legno.

“Ma come, la mettono al rogo?!” esclamò Ron, il volto disgustato. Neville si sentì mancare e cadde, mentre Ginny tentava di sorreggerlo cercando di consolarlo. Attorno al cerchio era stato posto un incantesimo di protezione per non permettere agli studenti di entrarvi.  Poi arrivò la mezzanotte, e tutti i mangiamorte portarono la professoressa Sprite in cima alla collina, in fila, le bacchette illuminate. Questa sorrise ai ragazzi, camminando lentamente sulla paglia, verso il palo, dove i mangiamorte la legarono prima di disporsi in cerchio attorno agli studenti e alla professoressa. Voldemort, invece, si mise di fronte alla Sprite, la bacchetta alta, una fiamma che usciva dalla sua punta ad illuminare lo sguardo della donna di una luce tremolante, uno sguardo che era normale come fosse una lezione di fronte ai suoi studenti, mentre quello di Voldemort era gelido, distaccato, e quando parlò la voce era esattamente fredda come i suoi occhi.

“Questa strega ha disonorato il nostro regime e rivelato informazioni che sarebbero dovute rimanere segrete. La punizione per questo? La morte! Che le fiamme dell’inferno puniscano la tua sconsideratezza e la tua totale avversione verso le regole!” e detto questo, abbassò la bacchetta, dando fuoco al fieno.

I ragazzi rimasero pietrificati, nessuno si aspettava che facesse così in fretta. Neville gridò, come anche Hermione e Ginny. Ron si portò le mani alla bocca, incapace di emettere alcun suono, e Luna si strinse a Rolf, che la abbracciò, tenendole la testa premuta sul suo petto, una mano sugli occhi per coprirle l’orribile visione. Gli occhi di Neville e della Sprite si intercettarono per l’ultima volta. Lei lo guardò sorridendo, poi le fiamme la avvolsero, e non potè più vedere.

 

Note dell’Autore: così, ridendo e scherzando, siamo arrivati al quarto capitolo di questo oscuro futuro nel mondo magico. Ancora grazie a chi mi segue pazientemente! Questo capitolo per me è stato una vera sfida, era la prima volta che toccavo l’argomento “morte” in una fan fiction, ma è un momento che prima o poi arriva per tutti coloro che vogliono provare nuove esperienze di penna. Poi, come sempre, rispondo alle domande. Non ho ancora accennato a cosa sono gli Horcrux perché ancora non lo sappiamo. Dovranno scoprirlo ragionando e pensando al passato e al presente dei personaggi che ne hanno creati. I vecchi serpeverde, invece, sono mangiamorte come era ovvio che sarebbero stati, ma sono molto più impauriti adesso. Faranno la loro comparsa, promesso! Che dire, ci sentiamo al prossimo capitolo! Grazie ancora a chi mi segue! A presto ^^

 

Relly

 

  
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