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Autore: Miss Halfway    26/06/2010    4 recensioni
Cambiare classe non è mai piaciuto a nessuno. Nemmeno a chi vorrebbe cambiare aria e riniziare da capo.
Elisa era stata bocciata in seconda superiore e suo malgrado fu costretta a cambiare classe ritrovandosi come un pesce fuor d'acqua in un'ambiente in cui tutti erano già amici. E' una ragazza timida e impacciata che si ritrova in una situazione dove non conosce nessuno e nessuno si dimostra socievole nei suoi confronti. A parte Mattia. Il suo carattere solare e il suo modo di scherzare sarà frainteso da Elisa che interpreterà i suoi atteggiamenti come segni di interesse. Solo che poi...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cambiare classe non è mai piaciuto a nessuno. Nemmeno a chi vorrebbe cambiare aria e riniziare da capo.
Elisa era stata bocciata in seconda superiore, e suo malgrado fu costretta a cambiare classe ritrovandosi come un pesce fuor d'acqua in un'ambiente in cui tutti erano già amici.
Detestava la sua classe precedente dove ognuno stava per i fatti propri e tutti erano divisi in gruppetti a sé, quasi astiosi fra loro. Non si poteva contare l'uno sull'altro, non si organizzavano mai giornate al parco, o pizzate di fine anno, e d'estate non ci si vedeva mai. Dunque conseguenza, Elisa rimaneva a casa per tutta la durata delle vacanze estice e tornava a scuola a settembre bianca come una mozzarella e senza niente da raccontare.
Sì, Elisa voleva decisamente cambiare classe per fare nuove amicizie, nonostante le facesse paura ritrovarsi sola e riniziare da capo a ritagliarsi uno spazio in un contesto sociale già delineato.
Ciò che Elisa non sapeva ancora era che ritrovarsi in una classe già compatta sarebbe stato peggio che stare in una classe dove ognuno stava per conto proprio, in più il suo carattere chiuso e riservato non le permetteva di fare amicizia facilmente o fare il primo passo.
I suoi nuovi compagni di classe poi non si dimostrarono per niente amichevoli e accoglienti nei suoi confronti.
«Ti troverai bene qui» le disse la professoressa di italiano che aveva avuto anche lo scorso anno «Questa classe è tranquilla e son tutti uniti
» aggiunse.
I giorni passavano, passavano le settimane, passarono ben tre mesi e poi arrivò dicembre.
Elisa era ancora sola in banco e senza amici. Non aveva legato con nessuno e oltre a passare le cinque ore di lezione da sola anche alla ricreazione se ne stava in classe per conto suo mentre gli altri girovagavano per i corridoi o scendevano in cortile.
Fino a che...
«Come mai da sola in classe?»
Una voce che non aveva mai sentito prima catturò la sua attenzione.
Un ragazzo alto, coi capelli castani e gli occhi cangianti stava accostato alla porta a domandare a Elisa cosa ci facesse lì tutta sola. Era davvero carino.
Lei stava affacciata alla finestra a scrutare i ragazzi nel cortile quando lui arrivò.
Sentì un nodo alla gola e non sapeva cosa rispondergli e lui la guardava incuriosito.
«Ehm...io non so.»
«Gli altri sono tutti fuori. Comunque io sono Mattia.» le sorrise amichevolmente.
Aveva un sorriso bello come pochi, un'espressione da ragazzino anche se avrebbero avuto si e no un anno e mezzo di differenza, e gli occhi? Così verdi, così teneri. Bellissimo.
Elisa non disse nulla. Era troppo timida: quando qualcuno che non conosceva le rivolgeva la parola si sentiva imbarazzata tanto da non riuscire a parlare e finiva per balbettare a volte. Nel peggiore dei casi rimaneva zitta e ferma nel mentre che il sangue le arrossiva le guancie.
«Beh io vado.» disse Mattia.
Non lo vide più. Non lo vide più anche perché c'erano le vacanze natalizie e stranamente Elisa non vedeva l'ora di tornare a scuola per rivedere quel ragazzo.
Il suo sorriso gli era rimasto impresso nella mente.
7 gennaio finalmente.
Se non poteva contare sulle sue compagne nel domandare chi fosse decise di far affidamento alle sue doti investigative. Timidezza permettendo.
C'era troppo freddo per scendere in giardino, tutti stavano nei corridoi appoggiati ai termosifoni che sorseggiavano un caffè o una cioccolata calda così anche Elisa se ne stava appoggiata lì a riscaldarsi e dopo poco la raggiunsero due sue compagne che le chiesero come stava.
«Oh Ale guarda! C'è Mattia! » disse una delle due ragazze all'altra.
Il cuore di Elisa cominciò a battere forte non appena sentì quel nome. Alzò lo sguardo e lo vide di nuovo. Era più bello di come se lo ricordava.
«Ciao ragazze!» disse avvicinandosi. Poi volse lo sguardo a Elisa, e gli fece un enorme sorriso mostrando i suoi denti perfetti. «Ciao.» gli rispose lei.
Quando andò via le sue compagne le chiesero come lo conoscesse. Si limitò a dire che una volta le aveva chiesto una cosa, non voleva far intendere altro e poi discretamente cercò di ottenere altre informazioni dalle sue compagne.
Seppe solo che l'anno prima era nella classe dove stava lei adesso. Era un vero peccato che fosse stato bocciato anche lui sennò si sarebbero ritrovati in classe insieme.
I giorni passavano, ed Elisa stava sempre fuori vicino al termosifone all'ora dell'intervallo, sperando di vederlo di nuovo e parlarci un po'.
Aveva anche scoperto che le loro classi erano l'una accanto all'altra e questo la rendeva più contenta.
Col tempo Mattia iniziò a prenderla in giro e a scherzare con lei e tutti capirono che a Elisa gli piacesse molto, tutti tranne Mattia ovviamente.
Anche perchè Elisa lasciò intendere che era un altro a piacergli per farlo un pò ingelosire, ottenendo l'effetto contrario.
Questo sentimento verso Mattia cresceva ogni giorno di più così decise di dichiararsi, continuando però a rimandare.
E il tempo intanto passava.

Era marzo e Mattia smise di girare per il corridoio all'ora di ricreazione, faceva più caldo e tutti andavano in cortile a prendere un po' di sole.
Un giorno Elisa lo incrociò per le scale e lui le chiese come andasse con Riccardo, un suo compagno di classe che Mattia era convinto piacesse a Elisa.
«Posso...parlarti un attimo?» gli chiese lei titubante.
Raggiunsero il piano terra e lei con coraggio gli rivelò i propri sentimenti.
«Non mi piace Riccardo. Mi piaci tu.»
Silenzio tombale.
«Io pensavo ti piacesse Riccardo!» esclamò lui sbigottito.
«No, non mi piace Riccardo.»
«Lo hai illuso.» il sorriso scomparve dal volto di Mattia, si voltò e scese in giardino.
Questo doppio gioco di far crede a uno che le piacesse l'altro e viceversa si rivelò una pessima idea. Riccardo non le piaceva, ci aveva fatto un pò amicizia per arrivare a Mattia, non aveva idea di interessargli, anche se si sentivano molto spesso. Lei aveva frainteso.
Questo perchè Mattia le piaceva e Riccardo no. Aveva frainteso l'atteggiamento troppo amichevole e scherzoso di Mattia per un vero e proprio interesse, o per lo meno sperava questo, mentre aveva frainteso il comportamento di Riccardo come una semplice conoscenza scolastica piuttosto che un interesse da parte del ragazzo.
Elisa rimase lì, immobile a guardare Mattia che raggiungeva i suoi amici in giardino.
Aveva fatto una cavolata, aveva rovinato tutto....tutto quel niente che per lei era importante, che le metteva il sorriso ogni giorno.
Ogni volta che si vedevano Mattia le sorrideva, era un ragazzo così solare e simpatico, e metteva di buon umore anche lei.
Ora invece quando capitava di incrociarsi nei corridoi o nelle scale non si salutavano neanche più.
Questo cambiamento Elisa non lo capì mai. Non capiva se Mattia la stesse ignorando perchè non ricambiava i suoi sentimenti e non sapeva che dirle oppure per non deludere ulteriormente Riccardo. Forse erano entrambe le cose il motivo per cui erano diventati più che estranei.

Così divenne inutile stare nel corridoio ad aspettarare il suo sorriso quotidiano, e tornò a starsene sola in classe anche alla ricreazione.
Bastava un suo sorriso per renderle un pò piacevole la giornata a scuola, e per aver esternato i suoi sentimenti, Elisa aveva perso quel poco di felicità che per lei era davvero tanto.

Fine.


Morale.
Innanzitutto mai usare le persone per arrivare ai propri scopi. Si causano più danni a sè stessi che alle persone che vengono "usate".
Ma cosa più importante e che forse non tutti sanno è che le persone timide sono anche piuttosto ingenue.
Se qualcuno le parla o si dimostra gentile ecco che queste si illudono. Fraintendono.
Fraintendono una parola gentile o un gesto scherzoso come interesse nei propri confronti, quando magari per gli altri è semplice gentilezza o eduzazione, ma in realtà non significa niente per loro.
Si da tutto per scontato quello che non ci interessa mentre quello che ci importa realmente, e che ci fa anche soffrire, lo mettiamo al primo posto. Poi però non ci si accorge di quanto siano importanti entrambe le cose finchè non se ne perde una.
Comunque sia meglio tenersi stretto un amico, o chiunque ci faccia star bene, piuttosto che rovinare tutto per una cotta o per liberarsi la coscienza dal peso dei sentimenti, se non si è sicuri che questi siano ricambiati.
Perchè le persone timide fraintendono, confondono i sentimenti, reinterpretano gesti e parole perchè sperano che queste piccole cose insignificanti in realtà siano molto, molto di più.


*Spero che Elisa abbia imparato la lezione e
che riesca a cogliere la differenza tra interesse e gentilezza e che soprattutto metta un pò da parte la timidezza. La solitudine non è una bella cosa, e aggrapparsi a persone non stabili nella propria vita la farà soffrire ancora di più quando queste se ne andranno inconsapevoli del vuoto che le avranno lasciato.*

Ti voglio bene Mattia.
   
 
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