Come al
solito si svegliò alle sette del
pomeriggio, non era uscito da quella catapecchia da settimane e in
tutto quel
periodo nessuno lo aveva cercato. Sembrava come se non si ricordassero
della
sua esistenza.
Sfaticato si
portò dall’altra parte della
stanza, tutto era in un ordine da brivido, non un oggetto fuori posto,
non un
calzino a terra. Per molte poteva essere l’uomo perfetto, per
altre solo un
incubo. Prese la bottiglia d’acqua e la portò alla
bocca, dopo aver bevuto la
riappoggiò sullo scaffale e prese un libro.
Stese per
quasi un’ora a fissare la
copertina, come se fosse entrato in un coma profondo, poi
sospirò
rumorosamente, accese la televisione e incominciò a fare
zapping. Cambia.
Cambia. Cambia… nulla, neanche un programma stupido che lo
intrattenesse un
po’. Solo spazzatura.
Spense la
televisione, si alzò e aprì la
finestra. L’apocalisse stava a pochi passi da casa sua.
Bombardamenti, case
incendiate, cadaveri, feriti.
Guardò
tutto con distacco, quasi come annoiato,
richiuse la finestra e si recò nel sottoscala.
L’uomo con svogliatezza prese il
fucile, le solite pistole di riserva, i proiettili e le chiavi
dell’auto.
-Pronto per
un nuovo giorno? –
dall’orologio di ultima generazione udì una voce
maschile dal tono ironico.
-Non
ora… - ribatté lui scocciato.
-Erano
settimane che non ti facevi sentire,
cosa ti ha fatto cambiare idea? –
-Smettila di
dire puttanate e aggiornami su
ciò che è accaduto. –
La voce
virtuale soffocò una risata, per
poi iniziare a descrivere la situazione –La razza umana si
è ridotta in poche
centinaia di persone in tutto il globo, contento?
-
-Altro?
–
-Per ora
nulla, ti aggiornerò
prossimamente. – il collegamento si interruppe.
L’uomo
entrò nella sua macchina di grossa
cilindrata, il rombo del motore era talmente potente che per un attimo
sperò di
non esser stato scoperto, poi partì a gran
velocità sfondando il cancello.
Mise sotto
almeno una decina di cadaveri e
qualche ferito, ma non si fermò, perché dover
perdere tempo con i morti?
In pochi
minuti si trovò già in centro. Caricò
il fucile e iniziò a sparare su di un gruppo di persone che
si ritrovavano a
vagare per le strade desolate, emettevano gemiti di dolore e
farfugliavano
qualcosa di incomprensibile, quei pochi sopravvissuti alla sparatoria
cercarono
di inseguire l’auto. Di certo non erano di
bell’aspetto, la pelle era a
malapena attaccata al corpo, le ossa si potevano benissimo intravedere
fra un
pezzo di stoffa e di carne. Ormai tutti erano entrati in putrefazione,
ma
continuavano comunque a correre.
L’uomo
sterzò in modo da far roteare la
macchina mettendone sotto altri.
-Ehi. Vedo
che ti diverti. –
-Si,
abbastanza. –
-Non
rovinare la carrozzeria di quel
gioiellino.-
-Tranquillo,
il sangue la rende solo più
opaca.-
-Sei
tremendo.-
Riprese il
suo giro fra le rovine di Las
Vegas, era troppo divertente per poter pensar a tirare in salvo le
persone
ancora in vita e, probabilmente, in quella decina di minuti potavano
esser già
decimati.
-Si sono
decimati. – la voce virtuale con
tono serioso fece notare all’uomo che aveva ragione.
-Tranquillo,
quei pochi bastano per scopare
come conigli, creeranno un nuovo mondo. –
-Dici che in
un momento come questo pensano
a scopare? –
-Gli umani
pensano sempre a scopare.- fece
notare l’uomo strappandosi la pelle dal volto.
-E pensare
che ci avevano programmato per
salvare la specie umana. –
L’uomo
scoppiò in una fragorosa risata per
poi urlare come un pazzo per l’euforia.
Il futuro
degli umani è destinato a finire
in un orchestra di rottami, cadaveri, rovine e urla di euforia.
Sarà
uno spasso.
Fine,
per sempre.