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Autore: Shainareth    27/06/2010    4 recensioni
[Dragon Age: Origins] Brevi frammenti di vita del Custode Grigio Nimue Surana, antecedenti al suo incontro con Duncan e la partenza per Ostagar.
Attenzione: questa raccolta contiene anche alcune informazioni sui due romanzi di David Gaider, sceneggiatore del videogioco, e analizza determinati personaggi della cosiddetta Mage Origin.
Mi riservo di alzare il rating nel qual caso le prossime shot lo richiedessero.
01. Condivisione
02. Re
03. Proposta
04. Tormento
05. Forbici
06. Incontro
07. Incubi
08. Dicotomia
09. Fuoco
10. Separazione
11. Testamento
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nimue Surana'
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FORBICI




Seduta su di uno sgabello, si era rifiutata di volgere lo sguardo allo specchio per non piangere. Serrò le palpebre non appena udì la prima forbiciata. Alla seconda, strinse i pugni attorno alla stoffa della gonna. Sapeva che sarebbero ricresciuti, ma lo reputava comunque un peccato.

   «Al posto tuo gli infilerei una sanguisuga nelle mutande», provò a consolarla Winifred, accortasi del suo stato d’animo. Anche lei amava portare i capelli lunghi, perciò la capiva perfettamente.

   «Non l’ha certo fatto apposta», mormorò Nimue, rassegnandosi pian piano a dire addio alla sua bella treccia. E tutto perché Jowan, pur essendo tanto avanti con gli studi, durante le lezioni mattutine era riuscito nella mirabile impresa di dar fuoco anche alla chioma della sua amica oltre che al proprio ceppo.

   Winifred sorrise. «Dici così perché c’è mancato poco che tu facessi la stessa cosa con Keili», osservò. «Me ne sono accorta, sai?»

   Nimue si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore. Sapeva di essere brava, tuttavia col fuoco aveva davvero problemi di controllo. Non perché non sapesse come fare, quanto perché l’energia che sprigionava usando quel tipo di potere era troppa, e lei, pur impegnandosi, non riusciva a dominarla del tutto.

   «Sai cosa facciamo?», ricominciò Winifred, continuando nel suo lavoro con pettine e forbici. «Dopo proviamo a vedere se troviamo qualche bel nastro con cui acconciarli.»

   L’altra sospirò. «No, lascia perdere. Non mi starebbe bene.» Non le piaceva agghindarsi in modo troppo appariscente, poiché era convinta che un elfo dovesse mantenere un aspetto sobrio per non risaltare maggiormente all’occhio.

   «Non potremo saperlo se prima non proviamo», la contraddisse la maggiore. Che arrestò le proprie azioni quando arrivò in prossimità delle lunghe appendici auricolari della sua compagna. Storse la bocca in una smorfia, la fronte aggrottata: come avrebbe fatto a tagliarle per bene i capelli senza rischiare di affettarle un orecchio? Avrebbe potuto spostargliene uno, ma sapeva che erano molto delicate e non voleva crearle problemi.

   «Hai già finito?», le chiese Nimue.

   «Non ancora», rispose lei. «È che…»

   La porta si aprì di colpo, e Jowan poco si curò delle proteste delle altre ragazze, stufe delle sempre più sfacciate intrusioni dei maschi nel dormitorio femminile. «Vado via subito», garantì lui con fare scocciato, dirigendosi in fretta verso il punto in cui erano le sue amiche.

   «Si usa bussare», lo rimproverò Winifred, le mani sulle anche.

   «Perdonami», disse il giovane. Ma non a lei.

   Nimue gli sorrise. «Se non lo facessi, sarei una vera ipocrita», lo rassicurò. «Mi meraviglia piuttosto com’è che tu abbia commesso un errore simile. Col fuoco sei più bravo di me.»

   Jowan si accomodò a terra davanti a lei, le gambe incrociate, i gomiti sulle ginocchia. «È colpa di Winifred», ebbe il coraggio di affermare.

   Allibita, la maggiore strabuzzò gli occhi. «Mia? E perché mai?»

   Lui sghignazzò, ma rimase in silenzio. Avrebbe tenuto quel segreto per sé, anche per non rischiare di coinvolgere la bella apprendista sacerdotessa che era arrivata appena due giorni prima al Circolo e che subito gli aveva fatto girare la testa. La colpa di Winifred, infatti, se così poteva chiamarsi, stava nell’aver nominato Lily proprio quando Jowan stava per lanciare il proprio incantesimo. E se da un lato il risultato era stato disastroso perché aveva incendiato la treccia di Nimue, dall’altro era stato provvidenziale perché aveva evitato che l’elfo appiccasse il fuoco a mezza classe, e non solo a Keili.

   «Sempre ad addossare i tuoi guai agli altri», sbuffò Winifred, ricominciando a pettinare la chioma dell’amica e a pensare a come fare per sistemarle i capelli vicino alle orecchie. «Nimue, dagli meno confidenza possibile», disse poi per ripicca, facendola ridere. «E rinnovo il mio consiglio di infilargli una sanguisuga nelle mutande.»

   Jowan si costrinse a tacere una battuta sconcia, limitandosi a fare il broncio come un bambino. «Ricorri a questi mezzucci perché non sei capace di vendicarti con la magia?»

   «Lo sai che sono molto più brava di te, stupido», ribatté la maggiore. «Non voglio richiamare l’attenzione dei templari, altrimenti ti darei una sonora lezione, credimi.»

   L’altro spostò gli occhi scuri su Nimue. «Che dici, la provoco ancora? Così magari interviene il tuo spasimante.»

   Lei aggrottò un sopracciglio. «Di chi parli?»

   «Di Cullen.»

   Arrossì, distogliendo lo sguardo. «Scemo.»

   Divertito, Jowan tornò a rivolgersi a Winifred. «L’altro giorno ha rifiutato Eadric per lui», le confidò, condendo la storia di dettagli fasulli.

   «Jowan!», lo richiamò Nimue, imbarazzata ed infastidita.

   «Senti, hai poco di che lamentarti», replicò lui. «È quello che hai fatto. Forse non per Cullen, è vero», ammise, «ma lo hai rifiutato. E tutto perché non avevi capito cosa volesse da te.»

   L’elfo si morse nuovamente un labbro, mortificata a causa del proprio scarso acume. «E già non aveva capito cosa volesse da lei Gavin, l’anno scorso», spettegolò Winifred, allegra.

   «Oh, Creatore!», esclamò Jowan, alzando le braccia al soffitto con fare esasperato. «Cosa diamine pensi che possa volere un maschio da una femmina, Nimue?»

   Ormai a disagio per via dell’attenzione che sempre più compagne stavano rivolgendo loro, a mo’ di giustifica la ragazza farfugliò un appena percettibile: «Ma tu non mi hai mai chiesto niente… Credo.»

   Inteneriti da quell’aggiunta finale, i suoi amici risero e si sporsero verso di lei per baciarle il viso contemporaneamente. «A te ci tengo troppo, sciocca», la informò allora Jowan. Il quale, decisosi finalmente a sloggiare dal dormitorio delle ragazze, puntò un dito su Winifred e annunciò: «Per cui, se provi a tagliarle un orecchio, giuro che brucio anche i tuoi capelli.»

   Dopo di che, fu costretto a scappare fin quasi sulla soglia degli alloggi dei templari per sfuggire alle forbici che lei serrava nel pugno.













Eh, sì, stavolta niente scarabocchio, proprio non mi veniva fuori. :( L'altro giorno però sono riuscita a fare uno schizzo di Nimue davvero caruccio, tanto che ho deciso di colorarlo! <3
Intanto ringrazio tutti i lettori, la mia beta Atlantislux, la mia generosissima Lara, il mio "incoraggiatore" personale (XD) Erecose, Evertine e The Mad Hatter che sono venuti a scovarmi anche su DeviantArt, ashar (A cui ricordo che la maga è Nimue e non io, anche perché COL CAVOLO che io avrei affrontato il Tormento! XD), The Warden Archivist (Bentornata, cara! :D) e BgmnhOO (Che ha inserito questa raccolta fra le storie preferite).
Ah, e quanto al templare della scorsa shot, visto che il parere è stato pressoché unanime, direi che possiamo dargli davvero un'identità adesso, no? ;)
Bacio e buona serata!
Shainareth
P.S. Aggiornerò la long a breve. ^^





  
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