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Autore: Botan    28/06/2010    3 recensioni
“Là dove c’è luce, si annida sempre l’oscurità, nera come pece. Fin dai tempi antichi, gli esseri umani hanno conosciuto la paura dell’oscurità. Ma un giorno, grazie alla spada di un cavaliere capace di fendere le tenebre, gli esseri umani ritrovarono la luce della speranza.”
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rei salutò il collega dal soprabito bianco con uno scatto di mano, dopodichè lo stimolo di sbadigliare lo costrinse a farlo per davvero

                                        Gelosia

                                          #12

 

 

 

 

 

“L’oscurità inghiotte la luce, e piega l’animo impuro dell’uomo.  

Brilla nell’era, così come ordina la canzone del destino, e splende al chiaro di luna la luce di un cavaliere solitario. Una luce nell’oscurità.”

 

 

 

 

 

C’era una ragazza, in piedi, nascosta da un pilastro cementato con il fusto abbastanza largo. Era lì da chissà quanto tempo, ormai le gambe le facevano male ed avevano incominciato ad intorpidirsi. Ogni tanto sentiva il desiderio di sgranchirsele facendo quattro passi. Sembrava che stesse aspettando qualcuno, ma date le circostanze, in realtà sembrò che quel qualcuno, lei, lo stesse spiando.

Assottigliò le palpebre e si sporse ancora un po’, per vedere meglio, ma ciò che le passò davanti agli occhi fu terribile.

Vide un ragazzo, forse aveva qualche anno in più di lei, cingere tra le braccia una scolaretta in divisa. In seguito la prese per mano ed ambedue si allontanarono da lì.

La rabbia in quell’istante le salì al volto, che le divenne livido dallo sdegno.

Era chiaro, ormai: quel ragazzo, il suo, la stava tradendo con una persona molto più giovane e carina di lei. E per una donna, non c’era affronto più terribile di quello.

Strinse la mano a pugno, e poi lo sbatté sul pilastro. Gemette appena, per via del colpo, ma la rabbia non sembrava essersi ridotta.

Al contrario, un vortice di amarezza, delusione, ma soprattutto gelosia, l’aveva avvolta nelle sue spire, tant’è che le sembrò per davvero che qualcosa la stesse circondando da capo a piedi.

Ma quella, non fu soltanto una semplice impressione…

 

 

 

 

 

                                                                                      ***

 

 

 

 

 

Rei salutò il collega dal soprabito bianco con uno scatto di mano, dopodichè lo stimolo di sbadigliare lo costrinse a farlo per davvero. Si mise per educazione una mano davanti alla bocca, in seguito si grattò la nuca con fare accidioso. – Scusa il ritardo, ma stanotte non ho chiuso occhio… - commentò svogliato, precisando poi – Nel territorio dell’Est c’è stato un gran bel movimento.- asserì, riferendosi per “movimento” ad uno sciame di Orrori. Poi si guardò rapidamente intorno, e mentre lo faceva, la curiosità lo spinse a chiedere: - Come mai hai scelto proprio questo posto per incontrarci?

Si trovavano nel mezzo di un viale circondato da vecchie abitazioni a dir poco fatiscenti. Alcune di esse erano addirittura abitate.

Lo spadaccino non rispose, come suo solito, e saltò subito al nocciolo della questione: - Hai scoperto qualcosa?

 

Rei emise un sospiro e scosse lentamente il capo. Con movenze scialbe si infilò entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e prese a guardare gli alloggi di fronte a sé. - Niente. – esclamò dapprima, sfoggiando una timbrica che in quel momento parve rappresentare “l’assoluto per eccellenza”. – Il Cane da Guardia dell’Est non ha mai sentito parlare di lui, e neppure i miei colleghi. Sembra che questo “Shiro Yomoda” sia un fantasma… o quantomeno un perfetto sconosciuto.

 

- Lo immaginavo.- sentenziò con freddezza Kouga, cercando di mantenere un certo controllo. Tuttavia, una scintilla di delusione gli sporcò lo sguardo.

 

Il giovane Suzumura notò la reazione dell’altro, e quindi si lasciò scappare un commento. - E’ andata male anche a te, a quanto pare

 

- Il Cane da Guardia del Nord ci ha detto più o meno le stesse cose. – gli spiegò Zarba, che fu subito rincorso da un’espressione di Silva poco gradevole.

 

- Quel guardiano non sa mai nulla.

 

L’anello non gradì per niente, così si vendicò seduta stante del semi affronto. - In quanto a garbo e gentilezza, Alfa non ha rivali!

 

- Alfa? E chi sarebbe?! – replicò l’ex collana, con voce altera e malferma, probabilmente sporcata da un qualche strano sentimento. Sembrava essere gelosia, la sua.

 

Zarba sogghignò volutamente prima di darle una risposta. - Un’affascinate Madougu che ho conosciuto nel Kantai. Dovresti prendere esempio da lei… Ha davvero una gran bella foggia! – commentò il chiacchierone dalle zanne sporgenti, e sembrò farlo perfino con gusto. Il gesto fece infuriare Silva come non mai.

 

- Sei solo un gran cafone!    

 

- Probabile… - premise l’anello, stavolta reagendo con diplomazia al “complimento”, e poi dichiarò certo: - Ma tu resterai zitella a vita!

 

- Come osi, razza di buono a nulla senza capelli!

 

- Tsk! – sbottò, senza remore – Nessun Madougu ne ha. Siamo gioielli, lo hai forse dimenticato, zitella? – ed il termine in questione, lo sottolineò con perfidia. Stavolta il coltello dalla parte del manico ce l’aveva lui, e non poté fare a meno di sogghignare dalla contentezza.

 

- Rei! – Silva cercò un aiuto dal suo proprietario. Sperava che egli perlomeno prendesse le sue difese. – Dì qualcosa!

 

Scocciato, il Cavaliere d’Argento dell’Ovest si mise a sbuffare. – Tutte le volte che vi vedete è sempre la stessa storia! Fareste meglio a dichiarare il vostro amore alla svelta, perché mi sono stufato.

 

- Dichiarare…

 

- Il nostro amore?!

 

Tuonarono immediatamente le due Guide Mistiche, in preda ad uno stupore davvero singolare che li fece di colpo tacere. Sembravano aver perso entrambi la lingua.

 

- Ad ogni modo- proseguì Rei, liberatosi dei due “attaccabrighe innamorati”, come li aveva palesemente definiti poc’anzi – Continuerò a chiedere in giro… Tu nel frattempo cerca di non strafare, siamo intesi? – raccomandò all’amico, ma infondo sapeva benissimo che Kouga, quel consiglio, non lo avrebbe mai preso in considerazione. – Piuttosto, se ti svagassi un po’ di più… beh, ti farebbe bene. – finì fissandolo con uno sguardo allusivo.


- Svagarmi? – Kouga non aveva afferrato il senso di quel termine.


- Hai una ragazza, no?

- E con questo?

Suzumura scosse il capo. – Come pensavo… - mormorò tutto sconsolato, poi gli batté una pacca sulla spalla. - Sei proprio un ingenuo, amico mio! - Successivamente, nello spingere lo sguardo aldilà delle spalle del collega, intravide una sagoma assai familiare. Sorrise, quasi ad avere intuito chissà che, e infatti disse subito – Credo di aver capito perché siamo qui… - accennò a Kaoru, con un colpetto del capo – Avevi un appuntamento con lei, eh? – e si lasciò scappare un altro sorrisino, stavolta più sottile.      

Kouga si voltò, ma prima ancora di poterlo fare, Zarba aprì la bocca: - A quanto pare, non è da sola… - disse, ed aveva proprio ragione. Insieme alla ragazza c’era una persona che lo spadaccino dorato dell’Est conosceva benissimo: L’intraprendente Ikuo Shiota.

 

Rei fece una smorfia strana, che sembrava volesse dire “Accipicchia…! Questa faccenda la vedo brutta…”, ma si limitò soltanto ad una candida battuta: – Ha tutta l’aria di essere un appuntamento a tre.

Proprio come c’era da aspettarselo, Kouga lo travolse con un’occhiataccia tremenda.

 

Kaoru li vide entrambi, ed attraversò la strada in fretta per poterli raggiungere.

- Non sapevo che ci fossi anche tu, Rei! – disse, salutandolo allegramente.

 

- Sono solo di passaggio. E lui, non me lo presenti? – il giovane Cavaliere guardò Ikuo, gli sorrise cordialmente e quest’ultimo non fu da meno.

 

- Mi chiamo Ikuo Shiota! Molto piacere! – esclamò, facendo le dovute presentazioni.

 

- Frequentiamo insieme lo stesso corso di disegno!

 

- Quindi, condividete la stessa passione per la pittura… - constatò Suzumura, in modo malizioso. - Sei anche tu un grande artista?

 

- Beh- premise il ragazzo col codino sempre attaccato alla nuca, e lo fissò con imbarazzo- Non sono bravo quanto Kaoru, ma perlomeno ci provo! 

La moretta gli tirò una gomitata leggera.

 

- Non dire sciocchezze! Tu mi hai insegnato un sacco di trucchi… Quindi non sottovalutarti!

 

- Già, non sottovalutarlo. – gli bisbiglio il Cavaliere dell’Ovest a Kouga, facendo in modo che soltanto egli riuscisse a sentirlo. Il signorino lo guardò di sottecchi, ma non gli servì aggiungere altro.

 

- E tu, invece sei…?

 

- Chiamami pure Rei!

 

- E’ un amico di Kouga e… - Kaoru si trattenne, non sapendo trovare le parole adatte. Non poteva di certo dirgli che fosse un intrepido Cavaliere del Makai che dava la caccia agli Orrori! Sicuramente l’avrebbe presa per matta.

 

- Sono anche un suo collega di lavoro. – continuò lo stesso Rei, traendo l’amica dall’impaccio. – A proposito di lavoro… Mi sa che devo andare! Ho un datore molto esigente… E’ proprio un demone! – si prese la briga di scherzare, tanto l’umano non si sarebbe mai accorto che in realtà l’espressione che aveva usato, era realmente vera. Prima di andarsene sbatté una pacca sulla spalla del collega. – Occhio, amico! – esclamò, e di primo acchito, soprattutto per Kaoru, quella dichiarazione non parve avere un senso preciso. Ma non per Kouga! Quest’ultimo comprese subito che fosse riferita al fatto di tenere d’occhio Ikuo, che di certo non era un brutto ragazzo, anzi!

 

 

 

- Perché c’è anche lui? – le domandò Kouga, dopo che ebbero varcato la soglia d’una di quelle vecchie palazzine decadenti, nell’anfratto delle scale.

 

Kaoru gli si accostò affinché Ikuo, pochi gradini più su, non la sentisse.

- L’appartamento che stiamo per visitare appartiene ad un suo vecchio parente che purtroppo, per via dell’età, non può muoversi… Quindi è stato lui ad accollarsi l’incarico di farcelo visitare. E’ davvero gentile da parte sua, non trovi? Kaoru sorrise nello stesso momento in cui finì la domanda.

 

- Già. – fece Kouga, di certo non mostrando lo stesso tipo di entusiasmo. Anzi…!

 

Varcarono la soglia del fatiscente locale, che di fatiscente aveva perfino i pomelli delle porte, e Kaoru si guardò subito intorno con impeto. Il locale sembrava piacergli parecchio.

Ma che cosa ci doveva fare, lei, con una casa cadente come quella?

- E’ perfetta per farci lo studio che ho sempre sognato!

 

Ecco, la figlia di Yuuji voleva tramutare l’alloggio decrepito in uno studio artistico nuovo di zecca, anche se ciò avrebbe significato tramutare una zucca in carrozza… Non un’impresa da poco, diciamo.

Si guardò ancora intorno, corse al centro della stanza, e la fantasia le partì improvvisamente come un razzo.

- Sarà un ambiente accogliente, ogni cosa al suo posto, in modo che, durante i periodi di confusione, non sparisca nulla, e avrà una bella carta da parati! – Poi guardò Kouga e Ikuo, e non poté fare a meno di chiedere loro un parere – Voi che dite?

 

- C’è poca luce.

 

- E’ abbastanza luminoso!

Commentarono, in ordine, Kouga e Ikuo, facendolo oltretutto in coro. Si lanciarono un’occhiata bieca.

Successivamente, la scene si ripeté ancora.

 

- E’ in un posto isolato.

 

- Due passi, e sei già in centro!

 

- Trovo che sia troppo malmesso.   

      

- Qualche mano di pittura lo rimetterà a nuovo!

 

Ancora una volta i due finirono col fissarsi con un’occhiata ancora più torva della precedente. Kaoru si accorse subito di quel palese disaccordo, e cercò di mitigare la questione.

- Scusatemi- pronunciò, per attirare la loro attenzione, ma non riuscì a dire altro. I due si voltarono verso lei con uno scatto collerico. Sorrise nervosamente, poi l’attenzione le finì sulla stanza di fianco, così si spostò per poterla visitare.

 

Quando i ragazzi restarono soli, quello a parlare per primo fu Kouga. E non lo fece con dolcezza, anzi.

- A che gioco stai giocando? – Nella voce c’era un forte carico di astio.  

 

- Gioco? – ripeté Ikuo, facendo finta di non capire. Poteva sembrare anche un bravo attore, ma di certo non per Kouga. Quest’ultimo, infatti, lo investì con un’altra delle sue occhiate. Tuttavia, il giovane Shiota mantenne un certo fair play, e subito dopo volle precisare una cosa: - Ti assicuro che io e Kaoru siamo solo buoni amici. – lo affermò con una certa sicurezza. Chiunque avrebbe creduto che fosse una persona leale, corretta, ma… alla fine, quella sua espressione da bravo ragazzo scomparve non appena aggiunse- Almeno per adesso!

Il signorino Saejima in quel momento avrebbe tanto desiderato afferrargli il bavero della maglia e poi chissà… tuttavia l’ingresso di Kaoru lo trattenne seduta stante dall’avanzare verso il rivale.

 

- La stanza che c’è affianco è magnifica! – esclamò guardando i due. Non si era accorta di niente, quindi riprese – Perché non venite a vederla?

 

Nello stesso attimo, si sentì qualcuno emettere un colpetto di tosse.

- Chi è stato? – replicò Ikuo, guardandosi intorno con fare confuso.

Kaoru lanciò un’occhiata a Kouga, e questi a sua volta chinò il capo in direzione di Zarba. L’anello, non potendo comunicare apertamente davanti a quell’estraneo, gli fece l’occhiolino. Probabilmente gli doveva dire qualcosa. Forse aveva captato, da qualche parte, la presenza di un Orrore? Ad ogni modo, di scostarsi da lì, lasciando la sua bella in compagnia di un rivale così pericoloso, Kouga non ci pensava proprio.

Date le circostanze, il Madougu fu costretto ad emettere un altro colpetto di tosse, stavolta più forte del primo.

- Ma si può sapere da dove viene questo rumore?! –si lamentò Ikuo, grattandosi la testa con fare esagitato, senza però venirne a capo.

 

L’artista prese in mano le redini della situazione. – Sarà stato un topo! Questa casa è così vecchia… d’altronde!

 

- Ma io ho sentito qualcuno che tossiva! E i topi non lo fanno… - commentò l’altro, piuttosto stranito.

 

- Ma no! A me è sembrato più uno squittio, vero Kouga?    

 

Il giovane le rivolse con accidia l’attenzione. – Devo andare. – disse soltanto, e così fu costretto, a malincuore, ad allontanarsi.

Giunto all’esterno, finalmente Zarba poté aprire la bocca: - Ho captato la presenza di un Orrore a non molti isolati da qui. – Nonostante la timbrica alticcia, l’umano sembrò non prestargli affatto attenzione. – Mi stai ascoltando, ragazzino?! – lo ammonì, e stavolta l’anello sembrava essersi veramente arrabbiato.   

 

- Non sono sordo! – replicò a tono l’altro, e dal canto suo, il Madougu si prese la briga di annotare con chiarezza: - Sordo no, ma geloso sì!

 

 

 

 

 

                                                                                      ***

 

 

 

 

 

Era tornata a casa da poco. Aveva come sempre salito le scale, raggiunto il piano sovrastante, e poi spalancato l’uscio della sua camera, ma qualcosa in quel frangente l’aveva sbalordita.

Notò quasi subito che, collocato sopra al letto, c’era una scatola di cartone rettangolare piuttosto grande e dalle fattezze raffinate. La ragazza si avvicinò e la prese tra le mani. Sembrava contenere qualcosa di molto leggero. Prima di aprirla, pensò bene di chiamare il maggiordomo, che non appena udì il tono della sua voce, la raggiunse in un batter d’occhio.

 

- Che cosa c’è, signorina? – le domandò con gentilezza e cortesia.

 

- Ho trovato questa sopra al mio letto… Ce l’ha messa lei? – l’artista gli mostrò l’oggetto in questione, e così Gonza scosse il capo con un sorriso.

 

- E’ stato il signorino, questa mattina, poco prima di andarsene. Si tratta di un regalo per voi!

 

- Eeh? – Kaoru sbigottì seduta stante, quasi non le parve vero ciò che aveva appena udito. - Un regalo… per me? – ripeté, sconcertata. Scosse il capo perplessa. Ma in realtà era più stranita che perplessa. - Ma… perché? Non è il mio compleanno… - biascicò, e a quel punto Gonza le spiegò tutto. 

 

- Vedete… quando ci siamo recati nella zona meridionale del paese, qualcosa in una vetrina ha attirato l’attenzione del signorino.

 

- E quel qualcosa, si trova qui dentro? – domandò Kaoru, continuando a  tenere la scatola tra le mani.

 

Il buon uomo annuì. - Ha pensato che si addicesse a voi. – le parole adoperate da Gonza suscitarono in lei una certa curiosità. 

 

- Lo devo aprire ora? – chiese dapprima, per avere appoggio.

 

Il maggiordomo fu esauriente e celere allo stesso tempo: - Fate pure!

Kaoru non se lo fece ripetere due volte.

Alzò il coperchio di quella scatola, e… una luce improvvisa le accese con fervore lo sguardo.

 

 

 

 

 

                                                                                   ***

 

 

 

 

 

La lama di Animetallo si infilò alla perfezione nell’interno della bocca del lupo di pietra, la statua che serviva a purificare il pregiato materiale in seguito allo scontro con gli Orrori.

Kouga la estrasse dopo una manciata di secondi per poi rinfoderarla. Fatto ciò, si preparò ad andare, ma la voce del Cane da Guardia del Nord lo frenò di colpo.

 

- Ci sono nuovi ordini. – disse soltanto, mentre teneva tra due dita un’altra Lettera di Missione.

 

- Ancora? – replicò il Cavaliere, contraendo il viso. Era stupito ma seccato da tutto ciò.

 

- Due Orrori nell’arco di appena mezza giornata, sono tanti! – commentò Zarba, ed aveva ragione.

 

Tuttavia, lo spadaccino fu costretto ad aprire quella missiva, facendola bruciale tra le verdi fiamme del Fuoco Guida. Successivamente, il messaggio si mostrò in aria, fluttuante.     

Kouga sollevò il mento, affinché lo potesse leggere, e quando ebbe finito, cercò di andar via, ma per l’ennesima volta il Guardiano del Nord lo trattenne.

- E’ successo ancora, Kouga.

 

Il giovane si voltò incuriosito.

- Cosa?

 

- La sera scorsa, qualcuno si è introdotto nel Makai.

 

A quel punto la replica di Kouga arrivò come un lampo: - Da quanto tempo va avanti questa storia?!

 

- Da un po’. – fece solamente la Sentinella vestita di bianco.

 

- E per quanto tempo ancora tutto ciò continuerà? Quanti Cavalieri dovranno ancora morire?!

 

- Se ti riferisci alla morte di quel Cavaliere di Bronzo, lo so bene che faceva parte della tua famiglia. Ma non puoi accusare noi dell’accaduto. Se non sbaglio, il permesso per andare nel Kantai ti è stato accordato. – confermò, ma era un po’ come se avesse voluto dirgli “Non ti sto mettendo i bastoni tra le ruote”.

Kouga tacque seduta stante. Certo, quella Sentinella gli aveva concesso di andare nel Kantai, però non era stata in grado di fornirgli nessuna informazione riguardo colui che vent’anni orsono scese a patti con Ahriman.

 

- Ultimamente gli Orrori si stanno dando alla pazza gioia… Inoltre, sono piuttosto potenti. Perfino io, talvolta, faccio fatica a percepirli.- annotò l’anello, lì per lì, poi si rivolse al sommo sacerdote – Lei sa dirmi perché? A volte ho come l’impressione…

 

- Che qualcuno vi stia scagliando addosso le creature più potenti? – continuò il Guardiano del Nord, rubandogli le parole dalla bocca.

 

- E’ così, non è vero? – s’intromise Kouga, ma quella, anziché sembrare una semplice domanda, voleva essere un’asserzione.

 

Zarba si lasciò sfuggire un commento.

- Anche tu l’hai capito, eh?

 

 

 

Già, sembrava proprio così.

Qualcuno prelevava direttamente dalle aride terre del Makai le creature più forti per poi mandarle sulla terra all’attacco.

Forse era la stessa persona che varcava di continuo il portale di quel mondo demoniaco?

 

 

 

Non appena rimise piede in casa, lo spadaccino dal cappotto bianco filò dritto nello studio della propria abitazione. Aveva una gran fretta di mettersi a cercare su uno di quei libri, l’Orrore a cui doveva dare la caccia.

Raccolse il tomo e si sedette alla scrivania, mentre Gonza gli si sistemò di fianco.

- Volete che vi porti un tè, signorino?

 

- No. Sono solo di passaggio. – gli rispose sbrigativo.

 

- Come volete. – il maggiordomo fece un inchino, ma nell’istante in cui si apprestò a lasciare quel piccolo studio, la voce di Kouga lo trattenne lì.

 

- Gonza… - premise – Hai mai sentito parlare di un certo “Shiro Yomoda”?

 

Il buon uomo rifletté giusto alcuni secondi, poi desolato scosse la testa. – No, signorino. Non ricordo nessuno che si chiami così. – Tuttavia, quel nome sembrò per un flebile momento, pizzicargli in tutti i sensi il naso. Se lo strofinò con l’indice della mano, dopodichè si congedò.

 

Nel frattempo, facendo ricadere lo sguardo sopra le pagine del vecchio libro, Kouga riprese a sfogliarlo, continuando la sua ricerca.  

    

 

 

Ripose il pesante tomo nello scaffale dietro di sé, una decina di muniti dopo, ed uscì dallo studio.

Finalmente l’aveva trovato. Con l’aiuto anche di Zarba, s’intende! Quella guida, in fatto di Orrori, era preparatissima.

Giunto al centro hall sentì la voce di Gonza chiamarlo.

Si girò verso di lui, e quest’ultimo lo raggiunse celermente.

- Aspettate ancora un attimo, signorino. – disse dapprima, e lui non riuscì a capire il perché di quella richiesta. Lo comprese solo quando l’uomo fece proseguire – La signorina Kaoru vuole che vediate una cosa.

 

- Kaoru?

 

- Sì, scenderà a momenti. Abbiate un po’ di pazienza.

 

Nonostante quell’assurda richiesta, il ragazzo acconsentì, rimanendo immobile nel bel mezzo dell’atrio per diversi minuti, finché si udì con chiarezza un rumore di passi scorrere la gradinata verso il basso. Doveva trattarsi certamente di Kaoru.  

- Era ora. – annotò seccato il Cavaliere Mistico. Ormai si era stufato di aspettare, tant’è che per un istante pensò bene di instradarsi, ma quando i suoi occhi ricaddero in direzione delle scale, a Kouga gli mancò di colpo il respiro.

La giovane si fermò tra un gradino e l’altro, dietro di lei la luce che filtrava dalla finestra con un grande vetro la investì con delicatezza, creando sull’abito che indossava un gioco fatto di luci ed ombre degno di lode.

Il corpetto del vestito, rosa chiaro così come tutto il resto, era in taglio leggermente svasato, le maniche di un tessuto trasparante le fasciavano con leggerezza la parte superiore delle braccia, la scollatura aveva un grazioso inserto in pizzo e un nastro in satin cucito sotto al seno. L’abito scendeva come gli ampi petali di una campanula, sfiorando il pavimento di legno arrivò a lambire il bordo dei gradini sovrastanti, scivolando sinuoso tra essi.

Perfino Gonza, nel guardarla, rimase incantato. Sembrava proprio che quella veste fosse stata cucita espressamente per lei.

Kouga aprì istintivamente la bocca. Era bella da togliere veramente il fiato! E questa fu la prima cosa che il taciturno ragazzo pensò, mentre anche il battito del suo cuore, proprio come il respiro, le braccia, le gambe, ogni sua parte, parve fermarsi. Tutto l’ambiente, in realtà, sembrò farlo.

 

- Come mi sta? – chiese lei ad un tratto, intrecciando le mani dietro la schiena, con fare un po’ timido.

Kouga sollevò il viso, la guardò dall’alto in basso, aprì ancora la bocca per parlare ma gli venne meno la voce. Avrebbe voluto restare lì probabilmente per tutta l’eternità, e se soltanto ne avesse avuto l’opportunità, avrebbe chiesto al tempo di fermarsi per davvero, perché lui non poteva smettere di fissarla.

Non voleva.

Se lui avesse potuto violare perfino la volontà di Dio, senza nessun dubbio, pur di restare lì, Kouga lo avrebbe fatto.

Ma da quel suo stato di torpore auto-indotto, qualcuno lo risvegliò presto.

- Però! – disse con enfasi il Madougu, impressionato da cotanta grazia. Adesso Zarba non la considerava più un piccolo pulcino spennacchiato. Poi, ad un tratto si lasciò scappare un’esclamazione che forse avrebbe fatto meglio a tenere per sé – Pensa se la vedesse Ikuo…! - L’espressione del suo proprietario divenne irrimediabilmente cupa.

 

- Devo andare. – reagì soltanto il Cavaliere. Kaoru fece per replicare, ma non ne ebbe il tempo. Kouga ormai le aveva già dato le spalle. Tutto ciò che riuscì a fare l’artista, fu aggrottare la fronte con aria pensierosa, e nel vederlo svanire dalla propria visuale, un pizzico di tristezza le carezzò il cuore.

Inevitabilmente.

 

 

 

 

 

                                                                                        ***

 

 

 

 

 

Giunto sul campo, il Cavaliere Mistico si guardò in giro con fare circoscritto, lo sguardo era più che attento, accuratamente vigile. Là dove c’era una caffetteria con dieci tavolinetti tondeggianti all’aperto, cominciò a squadrare i visi delle persone sedute, che chiacchieravano tra di loro sorseggiando tè e succhi di frutta d’ogni formato e colore. Alcuni bambini erano alle prese con enormi frappé che, per via della nuance scura, tendente al nocciola, dovevano avere il gusto della cioccolata.

Ad un tratto Zarba si apprestò a precisare: - Laggiù. – e puntò con gli occhietti in un posto preciso.

Nella mano destra, la Fiamma del Makai rinchiusa nell’accendino, era già pronta ad illuminare le pupille dell’individuo impossessato da un Orrore, ma… il coperchio del Madoubi non fu sollevato.

 

- Che peccato… Mi hai già trovata! – esclamò la voce di una donna, seduta di spalle, poco prima che Kouga le si parasse d’innanzi con lo scopo di illuminarle gli occhi attraverso il Fuoco Guida. Si trattava della stessa persona che aveva assistito al tradimento del suo ragazzo. La sconosciuta appoggiò le labbra allo stelo di una lunga e sottile cannuccia, finendo di bere quello che a prima vista sembrava succo d’arancia. Posò il bicchiere, vuoto, sul tavolino, e si alzò voltandosi verso il Cavaliere - Adesso possiamo andare! – propose, ed il flemmatico spadaccino sbigottì.

Di solito, quando gli Orrori si sentivano minacciati, fiutando la presenza dei Cavalieri Mistici, scappavano via per cercare di sfuggire ad una cattura che li portava a morte certa. – Faremmo meglio a raggiungere un luogo meno affollato di questo… Dubito che tu voglia eliminarmi in mezzo a tutta questa gente! – propose l’essere, e fu così.  

 

Il figlio di Taiga e la donna, si ritrovarono ben presto al centro di uno spiazzale recintato da una rete metallica.

Non passò neppure un secondo, e l’umana si ritrovò la punta della spada proprio sotto al mento.

- Vuoi già uccidermi? – disse, quasi in tono compassionevole, ma si capiva chiaramente che stesse recitando. Poi scoppiò a ridere – Uccidere una donna a sangue freddo, per te è una cosa così naturale?

 

- Taci! – fu la risposta immediata di Kouga. Impugnò saldamente il manico rosso della propria spada, e con una rapida occhiata la ferì.

 

- Quanta gentilezza! – lo schernì l’altra, sfoderando una sottile ed arguta perfidia. – La tua ragazza fa bene a preferire le attenzioni di un altro, alle tue. – Quella frase turbò espressamente Kouga. Sembrava aver toccato in lui un tasto dolente.

 

Il ragazzo la guardò con il doppio dell’odio, irradiava ostilità solo con gli occhi.

- Sciocchezze! – dichiarò, cercando di non pensarci. Dopotutto, gli Orrori ne dicevano veramente tante, di stupidaggini. Quella in particolare, non gli era piaciuta affatto.     

 

- Non mi credi? Perché allora non guardi con i tuoi occhi? – la donna puntò l’indice da una parte.

Aldilà del reticolato di ferro, Kouga intravide chiaramente due sagome, e… Di colpo quell’immagine lo fece annichilire.

Kaoru si trovava tra le braccia di Ikuo. Quest’ultimo la cingeva a sé con un trasporto estremo, pieno di sentimento.

 

- Non farti ingannare! E’ solo una stupida illusione! – lo avvertì Zarba, ma nonostante tutto, le parole dell’anello non servirono a scuoterlo per niente.

Si era come paralizzato. Benché egli sapesse che in realtà quella non era nient’altro che mera fantasia, non ce la fece proprio a reagire.

E le parole di quella donna, acuminate come dardi, servirono a peggiorare le cose.

- Che cosa provi, adesso, Cavaliere del Makai? Rabbia? Rancore? Gelosia…? Cosa senti nel tuo cuore? Ti senti perso, ti senti deluso, ti senti… sconfitto. – continuava a pronunciare quelle parole in maniera assillante, facendo assumere loro un peso inimmaginabile, mentre i sentimenti del ragazzo, a poco a poco, si riducevano in frantumi. – Gelosia, sconfitta, una fiducia tradita… Non c’è niente di peggiore che si possa provare. – nel dire ciò, quell’umana ormai posseduta da una bestia demoniaca chiamata “Megera”, fu toccata dal ricordo del proprio ragazzo in compagnia di quella giovane scolaretta. Il fondo dei suoi occhi si bagnò appena. Trattenne quelle lacrime, la rabbia che aveva in corpo le soppiantò, prosciugandole. – Gelosia… Lasciati consumare dalla gelosia, eroico Cavaliere!

 

- Chiudi quel becco, razza di bestia! – tuonò con agitazione la voce Zarba – Smettila di guardare quell’illusione, Kouga! Riprendi coscienza! – continuò a dirgli il Madougu, sperando di riuscire a svegliarlo da un incubo ad occhi aperti.

 

Nel frattempo, approfittando di ciò, la donna si era tramutata in una belva orripilante, simile ad un’arpia. Al posto dei capelli, una cascata di lunghi serpenti intrecciati le ricopriva il capo.

L’Orrore, a quel punto, era pronto a farlo a pezzi.

 

- Non ho altra scelta… Scusami, Kouga. – disse l’anello magico, poco prima di venire avvolto da un forte bagliore verde brillante, simile alla tinta del Fuoco Guida. Colpì il ragazzo con una scarica elettrica dall’elevata intensità.

Il giovane si accasciò al suolo con le ginocchia, strinse i denti dal dolore mentre avvertì ovunque un bruciore fortissimo. Scosse la testa come per scrollarsi di dosso la scarica che, nonostante si fosse ormai esaurita, continuava a pervaderlo tutto. Poi riprese fiato.

Con gli occhi chini al suolo, impugnò saldamente la sua arma e, con uno scattante slancio, si lanciò finalmente all’attacco.

 

- Era ora! – annotò Zarba, stufo di aspettare, nel momento in cui Kouga mutò nella Zanna Dorata dell’Est.

Il duello iniziò con una certa difficoltà da parte di Garo. Il lupo non riusciva a colpire Megera, e per diversi istanti i serpenti che le ricoprivano il capo, si erano avvinghiati alla spada impedendogli di usarla.

 

- Fa’ attenzione. Quest’essere si nutre dei sentimenti negativi altrui. - lo avvertì Zarba, con prontezza. Ciò avrebbe significato soltanto una cosa: Allontanare le emozioni, e combattere.

Strattonò con una forza inaudita le perfide bisce, che tranciate dalla lama, finirono inermi al suolo.

Megera gli ringhiò come una belva famelica, facendo il possibile per diventare una creatura ancor più terrificante. Gli sferrò un pugno, certa che sarebbe andato a segno, ma il Cavaliere d’Oro le afferrò l’avambraccio, prima ancora che potesse sfiorargli la faccia, e con l’altra mano le affondò la spada nel ventre, squarciandolo. 

 

- Misero Cavaliere! – sibilò il cadaverico Orrore, poco prima di spirare definitivamente.

 

L’armatura dorata si dissolse, Kouga si apprestò a rinfoderare la spada, ma in cuor suo, quel groppo che aveva gli si riflesse chiaramente negli occhi.

 

- Ho dovuto per forza lanciarti addosso quella scarica. – disse Zarba, quasi a volersi scusare.

 

- Hai fatto bene.

 

- Tra qualche minuto i suoi effetti negativi spariranno, e ti sentirai meglio.

 

- Lo so. – rispose soltanto, e poi s’impose il silenzio.

 

In realtà on riusciva a perdonarsi di essersi fatto abbindolare dalla visione fittizia generata da quell’Orrore, semplicemente perché Kouga gli aveva concesso la possibilità di guardare nella sua anima.

Megera aveva il potere di leggere gli animi altrui, a patto che questi fossero stati logorati dalla gelosia. Attraverso tale potere, la bestia riusciva a far riemergere quella parte logora, e a proiettarne all’esterno le immagini.

Se non fosse stato per il provvidenziale aiuto di Zarba, molto probabilmente per Kouga non ci sarebbe stato più nessun futuro.

E questa debolezza lo faceva sentire frustrato come non mai.   

Nonostante ciò, di mettere da parte Ikuo, lui non ne aveva la benché minima intenzione di farlo.

Quella, era una faccenda che non sarebbe mai riuscita a piegargli la volontà.

 

 

 

 

 

                                                                                        ***

 

 

 

 

 

Tornando a casa, Gonza gli andò incontro per salutarlo con un inchino, successivamente vide la porta che dava l’accesso al giardino, situata proprio sotto l’androne delle scale, spalancata. Doveva essere all’incirca mezzanotte, e a quell’ora il maggiordomo era solito chiuderla a chiave, dato che nessuno sarebbe mai uscito lì a quell’ora.

Notando ciò, Gonza si fece subito avanti. - La signorina vi ha aspettato in giardino fino a poco fa, ma poi si è addormentata. Vuole che provveda a svegliarla?

 

Kouga scosse il capo. – Puoi andare, Gonza. Ci penso io. – dichiarò, e successivamente raggiunse l’esterno.

Scese i gradini di pietra, e quando la suola delle sue scarpe entrò in contatto con l’erba, stesa sulla seduta di una panca rivestita di vimini, vide Kaoru dormirci sopra, beatamente.

Aveva indosso ancora l’abito che gli aveva regalato, e gli orli, per via della lunghezza, ricadevano a terra, posandosi con vaporosità sul manto erboso di quel prato.

Rimase ad osservarla in silenzio, con il cuore rapito da un’immagine che a priori avrebbe suscitato forti emozioni a chiunque. Poi le si avvicinò, senza fare rumore, le mise un braccio intorno al collo e l’altro poco sotto le ginocchia. La prese con sé, nella più premurosa delle maniere, e in quel modo poté finalmente guardarla meglio in viso. Aveva la bocca semi socchiusa, le palpebre ben distese ed il respiro calmo, profondo.

Un fremito gli fece vibrare il cuore.

Non avrebbe mai permesso a nessuno di portarsela via, anche se il suo orgoglio, i suoi modi di fare troppo freddi e distaccati, spesso su di lui prendevano il sopravvento, facendo credere il contrario.

Kaoru era ciò che gli scaldava il cuore, era una ragazza che lo faceva sentire pienamente in vita, e lui, anche se con un modo tutto suo, non poteva che esserle grato. La strinse di più a sé, spinto da un forte desiderio. Voleva solamente sentirla più vicino, soltanto questo.

S’incamminò con un’andatura calma, per rientrare nella hall, poi salì i gradini delle scale, uno ad uno, con elegante lentezza, finché di loro non restò più traccia.

 

 

 

                                                               Fine episodio

 

 

                                                            

 

 

 

 

 

 

 

I VANEGGIAMENTI E LE RISPOSTE DI BOTAN:

 

Partiamo subito subito con questo: http://3.bp.blogspot.com/_Y-wLnSbvRkk/S-RdEqiWvnI/AAAAAAAAAIA/QHMTZzedf7w/s1600/Botan+77-2.bmp

Si tratta dell’abito che ha regalato Kouga a Kaoru! Ho fatto una faticaccia a disegnare lo sfondo perché non riuscivo a trovare dei fotogrammi che mi mostrassero bene le scale e quella parte del palazzo…

Io già mi immagino la scena: Kaoru che scende e Kouga che ci rimane di sasso! Una parte così potevano anche metterla nella serie… Vabbè, a parte questo, qui c’è un altro disegno legato all’ultimo pezzo di questo episodio:  http://2.bp.blogspot.com/_Y-wLnSbvRkk/S-RgloZN86I/AAAAAAAAAJQ/V8R6dNL97zg/s1600/Botan+64-2.BMP

L’abito è leggermente diverso perché il ritratto è nato prima del capitolo, comunque la versione corretta sta nel primo link.

Poi… visto che ci sono vi do anche altri due link:  http://3.bp.blogspot.com/_Y-wLnSbvRkk/TCeegK3JOMI/AAAAAAAAAZY/7Z_c9VRgETM/s1600/DSC03812.JPG

http://3.bp.blogspot.com/_Y-wLnSbvRkk/TCeerUBsEoI/AAAAAAAAAZg/MsLVDK1gqzI/s1600/DSC03813.JPG

Si tratta delle foto che ho inserito all’interno del mio blog, che riguardano il Red Requiem.

Da un po’ di tempo a questa parte sto comprando svariate riviste giapponesi che parlano di Garo in generale e di Konitan-tan.

I due tizi che vedete nell’articolo sono i cattivi! Poi nella prima foto trovate Kouga e Rekka (l’altra new entry del film). Dico solo che l’ambientazione che li circonda a me piace un casino! Staremo a vedere poi che succederà!

Ritornando alla GSS, vi preannuncio che nel prossimo episodio (uno dei miei preferiti) ne vedrete delle belle! :D

Per adesso ho accantonato momentaneamente la fiction per questioni legate al lavoro. Faccio plush da mattina a sera, e quando smetto sono così stanca che non riesco a concentrarmi come vorrei. C’è una cosa positiva in mezzo a tutto questo caos… Mi stanno venendo un sacco di idee! Saltano da tutte le parti come le cavallette, e l’altra notte ho perfino sognato un ipotetico episodio da inserire in questa storia…!

Per ora le annoto solamente, però spero di potermi mettere all’opera molto presto. Mi sa che questa è una storia che sai quando comincia ma non quando finisce…

Never ending story… na na na na na na na…! *e Botan canta!*

Supportatemi o se vogliamo sopportatemi fino alla fine di questa grande avventura!     

 

 

 

 

 

Per _Elentari_: Grazie mille per i consigli! Sai che quella cosa della posta non la sapevo? Cioè, che vai là e ti fai mettere il timbro al documento… In effetti la mia paura è più un accuso di plagio da parte dei lettori… Per ora non mi è mai successo, però penso che sia veramente brutto esseri accusati di un crimine non commesso, soprattutto quando si agisce in buona fede. Tornando al discorso della glassa… Ti potresti aprire perfino una pasticceria con tutta quella che ti cadrà addosso!

 

Per seasons_girl: Concordo pienamente con te sulla questione che riguarda la fedeltà, e infatti l’episodio numero 11 l’ho chiamato proprio così perché ci tenevo a sottolineare quel piccolo pezzo. Riguardo al fatto che Kaoru parla nel sonno… mah, non so se Kouga le rivelerà mai ciò che ha detto! Magari in un futuro, chissà! Guarda Irene, non dire che Amemiya dovrebbe prendermi a lavorare perché altrimenti scoppio a piangere! Il sol pensiero mi fa letteralmente venire la pelle d’oca…! Sarebbe un vero e proprio sogno, credimi… TTvTT aaah… *sospiro sconsolata* 

 

Per lady koga: Ciao e BENVENUTISSIMA! ^___^ Per me è un onore fare la conoscenza di persone nuove che seguono la mia storia con un affetto a dir poco indescrivibile! Perciò sono io che ringrazio te centomila volte del commento! Sì, sono ligure, nata a Savona per la precisione, però ho vissuto lì solo per pochi mesi, e si può dire praticamente che non conosco affatto la mia città natale… é_è Comunque se vuoi contattarmi mandami un messaggio privato così ti scrivo l’indirizzo di msn! Mi fa molto piacere dialogare con persone che hanno le mie stesse passioni e che in qualche modo la pensano come me! E grazie per i complimenti… sei stata gentilissima!  

 

Per Takuto90: Un’altra fan di Rei! ^__^ Innanzitutto ciao e BENVENUTA anche a te!! E poi… non sai che piacere sentire quando una persona mi dice che la GSS gli risolleva il morale… per me significa tanto perché ciò vuol dire che Garo è ancora vivo nel cuore di tutti nonostante sia stato bistrattato da centinaia di persone qui in Italia… *mettiamoci una pietra sopra, va…!* Ad ogni modo grazie di cuore, perché tu insieme a tutti gli altri sostenitori riuscite a fare la differenza ! ^__^

 

Per stelly89_s: Guarda, la partenza così prematura è dovuta al fatto che le cose da scrivere sono tante e quindi anche i capitoli saranno parecchi… è dispiaciuto anche a me rispedirli a casa così presto, comunque a me il Kantai piace ed ispira parecchio, e anche Rin come personaggio in determinate scene può fare la differenza, quindi di sicuro cercherò di trovare un altro angolino per lei!

Riguardo al Red Requiem… all’inizio tutti i siti parlavano di un prequel perché nessuno sapeva né trama né personaggi ufficiali… poi però ho letto sul sito ufficiale che la storia si ambienta dopo lo special della Notte Bianca, e lì ti giuro che ci sono rimasta malissimo. :( Però io fino all’ultimo continuo sempre a sperare… quindi incrocio le dita e aspetto il miracolo!!

 

 

 

Un salutone affettuossissimo a tutti! Vi lascio con le solite anticipazioni! ^__-

Botan

 

 

 

ANTICIPAZIONI:

Una richiesta particolare porterà Kaoru ad intraprendere un acceso dibattito con Kouga.

Tra rompicapi intricati e battibecchi animati, la tensione correrà sul filo del rasoio durante una giornata assolutamente movimentata.

Prossimo episodio: #13 Tangram.    

   
 
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