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Autore: Mallow92    28/06/2010    6 recensioni
>>Seguito di Whispers "“Sicura di aver fatto tutto come si deve?” Domandò subito dopo, improvvisamente allarmato.
Lei lo guardò con sufficienza con quei suoi occhi color ghiaccio.
“Ma per chi mi hai preso?”
La ragazza tirò fuori una fialetta e la scosse davanti al naso dell’altro per fargli notare il fatto che fosse vuota.
“D’accordo...”
Lui prese l’oggetto e lo mise al sicuro in tasca.
“Dovremmo sbarazzarci di questo al più presto, prima che si accorgano di cosa sia successo.”
La fanciulla annuì, dopo di che il ragazzo la baciò a fior di labbra e lei, non contenta, volle approfondire..
“Ora sarà tutto perfetto...” Le sussurrò.
Lei annuì raggiante."
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Silence'
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Capitolo secondo.

 

Stupid

 

“Sleep has left me alone
To carry the weight of unravelling where we went wrong
It's all I can do to hang on
To keep me from falling
Into old familiar shoes

How stupid could I be?
A simpleton could see
That you're no good for me
But you're the only one I see”

 

Sarah McLachlan – Stupid

 

Nelle puntate precedenti (XD):

 

<< Jess alzò un sopracciglio “JAMES LOTTERMAN CI STAVA PARLANDO E TU SEI SCAPPATA!! Ma cosa hai al posto del cervello?? Banane???”

Aprii la bocca per dire qualcosa di sensato, ma non uscii niente.

“Ciao Jess! Ciao Roxy!”

Mi voltai e non fui mai così felice di vedere Michael in vita mia.

Forse lassù c’era qualcuno che mi amava. >>

 

 

“Michaellll!!!” Esclamai, completamente in preda al panico “Quanto tempo! Saranno...”

“Dieci ore più o meno” In quel momento il mio cervello si connesse e mi resi conto di averlo incontrato quel giorno stesso nel corridoio della scuola.

Ma perché tutte a me?

“Eh beh! Sono sembrate molte di più! Il tempo non passa mai quando non ci si diverte, vero Jess?”

Sembravo una pazza psicopatica, ma pazienza, oramai avevo cominciato a farci l’abitudine.

Jess e Mike mi guardavano un po’ scioccati, forse a causa della risatina isterica che continuava a scuotermi.

“Jess... Sta bene, vero?” Domandò il ragazzo.

“Massi, è perfettamente normale...”

L’importante era sapere di avere degli amici che sapevano capire il tuo stato d’animo.

“Allora come va la festa?”

Fantastico, ora mi ignoravano bellamente!

“Beh, fino a cinque minuti andava benissimo!” E la mia migliore amica mi lanciò un’occhiataccia.

Quasi quasi preferivo che continuassero a fare finta che non esistessi.

“Beh, se vuoi te la faccio diventare io decisamente migliore... Ti va di ballare?”

Io e Jess ci guardammo nello stesso momento, entrambe un po’ scioccate.

Dopo un secondo di titubanza io ebbi la prontezza di riflessi di avvicinarmi a Jess e scaraventarla senza tante cerimonie in mezzo alla pista per poi sorridere verso Mike e incoraggiarlo a seguirla.

Grazie al cielo!

Allora qualcuno mi amava davvero!

Era troppo tempo che Jess continuava a lamentarsi del fatto che nemmeno mezzo ragazzo si interessasse a lei e finalmente qualcuno era disposto a farle cambiare idea.

E di sicuro non avrei mai e poi mai permesso che quella degenere della mia migliore amica facesse in modo di perdersi un’occasione del genere.

Non me lo sarei mai potuto perdonare.

Wow...

Michael... E chi ci avrebbe mai pensato?

Mi era sempre andato a genio quel ragazzo.

“Hey Roxy!” Mi corressi nuovamente: nessuno lassù mi amava!

Mi voltai molto lentamente sperando che si aprisse un baratro sotto i miei piedi che mi risucchiasse per sempre.

Magari laggiù all’Inferno faceva caldo. E io adoravo il caldo.

Per quanto riguardava diavoli e forconi avrei anche potuto farci l’abitudine.

“James!”

“Vieni a ballare”

Non riuscii a trattenere una risatina tra l’isterico e il nervoso: ballare e la mia persona davano vita ad un binomio disastroso.

Chiariamo una cosa molto importante: io-non-so-ballare, non ho mai imparato e di certo quella non mi sembrava l’occasione più adatta.

“Ehm...” Pregai che mi venisse una qualunque idea geniale. “Non posso... Ho una storta alla caviglia e non posso fare movimenti troppo bruschi...”

Beh dai... Come scusa inventata sul momento non era male.

Lanciai senza pensarci un’occhiata alla pista e mi accorsi che Jess mi stava fissando con uno sguardo omicida.

Ok...

Dovevo liberarmi di lui. In qualunque modo.

“Eh dai! Un ballo al festeggiato non si può rifiutare...”

Ma si... Dopo tutto avremmo solo ballato, no?

Annuii prima di ricordarmi che non sapevo ballare, ma senza lasciare il tempo al mio povero cervellino di riattivarsi, James mi trascinò letteralmente sulla pista.

Mi cinse i fianchi e si avvicinò a me più del dovuto, tanto che sperai che il buio riuscisse a nascondere il rossore di cui si era sicuramente dipinta la mia faccia, ma lo dubitavo seriamente.

Ok... L’importante era riuscire a darsi un contegno.

Mentre il mio cervello non riusciva a riconnettersi (e per questo ringraziai che non fosse necessario parlare in quel momento) mi resi conto che forse James si stava prendendo un po’ troppe confidenze per i miei gusti, eppure non glielo feci notare.

Già. Per la prima volta dopo mesi stare lì a ballare con un quasi sconosciuto mi faceva sentire meglio e quasi mi faceva smettere di pensare a ciò che mi era stato strappato, o meglio, a ciò che io avevo allontanato da me credendo fosse la cosa giusta da fare.

E ne ero ancora sicura, o per lo meno cercavo di convincermi di esserlo.

Mi sentivo, però, la nuca pungere: lo sguardo di Jess non doveva essersi spostato di un millimetro da quando ero entrata in pista insieme a James.

Oh, al diavolo! Non dovevo privarmi del divertimento solo per una cosa così stupida! Era un ragionamento senza senso! Jess non mi avrebbe mai potuto tenere il muso per una cavolata del genere.

Convinta di questi miei pensieri continuai a ballare sulla pista.

Dopo circa mezz’ora James mi portò lontano dalla zona di ballo e mi offrì un drink.

Non ebbi il coraggio di chiedere se fosse alcolico per paura di fare la figura della bambina dodicenne. Sperai con tutto il cuore che non fosse niente di forte e bevvi timidamente un piccolo sorso.

Alla fine era buono! Era molto dolce e non sentii nessuna punta di alcool così continuai la mia conversazione con James che sembrava molto a suo agio.

Ogni tanto, mentre parlava, rimanevo ipnotizzata e non ascoltavo molto quello che dicesse. Effettivamente era un po’ imbarazzante farsi beccare a non saper cosa rispondere perché non si ha ascoltato nemmeno una parola del proprio interlocutore.

Ma, a parte le mie continue distrazioni mi sembrò che la serata non stesse andando così male.

James mi offrì un altro bicchiere di quella strana bibita arancione e io lo accettai volentieri, alla fine, ero ad una festa, no? Era mio dovere divertirmi.

Ogni tanto mi voltavo verso la pista da ballo, prestando ascolto alla piccola vocina che mi sussurrava che ero un’amica degenere e notavo che Jess era sempre lì a fissarmi con sguardo truce, analizzando ogni minimo gesto che facevo e aspettando un solo passo falso.

Ok forse si sarebbe arrabbiata un po’, ma Jess non era il tipo di ragazza che teneva il muso e noi due non avevamo mai litigato seriamente. Insomma se c’era qualcosa che non andava ne discutevamo sempre chiarendoci e tutto tornava come prima.

Mi dispiaceva un po’ per Michael, si vedeva che era in imbarazzo, povero! Cercava di instaurare una conversazione, ma Jess era troppo concentrata su me e James da non dargli praticamente retta.

“Piaccio alla tua amica, non è così?”

Mi voltai nuovamente verso James, un po’ stupita dalla schiettezza delle sue parole.

“Oh, beh... Ehm...“

Mi aveva proprio lasciata senza parole, non che fosse una novità, però per una volta non era stato il suo sguardo a bloccarmi ogni capacità cerebrale.

“È carina, ma non è il mio tipo...” Fece una pausa ad effetto per mostrarmi ancora la sua dentatura perfetta. “Preferisco le ricce con gli occhi azzurri...”

Ok... O ci stava provando con me o ci stava provando con me... In effetti mi era venuto quel sospetto un po’ prima, ma diciamo che non avevo realizzato fino a quel momento che James potesse essere interessato a me. Cioè con tutte le bionde che poteva avere mi era sembrato molto strano che avesse scelto me, dato che non ero una modella da passerella.

Arrossii vistosamente, ancora e posai il mio sguardo a terra.

Dovevo smetterla o avrei fatto la figura di un’imbecille, beh... Oramai...

Allungò una mano e mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, io rimasi paralizzata, senza sapere cosa fare e sperando che Jess non tirasse fuori un macete per mozzarmi la testa una volta per tutte. Contai fino a tre, ma non successe niente.

Ok, magari non mi aveva vista.

Quando spostò la mano sul collo smisi immediatamente di preoccuparmi della migliore amica, decidendo all’istante che se ne sarebbe fatta una ragione prima o poi.

Dopo di che James si avvicinò pericolosamente al mio volto ma deviò sul collo dove mi diede qualche lieve bacio e numerosi brividi mi percorsero la schiena.

“Ti va di andare dentro?” Mi sussurrò in un orecchio.

Senza nemmeno pensarci annuii e lo seguii senza più voltarmi verso Jess, che però sapevo mi stava mandando milioni di maledizioni insieme a tutte le ragazze presenti.

L’interno della casa era stupendo: era enorme, ma non ebbi modo di fermarmi sui particolari un po’ perché incominciava a girarmi la testa, forse per il caldo, pensai, un po’ perché ci dirigemmo subito al piano di sopra in una stanza che riconobbi subito come la sua.

Mi fece accomodare su un divano (già perché aveva anche un divano in camera!), e prese qualcosa da un frigo bar (già c’era anche quello e chissà perché la cosa non mi sorprese più di tanto).

“Champagne?”

Eh beh... Pensai che effettivamente non potevo aspettarmi qualcos’altro.

Presi il bicchiere e ne bevvi constatando che era molto buono: non lo avevo mai assaggiato prima.

Finito il primo bicchiere James versò dell’altro Champagne sia a me che a lui e ne bevvi ancora.

Ad un certo punto mi tolse il bicchiere dalle mani e avvicinò pericolosamente il suo volto al mio per poi poggiare le labbra sulle mie.

Una miriade di sentimenti mi pervase, lasciandomi senza respiro.

Alla fine lo volevo davvero?

Ma che mi importava? Tanto non avrei mai trovato nessuno che potesse sostituirlo e mi sarei dovuta accontentare. Inoltre per la prima volta dopo tanto tempo mi ero trovata a non avere preoccupazioni, a non avere niente per la testa, a non ascoltare quella voce che mi diceva che ero stata una stupida, a non dover sopportare quel dolore che sentivo nel petto ogni volta che prendevo respiro.

Il mio cuore non si sarebbe mai più riparato. Nessuno avrebbe potuto farlo.

Così repressi il mio senso di colpa verso Jess e verso di lui e, dopo qualche secondo di esitazione ricambiai quel bacio.

Mi fu facile, troppo facile.

La cosa sconvolgente era che non provavo assolutamente niente, ma mi sentivo bene. In un certo senso era come se il mio corpo ne avesse bisogno e io ne avessi bisogno, così non mi misi a pensare a ciò che stavo facendo, ma provai semplicemente a lasciarmi andare, ignorando il mal di testa e la mia coscienza.

Dopo un interminabile bacio, ci staccammo un attimo e ci guardammo negli occhi, anche se vedevo la stanza girare notai nei suoi occhi molto desiderio. James scrutò lentamente tutto il mio corpo e io probabilmente arrossii per l’ennesima volta quella sera, dopo di che infilò le mani sotto il mio top e poco dopo me lo tolse senza tanti complimenti. Non sapevo esattamente cosa stesse succedendo, un po’ come se non fossi nemmeno io la protagonista di quella storia, come se stessi guardando un’altra persona fare quello che effettivamente stavo facendo io.

“James…” Cominciai senza sapere nemmeno dove andare a parare, ma non ebbi bisogno perché mi ritrovai di nuovo zittita da un altro bacio. Finimmo sul suo letto, l’uno sopra all’altra con le sue mani che indagavano tutto il mio corpo.

Mi ritrovai ad ansimare, mentre sentivo le sue mani aprire il bottone dei miei pantaloni, mi strinsi il più possibile a lui, mentre mi dava dei baci sul collo. Improvvisamente la crepa che ogni giorno diventava più profonda nel mio cuore bruciò in maniera insopportabile e aprii gli occhi di scatto convinta del fatto che avrei trovato lui e non quella di James.

“Aspetta…” Sussurrai, ma lui non diede segno di avermi sentita.

La testa prese a pulsarmi e ogni cosa mi sembrava annebbiata, tutto era come in un sogno. Già, magari mi sarei presto svegliata.

Di nuovo la mia bocca fu presa in ostaggio da James e di nuovo non potei fare a meno di ricambiare quei baci, sentendomi terribilmente in colpa con me stessa.

Le mie mani, quasi senza il mio comando andarono a sbottonargli avidamente la camicia, in un movimento che poco tempo prima avevo fatto con lui. Magari lasciarmi andare con James mi avrebbe ricordato tutta quella infinità di emozioni che solo lui riusciva a darmi, ma continuavo a non sentire niente se non un senso di vuoto e la terribile consapevolezza che quella specie di benessere che provavo sarebbe svanito e mi avrebbe lasciato solo il suo ennesimo ricordo.

Gli toccai il petto, non sapevo fermarmi. Non sapevo sottrarmi a quel piacere che non aveva nulla a che fare con quello che avevo provato, ma per lo meno sentivo qualcosa.

“Andrew…” James si fermò e mi fissò con un punto interrogativo stampato sulla fronte.

Lui non era Andrew, nessuno era come lui. Nessuno lo avrebbe mai sostituito, non c’era nessuno che il mio cuore avrebbe accettato più dentro di sé. Non c’era niente, niente che avrebbe riparato quella ferita.

Mi accorsi solo dopo qualche secondo di stare piangendo e James si sedette di fianco a me. Non sapevo che dire.

“Che è successo?”

“Mi dispiace, non posso...”

Mi asciugai frettolosamente le lacrime e raccolsi la mia maglietta.

“Dai ci stavamo divertendo…” James mi guardò con uno sguardo che non mi piacque per nulla e si avvicinò a me strappandomi la maglia dalle mani e pochi secondi dopo me lo ritrovai sopra.

“Lo so che ti piaccio...” Mi sussurrò all’orecchio.

Me lo tolsi di dosso malamente.

“Scusa, non posso farlo...” Lo fissai negli occhi, ma quel modo di guardarmi che aveva avuto poco prima non scomparve.

Cominciai seriamente a preoccuparmi, dato che, in un barlume di lucidità, mi ero accorta di essere da sola in una stanza con un ragazzo che speravo non fosse capace di certe cose, ma che effettivamente non conoscevo nemmeno, per di più se avessi urlato non mi avrebbe sentito nessuno per la musica alta che veniva dalla festa e non ero nemmeno sicura di poter fare più di cinque passi senza volare per terra. Ok, forse ero un tantino brilla.

Provai comunque ad alzarmi e il mondo vacillò per qualche istante per poi tornare ad essere naturalmente fermo.

Mossi qualche passo, ma James era molto determinato ad ottenere quello che voleva e infatti me lo ritrovai davanti in meno di qualche secondo.

“Dove credi di andare?” Aveva un tono gentile, ma che non mi piaceva per niente.

Mi fece ricadere indietro nel letto e afferrandomi entrambi i polsi si mise a cavalcioni sopra di me, di nuovo, per poi appropriarsi senza il mio consenso della mia bocca.

Cercai di levarmelo di dosso ma con scarsi risultati, inoltre la testa cominciava davvero a farmi male in un pulsare insopportabile.

“Sta’ ferma!” mi intimò, di nuovo con quel sorrisino inquietante.

Ignorandolo, continuai a divincolarmi, decisa che non mi sarei fatta fare niente da quell’idiota e intanto cercavo di mantenere quel poco di lucidità che c’era ancora nel mio cervello per architettare un piano di fuga.

La mia gamba tentava di colpire i suoi gioielli, là sotto, ma James, evidentemente accortosene, me le teneva salde al letto.

Ok... Provai a cercare un’altra soluzione, ma era come se ogni idea mi sfuggisse e io non avevo le forza per inseguirla. Solo l’adrenalina mi continuava a far muovere e dimenare come una forsennata.

“ROXY!”

Mi voltai verso quella voce, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, perché sapevo riconoscere la mia migliore amica quando la sentivo.

Distinguevo solo due sagome in piedi sulla soglia della porta, le loro facce erano nascoste da una patina annacquata, che solo in quel momento capii fossero lacrime.

Una delle due persone, probabilmente Mike, si avvicinò correndo e, prendendo James per la maglia lo scaraventò via da me senza tanti complimenti.

L’altra, che evidentemente era Jess, si avvicinò a me porgendomi la mia maglia che, dopo essermi asciugata gli occhi con la mano, indossai velocemente.

“Stai bene?” Mi domandò.

Vidi intanto James che si alzava e se ne andava, diciamo pure che scappava, dalla stanza.

“I-io...” Biascicai alla ricerca di qualcosa da dire.

“Sei completamente diventata pazza??” Jess alzò la voce con me “Ma ti rendi conto di quel cavolo che hai combinato??”

Rimasi un po’ sconcertata dalla sua reazione e capii che non era arrabbiata perché avevo fatto la scema tutta la sera con un ragazzo che piaceva a lei, ma me ne vergognai lo stesso.

“Cioè ma ti è andato di volta il cervello?? Finire a letto con quell’idiota! Che diavolo avresti fatto se non fossimo arrivati noi due? Io non ti riconosco più!”

Abbassai lo sguardo, incapace di sostenere quello accusatorio di Jess.

“Da quando Andrew se ne è andato tu non sei più la stessa” Quando pronunciò quel nome sollevai di scatto gli occhi e mi sentii di nuovo le lacrime pungere, tanto che mi dovetti mordere il labbro per trattenerle.

“Non riesci nemmeno più a pronunciare il suo nome, non ti ho mai più sentito farlo... Io non so più che cosa fare, devi reagire! Una volta non mi avresti fatto mai una cosa del genere, - capii che ora si stava riferendo a James - ma io non voglio più sopportarti così. Oramai è andato via, VIA. E devi dare solo la colpa a te stessa per questo, lo hai voluto tu. Lo so che ci pensi ancora, ma è stata una TUA scelta e ora devi accettarne le conseguenze. Quando sarai rinsavita sai dove trovarmi.” Girò i tacchi e se ne andò, lasciando Michael e me soli. In imbarazzo, il povero Michael cercava di non guardarmi in faccia, ma alla fine, vedendo che non facevo un minimo cenno di movimento, ruppe il silenzio.

“Ti riaccompagno a casa...” Annuii ancora incapace di proferire parola a causa del groppo in gola che mi chiudeva lo stomaco.

Grata del fatto che non avesse aggiunto altro per tutto il tragitto fino a casa mia, passai quei dieci minuti a fissare il finestrino e a tentare di non pensare per non scoppiare in lacrime lì con lui.

Alla fine, però, quando si fermò davanti al vialetto, io non scesi immediatamente dalla macchina: sentivo di dovergli delle scuse, ma tentavo anche di trovare le parole esatte.

Non riuscendo a capire il motivo del mio indugio Michael mi guardò un po’ titiubante

“Vuoi che ti accompagni alla porta?”

Scossi la testa in segno di rifiuto. Pessima idea: la testa riprese a pulsarmi.

Finalmente trovai la forza di parlare e mi voltai verso di lui.

“Mi dispiace di avervi rovinato la serata...”

Michael mi sorprese e sorrise. “Non ti preoccupare per quello...”

“Grazie... Per tutto...” Aggiunsi, guardando il cruscotto e arrossendo per quello che poteva pensare di me.

Lo guardai di nuovo e vidi che continuava a sorridere.

“Se vuoi ripagarmi metti una buona parola per me con Jess...”

“Ti piace, eh?” Lo punzecchiai io, ritrovando un po’ del mio buon umore nel parlare di un argomento come quello.

Non ci fu bisogno di una risposta per capire quello che lui pensava.

“Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ad una scenata come quella, di solito Jess non si arrabbia mai.. Beh almeno sai cosa ti succederebbe se provassi a tradirla.”

Ridacchiò e lo feci anche io.

“Beh, allora non mi conviene...”

“Penso che tu le piaccia..”

Il suo sorriso si allargò ancora di più.

“Comunque mi sa che è meglio che ce la metti tu una buona parola con lei per me, dopo quello che è successo ‘sta sera..” Aggiunsi dispiaciuta.

“Non ti preoccupare, vedrai che si sistemerà tutto..”

E con quella speranza lo salutai, mentre scendevo dalla sua auto, e mi avviai verso casa.

 

 

SIGH, SOB SNIFF!!!!! :’( :’( SOOOO SOOOO SORRY!!

 

Non so se ancora qualcuno è interessato a questa fic dopo tutto sto tempo, ma io ci provo lo stesso... Ohhhhhh come mi dispiace di non essere più andata avanti per tutto questo tempo!!! :’( Il destino era contro di me! Cioè se non mi hanno rinchiusa in un manicomio quest’anno non lo faranno mai più! Ho studiato per 9 mesi giorno e notte e non sapevo nemmeno più cosa fosse un computer fino a quando non mi è venuta la brillante idea di accenderlo e giustamente non so come mi si è rovinato lo schermo e mi fumava la batteria!! XD XD insomma era a pezzi! E giustamente con le mie fics dentro, no???? E quindi, dopo aver costretto mio padre a mandarmelo subitissimissimo ad aggiustare, giustamente ci hanno messo 4 e DICO 4 mesi a mettermelo a posto!!! MA COME SI FA????

Ok dopo avervi tediato con la storia della mia vita, vi chiedo ancora scusa, sperando che siate disposte a perdonarmi e a continuare a seguire Shadows L

 

Tetide: Eeeeh ritorni dal passatooooo???? :P :P non lo dirò MAI!! XD Ma se continui a leggere lo scopriraiiiii! Grazie mucho per i complimenti J Aaaaaaaaaaaaaah e grazie millissimimo per il tuo voto per il concorso “Storia con i migliori personaggi originali”! Grazie grazie grazie!!! :D Sono stracontenta che i miei personaggi ti piacciano tanto! Un bacione stramega enorme!

nikoletta89: Si ma non ti preoccupare io questa ragazza la farò rinsavire! Povera Jessssssssssssssss!! Me la adora! E odia un po’ Roxy ultimamente, ma mi farò perdonare :P Grazias! Bacione!

MakyMay: uoooooooooooo mi sa che dopo tutto questo tempo mi vorrai uccidere di nuovo sigh!!! :’( :P un bacione!

Angel Texas Ranger: Beh se vuoi mandare a James Samara a casa sei ancora in tempo! XD io lo farei! Dopo quello che ha fatto poi! Però Roxy non è dimenticata di Andrew... Don’t worry! Bacione!

 

Cercherò di farmi perdonare, promesso!

Grazie a tutti!

Mallow92
   
 
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