Le succhiò il collo, passando poi alla pancia e alle gambe.
Poteva sentire il suo sapore sulle labbra, sulla lingua.
Quel gusto amaragnolo che lo mandava in estasi non appena si avvicinava a lei, non appena sentiva l'irrefrenabile impulso di perlustrare con la bocca ogni centimetro di quel favoloso corpo.
Hanabi aveva gli stessi pensieri, Kiba riusciva a capirlo.
Quando percepiva i denti della ragazza sul suo collo e poi giù fino alla spalla, comprendeva che in quei momenti fra loro la ragione veniva completamente messa da parte.
La passione, sì la passione travolgente era il solo ed unico protagonista nelle loro fugaci -e sempre più frequenti, aveva notato l'Inuzuka- notti di fuoco, che li accendeva e li rendeva schiavi e privi di qualsiasi limite.
Non appena il ragazzo raggiunse il viso della ragazza, ci mise qualche minuto in più prima di affogare fra le labbra di Hanabi.
Quello era il suo punto debole, il momento che bramava di più. Subito dopo averla vista, quando lei apriva la porta sempre con quel sopracciglio alzato, proprio allora, lui non voleva fare altro che baciarla ancora e ancora.
Sarebbe stato, però, come mangiare solo una fragolina di un'immensa torta con la panna e Kiba, si sa, era molto goloso.
Preferiva di gran lunga gustarsela tutta e con calma.
Quindi ghignò divertito quando lei, stufa di aspettare, lo tirò a sé per baciarlo come mai aveva fatto.
Evidentemente anche l'inflessibile Hanabi Hyuuga aveva un punto debole.