Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: echelon1985    29/06/2010    7 recensioni
Una specie di carta moschicida per amori sbagliati, ecco cosa era.
Questo era quello che si ripeteva Quinn mentre percorreva la strada che da casa sua lo portava a scuola.
Era come se ogni volta che gli piacesse qualcuno si accedesse un'enorme insegna luminosa che diceva "epic fail"
[...]
"Padget, tu lavorerai con Allman"
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bullet for My Valentine, The Used
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






You can chase all my fears away










Quinn era disteso sul suo letto a pancia in su, con l'ipod nelle orecchie e le finestre e le tende
chiuse quando sua madre era entrata in camera sua.
Gli aveva sfilato una cuffietta e Quinn aveva percepito immediatamente la sua espressione seria
Era così raro vederla così che il biondino si era leggermente spaventato, così aveva
spento l'apparecchio e si era messo a sedere.



"Mi hanno chiamato dalla tua scuola dicendomi che è una settimana che non ci
 vai"
"Io.. non mi sentivo bene"
"Non dirmi bugie Quinn. Io non ti ho mai imposto nessuna regola perché so che
 posso fidarmi di te, che sta succedendo?"
"Scusami"
"Perché non vuoi andarci? O meglio, per chi non vuoi"
"Nessuno"
"E' quel ragazzo? Padge?"



Quinn aveva spalancato gli occhi all'inverosimile, poi aveva abbassato il capo sentendoli bruciare.
Non voleva piangere davanti a sua madre
Aveva pensato molte volte di confessarle che gli piacevano i ragazzi, ma era così spaventato di farla soffrire, di deluderla.
La madre gli aveva leggermente scompigliato i capelli in un gesto affettuoso, e Quinn aveva rialzato la testa per guardarla


"Potevi dirmelo Quinn"
"Non volevo deluderti"
"Tu puoi dirmi tutto piccolo.. io sono tua madre"
"Non sei arrabbiata?"
"No Quinn, sono preoccupata. Sei triste, e salti la scuola, non è da te. Allora è
 quel ragazzo?"
"Perché pensi che sia lui?"
"Perché ho visto il tuo viso quando me ne hai parlato. Non è carino con te?"
"A volte si.."
"Ed altre no?"
"Bert dice che ha paura"
"Bert ti vuole bene, se lo dice forse è vero"
"Forse"

Sua madre gli aveva sorriso, come faceva sempre per rassicurarlo.
A volte guardarla era come guardarsi allo specchio.
La somiglianza tra loro era molto spiccata, ma i loro caratteri erano opposti.
Sua madre era forte, non si lasciava mai abbattere da nulla, Quinn invece si
sentiva debole e stupido.

"Forse lui non è l'unico ad avere paura"
"Tu non pensi che sia sbagliato?"
"No Quinn, è sbagliato solo se non sei onesto con te, e con gli altri"
"Io volevo dirtelo.."
"Non fa nulla, me l'hai detto adesso. Ma devi tornare a scuola piccolo"
"A scuola c'è lui"
"Non puoi scappare dalle cose, devi affrontarle"
"Anche se fa male?"
"Si. Perché se non lo fai forse puoi evitare di farti male, ma puoi perdere
 anche molte cose belle"
"Tu avresti sposato lo stesso papà?"
"Certo, altrimenti non avrei avuto te"

La madre gli aveva scompigliato i capelli ancora una volta, e l'aveva lasciato
solo, chiudendosi la porta della camera alle spalle.
Quinn si era risteso sul letto a fissare il soffitto.
Si sentiva meglio, e peggio, contemporaneamente.
Sua madre lo amava lo stesso, e allora non poteva essere sbagliato.
Non c'era nulla che non andasse in lui, e quello che Padge gli aveva detto lo
faceva solo sentire più arrabbiato, perché era stupido ed ingiusto, e nonostante
questo continuava a fargli male.







Dopo la chiacchierata con l'amico Padge si era ripromesso di andare da Quinn
il più presto possibile.
Quella sera stessa era andato a casa del biondino, ma aveva girato a vuoto
intorno all'abitazione senza trovare il coraggio di bussare.
Ed aveva fatto lo stesso per tutto il week- end, senza riuscire realmente a portare
a termine quello che doveva fare.
Era troppo spaventato della reazione di Quinn, ed anche della sua.
E se fosse scappato un'altra volta?
E se gli avesse fatto nuovamente male?
Dopo una marea di tentativi falliti si era detto che sarebbe stato meglio
incontrarlo a scuola, e parlargli, in un posto dove non correva il rischio di perdere il controllo



Il lunedì successivo come aveva sperato Quinn era tornato a scuola.
L'aveva aspettato poggiato al muretto laterale, dove il biondino ed i suoi
amici sostavano sempre prima della campanella.
Quando Quinn era arrivato e si era accorto della sua presenza però si era semplicemente
limitato a cambiare strada, avviandosi verso la scuola
senza rivolgergli più nemmeno uno sguardo.
I suoi amici l'avevano seguito immediatamente, tranne uno.
Un ragazzo un pò trasandato con l'aria strana, che si era fermato a guardarlo
lanciandogli orribili occhiate ostili.
In un altro momento Padge avrebbe reagito, ma non adesso.
Era scontato che gli amici di Quinn ce l'avessero con lui, e senza dubbio se lo
meritava.
Durante la giornata aveva cercato più volte di avvicinare Quinn, tra una lezione e l'altra, ma il biondino
l'aveva sapientemente evitato per il resto del giorno.



Il moro era tornato a casa senza più cercare di parlargli.
Si era reso conto che ancora una volta stava agendo come un vigliacco, relegando
una cosa così importante come chiarirsi con Quinn nello spazio
troppo breve e confuso di un paio di minuti tra una lezione e l'altra.
Non era così che doveva andare.
Avrebbe dovuto guardare quello strano ragazzino che gli aveva incasinato
la vita negli occhi, e confessare quello che lo spaventava veramente.
Lo doveva a sè stesso, e soprattutto lo doveva a Quinn.
Perché lui era onesto ed esposto; limpido nell'attraversare tutte le difficoltà
nonostante le continue sofferenze.
Padge voleva con tutte le sue forze smettere di crearsi una realtà che non
esisteva davvero, ed affrontare quella vera, perché Matt aveva ragione, nessuna
persona l'aveva mai fatto sentire così.
Con nessun'altro a parte i suoi amici di sempre si era mostrato anche nelle
sue debolezze.
E Quinn aveva capito, aveva compreso lui, e la sua fragilità nascosta da una
forza apparente.
E forse era quello il punto.
Ci voleva molto più coraggio a mostrarsi impaurito e debole, esponendosi agli
sguardi e ai pensieri degli altri.

Quinn era più forte di lui, e Padge desiderava davvero che gli infondesse un pò di quella forza.

 



Per questo la sera stessa aveva guidato lentamente fino a casa del biondino, con nessun altro
rumore se non quello dei suoi pensieri.
Aveva girato in macchina per l'isolato per almeno un'ora prima di prendere finalmente il coraggio di bussare.
La porta si era aperta quasi immediatamente, e Padge si era trovato faccia a faccia
con una donna con i capelli biondi e la pelle chiarissima.
Aveva capito immediatamente che era la madre di Quinn, perchè aveva grandi
occhi color nocciola identici a quelli del biondino.

Era rimasto un attimo spiazzato senza dire nulla, mentre la donna gli sorrideva
incuriosita, aspettando che il ragazzo davanti a sè dicesse qualcosa.
Padge si era riscosso, rendendosi conto che stava facendo la figura dell'idiota

"Buonasera, io stavo cercando.. cercavo Quinn"

La donna l'aveva fatto entrare, porgendogli la mano e sorridendogli calorosamente.
Anche i loro sorrisi erano simili, ma quello di Quinn era più luminoso, più bello.
Padge si sentiva un pò stupido a pensare quelle cose

"Io sono la madre di Quinn, Debbie. Tu sei?"
"Padge... emh.. Michael"
"Il ragazzo che gli sta insegnando a suonare la chitarra, Quinn mi ha parlato
 di te"


La donna l'aveva guardato incuriosita, posando gli occhi sul ragazzo che aveva fatto tanta presa sul suo bambino.
Riusciva a capire perché Quinn fosse rimasto così colpito da lui, poteva capirlo razionalmente con l'esperienza data dall'età.
Il ragazzo aveva degli occhi di uno strano blu tendente al grigio,profondi, e nonostante l'aspetto da rockettaro
anticonformista aveva uno sguardo dolce, forse un pò impaurito.
Riusciva a riconoscerlo esattamente come accadeva in suo figlio.
Padge aveva sorriso un pò imbarazzato, non sapeva bene come comportarsi
in una situazione del genere, non sapeva cosa il biondino le avesse detto esattamente.


"Quinn è di sopra, in camera sua. Puoi salire, sai qual'é?"
"Si"
"Già che vai su diresti a Quinn che io sono andata a lavoro, e che la cena
 è pronta,basta che la riscaldi?"
"Certo"
"Bene, piacere di averti conosciuto Michael"
"Piacere mio signora"
"Debbie, chiamami Debbie. La cena è abbastanza per tutti e due se vuoi restare"
"Grazie"



Padge era rimasto ad osservarla finché la donna non si era chiusa la porta
alle spalle ed era uscita.
Era rimasto spiazzato da tanta gentilezza.
La madre di Quinn aveva un tono di voce dolce e rassicurante che l'aveva
fatto sentire immediatamente ben accolto.
Gli aveva regalato quei sorrisi dolci che gli avevano dato un pò della tranquillità
che gli mancava.

Il moro aveva fatto un respiro profondo, come per darsi coraggio, ed aveva
preso a salire le scale.
Era più che sicuro che Quinn non gli avrebbe riservato lo stesso trattamento
gentile, e non poteva certo biasimarlo per questo.
La camera del biondino era la seconda alla fine della scalinata.
Aveva camminato piano fino alla porta socchiusa, per ascoltare se ci fossero
rumori provenienti dalla camera, ma non aveva sentito nulla, così era entrato.
Quinn era disteso di lato, un braccio piegato a mo di appoggio sotto la testa, e le
lenzuola a coprirlo fino alla vita, le stesse nelle quali erano stati insieme.
L'espressione rilassata ed il respiro regolare l'avevano informato che l'altro era
addormentato.


Padge era rimasto fermo davanti alla porta, indeciso se restare oppure
andarsene, ma alla fine non aveva resistito, ed aveva separato la distanza che lo
divideva da Quinn.
Si era seduto sulla punta del letto, ed il biondino aveva mugolato qualcosa senza
muoversi ne aprire gli occhi, ancora addormentato.
L'aveva osservato per un pò immobile, cercando di controllare quella strana
sensazione di calore che sentiva dentro.
Aveva allungato una mano verso Quinn e aveva passato delicatamente le dita
tra i suoi capelli biondi.

"Bert..."


Padge aveva ritirato la mano di scatto, come scottato da quel nome che non aveva mai sentito prima.
Quinn aveva aperto leggermente gli occhi, per via del movimento brusco dell'altro
Quando si era reso conto di chi aveva davanti li aveva spalancati, cercando di
mettersi a sedere, ed incastrandosi con le gambe nelle lenzuola.

"Come sei entrato?"
"Mi ha aperto tua madre"
"Ha sbagliato. Vattene"

Quinn era finalmente riuscito a liberarsi da quella trappola, e l'aveva spinto per scendere dal letto, cercando
di contenere il brivido lungo la schiena per il contatto dei piedi nudi col pavimento freddo.
Padge si era alzato al sua volta per avvicinarsi, ma Quinn si era ritrovato a fare
un paio di passi indietro.
Non voleva che Padge si avvicinasse
Perché gli aveva fatto male, e perchè era bello
ed aveva la sensazione che se fosse stato troppo vicino lui si sarebbe immediatamente dimenticato di tutto quello che gli aveva fatto.


"Per favore, lasciami spiegare"
"Sei stato chiarissimo l'altra volta, meglio se non aggiungi altro"
"No ascolta, non pensavo nemmeno una delle cose che ho detto. Mi dispiace"
"Sicuro..e quanto durerà questo dispiacere? Quanto ci metterai a scappare
 di nuovo? O ad offendermi di nuovo?"
"Non succederà più"
"Si..mi pare di averla già sentita questa"
"Lo so.. ok.. lo so. Ero spaventato"
"Beh allora dovresti scappare, sei bravo in quello"
"Cerca di capire.. non è facile per me. Mi sono sempre visto in un certo modo, e
 poi arrivi tu.. e io riesco solo a pensare che voglio toccarti"
"Sono stanco di essere sempre io quello che deve capire"
"Ho paura Quinn"



Quella frase, ma soprattutto il tono che Padge aveva usato, aveva immediatamente bloccato il biondino sul posto.
Non l'aveva mai sentito così spaurito, e non aveva potuto fare a meno
di guardarlo negli occhi.
Padge si era avvicinato, vicino, senza provare a toccarlo però,  e stavolta
Quinn non si era spostato


"E' che.. le persone ti fanno male.. sempre. E.. e ne faranno anche a me"
"Allora che ci fai qui?"
"Tu puoi spegnerla.."
"Cosa?"

Il moro aveva preso le mani di Quinn e le aveva poggiate sulla sua testa.
Aveva fatto scivolare le dita fresche del biondino sulle sue tempie, chiudendo gli occhi e sentendosi immediatamente meglio.

"La paura.. tu.. riesci a spegnerla"
"Non mi pare Padge, sei scappato"
"E mi sei mancato"

Quinn aveva mosso leggermente le dita in circolo sulla pelle calda di Padge
in un gesto automatico, senza che il suo cervello avesse realmente formulato quel comando.
Non riusciva a controllare nessuna delle sue azioni quando il moro era presente.
Voleva solo toccarlo, e stringerglisi addosso.
Ma era scottato, e spaventato, ed aveva bisogno di essere sicuro che Padge
non l'avrebbe più ferito


"Mi hai fatto male"
"Lo so Quinn, mi dispiace. Ma dammi un'altra occasione, per piacere"
"E non te ne andrai più?"
"No, prometto"
"Io non sono sbagliato"

Padge aveva riaperto gli occhi ed aveva poggiato la fronte contro quella di Quinn.
L'odore del biondino gli aveva riempito le narici e lui aveva respirato ancora
più a fondo.

"No Quinn, non lo sei. Io sono sbagliato"
"Non lo sei neanche tu"

Il biondino aveva abbassato leggermente il viso ed aveva poggiato le sue labbra
su quelle di Padge.
Il moro l'aveva tirato più vicino, circondandolo con le braccia, ed aveva preso a
muoversi piano, dondolandosi come a ballare su una musica silenziosa.
Quinn aveva ridacchiato piano contro la sua bocca e Padge l'aveva baciato
sul serio

"Ti stendi con me?"
"Si"
"E resti?"
"Si"

Padge si era staccato dal biondino e si era steso sul letto, poggiando la sua schiena contro la parete.
Quinn l'aveva seguito, chinandosi per sfilare le scarpe del moro e poi aveva
preso posto accanto a lui.

"Tua madre.. lei mi ha detto di dirti che andava a lavoro"
"Si, stasera lavorava"
"E ha detto che la cena è da scaldare"
"Me lo ripete ogni sera, come se non lo sapessi. E' un pò apprensiva"
"Lei lo sa?.."
"Da oggi,ma credo che l'avesse già capito"
"L'ha presa bene.."
"Si, le ho anche parlato di te"
"Sei fortunato... senti Quinn.. possiamo tenerla per noi questa cosa?"

Il biondino si era messo seduto per guardarlo, di nuovo sull'attenti.
Gli sembrava che Padge si stesse nuovamente tirando indietro

"Vuoi che ci nascondiamo?"
"No, voglio dire.. non alle persone a cui teniamo, agli amici.. ma Quinn.. se
 i miei lo sapessero succederebbe un casino"
"Non capirebbero?"
"No... ma.. ho parlato a Matt di te.. lui è il mio miglior amico"
"E lui l'ha presa bene?"
"Si"
"Ok non mi importa.. basta che resti con me"


Quinn si era steso nuovamente di fianco al moro, e Padge se l'era trascinato
addosso facendolo ridere.
Il biondino si era sistemato meglio, quasi spalmandosi completamente su di
lui, e si era rilassato, chiudendo gli occhi.

"Quinn?"
"Mh?"
"Chi è Bert?"









Thanks a lot girls! Love you! *.*


GiuExpensive: Oh che bello! Nuova lettrice! Sono contenta che ti piaccia!
Che te ne pare del capitolo?

ChemicallyUsed: A dispetto di tutto gli ci è voluto poco per ridare fiducia a Padge hun.
Ma questo è il bello di Quinn.. la sua particolarità di cui parlava Dan nei primi
capitoli.. no?

ColdBlood: Ahaha honey, quello scimunito di Padge qualcosa ha fatto dai xD
Meno male che c’era Matt lo scorso capitolo.. Padge è un po’ tonto.. non ci sarebbe
arrivato da solo alle cose xD

Xx_ImJustAKid: Sicuramente Matt gli ha dato una certa tranquillità che gli è servita.
E Padge ha fatto un passo… finalmente! xD
Ahah si si, c’è un altro psicologo in città! Non potevo mica far fare tutto il lavoro
a Dan, povero. xD

Friem: Grazie dei complimenti.. beh sembra che Matt l’abbia indirizzato per il
meglio.. ora dobbiamo solo stare a vedere.. ma Padge fa dei passi avanti, se non altro xD

Jessromance: ahah non preoccuparti, le sviste capitano anche a me xD
Comunque nello scorso capitolo ci sono stati vari chiarimenti.. e quei due cretini
stanno insieme.. per adesso xDD


 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: echelon1985