Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: WhiteLight Girl    29/06/2010    3 recensioni
-Fermateli vi prego!!!- Supplicò Gwen rivolta verso le due ragazze. –Impeditegli di fare ciò che vogliono!!!-
Sakura la guardò non capendo. Poi un lampo. Gwen sollevò il coltello e se lo conficcò nel petto con forza, uccidendosi. Si accasciò a terra sanguinante. Si era uccisa pur di non farsi prendere.
I demoni ruggirono dalla frustrazione. Avevano perso la loro vittima. La loro prescelta. Scattarono tutti indietro all’improvviso. Sakura e Tomoyo si sollevarono di scatto pronte a difendersi ma i demoni non avevano più interesse per loro. La creatura scrutò Gwen un ultimo istante, poi con un movimento rapido puntò gli occhi in quelli di Sakura e la scrutò.
Genere: Drammatico, Horror, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lee Shaoran, Sakura Kinomoto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tentativo di fuga

Spero che l’attesa sia servita.

Tomoyo strappò la cartina furiosa, poi scaraventò per terra il libro di incantesimi, piangendo.
Erano ormai tre mesi e mezzo che Sakura era scomparsa e nessuno l’aveva cercata. I compagni di classe, gli amici, perfino suo padre e suo fratello si erano completamente scordati della sua esistenza. Ogni oggetto collegato a lei era svanito nel nulla. Ogni sua foto, ogni possibile ricordo dei mortali.
Tomoyo e sua madre erano le uniche a ricordarsi di lei, e non si era affatto stupita quando a scuola si era saputo della partenza improvvisa di Li Shaoran. Se ne era dimenticata quasi subito, troppo preoccupata per l’amica.
L’aveva cercata dovunque, negli inferi, sulla terra, in ogni luogo in cui avrebbe potuto essere. Ma non era servito.

Sakura guardò fisso il bicchiere davanti a se, corrucciando la fronte per la concentrazione. Le ci volle un po’, ma alla fine, dopo un leggero fremito che proveniva da dentro il ventre, riuscì a farlo esplodere in migliaia di schegge.
Una di queste arrivò dritta sul suo braccio ferendola. Aveva appena iniziato a guarire, per via del suo bambino demoniaco, quando Shaoran si materializzò nella stanza.
-Hai fame? – Le chiese con falso interesse, senza notare l’ultima scintilla della ferita che rimarginava.
-Non voglio mangiare nulla che sia stato portato da te. – Ribatté Sakura pronta.
-Dobbiamo rifare il discorso un’altra volta? – Le chiese il ragazzo seccato.
Sakura non rispose, voltandosi nella direzione opposta.
-Senti, sappiamo entrambi cosa succederà adesso, tu ti rifiuterai di mangiare, io insisterò, tu dirai ancora di no e allora ti costringerò. – La guardò serio.
-Allora? – Chiese porgendole un cartone di pizza calda. –Mangi? –
Sakura scosse ancora la testa, Shaoran poggiò il cartone per terra, poi si avventò su di lei.

-Com’è possibile che non ci siano tracce di lei? Nessuno ricorda! – Si lamentò Tomoyo con sua madre quella sera a cena.
Entrambe avevano poca fame, e i loro piatti erano quasi pieni.
-Se nessuno ricorda di lei vuol dire che qualcuno non vuole che la cerchino. – Osservò Sonomi per l’ennesima volta in quegli ultimi mesi. –Starà bene, gli serve viva, dobbiamo solo riuscire a trovarla. –
Tomoyo annuì rammaricata : -Ci stiamo mettendo troppo. –

-Mangerò! Mangerò, ma ti prego non farmi più del male! – Strillò Sakura terrorizzata. Il ragazzo la lasciò andare e lei scivolò sulle lenzuola macchiate di sangue.
-Ci hai messo più del solito a cedere, complimenti. – Le disse sprezzante lui, che ora più che mai aveva l’aspetto di un demone, con il suo pallido volto perfetto.
Sakura si asciugò un rivolo di sangue che le colava dal labbro spaccato, già in fase di guarigione.
-Mangia. – Ripeté calmo strofinando le mani sulla camicia, sulla quale restarono lunghe strisce rosse.
-Vattene, per favore. – Gli disse la ragazza.
Lui la guardò cupo.
-Mangerò! – Lo rassicurò lei. – Mangerò, ma tu vattene, ti prego. Mi fa male saperti qui. –
E il ragazzo obbedì. Solo quando fu nel bosco riprese il suo vero aspetto, e i suoi capelli tornarono bianchi, come i suoi occhi.

Sakura addentò la pizza con furia, sentendo la fame calmarsi a poco a poco. Suo malgrado sentiva il bambino felice e sano. Afferrò due boccette di pozione esplosiva che era riuscita a fare raggruppando vari ingredienti e la strinse tra le mani.
Quando ebbe finito la pizza raggiunse lo specchio. Aveva un aspetto orribile. Il vestito era strappato ed insanguinato e aveva sul collo ancora i segni del morso di poco prima. Là dove il taglio era svanito restava ancora il sangue raggrumato.
Distolse lo sguardo dalla sua figura riflessa, desiderando ardentemente di essere in un qualunque altro posto.
Fu colta da una sensazione di nausea, fu come se la terra sotto i piedi le mancasse, e sentì di dover vomitare.
Quando riaprì gli occhi si trovava in un corridoio lungo e sconosciuto.
Si portò una mano al ventre non troppo piatto, capendo che i poteri che crescevano con la creatura avrebbero potuto servirle ora come mai prima.
Iniziò a correre, seguendo quella che sembrava una strada a senso unico. Nessuna porta, nessuna curva, nessun demone. Finché non raggiunse la porta. Sakura la aprì, spaventata ed eccitata.
Davanti ai suoi occhi c’era un altro corridoio, e anche da lì di poteva vedere un’altra porta.
Sakura avanzò, cercò di arrivare dall’altra parte, ma non raggiunse la sua meta. Cadde in una trappola e affondò nel pavimento. Finendo su una montagna di pietre fredde. Sentì la presenza di qualcuno o qualcosa e si guardò attorno ma non aveva abbastanza energia per illuminarsi attorno, doveva sfruttare quella del bambino.
Si concentrò ma non riuscì a mantenere la luce che per qualche secondo. Non vide molto. Ci riprovò e riuscì a mantenerla qualche secondo in più. Poi fu distratta da un soffio d’aria fredda sul collo. Riprovò con il cuore che batteva a mille e strinse tra le mani la boccetta.
Sentì un soffio d’aria fredda sulla pelle e lanciò la pozione in quella direzione. Lanciò alla ceca, ma qualcosa c’era, perché esplose illuminando per un istante la sala. Ora era piena, tutti i volti erano emersi dal buio con gli occhi di un malefico rosso luminoso. Erano cento e più e tutti volevano lei. Non poté non urlare. Di pozione ne aveva solo un’altra e la lanciò ancora alla ceca, ma questa volta non ci furono esplosioni.
Un essere magro e viscido le si gettò addosso tentando di morderla, non sapeva neanche cosa fosse. Qualcosa le si fermò affianco e la creatura fu scaraventata via. Affianco a lei si alzò un ruggito e in successione una moltitudine di guaiti impauriti.
Una fiaccola si accese alla sua destra, retta in mano da Shaoran, chino affianco alla ragazza.
Il giovane teneva lo sguardo fisso su quegli esseri mentre con un braccio stringeva Sakura. La ragazza prese coraggio e si voltò verso le creature che l’avevano attaccata. Erano storpi, magri, deformi, una maschera di orrore. Tremò, non aveva ne la forza ne il coraggio di muoversi, ma era seduta su un mucchio di ossa che avevano ancora qualche brandello di carne appiccicata, scattò in piedi e i mostri ruggirono avanzando. Shaoran si alzò svelto quasi quanto Sakura e la strinse a se per la vita soffiando furiosamente contro le creature, poi svanì lasciando cadere la fiaccola sulle ossa per riapparire nella prigione di Sakura.
La ragazza si allontanò subito da lui e crollò per terrà. Vomitò, vomitò per il disgusto, per il terrore e per la frustrazioneLa sua fuga era fallita alla grande.
-VATTENE!!!!!!- Urlò dopo aver preso fiato.
Shaoran restò a guardarla, con le mani infilate nella tasca dei pantaloni e la maglia scura sporca di fango e graffiata. Sul viso una serie di lividi vecchi di una settimana. Lei, vedendo che non se ne andava, si alzò e si diresse svelta al tavolo. Afferrò il coltello più affilato che riuscì a trovare e lo usò per perforarsi la pancia nel tentativo di ammazzare il piccolo mostro. Ora non le importava di morire, le bastava che morisse lui.
Il sangue iniziò a scorrerle giù per la gambe sporcandole ulteriormente l’abito di seta. E lei perse le forze guaendo dal dolore.
Shaoran le apparve affianco prendendola in braccio prima che potesse toccare terra, la porto sul letto stendendola tra le lenzuola.
Il tocco con cui le posò la testa sul cuscino fu lievissimo. Sakura chiuse gli occhi in preda al dolore sperando che finisse presto. Il ragazzo afferrò il coltello e lo sfilò via. La ragazza strillò, e lui la tenne a letto permettendole di stringere la sua mano. Intanto Sakura era pervasa dal dolore della ferita che si rimarginava.

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Dany92: Sorpresa anche oggi? Te lo aspettavi? Due in un giorno. Ero ispirata. Spero solo che siano uscite come volevo che uscissero. Espoi i dubbi, poco fa ho avuto una genialata pazzesca! Ma mi rifiuto di parlarne con chicchessia!
Spring Thunder: Che ne dici dell’idea che mi è venuta? Metà di questo capitolo era scritto da mesi. Strano a dirsi, era la parte finale che avrebbe dovuto venire tra un po’ di capitoli, ma poi ho pensato “Eih! Non tiriamola troppo per le lunghe” e allora ho fatto un salto temporale, perché tanto fino alla fuga di Sakura non avveniva nulla.
Kairi92: La risposta al “Non può uccidere il bambino?” l’hai avuta qui e Shaoran, beh, giudica tu. Credo che la faccenda su di lui sia un po’ confusa in questo capitolo, mi è venuta in mente poco fa, mentre scrivevo. E’ un mio modo per non peggiorare le cose.

   
 
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