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Autore: DiKey    30/06/2010    2 recensioni
Ecco qui il terzo ed ultimo capitolo della Serie "il leone,l'angelo,il drago", ambientata due anni dopo la fine de "La profezia". Una faccenda creduta chiusa è stata semplicemente lasciata in sospeso, ed ora si ripresenterà con gli interessi.. In quest'ultimo capitolo saranno presenti tutti i personaggi che hanno avuto un ruolo all'interno della saga, ed a loro che mi riferisco con "un po' tutti." Ognuno di loro ha ancora un ruolo da giocare..
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il leone,l'angelo, il drago'
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Capitolo 18 C'era una sola cosa per cui l'esercito di Galbadia era famoso oltre che per il numero dei suoi effettivi: per l'obbendienza assoluta ed incondizionata dei soldati e degli ufficiali ai rispettivi superiori. Gli ordini non solo si discutevano, ma non si commentavano neanche e se da un lato questo rendeva l'esercito un meccanismo quasi perfetto, dall'altro quest'obbedienza cieca atrofizzava il cervello tanto dei soldati quanto degli ufficiali. La notizia dell'attentato a Caraway si era sparsa in fretta, e tutti avevano iniziato a chiedersi come comportarsi.
Fu allora che il P-Garden si fece vedere sul campo di battaglia, aprendo la strada alla fanteria. Otto anni prima le armi del Garden erano state sufficienti ad abbattere il Lagunarock, e nel corso di questi anni le armi erano state ovviamente potenziate ed aggiornate, i punti vuoti erano stati coperti e ciò consentiva al Garden una potenza di fuoco improssionante nonchè la possibile di fare fuoco di sbarramento pressochè totale.
Le batterie laser facevano il fuoco sui Galbadiani, sparando senza un bersaglio preciso ma riuscendo comunque ad arrecare danni consistenti ed a spaccare le file dei Galbiadiani, i cui mezzi corazzati non avevano nessuna speranza contro l'artiglieria pesante Phalanx, in grado di aprire tranquillamente un buco nell'acciaio più resistente. Affiancati al Garden, la fanteria aerotrasportata e meccanizzata costringeva i Galbadiani a ritirate precipitose, intrappolandoli e facendogli fare spesso manovre errare, mirate più alla sopravvivenza che al contrattacco. In particolare furono i fanti su moto a fare strage delle rispettive controparti galbadiani. Armati con lance e spade lunghe, per sfruttare appieno la velocità della moto e la potenzialità delle armi bianche.
Ma con quest'attacco totale Crisis aveva corso un rischio enorme, perchè la tattica della guerra lampo non prevede il rafforzare le posizioni conquistate...e porta a scoprirsi.
Il phalanx aveva lanciato mentalmente una moneta ed era uscita testa, ed allora aveva deciso di rompere lo stallo rischiando tutto, ma mettendosi in gioco di persona.
E la fortuna l'aveva aiutato. Senza la guida di Caraway, i generali avevano assistito spiazzati all'avanzata nemica, ed allora decisero per un'idea talmente geniale da risultare tremendamente stupida: indietreggiarono nella speranza di fare cerchio intorno a Deling City. Questo succedeva quando i graduati non erano tali per meriti sul campo, ma solamente perchè erano usciti dall'accademia e si passavano il grado di generazione in generazione come se fosse un titolo nobiliare. Totalmente incapaci sul campo di battaglia che loro avevano studiato solo come un'insieme di frecce rosse e blu e movimenti generici da seguire: se tu mi attacchi al centro, io ripiego e ti prendo sulle ali...senza pensare minimamente che le cose possono cambiare da un momento all'altro. E dimenticando la cosa più importante.
Che i Phalanx, a modo loro, erano pazzi.
Non c'è niente di prevedibile in una guerra, e chi vuole combattere seguendo uno schema prestabilito finisce per trovarsi in grossi guai.
Potevano contrattaccare, potevano sbarcare sulla costa per poi attaccare direttamente le maggiori città Phalanx;ed invece avevano optato per una ritirata frettolosa, dando le spalle al nemico, per difendere la capitale.
Un errore colossale.

***

Ravenant e Ross avevano raggiunto il gruppo al centro della piazza aprendosi la strada con le armi o ,nel caso di Ross, con i pugni. Avevano raggiunto in fretta il gruppo senza far caso al tizio con due spade, scegliendo come priorità l'inseguire Caraway, togliendosi dalla piazza. Gli esperti di arti marziali aprirono la strada sgominando i disordinati soldati ed aprendosi un varco per arrivare fino al luogo dove Caraway si era nascosto.
Tuttavia, più si andava avanti, più i soldati erano compatti ed ordinati, finchè il gruppo non si trovò di fronte tre file di Galbadiani armati con armi da fuoco, che non esitò ad attaccarli. Rinoa si circondò di scintille dorate e rosse e spiccò il volo aprendo le ali di angelo. La ragazza sollevò il braccio destro pronta a scagliare magie contro i soldati che urlarono

"E' la strega! Concentrate il fuoco su di lei!"

Ma non ebbero il tempo di agire, perchè Squall seguì Rinoa frapponendosi alle pallottole nemiche e ruotando su sè stesso richiamò sufficiente energia a scagliare un cerchio fatato di media intensità, ma che ebbe l'effetto di deviare le pallottole nemiche. Zell e Ross lottarono schiena contro schiena, finchè vistosi circondati il Phalanx afferrò Zell per le caviglie e ruotò velocemente su sè stesso, usando Zell come una mazza od un martello contro i Galbadiani, e quando la spinta della rotazione fu al suo culmine lo lasciò andare, facendolo volare come una lancia contro i battaglioni, travolgendoli e generando un'onda d'urto notevole non appena i pugni di Zell entrano in contatto col terreno. Ross rimase pensoso un attimo, poi, illuminato dal cielo diede un nome alla manovra

"CHICKEN-WUSS HAMMER!"

"MA CHE, SCHERZI?!?" fu la viva protesta di Zell "COME TI PERMETTI DI CHIAMARE COSI' UN ATTACCO?"

Ravenant si precipitò a coprire i due sparando sui Galbiadiani che si avvicinavano, mentre Fujin abbatte un ufficiale con un singolo colpo della Katana e rimproverò i due, perchè litigare per una cosa così stupida nel mezzo di una battaglia metteva in dubbio la loro sanità mentale.
Fortunatamente Rinoa e Squall passarono all'offensiva, sotto forma di Lance di Ghiaccio e di un feroce Renzokuken di Squall che aprì la strada al gruppo. E fu proprio allora che i nemici contrattaccarono, approfittando del numero e cercando di pressarli, spingendoli gli uni contro gli altri, per non dargli modo di poter usare con efficacia le loro armi

"TUTTI SULLA STREGA ED IL CAVALIERE!!" Fu l'ordine di un ufficiale

la pressione stava diventando insostenibile e gli attaccanti, che avevano sottovalutato la difesa dei Galbadiani e quindi avevano mal calcolato il dispendio di energie necessarie a sfondare le loro difese.

"GALBADIANI!" tuonò una voce in alto, sopra di loro.

Tutti si voltarono per vedere di chi si trattasse, osservando un uomo dotato di due paia di ali da drago, nere e rosse che brandendo due spade che improvvisamente precipitò come un meteorite sopra di loro

"Il vostro Nemico e' qui!"

Storm calo su di loro ruotando le spade e colpì con violenza chi gli stava intorno prima di generare intorno a sè un cerchio di fiamme che l'avvolse completamente, celandolo alla vista. Fu allora che il Phalanx scattò, travolgendo chi aveva davanti, ed iniziando a menare colpi all'impazzata a destra ed a manca, colpendo con violenza ma senza precisione. Fu così che Ravenant dovette gettarsi a terra per evitare che un fendente fuori controllo gli tagliasse via la testa, e la stessa Rinoa avvolse con le sue ali Squall per proteggerlo mentre gli altri decisero saggiamente di gettarsi a terra.
La furia dei colpi ed il fatto che nemmeno i suoi stessi alleati fossero stati risparmiati dai suoi colpi terrorizzano i galbadiani che iniziarono a ritirarsi ed a togliersi dal raggio d'azione del pericoloso nemico. Finita la raffica di colpi Storm passeggiò sui corpi dei nemici finchè non ne trovò uno che ancora respirava. Allora Storm lo trapassò con la spada, sollevandolo e tenendolo in alto senza infliggere un danno letale.
Lo teneva semplicemente su e lo guardava mentre quello si agitava, senza avere più nemmeno la forza di urlare. Storm lo sollevò ancora di più finchè il sangue di quello iniziò a gocciargli sul volto...e fu allora che Squall agì. Ma non attaccò il Galbadiano, bensì il fratello, afferrandolo per la testa e sbattendolo a terra con violenza

"Che diavolo stai facendo, Storm?"

"Storm?" Disse incredulo Ravenant

"Storm?" ripetè Ross

"Ma chi, lui? Non è un clone?"

"E' lungo da spiegare Zell.."

"Squall...ZERO non riesce a trattenersi...io non riesco a trattermi."

"Ed invece ci riuscirai. Perchè se dovessi fare ancora una cosa del genere, sarò io a fermarti, chiaro?"

Storm si rimise in piedi togliendosi la polvere di dosso e facendo sparire le ali con un semplice movimento delle spalle.

"Se dovesse arrivare quel momento, spero davvero che tu sia più veloce di me."

***

La battaglia non era solamente nella piazza, per raggiungere il Presidente. Un altro scontro, forse più silenzioso, ma non meno feroce si svolgeva all'interno della testa di Storm.

(tu, maledetto...)
(io? Troppo spesso dimentichi  che noi siamo Uno. La ferocia di cui mi accusi non è solo mia.)
(Non avevo mai perso il controllo in una battaglia, mai!)
(non puoi più mentire a te stesso, non ora che condividiamo un solo spirito.
So quello che sei, e la tua ferocia è senz'altro pari alla mia).

(Non osare neanche pensarlo!)
(Sei una bestia feroce, un demone guerriero. ZERO è solo la miccia della tua ferocia, la tua scusa.)

(Cosa stai cercando di dirmi?)
(Dico che nel furore della battaglia, la tua vera natura si rivela.
Uno è la fusione di due belve sanguinarie e dis...)
(TACI, MALEDETTO!)
(Non puoi far tacere una parte di te.
Uno toglie il freno ai nostri istinti, ma non aggiunge nulla che non già sia presente.)
(Questo è il mio corpo...)
(No. E' solo una copia. Ed è tuo quanto mio.)
(Questo è tutto da vedere.)

***

Storm camminava normalmente in testa agli altri, nonostante l'inferno dentro la sua testa. Ad un certo punto, Ravenant gli si portò di fianco

"Non contavo più di rivederti Storm."

"Spero non ti metterai a piangere per l'emozione."

Ravenant si mise a ridere

"Allora sei proprio tu, brother..."

Storm studiò il portone che bloccava l'ingresso alla struttura esaminandone la consistenza

"Non proprio Ravenant. Comunque, per entrare mi sa che dovremo sfondare questa porta."

"Che vuol dire?"

Storm non rispose, ma prese la spada e fece tre passi indietro, prima di rotearla e puntarla contro il bersaglio

"GUNGNIR!"

Una lancia nera ed evanescente si generò dalla spada di Storm e colpì in pieno il portone, aprendone una squarcio pari alla propria ampiezza. Se il materiale fosse stato comune acciaio il buco sarebbe stato almeno due volte più ampio. Tuttavia, lavorando intorno allo squarcio creato, Storm e Ravenant riuscirono a rendere possibile il passaggio per una persona alla volta. Ad uno ad uno,alla fine entrarono tutti e si trovarono in un ambiente del tutto nuovo.
Bianco, talmente bianco da risultare abbagliante anche per via delle luci al neon. La sala aveva la strana forma di un semicerchio con la parte dritta di fronte all'ingresso, ed esattamente in mezzo due porte di metallo simili a quelle di un ascensore. Nell'angolo a destra, una scrivania d'alluminio, la sedia, una comune sedia da ufficio in finta pelle nera, gettata per terra.

"Allora, prendiamo l'ascensore?" propose Zell

***

"Presidente, sono qui!" Disse il Galbadiano alla console

Caraway guardò il video che le telecamere stavano trasmettendo, con una smorfia

"quell'idiota di Odine mi aveva assicurato...cosa abbiamo nello slot 1?"

il soldato premette il tasto e controllò

"Abbiamo Quake-03."

"Mandalo."

"Ma signore...in questo momento siamo sotto terra..."

"Stai ignorando un ordine diretto, soldato?"

Il soldato deglutì e premette rapidamente i tasti,sperando che Hyne li aiutasse tutti.

***

Zell cercò di aprire a forza la porta dell'ascensore che ovviamente non si aprì. E stranamente, resistette persino alla spada di Storm. Improvvisamente, l'intero pavimento iniziò prima a tremare e poi fu come se si stesse ritirando, scoprendo un'enorme botola al centro. E dalla botola uscì una sorta di capsula nera, sigillata.
L'aria compressa uscì con poteti sbuffi, aprendosi e lasciando scoprire un uomo, mascherato e coperto da quella che sembrava essere una sorta di armatura in titanio, che lasciava scoperte le braccia e parte del mento. Dei fili colorati uscivano dall'armatura ed entravano direttamente nella pelle, nella zona delle spalle e nel collo. Quello li guardò, emettendo un delicato ronzio mentre si girava, poi le mani gli si circondavano da un'aura marrone e dorata.
Quello scattò lanciandosi contro Squall, che evitò il pugno con un balzo di lato. Il colpo arrivò sulla scrivania, e generò una serie di potentissime vibrazioni che la ridussero quasi in polvere.
Anche se Squall aviva evitato il pugno continuava comunque ad ansimare, come se un parte delle vibrazioni del colpo l'avesse comunque colpito

"un...pugno...Quake?" 

Rinoa era terrorizzata

"NON FATEVI MAI COLPIRE, NEANCHE DI STRISCIO!!!"


   
 
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