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Autore: Cloud Atlas    30/06/2010    5 recensioni
Lo stregone cercò di mormorare un sì in risposta, ma riuscì a produrre soltanto un altro squittio. Provò allora ad annuire, gesto che fortunatamente gli riuscì.
“Sei diventato un... topo?!”
E in quel momento ebbe la certezza di essere finito in un gran bel pasticcio.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo


Appena arrivati a Camelot, Merlin tirò un enorme sospiro di sollievo. Era stato strano viaggiare accoccolati sul collo del principe, specialmente perché era stata la prima volta che aveva avuto la possibilità di stare così vicino al suo signore. In più momenti aveva anche rischiato di caracollare a terra per via della strada irregolare, ma per fortuna era sempre riuscito ad aggrapparsi all'ultimo al colletto di metallo dell'armatura.

Finalmente adesso era a casa; Arthur l'avrebbe portato subito da Gaius e il vecchio cerusico avrebbe sicuramente trovato un modo per farlo tornare di nuovo umano. Peccato che i piani del Nobile Somaro non fossero questi.

Smontato da cavallo, il principe si diresse immediatamente con passo deciso dentro il castello, non prestando attenzione agli squittii disperati del servitore, che si dibatteva con tutte le sue forze.

Puoi stare fermo un attimo?” gli intimò il principe ereditario spazientito, mentre gli lanciava un'occhiataccia che non lasciava presagire nulla di buono. Allora Merlin fu costretto a darsi un contegno e a tranquillizzarsi, onde evitare che l'Asino Reale lo abbandonasse lì in mezzo al corridoio, decretando la fine della sua vita da uomo.

Il valletto si passò le zampine sul musetto, sconsolato, temendo davvero di impazzire. Solo una veglia fa era stato stregato e, puff!, in un attimo si era trasformato in un amabile piccolo topo, fornito di baffi e coda. Era normale rimanere calmi in una situazione del genere, no? Tanto era lui ad essere un roditore, non l'Asino Reale.

L'animaletto dovette però interrompere il suo monologo interiore, farcito di improperi verso il padrone, quando Arthur oltrepassò la mastodontica porta della sala delle udienze del re.

Il topino spalancò gli inusuali occhi blu alla vista del sovrano -ne era già spaventato da essere umano, figurasi da minuscola pallina di pelo-, intrufolandosi poi appena sotto la tunica che Arthur indossava sotto la cotta di maglia, lasciando spuntare solo il piccolo naso rosato.

Merlin si domandò sinceramente se il principe sapesse cosa faceva.



♦♦♦



Il principe varcò la soglia della grande stanza con un nodo alla gola. Aveva la sensazione che suo padre non avrebbe reagito molto bene all'annuncio di avere nel suo palazzo qualcosa che era stato contaminato dalla magia; perciò già si preparava ad una accesa discussione. Aveva perfino ponderato di non dire niente al padre e nascondere l'accaduto, ma vi avevano assistito troppe persone e il re ne sarebbe stato informato in un modo o nell'altro, ottenendo così solo di farlo infuriare ancora di più e garantire a Merlin un sicuro viaggio di sola andata per Avalon. Era meglio affrontare la cosa ancora fresca, sperando che alla fine Uther desse loro una possibilità per sciogliere l'incantesimo.

Arthur fece una smorfia sentendo Merlin nascondersi sotto i suoi vestiti, facendogli il solletico. Si appuntò mentalmente di rimproverarlo per bene.

Nella sala erano presenti alcuni cortigiani e accanto ad Uther stranamente c'era anche Gaius, che subito mostrò un'espressione confusa nel non vedere Merlin al seguito di Arthur come sempre. Il principe lo fissò per un attimo negli occhi e il medico di corte sembrò intuire che qualcosa non andava.

Il re congedò tutti, tranne il cerusico con cui doveva discutere una questione importante non appena il colloquio con il figlio fosse terminato.

Il principe, arrivato di fronte ad Uther, lo salutò e fece un lieve inchino.

Figlio mio” disse il re, il cui volto lasciava trasparire tutto il suo sollievo nel vedere Arthur vivo e non ferito “sono lieto che tu sia uscito vittorioso dall'agguato. Quando ho ricevuto la tua richiesta d'aiuto ho davvero temuto per la tua incolumità.”

Ti ringrazio per la tua apprensione. Nonostante la vittoria riportata, gli uomini che si trovavano con me lungo il cammino sono quasi tutti periti in battaglia” lo informò il principe, il viso teso e contratto per il dispiacere di aver perso dei validi uomini fedeli a Camelot.

Uther si adombrò leggermente. “Si sono battuti con valore e noi siamo profondamente addolorati per la loro scomparsa, ma giuro sul mio onore che queste morti non passeranno invendicate!” esclamò furente a pugni stetti. “A quanto ammontano i feriti e le perdite?” domandò poi.

Venti uomini e tredici feriti, di cui cinque molto gravi” rispose prontamente Arthur con voce incolore. Merlin percepì i muscoli del collo tendersi per la tensione. “I nemici avevano con loro anche uno stregone.”

Alla parola stregone Uther si irrigidì notevolmente, lo sguardo ricolmo di un odio talmente profondo da soffocare qualsiasi altro pensiero o sentimento del suo animo.

Ora egli è morto, ma, appena prima di spirare, ha lanciato una fattura, che il mio servitore ha volontariamente preso su di sé per salvarmi la vita” raccontò Arthur. Vide Gaius sgranare gli occhi e impallidire, forse temendo che il ragazzo, per lui quasi un figlio, fosse morto. Prendendo una grande boccata d'aria il cavaliere si affrettò a proseguire: “L'incantesimo non l'ha ucciso, ma l'ha tramutato in un topo.”

Gaius boccheggiò per un secondo, non preparato ad una simile notizia, ma sentendo comunque un peso sollevarsi dal cuore: meglio avere un Merlin topo che un Merlin morto.

Anche il re si dimostrò sorpreso, abbandonando per alcuni istanti la sua maschera di rabbia e rancore.

Dov'è in questo momento?” chiese con faccia scura.

A quella domanda Merlin si fece coraggio e spuntò da dietro il collo di Arthur, con il capo chino in segno di saluto e rispetto. Era spaventato a morte e un leggero tremore lo avvolgeva.

Il re lo fissò sgomento, come se avesse visto un fantasma davanti a sé, passando poi a squadrare il figlio.

Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Hai preso con te una creatura diabolica infettata dalla magia!” urlò il re sdegnato. Gli puntò il dito contro con fare accusatorio. “Non sappiamo cosa sia in grado di fare questo topo! La magia è malvagia e qualsiasi cosa che venga da essa creata lo è! A Camelot la magia non è tollerata e dovresti essere tu il primo a saperlo ed a imporre questa norma!”

Arthur guardò il padre come se fosse diventato pazzo, ma riabbassò subito dopo il capo. Merlin si appallottolò per la paura e corse di nuovo a nascondersi sotto l'armatura del nobile, mentre Gaius pregava che Uther non commettesse una sciocchezza e condannasse a morte il suo apprendista. Infatti ognuno di loro sapeva che, quando si parlava di magia, Uther non riusciva più a ragionare razionalmente e spesso si lasciava trascinare dall'ira e dall'odio.

Arthur, dammi subito quell'animale, in modo che possa renderlo innocuo ed evitare che Camelot venga infestata dalla magia!” ordinò il sovrano con uno sguardo folle, scendendo dallo scranno ed avvicinandosi al figlio rapidamente.

Padre, con tutto il rispetto, non credo che questo topo possa nuocere al regno. Merlin è imbranato ed incapace di fare del male per natura” cercò di ribattere ragionevolmente Arthur, ma ottenne l'effetto di far infuriare ancora di più, se possibile, il genitore.

Sire, se mi permettete di esporre il mio umile parere, credo che il principe abbia ragion-” tentò di dire il cerusico, ma venne interrotto da un brusco “Sta' zitto!” del sovrano.

Almeno concedete a Gaius una settimana per sciogliere la magia e far tornare Merlin umano. In fondo sono in debito con lui, poiché mi ha salvato la vita in più di un'occasione. Passato il tempo stabilito, potrai farne ciò che riterrai più giusto fare. Inoltre lo sorveglierò io di persona” provò allora Arthur, sperando di riuscire ad ammorbidire il padre e guadagnare un po' di giorni per sistemare quell'intricato problema.

Il re lo guardò ancora irritato, sebbene non più iracondo come prima, ma negò di esaudire quella richiesta, con il pretesto di garantire così protezione sia alla città sia ai suoi sudditi.

Il principe respirò a fondo, dicendosi che stava per fare una sciocchezza.

Garantisco io per lui. Prenderò l'intera responsabilità su di me per ciò che Merlin farà per tutto il tempo in cui sarà sotto l'influsso della magia” promise il principe. Sentendo quelle parole, il cuore del servitore cominciò a battere forte, mentre si azzardava ad apparire nuovamente. Fissò Arthur con gli occhietti lucidi, dove si intravvedeva una profonda gratitudine, anche se pochi istanti prima avrebbe volentieri strozzato il ragazzo. Il monarca si fermò pensieroso e dopo ulteriori insistenze da parte del figlio, acconsentì mal volentieri.

Grazie” mormorò l'erede al trono e si inchinò per congedarsi. Anche Gaius, che aveva trattenuto il fiato fino a quel momento, chiese di potersi ritirare.

Una volta rimasto solo, il sovrano si passò una mano sul viso e sperò davvero di non aver accolto una serpe in seno.



♦♦♦


Arthur, appena uscito dalla sala delle udienze, fu subito raggiunto dal cerusico che lo pregò di seguirlo nel suo studio, in modo tale da poter subito iniziare gli studi e le ricerche per far tornare Merlin normale. Arthur annuì senza dire nulla.

Intanto Merlin, seduto sulla spalla del principe, fissava felice il suo mentore, agitando la coda, rincuorato dalla sua presenza rassicurante.

Una volta giunti nella modesta dimora del medico, il nobile trasportò con cura il topino fino al tavolo ingombro di carte e ampolle di ogni forma e misura. Gaius si inginocchiò immediatamente di fronte alla creatura. Lo scrutò attentamente, soffermandosi sugli occhi cobalto, e poi gli accarezzò affettuosamente la testolina con un dito.

Stai tranquillo, ora ti farò tornare normale” lo rassicurò il cerusico, cominciando già a trafficare con libri spessi più di un dito ed impolverati. Poi si voltò in direzione del principe ereditario, dicendogli: “Mio signore, vorrei porgervi i miei più sinceri ringraziamenti per aver aiutato Merlin. Vi sono debitore.”

Arthur assentì con la testa, avvicinandosi al suo servitore.

C'è qualcosa che posso fare per aiutare?” domandò mentre guardava Merlin afferrarsi la coda e analizzarla scrupolosamente.

Avete già fatto abbastanza. Ora devo soltanto rimanere solo con lui e cercare un antidoto. Sarete stanco dopo lo scontro di oggi; andate a riposarvi. Vi farò chiamare se ci saranno novità.”

Il principe si portò una mano sulla spalla, cercando di sciogliere i muscoli irrigiditi. Un po' di riposo non gli avrebbe di certo fatto male, ma non poteva.

Mi spiace, ma non posso. Ho giurato a mio padre di controllare Merlin a vista e personalmente. Non temere, non sarò d'intralcio. Voglio che questa storia finisca presto, possibilmente senza alcuna conseguenza per nessuno” ribatté, sedendosi su una sedia mal ridotta vicino al tavolo e non staccando un momento gli occhi dal roditore.

Gaius spalancò gli occhi, ma non protestò. Se avesse mosso anche solo un'obiezione la cosa sarebbe risultata sospetta e non poteva correre il rischio che il principe scoprisse i poteri suoi e di Merlin. Tuttavia, se il principe rimaneva lì, gli era impossibile sfogliare un libro di magia o provare a sciogliere l'incantesimo. In poche parole era in trappola.

Un'idea, che forse poteva risolvere questo problema, gli balenò nella mente. Doveva creare un diversivo per rimanere solo, cercare una soluzione nel libro magico e poi disfare la fattura in un momento di distrazione del principe. Era un po' avventato come piano, ma forse poteva riuscire. Il medico di corte si diresse verso lo scaffale ricolmo di libri e ne tirò fuori uno, ne sfogliò le pagine, fingendosi interessato a ciò che il volume riportava scritto. Fece scorrere il dito sulle righe, finché non lo puntò su un passo in particolare, illuminandosi.

Forse ho trovato qualcosa!” esclamò il cerusico, catturando subito l'attenzione di Arthur. “In questo libro si dice che l'unico modo per sciogliere incantesimi in grado di trasformare un essere umano in un animale sia un bacio dal vero amore” concluse, chiudendo il tomo.

Il principe lo guardò perplesso.

Vero amore? Tutto qui?” domandò poco convinto Arthur. Era troppo semplice come soluzione.

Il medico di corte annuì deciso, mentre Merlin lo fissava allibito con la piccola bocca aperta, non riuscendo ad assimilare ciò che aveva appeno udito. Avrebbe dovuto ricevere un bacio dalla persona che amava per tornare normale? Se era uno scherzo non era affatto divertente, perché era sicuro, quanto che il cielo era azzurro, che quella persona non avrebbe nemmeno avvicinato le sue regali labbra a lui, nemmeno se fosse stato in forma umana. Il roditore cominciò a camminare lungo il tavolo, nervoso.

Bene. Allora non vedo perché rimanere qui nell'ozio” disse allora Arthur, alzandosi ed afferrando il topino che agitava le zampette in modo isterico e mettendoselo sulla spalla.

Gaius si sentì leggermente in colpa quando Merlin gli rivolse uno sguardo disperato, anche se sapeva di aver mentito a fin di bene.



♦♦♦

Note (della pseudo-autrice che questa volta sarà molto chiacchierona)

Buona sera a tutti!

Come va?

Io, dopo due giorni in cui vagavo per casa come uno zombie per mancanza di sonno, mi sono finalmente ripresa e domani parto per una breve vacanza dalla mia sorellona. Tornerò domenica quindi dovrete aspettare un po' per l'aggiornamento.

Ma passiamo al capitolo. Io amo Merlin sotto forma di topo; è il simbolo della coccolosità. So che la reazione di Uther può sembrare un po' strana, ma per me ormai quell'uomo è completamente impazzito; quindi per me una sclerata in più o in meno non credo faccia differenza. Inoltre colei che ha letto tale accozzaglia di frasi mi ha assicurato che può andare bene. A voi il giudizio finale. Giunti a questo punto, la storia credo stia prendendo una piega molto molto carina... capirete cosa voglio dire nel prossimo capitolo, in cui Arthur si cimenterà nella -mica tanto- banale ricerca del vero amore di Merlin. Vedremo come andrà a finire. Per il momento rimettiamoci a quel furbone di Gaius.


Ed ora passiamo alle risposte ai commenti


elfin emrys: grazie mille per il commento. Sì, a volte capita anche a me di leggere una cosa nel titolo e poi accorgermi che era una cosa totalmente diversa da quello che avevo capito. XD

Chiby Rie_Chan: grazie mille! Il tuo entusiasmo mi rende molto felice. Per quanto riguarda a perché ho scelto proprio come animale il topo è uno storia un po' lunga, che riassumerò in due righe. Da poco ho un criceto e l'ho chiamato Colin, avendo entrambi in comune le orecchie a sventola. Da lì l'idea di scrivere qualcosa in cui Merlin diventasse un criceto, ma, non sapendo se a quell'epoca esistessero i criceti, onde evitare complicazioni, ho optato per un simpatico topolino. Ecco tutto. XD

Lupus: grazie mille per la recensione! Sono lieta che ti sia piaciuta e sperò che anche questo capitolo ti piacerà. Comunque non credevo che l'espediente del topo avrebbe riscosso così curiosità. ^^

mindyxx: grazie per i complimenti. Non li merito davvero. XD

Quel topo è amore allo stato puro (corre a spupazzarselo).

_Valux_: grazie mille!

La Kurapikina: ciao, piacere di conoscerti! Grazie mille per il commento e spero di non deluderti. ^^

GiulyB: Arthur è sempre pronto ad affrontare tutto, ormai si sa, quindi un cavallo che corre imbizzarrito non sarebbe niente per lui. XD Quei due sono zucchero, per questo tutti noi li amiamo <3. Arthur si sente abbastanza in colpa per Merlin, che è sempre costretto a salvarlo, la maggior parte delle volte senza ricevere nemmeno un ringraziamento.



Ringrazio Federica per i suoi preziosissimi consigli.

Un grazie va a chi legge le mie storie e per quanto riguarda alle risposte dei commenti della mia drabble rinvio il tutto al prossimo aggiornamento, per una mancanza di tempo mostruosa. Il mare mi aspetta!


A presto,

Cloud Atlas <3

   
 
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