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Autore: Inessa    14/09/2005    6 recensioni
Il sognatore, se occorre una definizione precisa, non è un uomo, ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo cantuccio, vi aderisce come la chiocciola al guscio, e diventa simile a quell’animale divertente chiamato tartaruga, che è nello stesso tempo un animale e una casa (Dostoevskij – Le notti bianche)
Genere: Malinconico, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciò che vi dirò adesso, sono tutte sciocchezze, castelli in aria, cose assurde! So che non potranno mai accadere, ma è lo stesso, non posso tacere!

 

(Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche)

 

 

Le notti bianche

 

La mia fantasticheria, dilettandosi di martoriarmi,
s'inebriava sapientemente del profumo di tristezza
che, pur senza rimpianto e senza disgusto, lascia
l'aver colto un Sogno al cuore che lo colse.

 

(Stéphan Mallarmé – Apparizione)

 

Quarta notte

 

Inizia adesso il racconto della fine delle nostre notti bianche, della mia evasione dai sogni, della mia prima esperienza con la vita. E in che modo quelle notti sfumarono in quell’aria umida di una notte d’inverno!

La notte dopo piovve, ma mi recai comunque all’appuntamento, sperando che Draco non tenesse fede alla propria promessa e si presentasse in ogni caso. Mi stavo forse, ancora una volta cullando, nell’illusione che per lui quelle notti, avessero assunto lo stesso vitale valore che avevano assunto per me. Ma, evidentemente non era andata così.

Lo attesi a lungo, fiduciosa, perdendomi in congetture che potessero giustificare un suo eventuale ritardo. Solo quando sentii per la quarta volta i rintocchi delle campane rimbombare nell’aria fredda e perdersi nella pioggia, mi convinsi che non sarebbe venuto e, sconfitta, mi incamminai verso casa, consolandomi nella speranza di rivederlo il giorno dopo.

Utilizzai quel tempo, trascorso sotto la pioggia, sulla riva del fiume, per riflettere. Per ringraziare il cielo per avermi concesso quel fortunato incontro tre notti prima e per sognare il nostro prossimo appuntamento.

Scacciai volutamente, negli angoli remoti della mia mente, in quella zona che qualcuno, un tempo, definì Es, la sgradevole sensazione, il fastidioso senso di insoddisfazione che le mie fantasie mi recavano.

E lo stesso trattamento riservai a quel pensiero fuggevole che, per un attimo, mi aveva colpita. Quel dubbio martellante che mi rodeva, lo stesso che mi aveva colta la sera prima.

Draco aveva sentito il Marchio bruciare, e ben sapevo, che non era una possibilità remota quella che fosse definitivamente stato richiamato dal suo Signore e che per me, sarebbe rimasto per sempre un piacevole, intangibile ricordo.

La notte successiva, incapace di resistere alla tentazione di recarmi col consueto anticipo al nostro incontro, mi avventurai per le strade deserte di quella deserta domenica d’inverno.

Ma fui costretta a stupirmi ancora una volta, accelerando il passo verso la nostra panchina, quando scorsi l’elegante figura di Draco già lì ad aspettarmi. Che gioia mi colse in quel momento! La felicità provata nel notare che fosse arrivato addirittura prima di me, unita al sollievo della sua presenza, crearono una piacevole euforia nel mio animo.

-Sei in anticipo!- dissi con voce allegra. Mi sarei messa volentieri ad urlare per la felicità, già dimentica dell’ombra che incombeva sui nostri incontri.

-Anche tu.- rispose lui semplicemente, regalandomi un sorriso. Era bello il suo sorriso, per quanto stravolgesse poco i suoi lineamenti aristocratici. Gli bastava piegare un po’ l’angolo della bocca per farmi rabbrividire, e i suoi occhi erano illuminati da una strana scintilla che, in un altro tempo, in un altro sogno, avrei anche potuto paragonare al sole battente su una distesa di ghiaccio.

Restammo in silenzio per alcuni secondi. Non sapevo cosa dire.

Anzi, avrei avuto tante cose da dirgli, ma nessuna che mi impedisse di pensare al suo futuro, e di chiedergli che ne fosse stato delle sue vecchie speranze. Ma, allo stesso tempo, inoltrarmi davvero in quel territorio mi avrebbe recato troppa sofferenza.

Fu lui a rompere il ghiaccio.

-Ho ancora sentito il Marchio bruciare.-

Lo guardai addolorata, nonostante mi aspettassi già una simile affermazione. Mi costrinsi a convincermi che così dovessero andare le cose, che da qualche parte, in un libro chiamato Destino, era scritto che lui sarebbe andato via, lasciando a me solo i miei cari sogni.

-Non è arrivata la chiamata, se è questo che ti chiedi, e non posso recarmi al suo cospetto.-

Continuai a barricarmi nel mio silenzio, nonostante fossi un po’ risollevata. Sentii che, se avessi aperto bocca, avrei potuto dire qualcosa di spiacevole, ed allora lui mi avrebbe scacciata scandalizzato. Ad ogni modo, lui sembrava aver qualcosa da dire quella sera, e non gli pesò il mio silenzio.

-Ero il migliore, ma anche i migliori possono avere dei periodi difficili. Perché non darmi un’altra possibilità? Nott ha avuto un periodo buio, ma non l’ha abbandonato! L’ha richiamato a sé!

E Draco Malfoy vale di più, certamente.

Forse aspetta di affidarmi un compito degno della mia esperienza! Si, dev’essere cosi!-

Seguirono alcuni secondi di silenzio, in cui ebbi l’impressione che Draco stesse cercando di convincere se stesso delle sue teorie. Evitai di guardarlo, preferendo dedicarmi alla luna, nascosta dietro una nuvola, che creava delle strane forme sull’acqua del Tamigi.

Draco si alzò, come colto da un improvviso pensiero, invitandomi a seguirlo sul lungofiume. Camminammo per un po’, ognuno immerso nei suoi sogni.

Ormai, mio malgrado, avevo iniziato a credere che anche lui facesse parte della mia categoria. Tutte quelle speranze, tutti quei progetti sulle sue missioni, mi avevano portato a capire che avesse quantomeno bisogno di sognare. Un bisogno vitale ed impellente.

Ed io volentieri gli avrei regalato uno dei miei sogni.

-A volte mi domando…- esordì sottovoce, con quel timbro rassicurante che avevo imparato ad attribuire ai suoi ricordi -…se non sia più opportuno che impieghi le mie energie in qualcos’altro.-

Si fermò guardando verso me, ma io non ero riuscita a capire.

Mi afferrò le spalle, un po’ rudemente, facendomi arrossire, nonostante mi fossi ripromessa di non dimostrargli in alcun modo quanto effetto mi facesse ogni suo gesto.

-Se Lui non dovesse più chiamarmi (ed ormai ne sono certo), avrei dedicato la mia vita a nulla! Ma se già dal principio avessi dedicato me stesso a qualcos’altro, o a qualcun altro…forse adesso non sarei solamente un fallito.-

Annuii debolmente leggermente scossa, senza essere sicura di aver afferrato ciò che lui volesse dire.

-Se avessi dedicato la mia vita a qualcuno…-

Sentii i suoi occhi di ghiaccio affondare nei miei, ed il mio cuore mancò un battito. Forse iniziavo a capire. Sentivo già la frenesia scorrermi nelle vene, e non importava quante volte mi ripetessi di smettere di illudermi, avevo già iniziato a sperare.

-Se avessi davvero amato qualcuno…come amavo mia madre!-

Fu allora che non riuscii più ad arginare le mie emozioni in subbuglio! Mi convinsi che l’unico modo per convincerlo a restare, fosse dirgli tutto. E l’avrei fatto! Proprio adesso che sembrava ben disposto! Proprio nel luogo che qualche sera prima avevo immaginato come scenario della mia prima dichiarazione d’amore!

Mi attraversò il dubbio che non fosse adatto quel luogo, che avessi dovuto trovarne un altro, dove nessuno dei miei sogni si fosse già svolto, ma non c’era tempo! Non avrei resistito ad aspettare tanto!

-Draco…- scoppiai a piangere, come una bambina, appoggiandomi al suo petto. Lui era stupito, lo sentivo, ma mi abbracciò.

Mi stava abbracciando! E forse…forse…!

-Sarà anche uno dei miei sogni, Draco…- dissi sollevando la testa e guardandolo negli occhi, riuscendo miracolosamente a frenare le mie lacrime -…ma ti amo!-

Sgranò gli occhi e rimase interdetto a fissarmi per un attimo, senza lasciarmi andare. Poi sorrise.

-Sai, Ginevra…credo di poterlo accettare! Anzi, ne sono certo! Già la sensazione di essere un fallito mi ha abbandonato!-

Iniziò a piovere. Grosse gocce iniziarono a posarsi sui nostri visi sorridenti, mescolandosi alle lacrime capricciose che avevano ripreso a scorrermi sulle guance.

Per la prima volta in vita mia, potevo affermare di essere davvero felice. Ero totalmente in balia di emozioni così violente, così reali!

I capelli mi si erano incollati ai lari del viso e, con stupore, sentii Draco scostarmeli con le mani e chinarsi verso di me. Intuii le sue intenzioni, spaventata ed al tempo stesso eccitata! Oh mio Dio! La vita era entrata prepotentemente nella mia esistenza, lasciandomi spiazzata.

Sentii il tocco delle labbra di Draco sulle mie. Ero scossa da mille sensazioni violente, i miei sensi, forse un po’ assopiti, ne erano già sommersi.

Il sapore della pioggia, improvvisamente si era fuso con il sapore di Draco, col sapore delle sue labbra. Sentivo al tatto la pelle ruvida delle sue mani, i suoi vestiti bagnati. Affondai le dita nei suoi capelli, anch’essi zuppi di pioggia.

Dio, era quella la vita?

Mi strinse maggiormente a sé approfondendo il nostro contatto, al quale risposi, con un istinto che non sapevo di possedere, con tutta la passione che avevo in corpo.

Fu in quel momento, mentre ero attraversata da quelle sensazioni violente, che sentii qualcosa di indefinito spezzarsi irreparabilmente dentro di me.

Fu egli stesso a rompere il nostro contatto, appena un attimo prima che restassi senza fiato. Il cuore correva all’impazzata nel petto ed ebbi l’impressione che, da un momento all’altro, sarebbe esploso. Non riuscivo a respirare, e mi aggrappai ancora alle sue spalle.

Avrei potuto per sempre vivere il quel modo!

Avevo smesso di odiare la vita, Dio, il destino!

Avevo persino smesso di maledire il mio mondo dei sogni che, paradossalmente, mi aveva portata alla vita in una notte londinese degna di un romanzo, che ormai appariva tanto lontana.

 

 

Il mattino

 

(…)

Domani la mattina

Sarà serena e lieta.

Questa vita è perfetta:

cuore, sii dunque saggio.

 

Sei tanto stanco, tanto.

Batti più sordo e lento.

Lo sai, ho letto

che le anime sono immortali.

 

(Anna Achmatova, La porta è socchiusa)

 

 

Camminammo, stretti l’uno all’altra, fino al mattino. Il primo mattino felice della mia vita. Sentii i nostri cuori battere all’unisono, respirai aria dalle sue labbra. Era meraviglioso!

-Guarda, il sole sta sorgendo!- urlai, per la prima volta nella mia vita, felice al nascere di un nuovo giorno.

Imparai a conoscere le sfumature che i raggi sanguigni dell’alba formavano sui suoi capelli, mentre il colore dei suoi occhi diventava più chiaro, assumendo le stesse tonalità dell’acqua del fiume.

Averlo vicino, tangibile era una sensazione indescrivibile.

Fu un attimo.

Vidi improvvisamente il suo volto tramutarsi in una maschera di dolore e gelai sentendo il grido che uscì dalle sue labbra. Mi allarmai, tentando di capire la causa di un dolore tanto devastante. Improvvisamente ricordai, e la paura mi gelò il sangue nelle vene.

Devastante.

Fu quando il suo braccio destro corse a stringere il sinistro che ebbi la brutale conferma di avere presupposto correttamente. Cosa ne sarebbe stato di me? Ero abbastanza sveglia da riuscire a non illudermi, a non sperare.

-Devo andare, Ginevra! Lui mi sta chiamando.- riuscì a dire, la fronte imperlata di sudore -Mi dispiace!-

L’ultima cosa che vidi fu la sua espressione che, nel dolore, apparve paradossalmente serena, poi si smaterializzò. Ebbi comunque la certezza che avesse ritrovato la sua via.

Incapace di ritornare a casa, continuai a camminare su e giù per il lungo fiume, guardando la mia felicità frantumarsi in miliardi di pezzi ed andarsene via per sempre. Il cuore divenne pesante e il respiro doloroso.

Mi era stato regalato un solo attimo di felicità, che mi avrebbe accompagnata, quasi come una persecuzione, per tutta la vita. Il colore del cielo mi ricordava adesso solo il sangue, quel sangue che sembrava sgorgare a fiumi dal mio sguardo.

Tentai di sognare qualcosa, ma mi riuscì doloroso, e quasi impossibile.

Cosa ne sarebbe stato della mia esistenza?

Ero sempre Ginny Weasley…ma ero ancora una sognatrice?

 

 

 

 

Che ve ne pare? Sono stata davvero molto indecisa sulle ultime scene! Spero che vi piaccia, anche se io non ne sono molto convinta…

Aspetto i vostro commenti, e magari le vostre critiche!

Vorrei ringraziarvi tanto per le recensioni allo scorso capitolo!! ^_^ Non mi aspettavo fossero così tante!! Grazie!!!!

 

Nisi_corvonero: Come vedi avevi ragione su Ginny, credo sia rimasta irrimediabilmente scottata! Per quanto riguarda Dostoevsij…non posso fare a meno di consigliarti di leggerlo!! Non te ne pentirai!! ^_^ Grazie tante, sei stata gentilissima davvero!!!

Kitsunechan: il fatto che hai letto i precedenti capitoli tutti d’un fiato mi fa capire che forse non erano così pesanti come pensavo…che sollievo!! ^_^ Anche a me piace molto la filosofia ma……non aspetto con impazienza l’inizio della scuola!!! L Grazie tante anche a te!!

Shanìka: Ti rispondo adesso ad entrambe le recensioni! Sinceramente non so perché faccio soffrire tanto Draco…forse perché secondo me E’ un personaggio che soffre, solo che gli altri sono troppo impegnanti a biasimarlo per accorgersene! (Ti evito le mie speculazioni filosofiche sul 6° libro, anche perché vorrei evitare lo spoiler!) Non ho usato un capitolo a parte (anche se avrei dovuto), per il semplice motivo che mi riesce difficile scrivere capitoli troppo lunghi…finisce sempre che mi perdo! Grazie tante!!!! (P.S.: per quanto riguarda i capelli di Draco…quando non ha i capelli tirati col gel...qual è la prima cosa che ti viene in mente di fare?!?! ^_^_^)

Hermia: Grazie tante!!! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Adesso aspetto io il tuo aggiornamento!!!

Minako-chan: Ginny Mangiamorte?! Ti risponderò nel prossimo ed ultimo capitolo in proposito a questa domanda! Come ti sembra questo capitolo? Grazie tante!!

Acchan: Ringrazio tanto anche te per la recensione! Sono felice che la storia ti piaccia…spero continuerai a farmi sapere!!

Mise_keith: rispondo alla tua osservazione sul mio modo di trattare il personaggio di Draco, con una citazione che sicuramente riconoscerai: Tutto dipende dalle circostanze e dall’ambiente in cui si trova l’uomo. Tutto è determinato dall’ambiente, l’uomo per se stesso non è nulla!! (Delitto e Castigo…tanto per cambiare!!) ^_^ Ti ringrazio tanto per i commenti e…….concordo: quei due sono fatti per stare insieme!!

Chanellina: Grazie!!!! Davvero, mi fa molto piacere che la storia ti piaccia tanto!!! Come ti sembra che proceda?

 

 

 

   
 
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