Capitolo Quarto.
Uffa.Uffa.Uffa.Uffa.
Erano ormai tre notti che
dormiva per strada.
“Dormire è una parola grossa
per una che riposa a malapena.”
Si
trovava davanti un palazzo dei bassi fondi, sudicio e senza colore.
Era
già stata al solito parco ma stavolta ci aveva trovato un sessantenne ubriaco
che non vedeva una doccia da mooolto tempo!
Sbuffò,
poggiandosi sulla ringhiera dall’altro lato della strada.
Prima
di rivedersi con Inuyasha quella sera, era andata in un ristorante che cercava
personale.
Tutto
apposto…finchè il proprietario non le aveva chiesto il diploma alberghiero.
-
Ehi bellezza! – sentì gridare dal marciapiede di fronte al palazzo.
Finse
di non aver sentito, magari non stava neanche chiamando lei.
“
Che dici scema!? Sei l’unica donna nel giro di venti silometri!! ”
I
passi si avvicinavano e il suo cuore prese a battere forte dalla paura.
Tutte a lei quelle situazioni ?!?
-
Dolcezza, non lo sai che le brave ragazze rispondono se vengono chiamate? -
Il
tizio si era fermato a pochi passi da lei che finalmente alzò lo sguardo per
vederlo in faccia.
Era
un ragazzo sui 25 anni, alto, secco e brillo.
La
guardava con le mani nelle tasche dei jeans e la giacca sgualcita e
stropicciata con evidenti macchie scure.
Deglutì
a quel sorriso divertito e agli occhi neri maliziosi.
-
Le serve qualcosa? - chiese cercando di sembrare naturale.
-
Bhé sì! Qualcosa mi servirebbe e sono anche sicuro che tu puoi soddisfare le mie esigenze! – disse
prendendole un polso.
-
I-Io non credo c-che…-
L’uomo
la baciò con forza stringendo il suo viso fino a farle male.
Kagome
cercò di dimenarsi inutilmente, il tizio la sbatté violentemente alla ringhiera
tenendo i polsi della ragazza con una mano mentre l’altra le stringeva i seni.
-
L-Lasciami…- sussurrò quando la lingua di lui prese a leccarle al viso e il
collo.
Iniziò
a piangere supplicandolo di fermarsi mentre lui la toccava in ogni dove.
Un
ringhio si spanse nel silenzio della notte.
Kagome
sentì l’uomo allontanarsi improvvisamente da lei. Aprì gli occhi e vide una chioma
argentata e lo stupratore a terra con il naso sanguinante.
Inuyasha
lo afferrò per il colletto della maglia e lo sollevò da terra fissandolo con
occhi .
-
…Figlio di puttana - ringhiò scoprendo le zanne.
-
Se ti vedo a meno di cento metri da lei, giuro che ti stacco la testa - continuò mentre l’uomo annuiva velocemente.
Il mezzodemone lo lasciò cadere e aspetto che sparisse prima di voltarsi verso
una Kagome tremante.
-
Adesso mi spieghi che cazzo ci fai qui !! - disse irato avvicinandosi a lei.
-
E-Ecco…- non riusciva a parlare.
Era
ancora scossa per ciò che era successo ma…come faceva a spiegare tutto a
Inuyasha?!
-
E’ notte fonda! Perché cazzo non sei a casa, eh? - urlò lui stavolta.
Kagome
abbassò lo sguardo e in quel momento si accorse che vicino a lei c’era il suo
zaino.
In
quei giorno si era accorto che lo aveva sempre dietro, ma aveva preferito
ignorare quel particolare. Però ora…
Sospirò
aprendo i pugni e guardandola con occhi tristi.
-
…Perché non me l’hai detto? - mormorò.
Lei rincominciò a piangere.
-
Perché avrei dovuto dirtelo?...non-non volevo che mi vedessi..come una…stracciona - singhiozzò spostando il peso sulla ringhiera.
-
Vieni qui - sussurrò lui abbracciandola
e prendendola in braccio.
Kagome
continuò a sfogarsi aggrappata a lui. Era strano come quella ragazza lo avesse
preso così tanto, in così poco tempo.
Quando
l’aveva vista andare verso i “bassi fondi”,
non aveva resistito all’idea di seguirla.
.Kagome…Higurashi.
Dio,
da quando la conosceva non pensava che a lei!
Spostò
lo sguardo sul suo viso.
Era
leggermente nascosto nel suo torace, gli occhi chiusi con forza e le lacrime
che le rigavano le guance.
…Lacrime…
Non
voleva vederla piangere. Odiava vedere qualcuno piangere.
Lei
poi…
Non
sapeva perché, ma tutto di lui gli diceva che doveva proteggerla
…come tutto di lui la voleva accanto…
Arrivati
a casa sua la portò nella camera da letto a la sistemò sotto le coperte.
Lei
non aveva spiccicato parola, abbandonandosi su quel morbido materasso, una
comodità che gli era mancata parecchio.
Inuyasha
sospirò e fece per andarsene,dopotutto anche i mezzodemoni aveva bisogno di
dormire!
Sentì
una stretta inaspettata alla mano e si voltò incrociando il cioccolato degli
occhi di Kagome.
-
Resta con me…mi sento meglio con te vicino -
sussurrò flebile.
Il
mezzodemone ricambiò all’istante e si stese accanto a lei, avvolgendola in un
abbraccio. Osservò il suo viso rilassato e il movimento regolare del petto.
-
Anch’io…sto bene con te - carezzò la
guancia della ragazza con un artiglio.
Ancora
non si capacitava di come lei potesse stargli vicino così spontaneamente.
Non
si capacitava di come lei potesse…accettarlo.
Sorrise
chiudendo gli occhi, mentre il profumo di Kagome gli inebriava i sensi