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Autore: Lady_Firiel    01/07/2010    3 recensioni
Definirlo amante aveva un brutto suono, in realtà; ma il significato che ha quella parola è “colui che ama”.
Allora sì che poteva considerarsi giusto, perché indubbiamente il profondo sentimento che li legava era amore; o una delle sue innumerevoli sfaccettature.
Era davvero così importante?
A loro andava bene così: dopo tanto correre, ora volevano solo godersi la pace del nuovo mondo. E il loro amore.
O quel che era.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo l’amore. O quello che è

Solo l’amore. O quello che è



Do you need some time… On your own?

Do you need some time… All alone?
Everybody needs some time… On their own
Don’t you know you need some time… All alone?

Hai bisogno di un po’ di tempo… Per conto tuo?
Hai bisogno di un po’ di tempo… Tutto solo?
Tutti hanno bisogno di un po’ di tempo… Per conto loro
Non sai che hai bisogno di un po’ di tempo… Tutto solo?

Guns N’ Roses, November Rain

Lo scrosciare dell’acqua dal rubinetto, lo sciabordio provocato dalle mani che, immerse tra quella e la schiuma, strofinavano le stoviglie per ripulirle;
Il gracchiare rauco della caffettiera che avvisava l’improvvisato, ma forse neanche tanto, casalingo della prossima ultimazione della preparazione del caffè mattutino;
Lo scatto del coperchio di un barattolo di marmellata di more.
La confettura prediletta da suo fratello, era un po’ come lui se l’immaginava: d’un bel colore, con un profumo invitante e un sapore dolce che ti avvolgeva il palato.
E poi era dannatamente appiccicosa.
Proprio come Edward.
«Nii-san, se non mi lasci non riuscirò mai a lavare i piatti!»
Alphonse protestava debolmente mentre il suo amato fratellone lo stringeva a sé cingendogli amorevolmente la vita da dietro le spalle; con le labbra ancora sporche di marmellata, gli schioccò un bacio, ottenendo un mugugno infastidito. Rise, la solita risata cristallina che liberava quand’era con il suo amato nii-chan, una risata che riusciva a sciogliere i dubbi e le paure, le preoccupazioni del piccolo Elric.
«Nii-san…» disse, flebile, ridestando l’attenzione del maggiore, che, con un ghigno poco rassicurante in volto, iniziò a leccare via i residui di confettura dalla guancia, facendo ulteriormente arrossire il già imbarazzato – ed impacciato- amante.
Definirlo amante aveva un brutto suono, in realtà; ma il significato che ha quella parola è “colui che ama”.
Allora sì che poteva considerarsi giusto, perché indubbiamente il profondo sentimento che li legava era amore; o una delle sue innumerevoli sfaccettature.
Era davvero così importante?
A loro andava bene così: dopo tanto correre, ora volevano solo godersi la pace del nuovo mondo. E il loro amore.
O quel che era.

Al aveva scoperto che, non lontano dalla casa dove abitavano, c’era un boschetto dove crescevano le more, belle e violacee, invitanti come le rosee labbra del suo nii-san la mattina appena sveglio, quando ancora era mezzo addormentato.
Sorrise dolcemente, sistemando meglio il cestino di vimini, in cui avrebbe riposto i frutti che avrebbe raccolto, sul braccio, incamminandosi e pensando a quali dolci preparare al suo golosone preferito.
Nel boschetto c’era sempre un’impagabile quiete, un silenzio così diverso dai rumori cui  la convivenza con Ed l’aveva avvezzo che, quasi quasi, gli sembrava un altro mondo.
Talvolta, si trovava talmente bene all’ombra appena fresca degli alberelli che si tratteneva un poco più a lungo, inspirando aria e pace a grandi boccate, solo.
Il rapporto che lo legava al fratello era quasi simbiotico, non stavano mai troppo a lungo l’uno senza l’altro.
Eppure, dopo tutto quel tempo, Alphonse Elric aveva realizzato che non gli interessava la solitudine.
Tutti hanno bisogno di un po’ di tempo… per conto loro
Forse anche lui ne necessitava; ma non aveva poi così importanza.
Dopotutto, non era così male graffiarsi le mani per raccogliere quei frutti dalla forma così buffa ma dal sapore dolciastro con, tuttavia, un leggero retrogusto acidulo; ed era divertente ingozzarsi di quel cospicuo tesoro racimolato in compagnia di Edward.
Perché al suo fratellone piaceva provocarlo con goffe imitazioni di gesti sensuali: addentava con gli incisivi la mora, dondolando graziosamente le ciglia bionde e masticando con studiata lentezza, un sorriso malizioso sul viso.
Ma Al non riusciva proprio a trovarlo sexy, in quelle occasioni, tutt’altro: provava una gran tenerezza, gli sembrava una ragazzina in piena tempesta ormonale che cerca malamente di sedurre il più figo della scuola.
Così, sorrideva dolcemente, gli scompigliava un po’ i capelli e mangiava una mora. In modo normale.
Il guaio era che, quando avevano finito, sulle sue labbra restavano sparute tracce di polpa; e quell’ingordo del suo nii-san non resisteva alla tentazione di assaltare, baciandolo come se volesse mangiarlo sul serio.
Tutte scuse per infilargli la lingua in gola. Non che poi ad Alphonse spiacesse tanto…
«Ahi!»
Un graffietto gli fregiò il dorso della mano destra e se lo fissò quasi rapito: non ci si era ancora abituato, nonostante fosse passato quasi un anno.
Sorrise, stringendo la mano al petto quasi fosse un prezioso monile appartenuto ad un caro scomparso.
Pungenti.
Le more e, talvolta, anche Edward. Ma non gl’importava.
Quando si svegliava la mattina, Alphonse si ritrovava il corpo sudaticcio dell’altro completamente addosso e c’era da dire che in piena estate non era il massimo.
In quei momenti, a volte sì, desiderava un po’ di tempo da solo, lontano da tutto, persino dal suo dolcissimo incubo.
Ma poi quello apriva i suoi occhioni dorati, fissandolo con l’aria da cucciolo voglioso di coccole; e allora cedeva completamente.
Non sai che hai bisogno di un po’ di tempo… Tutto solo?
Sì, questo Alphonse Elric lo sapeva benissimo.
Ma per il suo nii-san, non gli doleva rinunciarvi. Non era una grossa perdita.
Aveva un corpo, una casa, una vita serena. E lui, il suo amore.
O quello che era.



Konnichi wa, minna! ^^
Uff, che faticaccia è stata, ma alla fine ce l'ho fatta!
Dovete sapere che la mia oneechan Stars_Daughter ed io, poiché le nostre vene creative erano in vacanza lontano da noi, abbiamo organizzato una specie di "contest a due". In realtà ci pensai io, ma lei accettò di sottoporvisi e stabilì la data di oggi come termine per la pubblicazione.
Le regole erano semplici: "data una strofa o un verso di una canzone e, a scelta, un pair o dei generi, scrivi una one-shot lunga almeno 2 pagine in carattere Times New Roman 12 che, ovviamente, sia attinente alla strofa proposta"
L'indicazioni da lei fornitemi erano la strofa di "November Rain" che leggete all'inizio -con relativa traduzione- e il pair Elricest.

Trattasi della prima volta che scrivo su questa coppia e poiché non ne sono una fan sfegatata e non ho letto tante fic su di loro, mi auguro di non aver commesso un plagio. Tanto potrei sempre dare la colpa a Stars_Daughter, no? ;P
Ovviamente scherzo, ma avvertitemi se notate "qualcosa di strano" ^^
Due parole sulla stroria: Allora, io adoro "November Rain" e quando mi ha detto "pair Elricest" ho desiderato ucciderla. Non perché l''abbia in idiosincrasia, tutt'altro, ma perché sono un RoyEddista decisamente hardcore. Mi è sembrato insolito scrivere su di loro, ma non è stato male e devo ammettere di essere soddisfatta di questa fic, nonostante non sia della lunghezza che mi ero riproposta di raggiungere. Pazienza, ho fatto quel che mi veniva, ora aspetterò il "giudizio" di oneechan.
Tra l'altro, poiché ho fiducia nel fatto che abbia fatto un buon lavoro, vi consiglio di leggere la fic di Stars_Daughter. E' una EdHei (o HeiEd, non saprei ^^)

E oram due parole per la paz... Ehm, Stars_Daughter: Ora hai capito la storia delle more? XD Comunque è vero, i lamponi sono un po' più buoni, ma mi piacciono troppo le more!  In ogni caso, ricordati che questa me la segno -e sai di cosa parlo-: la prossima volta sarò MOLTO più cattiva! ;P

Vabbè, concludo qui.
Commenti, ma soprattutto critiche e consigli altamente graditi ^^
Alla prossima! ^^

Lady_Firiel


   
 
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