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Autore: Botan    01/07/2010    3 recensioni
Esistono un fiume e una città, famosa per i suoi innumerevoli casinò, che si chiamano proprio come me. Tuttavia, non sono né un fiume, né tanto meno una famosa città! E neppure una slot-machine umana!
Se volete pronunciare il mio nome, allora intonate un bel Re maggiore. Perché? Provate ad indovinare!
Non vi viene in mente proprio nulla? Ok. Gli indovinelli non fanno per voi, eh? Pazienza!
Come dite? Il mio nome, zo to?
Reno, per servirvi!
*Dedicata al mio Reno, coniglio nano maschio gagliardo e tosto, che per anni ha tenuto accesa la luce nella mia vita senza pretendere nulla in cambio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Reno, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children, Dirge of Cerberus
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CAPITOLO 18

                             CAPITOLO 18

 

 

 

 

Siamo in cammino verso Kalm.

Il tempo di preparare il necessario per passare un po’ di tempo fuori casa, e poi via, pronti a partire. 

Ci siamo messi in viaggio già da un po’. A momenti dovremmo essere arrivati.

Prima di andare, Rude ha telefonato suo padre per accertarsi che tutto fosse andato bene. L’omone ha voluto a tutti i costi parlare anche con me. Mi ha fatto promettere che nel breve soggiorno a Kalm, io m’impegni a badare a sua figlia, anch’essa impegnata nella ricostruzione della città. Dopo averlo rassicurato a dovere, ho parlato con mio padre. Gli ho promesso che andrò a riprendermelo non appena Kalm sarà tornata quella di sempre. Spero il più presto possibile.

 

Giungiamo finalmente a Kalm Town, e lo scenario che ci si para davanti non appena Rude parcheggia l’auto nei pressi di uno spiazzale, è devastante.

Una pattuglia WRO sta tentando di domare un incendio, molto probabilmente causato ancora dagli scontri con le pattuglie Deepground.

Per strada, le macerie sono praticamente ovunque. Ci sono dei nastri colorati sparsi a terra. Ancora quelli della festa. Mi guardo attorno un po’ spaesato. Con tutta onestà, non so proprio da dove cominciare.

I soldier della Shin-Ra sono già qui. Uno squadrone di 30 soldati, tutti alle dipendenze del sottoscritto.

 

- Signore! – esclama uno di loro, facendosi avanti sull’attenti.- Attendiamo ordini!

 

Sorrido compiaciuto. Mi sento quasi un Re!

Rude mi dà una gomitata per farmi cascare dalle nuvole e per incitarmi a dire qualcosa.

 

- Bene…! Ecco… vediamo…- farfuglio a stento, con fare impacciato. E adesso che dico?! Mi guardo rapidamente attorno, e in un batter d’occhio pianifico tutto- Dieci di voi andranno ad aiutare quella pattuglia a spegnere le fiamme, mentre gli altri seguano me!

 

Rude mi guarda senza capire. Poi, osservando la traiettoria del mio sguardo, approva.

Ci dirigiamo verso un gruppo di soldati col berretto rosso, che se ne stanno immobili radunati attorno a un grosso veicolo massiccio.

C’è un uomo vestito di blu, in mezzo a loro. Il tizio si accorge subito di noi, tanto che sembra sapere perfino i nostri nomi

 

- Reno! Rude! – esclama, con estrema affabilità, venendoci incontro.

 

- Caro Reeve, quanto tempo! – replico io, sforzandomi di sorridere, e porgendo a stento la mano per stringerla al cosiddetto “capo della WRO”.

 

- Vi aspettavo! Tseng mi ha comunicato il vostro arrivo poche ore fa. A nome di tutta la WRO, vi ringrazio infinitamente per l’aiuto che ci state dando!

 

- Si, beh…in effetti…!- riesco solamente a dire. Non è che tra me e quest’uomo ci sia così tanta confidenza. Anche se un tempo, lo avevo collocato sul mio personale piedistallo idolatrale.

Quel tempo però, è finito già da un pezzo.

 

Reeve ci invita a raggiungere la vettura attorniata da un gruppo di militanti, e ci fa poi osservare uno schema adagiato sul cofano anteriore della macchina. Un grosso foglio, simile a una cartina.

- Questo, è il progetto di ricostruzione della città. In questo momento i miei soldati stanno ripulendo questa zona.- ci indica, puntando il dito sulla carta, per mostrare l’area dei vicoli di Kalm. – La piazza di Kalm è stata la zona maggiormente distrutta. E’ qui, che abbiamo bisogno d’aiuto. I miei soldati purtroppo non bastano, e gli altri sono impegnati a ricostruire Junon Town e Midgar.

 

Mi guardo rapidamente attorno. Poi fisso Reeve in faccia, e sorrido.

- Che siamo venuti a fare noi? A villeggiare? Tranquillo, zo to! Ci pensano i miei soldier a dare una mano e a ricostruire la baracca!

 

Reeve mi dà uno scappellotto gioioso sulla spalla.

- Sei cresciuto tanto, Reno. I miei complimenti! – esclama con un sorriso paterno e affettuoso, che per un attimo mi fa sciogliere l’astio che provo verso di lui.

 

Ci ero quasi cascato. Mi stavo perfino per commuovere! Ma io non mi lascio abbindolare.

- Non perdiamo tempo! Allora… cos’è che dobbiamo fare?

 

Tuesti ci spiega la situazione, con i suoi modi impeccabili e precisi che lo hanno sempre contraddistinto dall’altro sudiciume che affollava i piani alti della Shin-Ra.

 

Divido così i miei soldier in due squadre da quindici uomini ciascuno.

- Il gruppo A di voi, si unirà allo C della WRO, e lavorerete in piazza. Il gruppo B, invece, seguirà quello F della WRO, e ripulirete la zona. Voglio che questa città diventi uno specchio, intesi?

 

- Agli ordini, signore!- esclamano in coro le fila di soldier, a schiena ritta e sull’attenti.

 

I due gruppi eseguono alla bellezza le disposizioni. Quello B segue la fazione della WRO e si dirige sparpagliandosi nei vicoli della cittadina, a ripulire la zona e a raccattare materiale utile alla ricostruzione degli edifici. Io e Rude invece ci accodiamo al gruppo A, che s’incanala in piazza.

Saluto Reeve con un gesto accennato della mano, mentre mi allontano con il mio drappello.

Qui sì, che c’è tanto da fare.

Sospiro sconsolato, quando Rude ad un tratto mi dà una forte pacca sulla spalla.

- Sei stato bravo. – mi dice.

 

Lo guardo con aria confusa, poi replico:

- A fare cosa?

 

- A disporre le truppe. Hai bilanciato perfettamente i due gruppi, combinando al meglio le potenzialità dell’uno con le debolezze dell’altro.

 

- Ma dai! Non prendermi in giro! Chiunque ci sarebbe riuscito, zo to! – dico sconsolato, non sentendomi affatto fiero di ciò che ho fatto.

 

- In così poco tempo, non credo. – ribatte il pelato, per poi rimettersi a tacere.

 

E’ raro che il socio faccia un complimento. Quando lo fa, però, allora si può esser certi della sua sincerità.

 

Non so se gongolare ed abbracciarlo davanti a tutti, oppure contenere la gioia che sto provando, e farla esplodere dentro di me.

Se scegliessi la prima delle due opzioni, attirerei l’attenzione di tutta la squadra… guadagnando una fama tutt’altro che gloriosa…!

Perciò, scelgo di gioire sommessamente, anche se la mia espressione felicemente radiosa mi tradisce.

 

- C’è mia sorella. – sento enunciare dal vocione del Turk.

Alzo gli occhi, e vedo una minuta figura affannarsi a tirar su delle pesanti macerie. Ci allontaniamo dalla fila, non prima di aver dato l’ordine ad uno dei soldier di prendere in mano il comando della squadra.

 

- Sheril, ma che combini tutta da sola? Queste cose lasciale fare ai maschi! – esclamo venendo in soccorso della ragazza, e prendendole dalle mani un pesante masso. Lo consegno a Rude. Ci pensa lui a fare il resto, gettando il blocco sul rimorchio di un grosso camion pieno di detriti da portare via, che si trova nelle vicinanze.

 

- Re-Reno! – pigola timidamente Sheril, nascondendo lo sguardo a terra. – Grazie!- esclama in seguito, con le guance dipinte di rosso, e tutta imbarazzata.

 

Rude batte le mani per scrollarle dallo sporco e dalla polvere che si sono appiccicate sui suoi guanti di pelle.

- Papà non vuole che tu ti faccia male.- dice alla sorella, con un apparente tono che potrebbe sembrare severo.

 

Sheril annuisce, poi subito si adopera a chiedere scusa. Sembra quasi che voglia mettersi a piangere, tant’é che mi sembra mortificata.

 

Le accarezzo il capo con qualche colpetto affettuoso, poi faccio cenno a Rude di farsi avanti e dire qualcosa, affinché la sorella non si senta in colpa per l’accaduto.

 

- Adesso ci siamo noi. Ti aiuteremo. – annuncia con il suo vocione, che seppur un po’ impacciato, trasuda di tenerezza nei confronti della sorella.

 

Sheril gli si getta tra le braccia, stringendolo forte. Sono quasi commosso da questa tenera scenetta. Faccio un cenno d’ok al mio socio per complimentarmi con lui, e mi sento felice.

Rude liscia il capo della sorellina, con quella sua mano gigante e accogliente, dopodichè tossicchia, con un po’ di imbarazzo soprattutto nei riguardi del sottoscritto che non fa altro che fissarlo.

Tossicchio anch’io, cercando di spostare la mia attenzione sulle macerie che mi circondano, e lasciando ai due fratellini un attimo di intimità. Deve essere bello avere una sorella più piccola da coccolare e viziare.

Quanto ti invidio, pelatone mio!

 

Vedo Sheril poco dopo, venirmi incontro.

- E’ vero che tu e mio fratello resterete qui a dirigere le operazioni?

 

- Sì, così posso anche tenerti un po’ d’occhio! Ho promesso a tuo padre che avrei badato a te!

 

Il faccino di Sheril diventa paonazzo. La fronte, poi, improvvisamente le si riempie di una serie di grinze, segno sicuramente non positivo. La ragazzina prende fiato:

- Non sono più una bambina!- grida con tutta la voce che riesce a cacciare da quel suo esile corpicino, mentre le treccine dei capelli si scuotono appena in avanti.

Che sia un’altra Yuffie? Per carità! Ce ne sono fin troppe, per i miei gusti! Una è più che sufficiente!

 

Guardo Rude che mi fa cenno di sottecchi di lasciar scorrere. Annuisco senza farmi problemi. Infondo, si è trattato di un sfogo momentaneo. Probabilmente a Sheril dà fastidio che il padre la tratti ancora come una bambina, soprattutto in presenza degli amici del fratello.

Anche a me darebbe ugualmente noia.

 

 

Iniziano così le operazioni di ristrutturazione della cara e vecchia Kalm Town.

Per l’ennesima volta.

I cattivi disfano, e noi ricostruiamo. Non c’è problema!

La mattina, sveglia alle 8 in punto. Guai a fare un minuto di ritardo! Soprattutto per me, che ho il compito di gestire e dare ordini ai 30 soldier della Shin-Ra. Che figura ci farei, sennò?

Cinque minuti per prendere giusto un caffé, e si comincia la giornata.

Si effettua una pausa di circa 30 minuti, solo intorno alle 13 e 30, per pranzare. Poi si riparte.

I lavori terminano di solito intorno alle 18. Dopodichè, ai soldati viene concessa l’intera serata per divertirsi o semplicemente riposare.

Io e Rude alloggiamo in uno dei tre autocaravan gentilmente concessici da Reeve.

I letti sono a castello, molti comodi per la verità. Il sottoscritto purtroppo dorme di sopra. A nulla è servito il tentativo di convincere Rude a cedermi la cuccetta di terra.

Il bagno è l’unica pecca dell’autocaravan. Molto piccolo, con una finestrella grande quanto un piatto e uno sputo di doccia.

Normalmente la sera non c’è molto da fare. Verso le 21 io e il mio socio ci dirigiamo nell’unico pub di Kalm che non è stato danneggiato dalla battaglia.

Qualche volta portiamo con noi anche Sheril, che a quanto pare, sembra essersi innamorata di un suo “collega”. Un ragazzo di appena 23 anni, con un faccino calmo e pacato. Sembra un tipo apposto, anche se a Rude l’idea non è che vada tanto a genio… “Due fidanzati non possono lavorare insieme. mi dice. In parte ha ragione. Ma in realtà, la sua, è solo la paura di un fratello che vive nell’angoscia di perdere l’amata sorellina.

Sheril però non è più una bambina. E’ una donna!” gli ho risposto io. Dovrà pur sempre sposarsi, avere una vita sua… Non può giocare a fare la casta monaca!

E Reno ne sa qualcosa…

 

 

Questa mattina la temperatura è abbastanza bassa per i miei gusti.

Ho dovuto farmi prestare una sciarpa da un amico di Sheril, altrimenti rischiavo di congelare.

Rude al contrario, è fresco e pimpante come una rosa.

- Ma non hai freddo?- domando così, per curiosità.

 

Il pelatone scuote la testa.

 

- Beato te!- ribatto secco, e con un’invidia da fare schifo a chiunque.

Restiamo lì, nella piazza centrale, ad osservare i lavori. Tutto si svolge per il meglio. Ognuno fa la sua parte, soprattutto quelli della WRO, così diligenti ed attaccati al pianeta.

Mentre osservo un paio di soldier che stanno smuovendo un cumulo di terra con delle grosse pale, mi viene alla mente qualcosa.

 

- Rude… - Chiamo il compare per esortarlo a prestarmi attenzione, successivamente proseguo – I ribelli della Giungla delle Pistole, furono tutti trucidati, non è così?

 

L’uomo pelato mi fissa appena mezzo secondo, per poi annuire flemmatico.

- Perché questa domanda? – chiede perplesso. Avrà come al solito capito già tutto?

 

- Secondo te, è possibile che…

 

- Affatto. – mi anticipa al volo. – Nessun membro è più in vita.

 

-Ma se Zerydan si fosse sbagliato? Voglio dire… lui si è infiltrato in quel gruppo con la falsa intenzione di farne parte, si è fatto accettare dai ribelli che l’hanno bevuta, e alla fine li abbiamo incastrati grazie alle sue preziose informazioni, ma… se gli fosse scappato qualcosa? Se

 

- Troppi “se”. – Rude è sempre il solito. Sbrigativo, secco, conciso. E’ lui, insomma!    

Non ho neppure il tempo di controbattere. Qualcuno chiama il mio nome.

Faccio un mezzo giro per voltarmi, e vedo un sodato della WRO, venirmi incontro con qualcosa tra le mani.

 

- Cosa c’è?- domando perplesso.

 

Il berretto rosso mi porge gentilmente un telefono.

- E’ per lei, signore! – esclama, per poi congedarsi in un attimo.

 

Mi porto l’aggeggio all’ orecchio, mentre continuo a domandarmi chi è che possa aver chiesto di parlare con me. Dopotutto, è una linea privata della WRO. Appartiene a Reeve. Sarà senz’altro un suo contatto. E allora, io che c’entro?

 

- Pronto?- pronuncio soltanto.

 

Rude mi fissa in faccia, per poi stupirsi immediatamente non appena il pallore che avevo in viso, svanisce per lasciare posto a un colore più acceso.

Il socio comincia a grattarsi la testa, assumendo un’aria sempre più meravigliata. E non ha tutti i torti!

Sono meravigliato tanto quanto lui, di sapere che dall’altro capo c’è quella divoratrice impavida di Materia!

 

- Yuffie?!- rispondo a stento. Quasi non credo alle mie orecchie!

 

Il pelato finalmente si tranquillizza.

Mi allontano quatto quatto da lui, compiendo un passettino alla volta per non dare troppo nell’occhio, e mi apparto in un posticino isolato da sguardi e orecchie troppo invadenti.

 

- Dove sei? – le domando, con la vaga sensazione di vedermela dietro da un momento all’altro.

 

- A Midgar! Speravo proprio di vederti, ma quando Reeve mi ha detto che tu e il tuo socio eravate stati assegnati al progetto di Kalm, mi sono un po’ intristita… così gli ho detto se potevo parlare un attimo con te! – fa lei, tutta festosa, con la voce sempre allegra.

 

- Mi hai fatto prendere un colpo, sai?! Sentirti a telefono per me è una gran bella novità!

 

- Non è che ti sei stancato di me e che mi hai tradita con Rosso?

 

- Non dire dabbenaggini! Piuttosto, stai bene?

 

- Benone, direi! Sai, sono diventata una seguace di… Chaos!

 

Al suono di quel nome, sento il sangue gelarmisi completamente.

 

Chissà perché ma… ho una gran brutta, brutta sensazione.

 

Resto paralizzato, non so più cosa dire. E faccio bene! Yuffie mi rifila una parola dietro l’altra.

La sua, sembra la voce di chi si sia innamorata a prima vista di una cosa che praticamente non potrà mai avere!

La sua, sembra la voce di chi ha avuto un improvviso colpo di fulmine!

 

La conversazione si chiude dopo circa dieci minuti.

Riattacco con un indice che fa fatica a schiacciare il pulsantino di fine chiamata, e ritorno automaticamente da Rude che non appena mi vede arrivare, si sfila via gli occhialini per osservare meglio la mia faccia, come dire, distrutta.

 

Mi sento un rifiuto!

 

Poco dopo sopraggiunge Sheril.

Vedendomi giù, si fa avanti senza stare in attesa:

- Non ti senti bene? – mi domanda gentilmente. Con quei suoi modi garbati, da vera signorina per bene.

 

Guardo Rude, subito dopo la sorella.

- Per niente!!!

 

 

Spiego loro il perché di così tanto abbattimento. Racconto per filo e per segno tutte le parole che sono stato costretto a sorbirmi durante la conversazione con Yuffie. Ho fatto la figura dell’idiota, praticamente non ho replicato a nessuna delle sue provocazioni! Perché di provocazioni si trattava, no?

Non ditemi che Yuffie si è davvero innamorata di quell’essere immondo, che ha per giunta salvato il pianeta?!

 

E’ come se intorno a me si fossero rotti centinaia e centinaia di specchi.

Il fragore che c’è in me, è lo stesso. Sono tutto scombussolato!

 

Sentirsi dire “Chaos è proprio il massimo”, “Chaos è semplicemente stupendo” “I suoi occhi mi hanno letteralmente rapita”, dalla propria ragazza, mette indubbiamente di cattivo umore!

 

Rude e Sheril si scambiano un’occhiata d’intesa.

Dopodichè, mi sento puntare dai loro sguardi.

Rabbrividisco ancora di più, poi mi copro la bocca con la sciarpa verde, quasi a voler trovare un riparo da quelle occhiate così decise, che non premettono nulla di buono.

 

- Che… che c’è?- pigolo a stento.   

 

- Qui ci vuole un rimodernamento totale del tuo look! – esclama Sheril, con una fiamma improvvisa negli occhi.

Rude approva secco e deciso.

 

Ho l’impressione che per me sarà alquanto difficile declinare l’invito…!

 

 

 

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Anche stavolta aggiorno con una certa fretta causa lavoro pressante!! TTvTT

Grazie di cuore a tutti voi per le recensioni! Le leggo con piacere e mi fate sempre sorridere! ^__^

Un abbraccio affettuoso!

 

Botan

   
 
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