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Autore: Deeper_and_Deeper    02/07/2010    2 recensioni
[Sequel di Sun Rain] La ragazza attaccò la cornetta e corse alla porta di ingresso. Aveva il cuore in gola, non voleva aprire, aveva paura. Se assieme a lui ci fossero stati... loro? Che cosa avrebbe fatto? Trasse un respiro profondo e girò la maniglia. Il ragazzo se ne stava sulla soglia, con un sorriso sbilenco stampato in faccia e gli occhi curiosi. Si stava forse chiedendo perchè Sun era così strana? Se cosi fosse, non avrebbe trovato alcuna risposta. Non era il momento. Si scostò èer farlo entare. Quella casa non era cambiata di una virgola, eccezion fatta per le foto sul tavolo dell'ingresso, quelle dei suoi fratelli erano notevolmente diminuite.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sun Rain'
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That Day
[Sequel di Sun Rain]
Capitolo Sei.



Sun non parlava. Teneva solamente lo sguardo fisso dinnanzi a se e le mani strette a pugno sulle gambe magre. Tremava. Bill si chiedeva perchè a lei, che aveva già subito troppi guai da piccola, fosse dovuta capitare un'altra disgrazia. La musica invase l'abitacolo.
-Sun... Sunny... siamo arrivati...- disse Bill, accarezzandole il volto.
Sun non diede il minimo segno di vita. Era come una statua. Bill le slacciò la cintura e la osservo, nella
semi-oscurità del garage.
-Sunny... non farmi preoccupare-
-Luc e Arnold... sono morti... sono morti, capisci?-
-Certo che capisco... ma... non puoi fare niente!-
-Se non fossi mai nata... loro sarebbero ancora lì a... a... disegnare abiti e non sotto terra- urlò Sun, dimenandosi.
-Non dire così!- disse Bill, scuotendola con forza -Quello che dici non ha senso!-
-Oramai e troppo tardi... dovevo impedirlo prima... gettarmi io su quei proiettili-
E crollò. Le lacrime furono troppe da trattenere, non aveva più la forza di ricacciarle indietro. Si appoggiò al ragazzo e pianse.  Era colpa sua se erano morti. Colpa del suo egoismo. Colpa del suo brutto carattere. Non aveva mai detto loro cose come "Vi voglio bene" o non gli aveva mai raccontato delle sue scalmanate notturne. Era stata una stronza. Decisamente una stronza.
-Lo so che ora ti chiedo una cosa impossibile perchè per te è crollato il mondo... ma promettimi che non farai cazzate-
-Perchè dovrei fare qualche cazzata?- domandò sighiozzando.
-Tu promettimelo!-
-Ok... non farò cazzate!-
Erano scesi dall'auto. Il garage era grande e poco illuminato. Sun e Bill passarono per la porta che collegava l'abitacolo alla casa e la ragazza si sedette sul divano, nuovamente immobile. Era come se cadesse in un sonno ad occhi aperti, non rispondeva, e solo dopo che Bill la scrollò per un paio di volte lei si riprese.
-Sun... hai fame?-
-Oh... sì... grazie Bill...- mugugnò lei tenendo lo sguardo fisso sul televisore spento.
Passarono le ore e i telegiornali non facevano altro che parlare della morte di Luc e Arnold. Bill insistette un paio di volte per spegnere la televisione, ma la ragazza negava sempre. Faceva parte della sua vita, diceva.  Verso le dieci di sera qualcuno bussò alla porta. Tom.
-Come sta?-.
Sun sentiva il loro discorso silenzioso anche se si trovavano in un'altra stanza. Aveva un udito sviluppato.
-Male... ma... sembra riprendersi-
-Verrà al funerale?-
-No... non reggerebbe-
-Ma dobbiamo essere presenti!-
-Non mi importa... io resterò quì con lei-


Mi scuso:

-PER IL RITARDO
-PER LA POCA FANTASIA
-PER LA "LUNGHEZZA DI QUESTO CAPITOLO





  
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