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Autore: agatka    02/07/2010    2 recensioni
Questa non è la prima storia che scrivo, e nemmeno la prima che pubblico, ma ogni volta che decido di far leggere qualcosa di mio a qualcuno, mi viene il panico, ma siccome mi piace tantissimo scrivere, prendo coraggio e pubblico :) Spero sia di vostro gradimento :)
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All’Habituè, come sempre, c’era il pienone, e le ragazze dovettero aspettare una 50ina di minuti prima di riuscire a trovare un tavolo per 5. Ma loro riuscivano a divertirsi anche fuori dal locale, facendosi mille foto oppure chiacchierando con i passanti, e magari prendendo il numero di qualcuno di carino.

«Rachel per 5» disse la voce al microfono che chiamava i clienti al locale.

«Andiamo ragazze, comincia la festa!» urlò eccitata Kimberly e corse dentro, prendendo Rachel per mano che inciampò in sé stessa per tutta la fretta che aveva la sua amica. Sicuramente aveva avvistato qualche bel maschio, sennò non correva cosi, era la peggior pigrona che ci potesse essere sulla faccia della terra. Si sedettero in cerchio, cosi potevano vedersi bene l’una con l’altra. Non presero nemmeno il menù perché ormai prendevano sempre le stesse cose, era il loro locale preferito, dove era praticamente nata la loro amicizia grazie a una festa di un loro amico in comune. Era venerdì sera e c’era la messaggeria, ora si che si sarebbero divertite.

Rachel si tolse il coprispalle perché stava già iniziando ad avere caldo, e rimase con la sua magliettina parecchio scoperta, ma era normale per lei vestirsi cosi, soprattutto le sere nelle quali usciva per divertimento. Arrivarono i cocktail e le ragazze fecero il loro solito brindisi, a loro.

Poco dopo iniziarono ad arrivare i vari bigliettini, e a Rachel ne arrivò uno molto spinto, che non le è piaciuto per niente. C’era scritto: “Scopriti ancora di più bambola, magari ti aiuto io al bagno fra 5 minuti”. Rimase perplessa leggendo quelle parole e si girò per cercare il tavolo dal quale era arrivato, ora gliel’avrebbe fatta vedere lei a quel mascalzone.

Ancora tu? Pensò vedendo Nick, seduto proprio al tavolo dal quale arrivò quel fogliettino cosi schifoso. Quella mattina aveva sfoderato tutta la sua gentilezza facendo tanto il buono, e ora scriveva queste cose? Rachel prese un foglietto bianco e rispose, scrivendoci sopra: “Spero di toccare il cielo con un dito”. Lo mandò e scoppiò a ridere, pensando a come fargliela pagare, ma poi arrivò alla conclusione che si sarebbe alzata e sarebbe andata a sfotterlo davanti ai suoi amici, la soluzione più semplice e quella più malefica. Le ragazze finirono il loro primo cocktail ordinandone subito un altro, reggevano l’alcool veramente bene ma erano già brille per i vari shortini che si erano prese. Il dj iniziò a mettere musica bellissima e Rachel si alzò, salendo sulla sedia e iniziando a ballare, seguita poco dopo da Kimberly che iniziò a strusciarsi contro di lei divertendosi come matte. Riuscivano a mettersi al centro dell’attenzione in 1 minuto, e per questo motivo avevano una marea di conoscenti, tutti le volevano bene perché erano pazze.

La cameriera portò un altro bigliettino a Rachel che si sedette e lo lesse, scoppiando a ridere. Lo accartocciò e lo buttò dentro il posacenere, poi prese il primo che aveva ricevuto e andò verso il tavolo di Nick, fermandosi con un sorriso beffardo sul volto.

«Spogliami qui se hai il coraggio» disse sedendosi sopra le gambe di Nick, che la guardò come se avesse davanti sé una pazza scappata da un manicomio.

«Cosa dici Rachel?» le domandò stupefatto, ma non potè fare a meno di non guardare il suo corpo perfetto, che stava addosso al suo e gli stava facendo venire pensieri al quanto caldi.

Rachel gli mise il fogliettino davanti gli occhi e prese la sua bibita, sorseggiandola e leccandosi le labbra, ormai stava fusa proprio, ma connetteva ancora un po’. Poi si sentì mettere una mano sopra al culo e si girò di scatto, in quel momento capì che probabilmente non era stato Nick a scriverle quelle cose, ma voleva una conferma, da parte sua.

«Sei stato tu?» chiese a Nick, guardandolo dritto negli occhi, e scoprendo che erano chiari come il cielo, erano bellissimi.

«Posso mandarti questi foglietti secondo te?» le chiese ridendo e la aiutò ad alzarsi, visto che non ce la faceva da sola.

Rachel rimase in silenzio e abbassò il viso indietreggiando, ma Nick le posò una mano attorno alla vita e l’accompagnò fuori, cosicchè prendesse un po’ d’aria fresca e le passasse l’attimo di sbronza. L’aiutò a sedersi su di una panchina e rimase in piedi davanti a lei, accendendosi una sigaretta, e offrendone una a lei, che rifiutò, aveva smesso di fumare da un po’ e non voleva ricominciare.

«Come hai fatto a smettere? Io ci sto provando ma niente da fare» ridacchiò Nick guardandola, che poggiava la schiena al muro e sospirava.

«Ci vuole tanta forza di volontà, nient’altro» rispose Rachel che piano piano riprendeva coscienza.

Si ricordò di ciò che era accaduto poco fa e si scusò con lui, dicendogli però di calmare un po’ i suoi amici, sennò li avrebbe calmati lei, ma con le cattive maniere.

«Non si ripeterà più, puoi star tranquilla!» Nick le si avvicinò di poco, buttando la sigaretta per non darle fastidio con il fumo, si inchinò dinanzi a lei e le poggiò una mano sulla guancia, non sapendo se stava facendo la giusta cosa o meno.

Rachel si spostò, non era cambiato niente fra di loro, almeno dal suo punto di vista, l’odio era quello di sempre, invece lui sembrava aver rimosso tutto e sembrava che volesse ricominciare veramente daccapo, magari sperava pure in una buona amicizia fra di loro.

Che sfigato! Pensò lei guardandolo che ci provava. Anche se era un bellissimo ragazzo, non c’era che dire, lei non voleva avere niente a che fare con lui.

«Torniamo dentro!» disse lei alzandosi e avviandosi nuovamente verso l’entrata, dove da lontano vide le sue amiche che la chiamavano preoccupate.

Nick rimase ancora un attimo fuori, sedendosi al posto dove un attimo fa stava seduta lei, la causa  dei suoi più grandi problemi di tutti i tempi, ma anche la ragazza che desiderava di più al mondo, e che avrebbe avuto, un giorno o l’altro. L’interesse per lei era nato durante il 3° anno di liceo, quando entrambi furono costretti a rimanere dopo scuola a pulire la palestra, perché avevano insultato dei professori. Quel pomeriggio si erano, come dire, divertiti a giocare a pallavolo al posto di pulire, e fecero più casino di quanto ce n’era già nello spogliatoio, scrivendo pezzi di canzoni sul muro o lasciando il rubinetto acceso e spruzzandosi acqua uno addosso all’altro. Si divertirono mantenendo comunque quella certa distanza, e li Nick capì che se avessero smesso di farsi del male l’uno con l’altro, magari sarebbero diventati pure buoni amici, una coppia che insieme avrebbe dominato scuola, e non due ragazzi che stavano in continua lotta fra di loro.

Mentre Nick stava rientrando dentro, Rachel e le ragazze stavano uscendo, volevano andare in un altro posto per fare baldoria, qui si erano stancate.

«Ciao Nick» disse Rachel salutandolo con la mano e con un sorriso.

Lui non fece in tempo a rispondere perché se ne andarono di corsa, ma rimase li a guardarla andare via, anche lui con un sorriso sul viso, il suo però era sincero.

  
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