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Autore: Natalja_Aljona    02/07/2010    3 recensioni
Il resoconto della mia vacanza a Londra e a Liverpool...e del concerto di Paul!
25-6/29-6-2010
Indice dei capitoli:
PRIMO GIORNO~ Yeah, I'm going to London City!
SECONDO GIORNO~ There beneath the Liverpool's blue suburban skies
TERZO GIORNO~ IL CONCERTO
Parte prima- Hyde Park's Tales (Oh, I Feel Like Letting Go)
Parte seconda-Band on the Run
Parte terza-Close your eyes...and Paul is here!
QUARTO GIORNO~ The blue and yellow stripes pigeon...on the Abbey Road's stripes
QUINTO GIORNO~ All my loving(every single day of my life)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm Looking Through You

Cronache da Londra e da Liverpool


Indice dei capitoli:

PRIMO GIORNO~ Yeah, I'm going to London City!

SECONDO GIORNO~ There beneath the Liverpool's blue suburban skies

TERZO GIORNO~ IL CONCERTO

Parte prima- Hyde Park's Tales (Oh, I Feel Like Letting Go)

Parte seconda-Band on the Run

Parte terza-Close your eyes...and Paul is here!

QUARTO GIORNO~ The blue and yellow stripes pigeon...on the Abbey Road's stripes

QUINTO GIORNO~ All my loving(every single day of my life)



PLEASE, DON'T BE LONG!

Siamo all'aeroporto di London Heathrow. Siamo a Londra.

E' tutto così...fantastico, qui!

Siamo in coda per la dogana e nella fila davanti a noi sono quasi tutti indiani e pakistani.

Davanti a noi c'è un'indiana(credo) con una tale montagna di documenti che, se veramente glieli devono controllare tutti, prima di mezz'ora non passiamo.

Fortunatamente, però, ci fanno passare avanti, perchè l'indiana ha sbagliato fila.

E qui...povero papà!

Prima la mamma gli ha tirato la sua valigia(sospetto tuttora che quella valigia pesi più di me) sul piede, poi l'ho fatto io...e il piede era sempre lo stesso!

Poi, finalmente, riesce ad andare avanti ad aspettare i bagagli, mentre io e la mamma andiamo in bagno(cioè, non so se mi spiego, il bagno dell'aeroporto di LONDRA! Anche se parla quella che, a 9 anni, per poco non baciava il pavimento dell'aeroporto di Dublino per l'emozione...).

E qui viene il bello.

Una donna chiede alla mamma se deve andare in bagno o se sta aspettando qualcuno (e in effetti stava aspettando me, che mi stavo lavando le mani con l'acqua bollente-l'unica che c'era-) e lei, diciamocelo, se io e papà ce la caviamo abbastanza bene con l'inglese(soprattutto papà, che a Londra ci ha vissuto e a Manchester ha lavorato), lei...

Ecco, dovete sapere che lei gira ventiquattr'ore su ventiquattro con il vocabolarietto della DeAgostini in borsetta e, ogni volta che qualche povero disgraziato qualcuno le chiede qualcosa, indipendentemente dal fatto che stia morendo o che stia chiedendo di spostare la sua pulce dai suoi occhiali(per intenderci, mia madre non ha una pulce e nessuno ce l'ha mai chiesto-finora!-), lei comincia a sfogliare furiosamente il suo vocabolario, finchè non trova la risposta e allora, alzando lo sguardo fiero sul suo pooovero interlocutore...da la risposta.

Il più delle volte però, l'interlocutore se l'è già data a gambe prima(grandee!!).

Detto questo, mamma, ti adoro!

Sono dettagli richiesti dalla narrativa, suvvia.

Ebbene, anche stavolta estrae quel vocabolarietto allo stesso modo con cui si estrae una bomba a mano e...e...inizia a sfogliarlo.

Ecco, adesso io non so esattamente cosa lei volesse dire, ne a che pagina lo stesse sfogliando, sta di fatto che dai lavandini la sento domandare, tra se e se:

-Please, sit down? Ah, no. After you-

-Please sit down?!- mi fiondo fuori dal bagno, dopo essermi bruciata le mani con l'acqua “very hot”(e si è sentita!) e raggiungo mia mamma, con il vocabolarietto ancora inquietantemente stretto tra le mani.

-After you, after you!- continua a dire, dopodichè la tiro per un braccio fuori dalla toilette.

-Che stavi facendo?-

-Cercavo il modo di dire “prego”...-

-Ah-

Al momento la cosa mi spaventa quasi più del poter essere rapita da una lucertola aliena in qualsiasi momento.

Nel frattempo raggiungiamo papà, che sta ancora aspettando i nostri bagagli e iniziamo a commentare il “please, sit down” di mia mamma alla signora del bagno(se l'avesse detto...), mentre lei ci dice, come al solito, che siamo antipatici e completamente privi di senso dell'umorismo, perchè senza il suo intervento non staremmo ridendo tanto da farci lacrimare gli occhi.

In effetti ha ragione.

D'altra parte, nessuno conosce il francese come lei.

Io stessa una volta ho risposto in spagnolo alla domanda di un inglese, ma solo perchè mi sono confusa!

Beh, sta di fatto che qualche minuto dopo arrivano le nostre valigie e noi possiamo andare.

Il tassista con il cartello Tosetti/Primerano(rispettivamente il cognome della mamma e il mio) ci sta aspettando all'uscita, dicendoci subito però che non parla italiano.

Qualche secondo dopo, sta già confabulando fitto fitto con papà...in inglese.

La mamma li guarda e sorride.

Io non so per cosa essere più contenta.

Per la mamma che ha rinunciato al vocabolarietto, o per me che sto per vedere Londra?

-Stanno parlando del clima, mamma-

-Ma io l'avevo capito, eh!-

-E ti pare che ne dubitavo??-

-Can we go?- domanda il tassista, sistemando le nostre valige nel bagagliaio.

-Please, sit down!- rispondo io, sottovoce.

Il tassista si siede.

Caspita, non mi facevo così persuasiva!

Si siede sì, ma...a destra.

E' un po' inqietante, ma non ci faccio caso più di tanto.

Partiamo e il tassista sembra decisamente mezzo addormentato, tanto che arriviamo in albergo quasi due ore dopo.

Passiamo davanti a Madame Tussaud e al British Museum, ma solo davanti ai Kensington Gardens e successivamente ad Hyde Park inizio a tremare...

E finalmente ci fermiamo davanti al St. Giles, l'albergo in cui alloggeremo...e qui sarebbe più opportuno stendere un velo pietoso.

Quando entriamo in albergo io sto ascoltando “Good Night”.

Papà va alla reception, da cui torna poco dopo con le chiavi elettroniche delle nostre stanze, la 1231 e la 1235...al dodicesimo piano.

Per me che soffro di vertigini sin sulle scale guardare sotto è terribile, ma non riesco a resistere alla tentazione e...mi affaccio.

Siamo ad un altezza assolutamente vertiginosa, ma da lontano si vedono già il Big Ben e la torre di Londra.

La stanza sarà larga due metri quadrati in tutto e il letto...

Beh, se quello è un letto...

Mi siedo in pizzo al materasso, poco prima di cadere rovinosamente a letto, nell'esatto momento in cui mia mamma appoggia delicatamente la valigia sul letto.

L'avevo detto io che quella valigia era più pesante di me!

Svuotiamo gli zaini e usciamo, la stanza è più simile a un forno(anzi, a un forno microscopico) che a una camera, ma, d'altra parte, non avevamo scelta:

Con i soldi dei biglietti per il concerto e quelli del treno in prima classe per Liverpool, per i vari Beatles Tour e Beatles Center, più di un albergo a tre stelle(considerando anche che siamo a Londra) non potevamo permetterci.

Perlomeno la posizione è ottima, e poi andare a Londra è il mio sogno da una vita, quindi non mi lamento di nulla.

Certo, la caduta dal letto me la potevo anche risparmiare...ma Martina è arrivata a Londra, si dovrà pur capire in qualche modo!


Prima di andare a mangiare andiamo a vedere le costruzioni di Renzo Piano, che i miei volevano tanto visitare, anche se purtroppo non avevano ancora aperto nessun ristorante, così siamo dovuti andare a cercarne altrove.


Foto del complesso di Renzo Piano nel quartiere di St. Giles(scattate con il cellulare): Renzo Piano 1

Renzo Piano facciata 2

Renzo Piano facciata arancione 3


Il ristorante che scegliamo si chiama “Garfunkel's” e non c'è neanche da dire perchè l'abbiamo scelto: il mitico Art Garfunkel ci porterà fortuna!

Anche se sinceramente dubito che c'entri qualcosa con lui, purtroppo.

Beh, sta di fatto che quando arriva il momento di pagare tira fuori quelle fantastiche banconote per cui ho letteralmente perso la testa...le sterline!!

Hanno un nonsochè di affascinante, non saprei dire...

Certo, sono molto affezionata anche all'euro, ricordo come se fosse ieri la mattina in cui il nonno, che era venuto a Crema da Messina con la nonna per badare a me, ha rovesciato sul tavolo quei sacchettini pieni di monetine di rame...i miei primi centesimi.

Non avevo ancora cinque anni, quella mattina del 2002, ma non la dimenticherò mai.

Ho sempre avuto una vera e propria passione per le monetine e le sterline...beh.

Sono semplicemente straordinarie.

E' stato allora, dopo il mio ennesimo sospiro rivolto alla mia prima sterlina, che continuavo a rimirare, candidamente adagiata sul palmo della mia mano, che papà mi ha detto:

-E ringrazia gli euro di tuo padre, che ti fanno dire che le sterline sono straordinarie!-

-Sai com'è, papy...gli euro sono gli euro, ma le sterline sono così...così...chic!- gli ho risposto io, che avevo già gli occhi a forma di sterlina, tanto da somigliare a Zio Paperone con i suoi “pargoletti”.

Ho già capito tutto del sistema monetario inglese:

Ci sono i pound, i pence e...i poundini!

Mi piace così tanto chiamarli così...e anche a loro piace, me lo sento.

Altrimenti non mi sorriderebbero!

Decisamente, io leggo troppi fumetti!

E penso che con questo si sia già detto tutto sul mio stato mentale di stasera..


La mia prima sterlina(che, con la mia solita mania di nominare gli oggetti, ho chiamato Georgina-ovviamente, senza nessun fattore esterno-), appoggiata sul tavolo del Garfunkel's:

Georgina 1

Georgina 2 (retro...o forse è il contrario?)


Uscendo dal locale, la mamma mi chiama per farmi vedere nel carrello dei piatti al buffet della pasta talmente secca, brutta e raggrinzita(soprattutto raggrinzita!) da fare paura.

Spalanco gli occhi, avvicinandomi...e sbatto la testa contro il tettuccio del carrello.

Decisamente, Martina è arrivata a Londra!




BLUE JAY WAY


Buon pomeriggio a tutti!

Sto sgranocchiando proprio in questo momento i biscotti di Harrods(mia mamma ne ha fatto una scorta epocale, a Londra...xD) insieme a Georgino, che mi ha aiutato a ricopiare il seguente capitolo al computer(cioè, io ricopiavo il capitolo e lui mangiava i miei biscotti, per intenderci...adesso però ci siamo scambiati i ruoli xD). ;)

Finalmente, come promesso, mi sono decisa a ricopiare il primo capitolo del resoconto del mio viaggio a Londra...

Pensavo di postare prima i capitoli riguardanti al concerto, ma poi ho preferito andare in ordine per giorni, come ho scritto anche nell'indice...

Così, il prossimo capitolo sarà dedicato al viaggio di un giorno a Liverpool, con foto e descrizione di Speke Hall, Mendips, Forthlin Road, Albert Doc, Cavern Club eccetera... e quello dopo ancora al concerto! Il quarto ad Abbey Road e al Beatles Store e così via...

Il titolo è dovuto al legame che ho con questa canzone(ho persino quasi costretto mio padre a impararla alla chitarra xD), praticamente dalla prima volta che l'ho ascoltata a quando Paul l'ha fatta al concerto(si vede anche nelle foto xD).

Penso che sia una delle mie preferite in assoluto...

Ebbene, questo è l'arrivo a Londra, compreso di capocciate, cadute e cose varie(fanno sempre parte dei ricordi più vividi-e soprattutto materiali- che mi sono rimasti xD), in certi punti riportato pari pari dal mio taccuino, spero che vi sia piaciuto!

Anche se il bello ovviamente deve ancora arrivare... ;)


In questo capitolo:


Il mitico biglietto dell'aereo: Photo 1

Il tabellone degli imbarchi: Photo 2

Il mio aereo: Photo 3

Le mitiche sterline: Photo 4

Photo 5


E, anche se in anticipo rispetto al resoconto, che ho quasi finito di scrivere, ecco qui la Galleria del Concerto di Paul---> Gallery

Nel prossimo capitolo... -----> There beneath the blue suburban Liverpool's skies



Baci e a presto,

Marty ;)


*Let me rooooooooll it!* xD

  
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