In quel momento una voce profonda disse: “Avanti”.
Fu come una magia. Le due ragazze si invertirono le emozioni. Chiara cominciò ad agitarsi, mentre Cinzia diventò tranquilla e aprì la porta.
xxx- Benvenute…voi siete?
Cinzia- P…Tobias Schneider?
Tobias- Sì sono io...CINZIA! Oddio, sei te!
Cinzia- Papà!
La corvina gli corse incontro con le lacrime agli occhi. Era da tantissimi anni che aspettava quel momento, e finalmente l’aveva abbracciato. Era un abbraccio che colmava tutti i vuoti e le sofferenze che avevano sofferto tutti e due per gli anni persi. E che forse avrebbero recuperato.
Chiara era appoggiata alla porta che guardava la scena commossa. In quel momento…
Bill- Hey Tobias, noi…ah…
Tobias- Eh? No scusa me...è che mia figlia è venuta a trovarmi...
Bill- Chi? Cinzia?
Cinzia- Ciao Bill!
Bill- Ciaooooooooooooooooooooo!
In mondo molto infantile saltellò verso Cinzia e l’abbraccio.
Cinzia- Sì, ok…mollami…
Bill- Ah! Ma è vero che odi il contatto fisico!
Il cantante l’abbracciò più forte!
Cinzia- E TE STRINGI DI Più? SEI SCEMO FORTE ALLORA!
Chiara era totalmente spaesata. “Ma allora…la segretaria non scherzava!” pensò. Nello stesso istante il suo cuore cominciò a battere ancora più forte di prima, e divenne rossa in volto. Se c’era Bill vuol dire che c’erano anche Tom, Georg…e Gustav.
Bill- EHI RAGAZZI! VENITE QUI! C’è CINZIA!
La porta dove pochi secondi prima era uscito Bill, si aprì per la seconda volta. Solo che stavolta ne uscirono Tom, Gustva e Georg.
Tom- Quindi lei è Cinzia!
Tobias- Sì!
Tom- Mmh, molto bene…
Tobias lo fulminò con uno sguardo del tipo: “Se la tocchi se morto”!
Tom- Che c’è? Stavo solo guardando!
Tobias- Lo so, ma con te è meglio stare cauti…
Tom- Mamma mia, manco le avessi dato una pacca sul culo!
Tutti- TOM!
Tom- Ok…ok, la pianto!
Tutti cominciarono a ridere, tranne Chiara che guardava la scena da lontano. Era come intimorita, non riusciva a muoversi. Vedere lì davanti a lei i Tokio Hotel…insomma, non era una cosa da tutti i giorni. Non sapeva veramente che fare. Era imbarazzatissima. E per sua sfortuna Gustav la notò. Chiara non si accorse di nulla perché stava guardando per terra, fino quando non vede un paio di Nike Air nere e bianche vicino alle sue scarpe.
Gustav- Tutto a posto?
La castana non aveva il coraggio di alzare lo sguardo per incontrare i suoi occhi…quegli occhi castani che le scioglievano l’anima.
Chiara- …
Gustav- Ho capito, non sei di molte parole.
Chiara- Iiiiiiio…
Gustav- Ma allora…hai una lingua!
La ragazza lo guardò negli occhi.
Chiara- Certo che ho la lingua!
Non si sa chi dei due divenne più rosso. Gustav trovava gli occhi della ragazza meravigliosi, mentre Chiara si stava agitando.
Chiara- Scusami, non volevo risponderti così, mi dispiace…
Gustav- No, non fa niente! A proposito, non mi sono ancora presentato! Io sono Gustav Klaus Wolfgang Schäfer! Te?
Chiara- Io Chiara Castelli...
Gustav- Solo Chiara?
Chiara- Sì…ai miei non andava di darmi secondi nomi!
Gustav- Bè, almeno è facile da ricordare! Chiara…tipico nome italiano di origine latina, che vuol dire luminosa, illustre…
Chiara- Mi fai alquanto paura.
Gustav- E te mi fai tanto ridere! Sei buffa, sai?
Chiara- G…grazie.
Gustav- Non stare qui da sola…
Chiara- Perché?
Gustav- Non mi piace vedere le persone da sole…
Chiara pensò: “Parli te poi che te ne stai sempre in disparte!”
Cinzia- KIKI! DAI, VIENI QUI!
La castana si mise vicina all’amica.
Cinzia- Lei è la mia migliore amica Chiara!
Tob + Tom + Ge + B- Ciao Chiara!
Chiara- Ciao a voi!
Tobias- Te sei la santa che sopporta mia figlia!
Chiara- Sì Signor Schneider…
Tobias- Ma dammi del tu! Ho solo 40 anni!
Cinzia- Papà…non ti offendere…ma per noi sei vecchio!
Tobias- Ah, queste nuove generazioni…sempre con la mente corta siete!
Cinzia- Noi abbiamo 18 anni!
Tobias- Scommetto che per i ragazzi non sono vecchio!
Si voltò verso i quattro che cominciarono a fischiettare e guardare per terra o per aria.
Tobias- Bastardi!
Cinzia- Papà, non ti adombrare!
Tobias- Seriamente…ti ho chiamata qui per parlare di una cosa importante.
Cinzia- Cosa?
L’atmosfera divenne improvvisamente seria. La tensione era palpabile nell’aria...